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Addio Juna

Carlo Buti
Lingua: Italiano


Carlo Buti

Lista delle versioni e commenti


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(Enzo Jannacci)


‎[1940]‎
Di A. Mari - V. Raimondi‎
La versione di Carlo Buti fu incisa su disco Columbia nel 1941.‎

Carlo Buti

‎“Una canzone del periodo bellico che, a differenza di molte altre, in molti hanno completamente ‎dimenticato nonostante sia stata ripresa alla fine degli anni '50 da due mostri sacri della canzone, Claudio Villa e Giorgio Consolini.
‎‘Addio Juna’ fu scritta nel 1940 e lanciata alla radio da Silvana Fioresi e Alberto Rabagliati.
Discograficamente la incisero un po' tutti, da Carlo Buti ad Aldo Visconti e Bruno Pallesi, facendo ‎sì che il brano divenisse in quei tristi anni di guerra un malinconico grido di dolore e insieme di ‎speranza per tutte le donne che, forzatamente sole, vivevano in trepidante attesa del ritorno dei ‎propri compagni impegnati al fronte.” (da Il Discobolo)‎

Juna, la protagonista di questo brano, è destinata ad attendere invano il ritorno del suo compagno ‎ma nella versione cantata da Buti, Fioresi e Rabagliati negli anni della guerra la morte in guerra del ‎marinaio rimane solo un triste presagio perchè veniva omessa l’ultima strofa (che ho indicato tra ‎parentesi quadre), evidentemente tanto triste da poter inficiare il morale dei soldati e di quanti ‎rimasti a casa, strofa che fu invece ripresa da Giorgio Consolini e Claudio Villa nel 1958: ‎‎“Juna, l’infido, grande mare” – ma meglio si potrebbe dire “l’orrida e inutile guerra” – ‎‎“t’ha rubato il primo amore e mai più ritornerà”…‎
Dalla banchina salpa la nave sul mar, ‎
e va lontana, ma spera ogniuno tornar.‎
Mentre che Juna frena il singhiozzo del cuor, ‎
un marinaio le canta allor: ‎

Juna, per questo addio non devi piangere, ‎
attendi solo il mio ritorno, ‎
poi vedrai che un lieto giorno ‎
tutto a noi sorriderà. ‎

Dimmi che tu sperando attenderai, ‎
io pregherò la Madonnina che per te, mia bella Juna, ‎
mi sorrida la fortuna
fino al dì che tornerò. ‎

Juna, asciuga dunque le tue lacrime, ‎
ritornerò nella tua casa ‎
ed allor sarai mia sposa, ‎
per la tua felicità… ‎

La primavera torna con tutti i suoi fior, ‎
ma è tanto amara se non ritorna il vapor, ‎
Juna che spera già attende il suo marinar, ‎
ma solo un eco giunge dal mar… ‎

Dimmi che tu sperando attenderai, ‎
io pregherò la Madonnina che per te, mia bella Juna, ‎
mi sorrida la fortuna
fino al dì che tornerò. ‎

Juna, asciuga dunque le tue lacrime, ‎
ritornerò nella tua casa ‎
ed allor sarai mia sposa, ‎
per la tua felicità… ‎

‎[Juna, tu preghi ancora fra le lacrime, ‎
ma quell’infìdo, grande mare ‎
t’ha rubato il primo amore ‎
e mai più ritornerà.]‎

inviata da Bartleby - 30/3/2012 - 08:57


Penso piacerà questa canzone a Raffaele e compagni, pardon, camerati... Carlo Buti fu il primo e miglior interprete di "Faccetta nera"!

Bartleby - 30/3/2012 - 09:31


Sono Elda Mari, figlia dell'autore di Addio Juna, Astro Mari. Ringraziando i creatori di questa pagina, vorrei precisare che l'ultima strofa della canzone fu fatta omettere nella prima incisione su personale richiesta di Benito Mussolini, che aveva convocato mio padre imponendogli di cancellarla, "perché i marinai d'Italia tornano sempre". Mio padre, spirito libero contrario ad ogni dittatura, finita la guerra la fece incidere completa da tanti altri cantanti.

elda mari - 3/2/2014 - 18:47


Cara Signora Elda, la saluto e la ringrazio molto di essere intervenuta su questa pagina e della sua precisazione: se l’intervento della censura fascista nel menomare la canzone scritta da suo padre era del tutto prevedibile, non avrei mai immaginato l’intervento diretto del duce in persona! Tempi duri, e bui, anche per chi, come suo padre, si dedicava con passione e professionalità alla confezione di canzoni leggere o comunque prive di qualsivoglia contenuto politico o di critica al regime.
E scorrendo l’elenco delle oltre 400 canzoni scritte da suo padre Astro (bellissimo nome!) non mi pare di aver incontrato nemmeno un titolo che mi abbia fatto pensare a testi guerrafondai o di furiosa retorica patriottarda, anzi, trovo persino un “Ho sognato la pace”, titolo abbastanza scomodo nel 1940! E pure la più famosa “Ninna nanna in grigioverde” (1941) - interpretata da Beniamino Gigli per la colonna sonora del film “L'angelo del crepuscolo” - seppur di certo gradita al regime, in fondo è molto simile ad “Addio Juna”: lì il babbo soldato afferma che tornerà, e vittorioso, dal suo bambino (forse suo padre Astro aveva imparato la lezione impartitagli l’anno prima!) ma comunque non vi è nemmeno un accenno alla guerra e tutta la canzone è incentrata sul tema della dolorosa separazione e dell’agognato ritorno.



