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Ode an die Freude

Ludwig van Beethoven
Lingua: Tedesco


Ludwig van Beethoven

Lista delle versioni e commenti

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ODE TO FREEDOM - LEONARD BERNSTEIN

Il giorno di Natale, 25 dicembre, del 1989, come parte dei festeggiamenti per la caduta del Muro di Berlino, Bernstein diresse in quella città la Sinfonia n. 9 di Beethoven. Il concerto fu trasmesso dal vivo in più di venti paesi con un audience di 100 milioni di persone. Per l`occasione, Bernstein modificò il testo di Friedrich Schiller dell`"Inno alla Gioia", sostituendo la parola "Libertà" ("Freiheit") alla parola "Gioia" ("Freude"). A tal proposito affermò: "Sono sicuro che Beethoven ci avrebbe dato la sua benedizione".
(Wikipedia)

*

On Christmas Day, 25 December 1989, Bernstein conducted the Beethoven: Symphony No. 9 in East Berlin's Schauspielhaus (Playhouse) as part of a celebration of the fall of the Berlin Wall. The concert was broadcast live in more than twenty countries to an estimated audience of 100 million people. For the occasion, Bernstein reworded Friedrich Schiller's text of the Ode to Joy, substituting the word Freiheit (freedom) for Freude (joy).[4] Bernstein, in the introduction to the program, said that they had "taken the liberty" of doing this because of a "most likely phony" story, apparently believed in some quarters, that Schiller wrote an "Ode to Freedom" that is now presumed lost. Bernstein's comment was, 'I'm sure that Beethoven would have given us his blessing."
(Wikipedia)

VIDEO "ODE TO FREEDOM", Leonard Bernstein, 1989.
da YouTube / from YouTube



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Testo di Friedrich von Schiller [1785]
Musica di Ludwig van Beethoven [1801]
[dalla IX. Sinfonia]
A sua volta da una melodia popolare
Inno dell'Unione Europea


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Italian 1Italian 2(A.Boito)Italian 3English 1English 2FrenchSpanishAfrikaans


Ludwig van Beethoven
Ludwig van Beethoven
L'inno europeo (inno alla gioia) è l'adattamento dell'ultimo movimento della Nona Sinfonia di Beethoven scritta dal compositore nel 1823 ed è non solo l'inno dell'Unione europea ma di tutta l'Europa in generale.

Per il movimento finale della sinfonia, Beethoven musicò l'inno alla gioia composto nel 1785 da Friedrich von Schiller. Il poema esprime la visione idealistica di Schiller sullo sviluppo di un legame di fratellanza fra gli uomini, visione condivisa da Beethoven.

Nel 1972 il Consiglio d'Europa - lo stesso organismo che nel 1955 concepì la bandiera europea - adottò l'inno alla gioia come proprio inno. Herbert von Karajan, uno dei più grandi direttori d'orchestra del Novecento, fu incaricato di scrivere tre adattamenti strumentali per piano solo, per archi e per orchestra sinfonica.

Nel 1985 l'inno alla gioia è divenuto l'inno dell'Unione europea. E' volutamente rimasto privo di testo ed utilizza il linguaggio universale della musica riuscendo ad esprimere gli ideali di libertà, pace e solidarietà perseguiti dall'Europa.

Friedrich Schiller
Friedrich Schiller
Johann Christoph Friedrich von Schiller nacque a Marbach nel 1759. Dopo aver compiuto studi di diritto e di medicina all'Accademia militare fondata dal duca di Wüttemberg per i figli dei suoi ufficiali ed esserne uscito con il grado di ufficiale medico, esordì giovanissimo in letterature con alcune poesie d'amore e soprattutto con un dramma, Die Räuber ( I masnadieri, 1781) che portò al massimo grado di incandescenza il discorso politico e civile della "Sturm und Drang". Per assistere alle recite, Schiller si allontanò senza permesso da Stoccarda, dove era di guarnigione e dovette subire severi rimproveri ai quali reagì disertando e rigugiandosi a Mannheim, dove visse stentatamente per alcuni anni con un falso nome e con un modesto impiego come drammaturgo e direttore di scena del teatro locale. Nel 1783 vi fece rappresentare Die Verschwörung des Fiesko zu Genua (la congiura dei Fieschi a Genova), un nuovo atto d'accusa contro la tirannide, e, nel 1784, Kabale und Liebe (Amore e raggiro), un dramma d'ambiente borghese che racconta una storia d'amore e di morte dominata dalla presenza opprimente dei pregiudizi di casta. Intanto aveva goduto della protezione della signora von Wolzogen, che gli mise a disposizione una sua casa di campagna, e dell'amicizia amorosa di Charlotte von Kalb, futura protettrice di Hölderlin e di Jean Paul, e aveva fondato una rivista letteraria, "Rheinische Thalia", che continuò a pubblicare per alcuni anni.Nel 1785, dopo aver tentato invano di trovare un impiego alla corte di Darmstadt, si trasferì a Lipsia, ospite del giurista Gottfried Körner. A Lipsia, oltre a lavorare alla rivista e a studiare la storia, scrisse alcune liriche importanti, tra le quali "An die Freude (Inno alla Gioia)", che è il testo dell'ultimo movimento della IX Sinfonia di Beethoven; completò inoltre un altro dramma, il Don Carlos (1787), redatto orgiginariamente in prosa e poi rifatto in versi, che segna l'accostamento ad una forma più classica, dove allo scontro delle passioni si sostituisce un conflitto di idee. Nello stesso anno andò a vivere a Weimar, dove si dedicò soprattutto alla storiografia, publicando nel 1788 "Geschichte des Abfalls der vereinigten Niederlande von der spanische Regierung" (Storia dell'insurrezione dei Paesi Bassi contro il governo spagnolo) e nel 1791-93 "Geschichte des dreissigjährigen Kriegen" (Storia della guerra dei trent'anni) , opere di valore più letterario che scientifico che gli procurarono una cattedra all'università di Jena. Nello stesso periodo sposò Charlotte von Lengefeld, studiò a fondo la filosofia kantiana e scrisse alcuni importanti trattati di estetica ( "Über die tragische Kunst", Sull'arte tragica, 1792; "Über Anmut und Würde", Grazia e dignità, 1793; "Über naive und sentimentalische Dichtung", Sulla poesia ingenua e sentimentale, 1794;"Über die esthetische Erziehung des Menschen", Sull'educazione estetica dell'uomo, 1795;"Über das Erhabene", Del sublime, 1801), che furono e del cosiddetto classicismo weimeriano,attribuendo all'artista una funzione di educatore, ma precisando che non è suo compito mostrare esempi da imitare o da condannare, bensì presentare l'evoluzione spirituale dell'uomo, dell' "anima bella", eroicamente vittorioso degli ostacoli frappostigli dalla realtà quotidiana. E' degli stessi anni l'inizio del lungo sodalizio con Goethe, cominciato nel 1794, e concretatosi nel lavoro comune alla redazione di varie riviste e alla stesura di numerosi epigrammi e soprattutto nell'importantantissimo carteggio pubblicato postumo nel 1856. Il decennio successivo, l'ultimo della sua vita prematuramente troncata dalla tubercolosi fu quello delle migliori ballate ("Der Handschuh", Il guanto; "Der Ring des Polykrates", L'anello di Policrate; "Die Kraniche des Ibykus", Le gru di Ibico; "Der Kampf mit dem Drachen", La lotta col drago) caratterizzate da una grande scioltezza narrativa e da un vivo senso drammatico, e dei poemetti filosofici ("Die Götter Griechenlands", Gli dèi della Grecia; "Die Künstler", Gli artisti; "Der Spaziergang", La passeggiata ecc.) di alta dignità formale, ma più interessanti per le idee espresse che per le loro qualità liriche. Fu infine l'epoca dei suoi drammi più maturi. La inaugurò nel 1799 la trilogia dedicata a Wallenstein, dove l'eroe perfettamente a suo agio finché la situazione nella quale agisce è dominabile in termini razionali, viene sconfitto quando mostra di non avere la forza morale necessaria a vincere l'imprevisto. A questo protagonista sostanzialmente negativo seguirono due eroine vittoriose: Maria Stuart (1800) che arriva alla libertà attraverso la sofferenza e la Giovanna d'Arco di "Die Jungfrau von Orléans" (La pulzella d'Orléans, 1801). Poi, dopo "Die Braut von Messina" (La fidanzata di Messina,1803), l'ultimo capolavoro, il "Wilhelm Tell" (1804), che riprende il tema giovanile della rivolta politica svuotandolo di ongi retorica e collocandolo in una lucida visione storica. Rimase invece incompiuto l'ultimo dramma, "Demetrius". I grandi temi dell'opera schilleriana e soprattutto del suo teatro, il conflitto tra individuo e società, il potere, la colpa e il rimorso, la conquista della libertà come forma superiore di moralità, pur espressi in forme legate ad una cultura oggi remota e pur facendo riferimento a una concezione della storia che non è più la nostra, conservano vitalità e forza comunicativa. Esaltato nel suo tempo oltre i suoi meriti e sottoposto in seguito a un drastico processo di ridimensionamento, Schiller è stato nuovamente rivalutato dalla critica più recente, mentre i suoi drammi reggono tuttora benissimo alla prova della scena.
O Freunde, nicht diese Töne!
Sondern lasst uns angenehmere
anstimmen und freudenvollere!

