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Pod deštníkem

Karel Švenk
Lingua: Ceco



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(Karel Švenk)
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(Znouzectnost)


‎[1942]‎
Testo trovato su ‎‎The Lied, Art Song and Choral Texts‎ Archive

“… Anche nella più tremenda burrasca, colui che sta per perdere la vita conserva una ‎scintilla di speranza, e così io stesso. Noi possiamo ridere sotto la pioggia!... ”

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Recentemente riproposta al grande pubblico dal basso baritono tedesco Christian Gerhaher e dalla ‎mezzo-soprano svedese Anne Sofie von Otter nella raccolta intitolata “Terezín/Theresienstadt”, ‎pubblicata nel 2008 dalla Deutsche Grammophon.‎

Il ghetto-campo di Theresienstadt fu allestito alla fine del 1941 dalle ‎‎Aufbaukommando, squadre di lavoro composte dai primi prigionieri. Tra di loro ‎c’erano soprattutto artigiani, muratori e carpentieri, ma anche personaggi come il direttore ‎d’orchestra e pianista Rafael Schächter ‎ed il regista teatrale, egli stesso musicista, Karel Švenk, entrambi ebrei cecoslovacchi.‎

Rafael Schachter
Rafael Schachter





All’inizio del 1942 Schächter e Švenk riuscirono a scrivere e a mettere in scena il primo spettacolo ‎di cabaret a Terezín, intitolato "La tessera annonaria perduta” (“The Lost Food Card” è ‎il titolo così come tradotto in inglese dal ceco, non sono riuscito a trovare il titolo originale), un ‎varietà divertente ma intriso di amara satira sulle condizioni di vita dei prigionieri, già molto ‎difficili benchè all’epoca la propaganda nazista mostrasse – falsamente - Theresienstadt come un ‎campo modello, quasi un centro residenziale ebraico. Lo spettacolo si concludeva con ‎‎Všechno jde!, “Tutto è ‎possibile!”, una canzone dalla melodia assai orecchiabile e nel cui testo ciascuno degli internati ‎poteva riconoscersi, cosicchè divenne l’inno del campo, la “Marcia di Terezín”, ‎riproposta in ogni spettacolo successivo:‎

“Si può fare tutto, basta la buona volontà. Diamoci la mano e sulle rovine di questo ‎ghetto un giorno noi rideremo”

Lo stesso concetto espresso da Karel Švenk in quest’altra sua “Pod deštníkem”, ovvero “Sotto ‎l’ombrello”…‎

Non abbiamo paura di voi, non riuscirete ad annientarci, non ci strapperete la dignità e nemmeno il ‎buon umore, e un giorno “una risata vi seppellirà”, maledetti assassini! Questo ‎volevano dire Karel Švenk e Rafael Schächter guardando con fierezza negli occhi i loro carnefici e ‎tendendo la mano con un sorriso ai loro fratelli, compagni di sventura…‎

Karel Švenk fu deportato ad Auschwitz nel settembre del 1944 e poi destinato a lavorare in una ‎fabbrica della Hugo Schneider AG (HASAG) a Meuselwitz dove pochi mesi dopo, nell’aprile del ‎‎1945, morì di fatica e di stenti.‎
Anche Rafael Schächter fu mandato ad Auschwitz nell’ottobre del 1944 e probabilmente morì nel ‎corso della “marcia della morte” del gennaio 1945, quando i nazisti, a causa dell’avanzata sovietica ‎in Polonia, costrinsero 60.000 prigionieri a spostarsi a piedi, in pieno inverno, verso Wodzisław ‎Śląski per essere poi smistati in altri campi. Almeno 15.000 deportati morirono sul cammino.
Nad město přitáhly těžké mraky,‎
vítr zdvihá prach a víří jím,‎
chmurno je a vše je ponořeno
v tesklivý, bouři věštící stín.‎

Šedivý den touhu nepokazí,‎
pro mě, ať si prší nad světem,‎
můj hoch mně k domovu doprovázi
pod starým dobrým parapletem.‎

Pod deštníkem bývá tak útulno
tomu, kdo se dovede řídit
tím, že i v počasí blátivém, deštivém, chladném, sněživém
může se útulno zařidit.‎

I když prší, jak z konve se lije,‎
milencům to vůbec nevadí,‎
vždyť on mě má rád a deštníkem
před nepohodou mě kryje a po vlasech
něžně mě hladí.‎

Má milovaná, věřte,‎
nechci jenom v tomhle počasí vás chránit proti bouři,‎
má rotzomilá, s vámi chtěl bych se vyhýbat dlouho,‎
věčně, vždycky každé louži.‎

To slibuji pod tímto deštnikem,‎
že vás budu míti strašně rád,‎
i ve vichru zbývá trosečníku jiskřička
naděje a proto se mohu/můžem v dešti smát!‎

inviata da Dead End - 4/10/2012 - 14:12




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