Astro Mari (Olbia, 1911-Roma, 1988) è stato marinaio, clarinettista, paroliere, compositore e poeta.
Nella sua carriera ha scritto canzoni interpretate da Carlo Buti, Luciano Tajoli, Silvana Fioresi, Gino Latilla, Achille Togliani, il Trio Lescano, Claudio Villa e tanti altri.

Bernart Bartleby - 3/2/2014 - 21:10


Salve sig.ra Elda...ci scusiamo per averla contattata tramite questo sito, ma per nobili cause!!!LA contattiamo dalla Sardegna, siamo i figli della Sig.ra Bruna di Cagliari...siete state amiche all' eta' di circa 17 anni e per qualche tempo vi siete scambiate cartoline e foto tramite posta. La Sig.ra Bruna avrebbe il desiderio di risentirla e di farle avere alcune foto legate ai vostri ricordi. Speriamo sia un piacere anche per lei! Aspettiamo un suo cenno. Grazie

Laura - 9/2/2014 - 13:59


Rispondo ai figli della signora Bruna di Cagliari, mia "amica-di-penna" ma anche e soprattutto amica di cuore negli anni cinquanta, quando eravamo teen-agers. Mio padre, sensibile alla mia richiesta,da Olbia dove eravamo in vacanza mi accompagnò a Cagliari per conoscere Bruna, della quale gli parlavo sempre. Era una ragazza sensibile, intelligente, simpaticissima e i suoi genitori prepararono per noi una accoglienza meraviglio, che non dimenticherò mai. Andammo anche a fare il bagno al Poetto divertendoci come matte. Una giornata incredibile. Poi crescendo con gli anni ci siamo perse di..penna, ma nel mio pensiero è sempre stata un'amica carissima. Spero di avere sue notizie da voi. Sono su Facebook e la mia email è: elda.mari@alice.it (quel segno strambo sta per chiocciola). Grazie per avermi scritto. Siete stati molto cari.

elda mari - 20/7/2014 - 12:02


mi scusi sig.ra Elda....
avrei una curiosità da chiederle....
io mi chiamo Juna, ho 42 anni...
mia madre mi ha dato questo nome preso proprio dalla canzone....
ma non sono mai riuscita a sapere da dove viene questo nome e che cosa significa.....
lei saprebbe mica aiutarmi????
grazie....

juna.telesca@gmail.com - 25/3/2015 - 14:08


Cara Juna tedesca, il nome Juna è forse un nome inventato da mia padre, perché in quegli anni non esisteva. si chiama Juna anche la figlia di mio fratello, Juna Mari, in omaggio al nonno dalla sua canzone. se la cerca su FB potreste fare amicizia, dato che avete pressappoco la stessa età.

Elda. mari - 2/5/2015 - 17:17


Sign.ra Elda, anche io mi chiamo Juna e anche mia madre mi diede questo nome perche sentì alla radio la canzone scritta da suo padre!La sentì tramite una trasmissione radiofonica che trasmetteva canzoni del passato...
Io sono del 1981!
Sono contenta di aver riascoltato la canzone che da sempre mi cantavano le signore di una certa età
!!!

Saluti..

7/9/2018 - 23:27


BB ho trovato il testo di "Ho sognato la pace" di Astro Mari

Onestamente al di là del titolo quel 《Balcone》 messo tra virgolette mi fa pensare che sia un omaggio al duce. Del resto lo stesso Carlo Buti che interpreta questa canzone fu un cantore di regime (sua la prima interpretazione di Faccetta nera.)

Dq82 - 8/9/2018 - 14:47


Questa canzone la cantava la mia mamma per addormentarmi. Per me è una canzone dolcissima e mi commuove ancora che sono ormai un vecchio ottantenne alla fine della vita.Grazie

Fabrizio Chiti di Pistoia - 1/11/2018 - 21:28


Ciao Dq82, leggo solo ora il tuo intervento del settembre 2018.

Che Buti fosse stato il primo interprete di "Faccetta Nera" l'aveo già scritto nel primo commento del 2012.

Per quanto riguarda "Ho sognato la pace", non conoscendone il testo - e ti ringrazio di averlo condiviso - mi ero limitato a sottolineare come in quegli anni anche solo pronunciare la parola "pace" potesse essere inteso come sovversivo...

Ora leggo il testo da te contribuito, ma non mi pare proprio che si tratti di un elogio del Duce: "Triste ogni casa nel muto vegliar... lo sguardo smarrito verso il "Balcone"...

Doveva essere la fine del 1939. La canzone fu poi pubblicata su Il Canzoniere della Radio dell'aprile 1940. Erano i mesi in cui l'Italia si dichiarava "non belligerante", ma poi Mussolini la sprofondò nella guerra nel successivo giugno...

Tutti quindi erano appesi a quel "Balcone" e molti, come in questa canzone, speravano che la guerra non scoppiasse...

Contrariamente a quanto ritieni tu, io quindi non penso che "Ho sognato la pace" sia una canzone celebrativa del Duce e del Fascismo ma che addirittura possa essere accolta sulle CCG/AWS e proverò a proporla prossimamente.

Saluti

B.B. - 8/5/2019 - 21:18




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