Freude schöner Götterfunken,
Tochter aus Elysium,
Wir betreten Feuertrunken,
Himmlische, dein Heiligtum!
Deine Zauber binden wieder,
Was die Mode streng geteilt.
Alle Menschen werden Brüder,
Wo dein sanfter Flügel weilt.
Seid umschlungen, Millionen!
Diesen Kuß der ganzen Welt!
Brüder, überm Sternenzelt
Muß ein lieber Vater wohnen,

Wem der große Wurf gelungen,
Eines Freundes Freund zu sein,
Wer ein holdes Weib errungen,
Mische seinen Jubel ein!
Ja, wer auch nur eine Seele
Sein nennt auf dem Erdenrund!
Und wer's nie gekonnt, der stehle
Weinend sich aus diesem Bund!
Was den großen Ring bewohnet,
Huldige der Sympathie.
Zu den Sternen leitet sie,
Wo der Unbekannte thronet.

Freude trinken alle Wesen
An den Brüsten der Natur,
Alle Guten, alle Bösen
Folgen ihrer Rosenspur.
Küsse gab sie uns und Reben,
Einen Freund, geprüft im Tod,
Wollust ward dem Wurm gegeben,
Und der Cherub steht vor Gott.
Ihr stürzt nieder, Millionen?
Ahnest du den Schöpfer, Welt?
Such ihn überm Sternenzelt!
Über Sternen muß er wohnen.

Freude heißt die starke Feder,
In der ewigen Natur,
Freude, Freude treibt die Räder
In der großen Weltenuhr.
Blumen lockt sie aus den Keimen,
Sonnen aus dem Firmament,
Sphären rollt sie in den Räumen
Die des Sehers Rohr nicht kennt.
Froh wie seine Sonnen fliegen
Durch des Himmels prächtigen Plan,
Laufet Brüder, eure Bahn,
freudig wie ein Held zum Siegen!

Aus der Wahrheit Feuerspiegel
Lächelt sie den Forscher an.
Zu der Tugend steilem Hügel
Leitet sie des Dulders Bahn.
Auf des Glaubens Sonnenberge
Sieht man ihre Fahnen wehn,
Durch den Riß gesprengter Särge
Sie im Chor der Engel stehn.
Duldet mutig, Millionen!
Duldet fur die beßre Welt!
Droben überm Sternenzelt
Wird ein großer Gott belohnen.

Göttern kann man nicht vergelten,
Schön ists, ihnen gleich zu sein.
Gram und Armut soll sich melden,
Mit den Frohen sich erfreun.
Groll und Rache sei vergessen,
Unserm Todfeind sei verziehn,
Keine Träne soll ihn pressen,
Keine Reue nage ihn.
Unser Schuldbuch sei vernichtet!
Ausgesöhnt die ganze Welt!
Brüder - überm Sternenzelt
Richtet Gott, wie wir gerichtet.

Freude sprudelt in Pokalen;
In der Traube goldnem Blut
Trinken Sanftmut Kannibalen,
Die Verzweiflung Heldenmut. -
Brüder, fliegt von euren Sitzen,
Wenn der volle Römer kreist;
Laßt den Schaum zum Himmel spritzen:
Dieses Glas dem guten Geist!
Den der Sterne Wirbel loben,
Den des Seraphs Hymne preist,
Dieses Glas dem guten Geist
Überm Sternenzelt dort oben!

Festen Mut in schweren Leiden,
Hilfe, wo die Unschuld weint,
Ewigkeit geschwornen Eiden,
Wahrheit gegen Freund und Feind,

Männerstolz vor Königsthronen -
Brüder, gält' es Gut und Blut:
Dem Verdienste seine Kronen,
Untergang der Lügenbrut!
Schließt den heilgen Zirkel dichter!
Schwört bei diesem goldnem Wein,
Dem Gelübde treu zu sein,
schwört es bei dem Sternenrichter!

inviata da Riccardo Venturi - 7/6/2005 - 19:09




Lingua: Italiano

ITALIANO / ITALIAN [1]

Versione italiana ufficiale dell'inno.

Nota: Le versioni ufficiali nelle varie lingue dell' "Ode an die Freude" utilizzano generalmente solo le prime strofe (fino al verso "Über Sternen muss er wohnen"). Ci atteniamo a quest'uso ripromettendoci di fornire quanto prima una versione letterale completa del testo schilleriano. (RV)
INNO ALLA GIOIA

O amici, non questi suoni!
ma intoniamone altri
più piacevoli, e più gioiosi.

Gioia, bella scintilla divina,
figlia degli Elisei,
noi entriamo ebbri e frementi,
celeste, nel tuo tempio.
La tua magia ricongiunge
ciò che la moda ha rigidamente diviso,
tutti gli uomini diventano fratelli,
dove la tua ala soave freme.

L'uomo a cui la sorte benevola,
concesse di essere amico di un amico,
chi ha ottenuto una donna leggiadra,
unisca il suo giubilo al nostro!
Sì, - chi anche una sola anima
possa dir sua nel mondo!
Chi invece non c'è riuscito,
lasci piangente e furtivo questa compagnia!

Gioia bevono tutti i viventi
dai seni della natura;
tutti i buoni, tutti i malvagi
seguono la sua traccia di rose!
Baci ci ha dato e uva, un amico,
provato fino alla morte!
La voluttà fu concessa al verme,
e il cherubino sta davanti a Dio!

Lieti, come i suoi astri volano
attraverso la volta splendida del cielo,
percorrete, fratelli, la vostra strada,
gioiosi, come un eroe verso la vittoria.
Abbracciatevi, moltitudini!
Questo bacio vada al mondo intero Fratelli,
sopra il cielo stellato
deve abitare un padre affettuoso.

Vi inginocchiate, moltitudini?
Intuisci il tuo creatore, mondo?
Cercalo sopra il cielo stellato!
Sopra le stelle deve abitare!

inviata da Riccardo Venturi - 7/6/2005 - 19:24




Lingua: Italiano

ITALIANO / ITALIAN [2-Arrigo Boito]

Versione italiana ritmica delle prime tre strofe dell'inno, di Arrigo Boito [1842-1918]

*

Arrigo Boito nacque a Padova nel 1842 (morì a Milano nel 1918), fu compositore oltre che poeta. Direttore del conservatorio di Parma, insieme a Emilio Praga scrisse la commedia Le madri galanti (1863), e diresse il mensile antimanzoniano «Figaro» (nel 1864). Garibaldino nel 1866, divenne senatore del regno italico nel 1912. Grande conoscitore dei classici e della cultura europea contemporanea, tradusse libretti d'opera stranieri, fu critico drammatico e musicale su vari periodici, scrisse libretti per "Otello" e "Falstaff" di Verdi e per i due melodrammi Mefistofele (1868) e Nerone (postumo, 1924) di cui aveva composto anche la musica. Teorico della fusione tra le diverse arti, ha lasciato un poemetto polimetro, Re Orso (1865), e "Il libro di versi" (1877) campionario di temi tardo- romanticisti, prodotto tipico di un de monismo provocatorio, interessante per le innovazioni linguisti che ritmiche e metriche.
INNO ALLA GIOIA

Gioia figlia della luce, Dea dei carmi, Dea dei fior!
Il tuo genio ci conduce per sentieri di splendor.
Il tuo raggio asciuga il pianto, sperde l'ira e fuga il duol!
Vien! sorridi a noi d'accanto Primogenita del Sol!

Qual nell'arnia armoniosa già s'inserte il suono al suon,
e la voce della sposa già s'unisce alla canzon.
Ma da noi ritorca il viso chi la gioia in cor non ha,
l'uom che mai non ha sorriso certo in Ciel non salirà.

Dea dei palpiti giocondi gioia sacra ed immortal,
tu sei l'anima dei mondi,sei l'ebbrezza celestial:
sei la pace e la speranza, sei dei pampini l'umor,
sul tuo metro eterna danza move il mar e l'astro d'or.

inviata da Riccardo Venturi - 7/6/2005 - 19:27




Lingua: Italiano

ITALIANO / ITALIAN [3]

Ulteriore versione italiana (in versi)
ripresa dal sito: http://www.filosofico.net
di Diego Fusaro ("Didimo Chierico")

Anche questa versione si limita alle prime strofe.
ODE ALLA GIOIA

Amici, non questi suoni;
Altro e più grato cantico leviamo:
Di Gioia il cantico.

Gioia, figlia dell'Eliso,
Fiamma d'oro giù dal ciel,
Noi veniamo, ardenti in viso,
Diva eccelsa, al tuo sacel.
Il tuo fascino affraterna
Ciò che il mondo separò,
Fratellanza impera eterna.

Chi al supremo ben perbenne
D'un amico al fido cuor
Chi soave sposa ottenne
Sia con noi nel gaudio d'or.
Sì, chi anche uncuore solo
Sua nel mondo può chiamar;
Chi nol può trascini in duolo
Via di qui suo triste andar.

Gioia al sen dell'Universo
Posson tutti i vivi aver,
Vanno il buono ed il perverso
Pel fiorito suo sentier.
Ebbe ognun fino alla morte
Vino, amore ed un fido cuor;
Voluttà fu al verme in sorte,
L'angel gode in te, Signor.

Van gioiosi nella gloria
Mondi, Luce e vita a dar,
Ite, figli ad esultar
Come prodi in gran vittoria!

Siate avvinti, o milioni,
Nella gran fraternità!
Figli! Sommo un padre sta
Sopra gli astri e sopra i tuoni.
Vi prostrate, milioni?
Senti Iddio, mondo, tu?
Volgi il guardo sopra gli astri,
Sopra gli astri sue regioni.

inviata da Riccardo Venturi - 7/6/2005 - 19:31




Lingua: Inglese

INGLESE / ENGLISH [1]

Versione inglese ufficiale dell'inno
Standard English version of the Hymn
ODE TO JOY

O friends! Not these sounds!
But let us strike up
more pleasant sounds and more joyful!

Joy, o wondrous spark divine,
Daughter of Elysium,
Drunk with fire now we enter,
Heavenly one, your holy shrine.
Your magic powers join again
What fashion strictly did divide;
Brotherhood unites all men
Where your gentle wing's spread wide.

The man who's been so fortunate
To become the friend of a friend,
The man who has won a fair woman -
To the rejoicing let him add his voice.
The man who calls but a single soul
Somewhere in the world his own!
And he who never managed this -
Let him steal forth from our throng!

Joy is drunk by every creature
From Nature's fair and charming breast;
Every being, good or evil,
Follows in her rosy steps.
Kisses she gave to us, and vines,
And one good friend, tried in death;
The serpent she endowed with base desire
And the cherub stands before God.

Gladly as His suns do fly
Through the heavens' splendid plan,
Run now, brothers, your own course,
Joyful like a conquering hero.
Embrace each other now, you millions!
The kiss is for the whole wide world!
Brothers - over the starry firmament
A beloved Father must surely dwell.

Do you come crashing down, you millions?
Do you sense the Creators presence, world?
Seek Him above the starry firmament,
For above the stars he surely dwells.

inviata da Riccardo Venturi - 7/6/2005 - 19:33




Lingua: Inglese

INGLESE / ENGLISH [2]

Ulteriore versione inglese
Alternative English version
ODE TO JOY

Oh friends, not these tones!
Let us raise our voices in more
pleasing and more joyful sounds!

Joy, fair spark of the gods,
Daughter of Elysium,
Drunk with fiery rapture, Goddess,
We approach thy shrine!
Thy magic reunites those
Whom stern custom has parted;
All men will become brothers
Under thy gentle wing.

May he who has had the fortune
To gain a true friend
And he who has won a noble wife
Join in our jubilation!
Yes, even if he calls but one soul
His own in all the world.
But he who has failed in this
Must steal away alone and in tears.

All the world's creatures
Draw joy from nature's breast;
Both the good and the evil
Follow her rose-strewn path.
She gave us kisses and wine
And a friend loyal unto death;
She gave lust for life to the lowliest,
And the Cherub stands before God.

Joyously, as his suns speed
Through Heaven's glorious order,
Hasten, Brothers, on your way,
Exulting as a knight in victory.
Joy, fair spark of the gods,
Be embraced, Millions!
Take this kiss for all the world!
Brothers, surely a loving Father
Dwells above the canopy of stars.

Do you sink before him, Millions?
World, do you sense your Creator?
Seek him then beyond the stars!
He must dwell beyond the stars.

inviata da Riccardo Venturi - 7/6/2005 - 19:41




Lingua: Francese

FRANCESE / FRENCH

La versione ufficiale francese dell'inno
da: http://www.robert-schuman.org/actualite/ode_a_la_joie.htm
ODE A LA JOIE

Mes frères, cessons nos plaintes !
Qu'un cri joyeux élève aux cieux nos chants
de fêtes et nos accords pieux !

Joie ! Joie ! Fille de l'Élysée,
Flamme prise au front des dieux,
Nous entrons l'âme enivrée
Dans ton temple glorieux.
Ton magique attrait resserre
Quand la mode en vain détruit ;
L'homme est pour tout homme un frère
Où ton aile nous conduit.

Si le ciel comblant ton âme,
D'un ami t'a fait l'ami,
S'il te donne un coeur de femme,
Suis nos pas au seuil béni !
Viens, si tu n'aimas qu'une heure
Qu'un seul être sous les cieux !
Vous que nul amour n'effleure,
En pleurant, fuyez ces lieux !

Bois la joie au bruit des chants,
Tous, de roses, sa parure,
Ont leur part,
Bons et méchants.
Elle a tout : raisins qu'on presse,
Sûrs amis, baisers de feu,
Donne au ver rampant l'ivresse,
Et le chérubin voit Dieu.

Fiers, tels les soleils d'or volent
Sur la plan vermeil des cieux,
Faites, frères, votre voie :
Gais, tels vont combattre
Les héros emplis de gloire !
Qu'ils s'enlacent tous les êtres !
Un baiser au monde entier !
Frères, au plus haut des cieux
Doit régner un tendre père.

Tous les êtres se prosternent ?
Pressens-tu ce père, Monde ?
Cherche alors le Créateur
Au-dessus des cieux d'étoiles !

inviata da Riccardo Venturi - 7/6/2005 - 19:43




Lingua: Spagnolo

SPAGNOLO / SPANISH

La versione spagnola dell'inno, da:
http://mx.geocities.com/sergio_bolanos/himnoes.htm
HIMNO A LA ALEGRIA

¡Oh, amigos, no con esos acentos!
¡Entonemos cantos placenteros
y plenos de alegría!

¡Alegría, hermosa chispa de los dioses
hija del Elíseo!
¡Ebrios de ardor penetramos,
diosa celeste, en tu santuario!
Tu hechizo vuelve a unir
lo que el mundo había separado,
todos los hombres se vuelven hermanos
allí donde se posa tu ala suave.

Quien haya alcanzado la fortuna
de poseer la amistad de un amigo, quien
haya conquistado a una mujer deleitable
una su júbilo al nuestro.
Sí, quien pueda llamar suya aunque
sólo sea a un alma sobre la faz de la Tierra.
Y quien no pueda hacerlo,
que se aleje llorando de esta hermandad.

Todos los seres beben la alegría
en el seno de la naturaleza,
todos, los buenos y los malos,
siguen su camino de rosas.
Nos dio ósculos y pámpanos
y un fiel amigo hasta la muerte.
Al gusano se le concedió placer
y al querubín estar ante Dios.

Gozosos, como los astros que recorren
los grandiosos espacios celestes,
transitad, hermanos,
por vuestro camino, alegremente,
como el héroe hacia la victoria.

¡Alegría, hermosa chispa de los dioses
hija del Elíseo!
¡Ebrios de ardor penetramos,
diosa celeste, en tu santuario!
Tu hechizo vuelve a unir
lo que el mundo había separado,
todos los hombres se vuelven hermanos
allí donde se posa tu ala suave.

¡Abrazaos, criaturas innumerables!
¡Que ese beso alcance al mundo entero!
¡Hermanos!, sobre la bóveda estrellada
tiene que vivir un Padre amoroso.

¿No vislumbras, oh mundo, a tu Creador?
Búscalo sobre la bóveda estrellada.
Allí, sobre las estrellas, debe vivir.

¡Alegría, hermosa chispa de los dioses,
hija del Elíseo!
¡Ebrios de ardor penetramos,
diosa celeste, en tu santuario!
¡Abrazaos, criaturas innumerables!
¡Que ese beso alcance al mundo entero!
¿Os prostráis, criaturas innumerables?
¿No vislumbras, oh mundo, a tu Creador?
¡Búscalo sobre la bóveda estrellada!
Hermanos, sobre la bóveda estrellada
tiene que vivir un Padre amoroso.

¡Alegría, hija del Elíseo!
Tu hechizo vuelve a unir
lo que el mundo había separado
todos los hombres se vuelven hermanos
allí donde se posa tu ala suave.

¡Abrazaos, criaturas innumerables!
¡Que ese beso alcance al mundo entero!
¡Hermanos!, sobre la bóveda estrellada
tiene que vivir un Padre amoroso.

¡Alegría, hermosa chispa de los dioses,
hija del Elíseo!
¡Alegría, hermosa chispa de los dioses!

inviata da Riccardo Venturi - 7/6/2005 - 19:46




Lingua: Afrikaans

AFRIKAANS / AFRIKAANS

Versione in lingua afrikaans (!)
eseguita il 13 maggio 2004
dal sito: http://www.wladimir.co.za/3_klassieke_musiek.htm
ODE AAN DIE VREUGDE

Vreugde, skone godevonk,
Dogter van Elysium,
Ons betree vuurdronk,
Hemels, u heiligdom!
U betowering verbind weer
Wat die mode streng verdeel het;
Alle mense word broeders,
Waar u sagte vleuel vertoef.

Wie die grote daad vermag het,
Om ‘n vriend se vriend se wees,
Wie ‘n liefdevolle vrou verwerf het,
Moet saam met ons jubel!
Ja, wie ook net een siel
Syne kan noem op die aarde!
En wie nie kon, sluip
wenend uit hierdie verbond.

Vreugde drink alle wesens
Aan die boesem van die Natuur:
Alle goeies, alle boses
Volg haar rosespoor.
Kusse gee sy ons, en wyn,
‘n Vriend, beproef in die dood;
Genot is selfs aan die wurm gegee,
En die Gerub staan voor God!

Vrolik soos sy sonne vlieg
Deur die Hemel se pragtige plan,
Hardloop, broeders, julle baan,
Vreugdevol, soos ‘n held tot oorwinning.

Wees omsluit, miljoene,
Hierdie kus aan die ganse wêreld!
Broeders! Bo die sterregewelf
Moet ‘n liefdevolle Vader woon.
Val jul neer, miljoene?
Voel jy die Skepper, wêreld?
Soek Hom bo die sterregewelf!
Bo die sterre moet Hy woon.

inviata da Riccardo Venturi - 7/6/2005 - 19:52




Lingua: Esperanto

Versione in esperanto di Kálmán KALOCSAY

tradotto da Kálmán KALOCSAY
apparso in "Norda Prismo", 58/2, pagg 65-66

tradukis Kálmán KALOCSAY
aperis en "Norda Prismo", 58/2, paĝoj 65-66

http://donh.best.vwh.net/Esperanto/Lit...
Ĝoj'! Fajrero belradia!
Elizea di-filin'!
fajrebrie ni al via
templo iras, preĝi vin.
Ĉesu, de vi sorĉligate
de l' rigora mod' la ŝir',
ĉiuj homoj sentas frate,
se vi ŝirmas per flugil'.

Ĥoro:
Jen brakumoj al milmiloj,
Jen ĉi kis' al tuta mond'!
Fratoj! super stela rond'
loĝas patro por ni, filoj!

Se la granda ĵet' bontrafis
kaj amikon gajnis vi,
se virina am' vin ravis:
Vin enmiksu kun ĝojkri'!
Jes, se eĉ nur unu koro
estas via en la mond'!
Kaj se ne -- do vin kun ploro
ŝtelu for el nia mond'.

Ĥoro:
Ĉiu sub ĉielo glata
donu sin al simpati',
al la steloj gvidas ĝi,
kie tronas Nekonata.

Ĉiu sur la brust' Natura
suĉas sukon de la ĝoj'
kor' malbona, koro pura
sekvas ŝin laŭ roza voj'.
Ŝi vinberojn, kisojn donas
kaj amikon sen pridub',
en volupt' la vermo dronas,
vidas Dion la kerub'.

Ĥoro:
Ĉu genuas vi, milmiloj?
Vi kreinton sentas, mond'?
Serĉu super stela rond',
loĝas Li trans astro-briloj!

En eterno de l' Naturo
Ĝojo estas la risort'.
En la mondhorloĝ' por kuro
radojn pelas ŝia fort'.
Ŝi el ĝermoj logas berojn,
sunojn regas ŝia gvid'
Ŝi tra l' spaco rulas sferojn
trans la astronoma vid'.

Ĥoro:
Kiel sur la pompaj vojoj
sunoj sur la firmament',
gaje marŝu, frata gent',
kiel venki la herooj!

Esploriston ŝi alrid'as
el la fajrspegul' de l' Ver',
sur krutaĵ' de l' Virto gvidas
ŝi la homon de toler',
sur Kred-Monto sunobrila
flirtas ŝia flag' el or',
ŝin tra l' fendo ĉerk-kovrila
vidas ni en anĝel-ĥor'.

Ĥoro:
Ho toleron, paciencon,
fratoj, por pli bona mond'!
Donos super stela rond'
granda Dio rekompencon!

Ĉu pripagi diojn? Vanto!
Ĉu simili? Bela pen'!
Venu ĝoji kun ĝojanto
la mizero, la ĉagren'.
Venĝ'? Kolero? En forgeson!
Jen pardon' al malamik'!
Liaj larmoj havu ĉeson,
lin ne boru pento-pik'.

Ĥoro:
En ŝuldlibroj plu nenio!
Mondon regu harmoni'!
Fratoj! Kiel juĝis vi,
tiel juĝos pri vi Dio!

Ĝojo ŝaŭmas en pokaloj,
en orsango de l' vinber',
mildon trinkas kanibaloj,
heroecon malesper'.
Se rondiras la botelo,
fratoj, saltu el la sid',
ŝprucu ŝaŭmo al ĉielo:
Jen ĉi glas', por Bon-Spirit'!

Ĥoro:
Himnas Lin abismo stela,
sera far' kun glora cit'.
Jen ĉi glas' por Bon-Spirit',
supre, trans la tend' ĉiela!

En suferoj: firma forto,
al senhelpaj: ŝirma brust',
eternec' al ĵura vorto,
eĉ al malamiko: just'.
Virfiero kontraŭ tronoj,
kvankam sangon kostu spit',
al merito estu kronoj,
kaj pereo al insid'!

Ĥoro:
Fermu vin en sankta rondo,
Ĵuru do kun glaso-lev',
pri l' fidelo al la Dev',
je l' Reganto de l' Stel-Mondo!

inviata da Nicola Ruggiero - 22/2/2006 - 10:24




Lingua: Portoghese

PORTOGHESE / PORTUGUESE
[Ó amigos, não esses sons!
Cantemos, antes, algo mais agradável e alegre!]
Alegria, centelha de imortal chama,
filha do Eliseu!
Ébrios de fogo, deusa celestial,
Invadimos teu santuário
Deixa que tua magia reúna
Todos os que as leis da terra dividem;
Todos os homens serão irmãos,
Sob as tuas terna e amplas asas
Aquele que teve a sorte de ser amigo de um amigo,
Aquele que conquistou uma nobre mulher,
Deixem-no associar-se ao nosso júbilo!
Sim, e também aquele que possua
Só a própria alma no mundo.
Mas deixem em isolado pranto
quem jamais conseguiu tanto.

Todo ser vivente extrai
Alegria do seio da mãe Natureza;
Todos os bons, todos os maus,
seguem seus rastros de rosas.
E beijos e vinhos ela oferece,
Aos que, firme, ficaram na morte;
O verme recebe a alegria da vida
E os anjos habitam com Deus!
Alegres como sóis incandecentes
Que cruzam gloriosos os espaços celestiais,
Correi, irmãos, por vossos caminhos,
Alegres como cavaleiros vitoriosos.
Eu vos abraço, ó milhões!
Lanço um beijo ao mundo inteiro!
Irmãos, acima das estrelas do céu
Um Pai bondoso tem sua morada.
Prostrai-vos ante Ele, milhões!
Sentes teu Criador, Mundo?
Procura-o acima das estrelas do céu,
Acima delas Ele há de estar.

inviata da Sam - 13/11/2006 - 23:45




Lingua: Finlandese

FINLANDESE / FINNISH

Traduzione / Translation / Traduction / Suomennos: Kirsi Kunnas

https://en.wikipedia.org/wiki/Kirsi_Kunnas
OODI ILOLLE

Iloitkaamme, riemuitkaamme,
nouse laulu taivaaseen.
Nousta saamme, nousta saamme
henkes pyhän yhteyteen.
Lumovoimas yhteen liittää
minkä aika erottaa,
veljeyttä kaikki kiittää,
kun sun kätes koskettaa.

inviata da Juha Rämö - 28/9/2016 - 17:15




Lingua: Italiano

Testo di I. Manfredotti
ODE ALLA GIOIA

Gioia, luce della vita,
dolce e vaga dea del cuor,
sempre il raggio tuo ci invita
ed infiamma il nostro ardor...
Ebbri al tempio tuo corriamo
dove unirci ancor tu puoi;
più fratelli ci sentiamo
quando aleggi su di noi!

Basta solo un vero affetto
o il sorriso dell'amor
per sentirti, o gioia, in petto,
per gustare il tuo sapor...
Ti cerchiamo in ogni istante
per fiorire al tuo calor;
tu puoi rendere esultante
chi è nel pianto e nel dolor!

Su, fratelli, lieti andiamo
per la nostra strada ognor,
come in cielo andar vediamo
stelle ed astri e il sole d'or...
Chi le stelle ha in ciel creato
ci sostien, siam figli suoi;
il conforto tuo ci ha dato:
vivi, o gioia, in mezzo a noi!

inviata da Monica - 14/1/2007 - 14:26


Bellissima! Io l'ho suonata con il flauto dolce... Non è facile! Ma vale la pena impararla..

SAra - 27/5/2010 - 10:19




Lingua: Occitano

Versione occitana di Maurici Romieu interpretata dai Nadau nel disco dal vivo “Nadau ‎en companhia” del 1996.‎

Nadau en companhia

CANT D'ALEGRIA

Cantem los qu’après las guèrras
An sabut bastir la patz,‎
E avalit las termièras,‎
Las parets, los barbelats.‎
Que sauvaram la nosta tèrra,‎
Si nos volem téner la man,‎
E trobar la fe navèra
Qui nse miarà tà doman.‎
Tà deféner la frairèra,‎
Tant d’òmis que son tombats,‎
Mes au miei de la horrèra,‎
Autes que se son quilhats.‎
Seguim los sus aquera via,‎
Qu’avem au còr l’esper navèth,‎
De véder paréisher l’auba,‎
L’auba d’un monde mei bèth.‎
Que tots los pobles s’amassen,‎
Tà servar la libertat,‎
E que shens pausa caminen
De cap tà l’egalitat.‎
Ajudem-los dia après dia,‎
B’ei aquiu lo noste dever,‎
E cantem dab alegria
La patz, l’amor e l’esper.‎

inviata da Bernart - 22/5/2013 - 14:15




Lingua: Francese

Traduzione francese della versione dei Nadau dal sito del gruppo
HYMNE A LA JOIE

Chantons ceux qui après les guerres
Ont su bâtir la paix,‎
Et aboli les frontières,‎
Les murs et les barbelés.‎
Si nous voulons sauver la terre,‎
Il faudra nous tendre la main,‎
Et trouver la foi nouvelle
Qui nous conduira à demain.‎
Pour défendre la fraternité,‎
Tant d’hommes sont tombés,‎
Mais au milieu de la foule,‎
D’autres se sont dressés.‎
Suivons-les sur cette voie,‎
Nous avons au cœur l’espoir nouveau,‎
De voir paraître l’aube,‎
L’aube d’un monde plus beau
Que tous les peuples se rassemblent
Pour garder la liberté,‎
Et qu’ils cheminent sans relâche
Vers l’égalité.‎
Aidons-les jour après jour,‎
C’est là notre devoir,‎
Et chantons avec joie
La paix, l’amour et l’espoir.‎

inviata da Bernart - 22/5/2013 - 14:16


Salve. Perché seid umschlungen (letteralmente Siate abbracciati) lo traducete con Abbracciatevi (abbracciatevi tra di voi) e non con Fatevi abbracciare? Abbracciatevi non si direbbe Umarmet euch? Grazie.

24/1/2014 - 15:58


E' una domanda che dovrebbe essere rivolta agli organismi dell'Unione Europea, dato che la traduzione ufficiale è stata fatta da loro. Mi permetto però di dire che tra la traduzione letterale di "seid umschlungen", "siate abbracciati", e "abbracciatevi" non vedo tutta quella gran differenza. Non credo nemmeno che una traduzione del tipo "fatevi abbracciare" sia fattibile: si tratta di una traduzione da Schiller, non di un compitino in classe di tedesco. Il verbo "umschlingen" significa propriamente "avvincere", ed è quindi un possibile sinonimo di "abbracciare" (forse un po' più forte). Ma anche questa domanda andrebbe rivolta, direi, a Friedrich von Schiller. Con un buon medium ci si potrebbe riuscire, ma si può essere comunque ragionevolmente certi che quel ragazzo conoscesse a sufficienza la lingua tedesca da saper quali termini adoperava. Saluti.

Riccardo Venturi - 24/1/2014 - 16:20


Io invece noto una differenza enorme tra Fatevi abbracciare (siate abbracciati) e Abbracciatevi (tra voi). Mi sembra di un certi "peso" grammaticale. Comuqnue grazie del consiglio, tenterò.

24/1/2014 - 17:22


Non ho puntato il dito contro Schiller, ma contro il traduttore, anche qualora egli fosse laureato in "traduzione da Schiller".
Comunque grazie lo stesso.

Non vorremmo essere ripetitivi, ma ti vorremmo far capire che il traduttore (o i traduttori) comunitari che si sono occupati del testo ufficiale dell'Ode schilleriana (inno dell'Unione Europea) non sono alle dipendenze di questo sito. Magari, perché con la massa di traduzioni che ci avremmo da fare ci farebbe(ro) parecchio comodo! Saluti ancora. [RV]

24/1/2014 - 17:25


Nel frattempo ho contattato una titolare di cattedra in Letteratura tedesca (non faccio nomi in pubblico) e mi conferma le mie perplessità e la traduzione sbagliata (sbagliata sia per un docente di prima fascia sia per lo scolaretto durante il compito in classe).
Facciamo finta di nulla. Forse ho toccato qualche intoccabile. Auf geht's!

Non sappiamo chi dovrebbe essere codesto "intoccabile", e più che altro ti inviteremmo a appalesarti dato che gli anonimi ci stanno scarsamente simpatici. Facci capire: hai contattato un esimio titolare di cattedra in letteratura tedesca per contestare una traduzione fatta dall'Unione Europea? Certo che questo esimio docente ne deve avere parecchio, di tempo da perdere. E tanto che c'è che farà, questo titolare di cattedra? Contesterà anche Schiller per aver usato "umschlingen" invece di "umarmen"? Sicuro di non aver contattato Dio in persona? Se così fosse, ci inchiniamo al cospetto dell'Altissimo; altrimenti, te lo ripetiamo, sarà meglio che tu faccia direttamente un'interrogazione al Parlamento di Strasburgo. Sii abbracciato, anzi avvinto, anzi ancora fatti abbracciare con tutto il nostro affetto; e saluti. [RV]

24/1/2014 - 17:31


ah già....
immagino che anche per il Seid ihr gegruesst di Bruennhilde dovrei contattare Wagner e chiedergli se la traduzione giusta sarebbe "Salutatevi" (salutatevi tra di voi, fate come se io non ci fossi, infatti sto per fare un tuffo nella pira col mio cavallo).
Och mei!

Non so nemmeno io perché stia perdendo tempo, ma vorrei farti presente una cosa abbastanza elementare. Se in tedesco l'imperativo passivo statico (sein + participio passato) è una possibilità stilistica abbastanza in uso letterariamente, in italiano non lo è affatto. Come tradurresti "seid ihr gegrüßt", "siate salutati?" Non ti sembra ridicolo? Casomai, "abbiàtevi un saluto" o roba del genere. Sei du gegrüßt. [RV]

24/1/2014 - 17:37


Appunto, ero convinto che voi (germanisti? sicuramente non ballerini di liscio) avreste potuto aiutarmi nella corretta traduzione. Mi sbagliavo. ANCH'io a volte prendo sonore cantonate. Mi rivolgerò al Bar Sport per la traduzione del testo di Schiller, quindi non si preoccupi: tolgo il disturbo.

A quanto pare "l'esimio docente universitario perdigiorno" ha ritenuto che la mia osservazione non fosse né tempo perso - a differenza di Lei, in ben più auliche traduzioni affaccendato- né partorita da uno zoticone come Lei mi ha trattato nel suo primo intervento; non so a quale scopo si è permesso l'ironia canzonatoria nei miei confronti (a pensare male...), dato che io mi ero rivolto umilmente e rispettosamente, ma evidentemente non è stato apprezzato.

Lei dà un'occhiata a quanto inserisce su questo sito, o si limita ad incollare? il dubbio mi viene. Ho la riposta: siamo in Italia, quindi la colpa è sempre degli altri (anche se gli altri siamo noi). Avanti così.

Vedo che Lei fa finta di non capire, palesando la sua mala fede (o l'essere stato colto in fallo?):
chi contesta il lessico di Schiller? qualora non l'avesse ancora capito (per fortuna io sono paziente e non saccente e irriverente come Lei -gran bel Benvenuto mi ha dato!) le segnalo per l'ennesima volta che il problema da me posto (sconterò l'atto di Hybris, interverrà Ate, Nemesis...non si preoccupi; e se non basterà prometto di autopunirmi per la domanda)
la domanda -da inserirsi tra le domande più demenziali del secolo- riguardava la grammatica, non il lessico.

Vede che Lei abilmente corregge il primiero tiro?
perchè non si ostina più a tradurre Salutatevi??
Fatevi salutare. Venite qui Nibelunghini cari, fatevi salutare da zia Brunilde che sta per arrostirsi nel nibelungico barbeque, e non salutatevi tra di voi.

Che indecenza. Ma dove sono capitato?

Invece Lei ha preferito offerdermi con la sua sterile ironia fuori luogo, ironia "da quattro Groschen".

Le lascio volentieri l'ultima parola, penso che questa attività La esalti parecchio.
Nella fervida speranza che Lei possa trovare altri avventori del sito con i quali esercitarsi nell'arte dell'ironia canzonatoria, mi è gradito cogliere l'occasione per rinnovarLe l'espressione della mia più sincera gratitudine per l'aiuto che mi ha elargito.

Se permette, avrei altro fa fare, ad es. devo togliermi gli abiti curiali necessari per poter conferire con Lei, con l'Ineffabile, ed indossare il mio grembiulino per poter pelare le rape per cena. Prenda atto che non tutti i mammiferi superiori possono essere al Suo livello.

Al Suo cospetto io non sono nessuno, per questa ragione -anche se non ci sarà più occasione di interloquire!- può tranquillamente chimarmi Outis.

Sul fatto della simpatia concordo con Lei: è reciproco.
Omnia bona!

24/1/2014 - 19:52


Guardi, Outis, invece gliela lascio volentieri a Lei l'ultima parola, e se Le fa piacere anche la penultima e la terzultima. Contento? La mi stia bene e la sia grüssato amabilmente assieme al suo docente titolare. Arrivederci a ieri (ashufakembereh).

Riccardo Venturi - 24/1/2014 - 21:08


ci aggiunga anche pape satan aleppe, come formuletta fa sempre il suo effetto, e avrà sfoderato il suo ricco repertorio.
Fabula acta est. Plaudite!

24/1/2014 - 21:49


Ora mi sa che La stupirò un poco.

Mi è stato comunicato dal webmaster del sito, che ha accesso agli indirizzi email dei commentatori, che Lei è lo stesso che pochi giorni fa mi ha inviato una mail chiedendo delucidazioni su una canzone greca e sulla lingua greca, con parole molto belle nei confronti di questo sito. Lo so, perché la Sua mail mi era stata girata dal webmaster, e avevo anche intenzione di risponderLe a breve.

Mi sono sentito decisamente mortificato nell'apprendere questa cosa, poiché mi sono reso conto di aver preso un abbaglio. Questo sito è costantemente bersagliato da "anonimi", e di fronte all'anonimato io sono, come dire, un po' sempre con le antenne ritte. Una delle caratteristiche sono infatti le cosiddette "domande innocue" che servono poi a innescare "flames" che sono ben lungi dal piacermi; indi per cui, non avendo fra l'altro un carattere molto accomodante, metto in atto sovente sarcasmi distruttivi. Cosa che, purtroppo o per fortuna, mi riesce bene.

Evidentemente, nel suo caso, caro Andrea (ho visto che si chiama così), mi sbagliavo. Il carattere non è accomodante, ma non sono nemmeno un presuntuoso che si rifiuta o, peggio, che teme di chiedere scusa a una persona tartassata ingiustamente e sulla quale ho avuto un'impressione errata. Mi piace prendermi le mie responsabilità e me le prendo; per questo La prego di accettare le mie scuse più sincere e niente affatto di circostanza.

Anche se, perbacco, scrivere un "Andrea" o farsi comunque riconoscere non credo Le sarebbe costato molto. Purtroppo, Le ripeto, in quasi 11 anni di vita questo sito ha visto passare troppi troll. L'apparenza, a volte, inganna; mea culpa.

Sulla questione dei termini tedeschi, comunque, in mezzo alla "bagarre" credo di essermi spiegato a sufficienza; può essere senz'altro che la "traduzione ufficiale" della Comunità Europea non sia all'altezza. Non ho sottomano altre traduzioni dell'Ode an die Freude, che presuppongo non poche; credo che in Rete se ne troverà qualcuna da poter confrontare. Naturalmente, né io né altri possiamo rispondere delle traduzioni altrui. Rispondo delle mie, dove peraltro ho non di rado commesso errori di interpretazione e valutazione. Continuo comunque a sostenere che l'uso dell'imperativo passivo in tedesco non corrisponda a un "fatevi abbracciare", o "lasciatevi abbracciare", e che possa invece coprire agevolmente il semplice "abbracciatevi". Naturalmente, chiunque voglia (Lei compreso) può proporre traduzioni alternative, che saranno sempre bene accette.

Ne approfitto per rispondere anche ad alcune questioni che aveva posto nella mail.

Qui la pagina su Ζαβαρακατρανέμια; qui quella su Γεια σου χαρά σου Βενετιά. Per la ricerca diretta di canzoni in greco, Le posso solo dire che mi trovo anch'io spesso in difficoltà; cerco di supplire con la memoria.

L'osservazione sull'Axion Esti è giusta in parte; ma abbiamo deciso di lasciare il titolo così come si trova generalmente scritto (anche e proprio per facilitare le eventuali ricerche). Mi potrà dire: ma altre volte non lo avete fatto. Vero. A volte abbiamo, come dire, dei criteri a seconda di come ci svegliamo la mattina. Forse dovremmo avere un po' più di coerenza, ma non siamo neanche stipendiati da nessuno per quel che facciamo. E questo non è un sarcasmo, ma la realtà delle cose. Questo sito è mandato avanti per pura passione e amore della conoscenza, e senza che giri un quattrino che sia uno.

Rispondo anche all'ultima domanda, per quello che mi riguarda. In realtà, oramai padroneggio scarsamente il greco classico. Sono "nato" al greco con la lingua antica, ma attualmente faccio sempre più fatica a scriverla. Lo studio matto e disperatissimo del greco moderno ha decisamente "ammazzato" quello antico. Un po' me ne dispiace, ma questa è la realtà delle cose. Certo, con la lingua classica credo di cavarmela sempre, ma non è più per me la cosa automatica che era un tempo.

Con questo spero di averLe risposto adeguatamente. Rimane il fatto che Lei, naturalmente, è libero se accettare o meno le mie scuse sentite. Se lo vorrà fare, ne sarò felice; se non lo vorrà fare, come si suol dire, "chi rompe paga e i cocci son suoi". Spero comunque che vorrà continuare a seguire il sito al di là di tutto. Cari saluti, e "sia salutato" (stavolta è una battuta e basta).

PS. Le invio questa cosa anche via mail.

Riccardo Venturi - 25/1/2014 - 00:13


Mi viene da ridere, Riccardo e Andrea (è così che ti chiami, vero?). Anch'io incominciai con un memorabile "scazzo", te lo ricordi, Riccardo? D'altra parte non ne è stata cancellata una sola parola, e si può sempre rileggere. E poi AWS è diventata una parte ineliminabile delle mie opere e dei miei giorni, e mi ha procurato anche un po' "gloria" tra i miei amici greci.
Allora, dandoci una irenica regolata, posso testimoniare che tra noi tre c'è un terreno comune, che consiste di tre aspetti: uno, il pizzico - per non dire le manate intere - di feconda follia; due, la curiosità e la maniacalità filologica, nelle quali io sono l'ultimo dei tre; tre l'attrazione per il mondo greco. Andrea (che sia il suo nome, o uno pseudonimo, da adesso lo chiamerò così ) potrà dare, mi sembra e mi auguro, un bel contributo a questo sito di canzoni, perché dallo scambio intensissimo di corrispondenza che si è instaurato oggi tra di noi è emersa la sua competenza della grammatica musicale, per la qual cosa io mi aspetto illuminanti scolii che mostrino le divergenze e le parentele dei moduli musicali che girano in questo sito. Come sempre, l'elemento filologico non è mai disgiunto da quello storico e coinvolge la sostanza umana che vi è sottesa. Forse con Andrea abbiamo incontrato un tipo cocciuto, ma utilissimo, per quel che promette, ad ampliare il ventaglio degli stimoli che questo sito vorrebbe dare...al mondo. E non sarebbe poco.

Gian Piero Testa - 25/1/2014 - 01:41


Carissimo Riccardo,

Le sono molto grato per questa Sua risposta e per il tempo che mi ha dedicato, ho apprezzato molto.
Sono io a scusarmi con Lei pubblicamente per la mia reazione esagerata (nonostante i buoni propositi non riesco mai a smussare il carattere spigoloso, vittima di me stesso anche nella vita reale) e mi scuso anche per non aver speso neppure mezza riga per presentarmi. Comportamento mio inqualificabile e che non giustifico.
L'improvvisa scoperta di questo sito, di questo tesoro, mi ha inebriato! -forse un minimo di foga è trapelato dai miei interventi. L'entusiasmo (anche nel senso etimologico!) mi ha pervaso e in poco tempo sono passato da Schiller a Theodorakis, da Archiloco al Va' pensiero, smanioso di colmare le mie lacune, il tutto senza la necessaria calma riflessione e prudenza.
Confermo l'ammirazione direi quasi viscerale per il lavoro che fate, ho subito percepito la vostra passione genuina -anzi credo che se i collaboratori/amministratori fossero stipendiati i loro interventi sarebbero più sciatti: la gioia nel condividere le vostre conoscenze non solo è ammirevole, ma è anche contagiosa.

Ammettendo di conoscere il greco a livello di analfabetismo spinto (dopo la scuola ahimè non l'ho più coltivato ma spero di recuperare il tempo perduto, chissà...), approfitterei per segnalarLe che nella sezione Arkadìa ero rimasto un po' confuso dallo spirito aspro sulla parola Odai; mi sembrava dovesse essere dolce.

Grazie di cuore, onoratissimo per aver conosciuto persone del Vostro spessore culturale ed umano, mi scuso ancora per la mia reazione "al flambé" e per l'omissione del nome; molto volentieri continuerò a leggere questa creatura oggetto delle Vostre amorevoli cure e mi propongo di prenderVi ad esempio per l'attività di volontariato che io defirirei evergetica.
(Mantengo aperta questa pagina, qualora ci fosse un breve cenno riguardante il dubbio sullo spirito aspro in Odì, poi la chiuderò e passerò all'immenso Mikis).
Un caro saluto.

25/1/2014 - 01:54


Ciao Gian Piero, ci si rivede hihi
come vedi oggi ho offerto un esempio di schizofrenia: analisi musicale (9/8 asimmetrici del karsilamàs-antikrystòs vs. i 9/8 non asimmetrici dello zeibekiko *), in privato,
e contemporanemente, in pubblico, ho suonato Tuoni e fulmini (polka schnell) e Furioso-Polka (quasi Galopp)!! :))
Grazie per le belle parole. Non sopravvalutarmi però. Non si direbbe ma sono timido e mi imbarazzo. Voglio sparire! Puff!

*) riprendo il discorso in modo lapidario:
I wra touth sembra essere un Aptàliko (sempre in 9, sempre la stessa famiglia-genere di danze, tuttavia noto suddivisioni interne differenti rispetto al mpam zeibekiko, quello "alla Theodorakis", quello onnipresente nelle trasmissioni televisive per intenderci). Quando si parla di musica balcanica (greca) prima si creano le "regolette" (non scritte, ma rispettate), poi giustamente le regolette vanno annientate. In nome della variazione (che non vuol dire improvvisazione -meglio sarebbe parlare di improvvisazione ben progettata con congruo anticipo). E così su YT a questo indirizzo trovi lo stesso brano, con ritmo molto diverso: karsilamàs!

Sul più bello che hai classificato un brano, ecco che spunta una variazione che ci insegna a non incasellare troppo i ritmi balcanici. Non mi stupirei di sentire una versione jazz (magari suonata dalla brava Band Mode Plagal che già rese jazz il folk di Flòrina/Lerin: il Pushteno/Levéndikos/Lytòs in 16/16 --la frazione è la "time signature": un 16 che nulla ha a che fare con 2, 4, 8, ma tutto rigorosamente asimmetrico -mica stanno a pettinà le bambole eh!- quindi 9(2223)+7(223) ).

Attenzione agli zeibekika composti da Mikis: tutto normale per la Taberna, e per la tv...ma quando li trascrive per orchestra sinfonica (vedasi Zormpàs, il Balletto) subiscono mutazioni interne per cui potresti essere spiazzato nell'individuare il battere, pur già conoscendo bene questi brani, ma "extra Zorba". Troviamo frasi di 9 (zeibekiko) espansi a 11 o anche compressi a 7! Ecco perchè sono prudente nel regidere "regolette". Quando meno te l'aspetti zac! la sorpresa e rimani col piedino per aria. Forse è questa imprevedibilità ad affascinarmi: sei convinto di camminare su terreno sicuro e fidatissimo invece ecco all'improvviso che il terreno diventa infìdo e scivoli! Occhio che Miks stesso in una trasmissione (eh a trovare il link...hai voglia) dice Diaforà!! per metter ein guardia gli esperti cantanti sulla Variazione.
Mikis stesso scivola in tv (nonostante per lui il terreno fosse sicuro, in quanto compositore del brano!) ...eppure...zac! una volta ritarda di uno, poi anticipa di uno (sono sicuro che si trattava di "Mes' tin Taberna"). L'orchestrina fu impeccabile: sembra sempre che dormano mentre suonano -la famosa routine nemica mortale dell'arte- invece sono sempre vigili!! in un secondo hanno abilmente mascherato lo scivolone di Mikis, assecondandolo. Accompagnamenti e solista sono un corpo unico. Grande ammirazione.

Troppe emozioni in un solo giorno: fatemi sparire puff!

25/1/2014 - 02:34


Addendum:
una bella croce il nome Andrea!!
quando scrivo su forum tedeschi sono eternamente una donna (alla faccia di anér andròs!!) hihihi
opterò per Lothar o Günther!! :P

25/1/2014 - 03:00


Te lo dico io, che ho un vecchissimo e lacero Rocci: ᾠδή, ῆς , con lo spirito dolce. Effettivamente andrebbe corretto.

Gian Piero Testa - 25/1/2014 - 10:10


Quella musica senza voce del Coro delle mani bianche

Tra i corsi della Scuola Popolare di Musica di Testaccio, a Roma, anche quello sperimentale di coro integrato: ragazzi disabili, e non, fondono suoni e linguaggio dei segni ispirandosi all’esperienza venezuelana del Sistema di Abreu


Musica contro la diversità. Musica contro la disabilità. Guanti bianchi che si alzano al ritmo di un'orchestra e suonano una melodia speciale, quella dell'integrazione. Parte dal Venezuela e dalla storia di Josè Antonio Abreu e del suo "Sistema", l'esperienza del coro delle Mani Bianche . Un corso sperimentale che dal 2010 è attivo in Italia, e precisamente nella Scuola di Musica Popolare di Testaccio di Roma, grazie all'incontro tra la musicista e cantautrice Giovanna Marini, presidente onorario della scuola di musica romana, e Naybeth Garcia, direttrice e fondatrice di Manos Blancas, la prima forma di applicazione del metodo. Da qui, uno dei nuclei del Sistema di Orchestre e Cori giovanili e infantili, l'insegnante e direttrice del coro italiano Isabelle Binet racconta la storia di ragazzi e famiglie speciali. "Il Coro delle Mani Bianche è un progetto vitale che crea molto interesse da parte di studiosi, terapeutici, giornalisti. Sono in tanti a voler conoscerci. La nostra non è una terapia ma un'attività artistica. E un'attività artistica di altissimo livello come sostiene Abreu nel dire 'non diamo ai poveri un'arte povera'". Oggi il Coro delle Mani Bianche è uno dei nuclei che partecipa a Vincere da Grandi, il progetto a sostegno delle famiglie voluto da Il Gioco del Lotto e realizzato dal Sistema delle Orchestre e dei Cori Giovanili e Infantili in Italia.

L'ensemble nasce da un corso sperimentale di coro integrato nel quale i ragazzi cantano insieme ad altri che disegnano una coreografia gestuale ispirata alla lingua dei segni. E' dedicato ai ragazzi disabili con deficit sensoriali, sindrome di Down, Dgs, con ritardi cognitivi e disagi sociali. "Attraverso il metodo Dalcroze, che aiuta lo sviluppo della consapevolezza corporea con il movimento, il nucleo cerca di abbattere le barriere della disabilità rendendo la musica accessibile a chiunque - spiega Binet - la didattica prevede anche lo studio delle scale musicali e dei canti segnati e si avvale dell'aiuto di una interprete Lis. Attualmente sono circa 15 gli elementi presenti nel coro e l'attività del nucleo. Non ci sono costi di iscrizione per i ragazzi, il nostro è un nucleo de El sistema non finanziato e a lavorarci siamo tre insegnanti e un interprete Lis. Non è solo uno stimolo per i ragazzi ma anche per le famiglie che partecipano così alla vita collettiva", aggiunge l'insegnante.
E conclude: "L'esperimento è ispirato a un progetto nato in Venezuela 30 anni fa grazie ad Abreu, prima sotto forma di orchestra che riuniva dei bambini cresciuti nel disagio sociale. Poco dopo nasce Educacion Especial per includere i ragazzi disabili e sordi. Grazie all'esperienza di Jhonny Gomez e Naybeth Garcia, fondatori della prima versione del coro Manos Blancas, è cresciuto come un progetto destinato a tradurre in linguaggio dei segni le trascrizioni canore".

In cinque anni i ragazzi e gli inseganti hanno partecipato a una trentina di concerti, tra i quali anche alcuni importanti appuntamenti come il Ted di Lecce e il concerto per i 50 anni del policlinico Gemelli.



Repubblica.it

21/11/2015 - 14:29




Lingua: Polacco

Testo di Kuba Sienkiewicz
Sulle note note
da tekstowo.pl



Kuba Sienkiewicz
ODA DO RADOŚCI
(Ovvero, l'inno dell'Europa integrata coll'Asia)

O radości, iskro bogów, kwiecie Elizejskich Pól!
Z tobą będziem jebać wrogów, ten czy tamten, jeden chuj

Przyjdzie Ruski, wszystko spali, przyjdzie Niemiec, puści gaz
Trzeba szybko się nawalić, pójść na szaber jeszcze raz

Chińczyk nasra, Arab zgwałci, Turek byle gówno zje
Stary pedał z Amsterdamu eutanazją zajmie się

Przyjdzie Ruski, wszystko spali, przyjdzie Niemiec, puści gaz
Trzeba szybko się nawalić, pójść na szaber jeszcze raz

Pierdol szkołę i robotę, zeżryj wszystko, to co masz
Nie odkładaj nic na potem, gębą sraj a dupą patrz

Przyjdzie Ruski, wszystko spali, przyjdzie Niemiec, puści gaz
Trzeba szybko się nawalić, pójść na szaber jeszcze raz

O radości, iskro bogów, kwiecie Elizejskich Pól!
Z tobą raźniej jebać wrogów, ten czy tamten, jeden...

inviata da Krzysiek Wrona - 28/2/2016 - 21:51




Lingua: Italiano

Traduzione italiana della parafrasi polacca di Kuba Sienkiewicz (liberamente, ovviamente) di krzyś
ODA DO RADOŚCI
(Ovvero, l'inno dell'Europa integrata coll'Asia)

Gioia, bella scintilla divina, figlia degli Elisei!
Con te inculeremo i nemici, quelli o altri, un cazzo

Verrà ivan, brucerà ogni cosa, verrà crucco, butterà gas
Bisogna ubriacarsi al più presto, andare a rubbà un’altra volta

Cinese ci cacherà, arabo stuprerà, il turco mangerà ogni merda
Un vecchio froccio dall’Amsterdam si occuperà di eutanasia

Verrà Ivan, brucerà ogni cosa. verrà crucco, butterà gas
Bisogna ubriacarsi al più presto, andare a rubbà un altra volta

Manda a fanculo la scuola e lavoro, mangia tutto che possiedi
Non lasciare niente per il dopo, cacca con la bocca e con culo guarda

Verrà Ivan, brucerà ogni cosa. verrà crucco, butterà gas
Bisogna ubriacarsi al più presto, andare a rubbà un altra volta

Gioia, bella scintilla divina, figlia degli Elisei!
Con te inculeremo i nemici, quelli o altri, uno...

inviata da krzyś - 8/3/2016 - 20:18




Lingua: Polacco

Questa è la traduzione del poema di Schiller in polacco fatta da Andrzej Lam.
Poi c'è anche la versione polacca °UOFFICCIALE°, di cui testo non si trova manca sulle pagine uofficciali della Comunità Europea.
Ecco lo stato in cui ci tocca sgobbà, uno scherzo triste...

da http://kwartalnik-pobocza.pl/pob14/fsc...
ODA DO RADOŚCI


O radości, iskro bogów,
Córo Elizejskich Pól,
Na świętości twojej progu
Śpiewa nam niebiański chór.
Twoja moc cudowna zaćmi
Zgubny podział, gorzkie łzy;
Wszyscy ludzie będą braćmi,
Gdy twe skrzydło w locie lśni.

CHÓR
Złączcie ręce, miliony!
Pokochajcie cały świat!
Bracia - nad sklepieniem gwiazd
Mieszka Ojciec upragniony.

Komu dobry los pozwolił,
Aby kochał brata brat,
Kto małżonkę miłą zdobył,
Ten niech będzie z nami rad!
Tak - kto choćby jedną duszę
Na tym świecie swoją zwie!
A kto w mroczną pustkę uszedł,
Żegna z płaczem związek ten.

CHÓR
Co na ziemi radość czuje,
Niechaj kocha mocno tak!
Radość wznosi nas do gwiazd,
Gdzie nieznany Duch króluje.

Radość od natury czerpie
Wszelkie życie, każdy twór;
I najmniejsze, i największe
Chodzą po jej ścieżkach z róż.
Ona pocałunki, wino
I przyjaciół daje w bród.
Lichy robak czuje miłość,
A Cherubin wie, gdzie Bóg.

CHÓR
Wy spadacie, miliony?
Czy nie wzywa Stwórca was?
Lećcie nad sklepienie gwiazd,
Tam On mieszka upragniony.

Radość mocnym skrzydłem nieci
Wiecznych sił natury bieg.
Radość, radość tryby pędzi,
Aby zegar świata szedł.
Wabi kwiat z małego ziarna,
Na firmament słońca krąg,
Górnych sfer obraca żarna,
Gdzie nie sięga lunet moc.

CHÓR
Tak jak Jego słońca krążą
Po zamieci gwiezdnych drżeń,
Budźcie, bracia, własny dzień
I zwycięską idźcie drogą.

Ze zwierciadeł prawdy złotych
Uczonemu uśmiech śle.
Wieść na strome wzgórze cnoty
Wytrwałego męża chce.
Na słonecznej górze wiary
Wieje dumnie rząd jej flag,
Przez trumienne widać szpary,
Że anielskie chóry zna.

CHÓR
Walczcie dzielnie, miliony!
O godniejszy walczcie świat!
W górze nad sklepieniem gwiazd
Wielki Bóg was wynagrodzi.

Bogów się przebłagać nie da,
Równym im wypada być.
Niech się stawi smutek, bieda,
Aby wśród radosnych żyć.
Złość i zemsta niechaj zginą,
Przebaczenie zyska wróg,
Niech mu gorzkie łzy nie płyną,
Niech ciernistych nie zna dróg.

CHÓR
Naszych długów księgę zniszczmy!
Niechaj się pojedna świat!
Bracia - nad sklepieniem gwiazd
Sądzi Bóg, jak my sądzimy.

Radość pieni się w pucharze,
Z krwi złocistej winnych gron
Czerpią dobroć kanibale,
Silni pokorniejszy ton - -
Wstańcie, bracia, wstańcie wszyscy,
Kielich krąży pośród nas,
Niech ku niebu trunek tryśnie,
Dobry Duch niech przyjmie dar.

CHÓR
Co go sławią gwiazd obroty,
Serafinów wielbi chór,
Toast przyjmie dobry Duch
Nad sklepieniem gwiazd wysokim.

Dzielny umysł w bólu ciężkim,
Pomoc, gdy niewinny w łzach,
Wieczna wierność dla przysięgi,
Druh i wróg niech prawdę zna,
Duma przed tronami królów -
A w potrzebie gniew i krew -
Dla zasługi wieniec cudów,
A ze zgrają kłamców precz!

CHÓR
Święty krąg zewrzyjcie ciaśniej,
Świadkiem złote wina skry:
By przysiędze wiernym być,
Gwiezdny Sędzia naszym świadkiem!

Od tyrańskich pęt zbawienie,
Łaska dla łotrzyka też,
I w czas śmierci miej nadzieję,
Sąd wysoki zbawi cię!
Niech umarli też powstaną!
Pijcie, bracia, pijcie wraz,
Przebaczenie winowajcom,
Piekło już nie straszy nas.

CHÓR
Jak pogodne pożegnanie!
Sen w śmietelnych łonie chust!
Bracia - z dusz Sędziego ust
Słów kojących zmiłowanie!

inviata da krzyś - 8/3/2016 - 21:00




Lingua: Finlandese

Traduzione finlandese 2 / Finnish translation 2 / Traduction finnoise 2 / Finnische Übersetzung 2 / Suomennos 2: Kerttu Juva
OODI ILOLLE

Ilo, lahja Jumalalta,
tytär autuaitten maan,
sydän tuntuu palavalta,
temppeliis' kun tulla saan.
Taikavoimas' yhteen liittää
yksinäiset, eksyneet.
Siipeis' kosketus jo riittää,
veljiksi sä meidät teet.

Kun on taivas mulle suonut
uskollisen ystävän,
kotiin vaimo onnen tuonut,
iloa saa enemmän.
Jos mua muistaa edes yksi,
ystäväkseen nimittää,
en mä joudu hyljätyksi,
itkien en syrjään jää.

inviata da Juha Rämö - 14/10/2018 - 10:51




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