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Genova

Del Sangre
Language: Italian


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Testo e musica di Luca Mirti
dall'album "Terra di nessuno" (2004).

Terra di nessuno.

Con la partecipazione dei Gang
E venne il tuono e venne il temporale
e il vento che portava tutto via con sé
venne la rabbia, dal passo militare
carte da poker nel veliero di otto re

E venne il tempo di un fuoco trasversale
suonava a morto una campana per la via
brindavano i maiali nei salotti buoni
e fuori guerra, blocchi neri e polizia

E venne il cieco, al tavolo da gioco
il muto e il sordo si sedettero con lui
e scese Cristo con tre chiodi nella mano
e disse "forza, fate pure, sono qua"

E c'era sale nei pozzi del potere
e c'era il mare che di sangue colorò
c'era un ragazzo ed un carabiniere
ed un pittore che il suo quadro completò

C'erano i lupi nella stanza dei bottoni
li ho visti in faccia quando il fumo si levò
erano in tanti, mandarono i bastoni
sulle ginocchia la protesta si chinò

C'era una festa, fra troie di regime
quando fu fatto il funerale a Don Chisciotte
e c'era Giuda con i sandali puliti
ci aveva già tradito ma non s'impiccò

E venne il tuono e venne il temporale
e il vento che portava tutto via consé
il giorno dopo del diluvio universale
una bandiera, un sogno da difendere.

Contributed by Riccardo Venturi


Tutti i "lodi" di cui non si parla
di Valerio Evangelisti da Il Manifesto

L'assoluzione di Gianni De Gennaro, ex capo della polizia e oggi dirigente del Dis (Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza), e dell'ex dirigente della Digos genovese Spartaco Mortola, è una notizia consolante. Opportunamente, rappresentanti sia della maggioranza che della cosiddetta opposizione se ne sono rallegrati.
Un entusiasmo più che giustificato. Dimostra infatti quanto fossero insensate le critiche piovute sul Lodo Alfano, mentre scrivo ancora al vaglio della Corte costituzionale. “La giustizia è uguale per tutti salvo che per quattro!” gridavano sguaiatamente i protestatari, alludendo alle quattro massime cariche dello Stato. Ora sappiamo che non è così. Di “lodi” ne esistono un sacco, di intoccabili ce n'è una folla. Un lodo mai scritto eppure operante è quello che definirei il Lodo Guida, dal cognome del questore in servizio a Milano allorché l'anarchico Giuseppe Pinelli precipitò dalla finestra, nel 1969. Esso prevede, giustamente, l'impunità quasi totale degli esponenti delle forze dell'ordine nell'esercizio delle loro funzioni. Per meglio dire, totale per gli alti funzionari, parziale per i marmittoni ai loro ordini. L'importante è che nessuno di essi finisca mai in galera, per reati secondari come l'induzione alla falsa testimonianza (era l'accusa gravante su De Gennaro), il depistaggio, la sottrazione di prove, la creazione di prove fasulle, l'omicidio più o meno colposo e altre robette.
Giustamente, dicevo. Le forze dell'ordine, e specialmente gli alti gradi, sono impegnate in compiti delicati, da cui dipende la sicurezza di noi tutti. Sarebbe assurdo distrarre questi uomini dal loro lavoro per costringerli a recarsi in tribunale a perdere tempo, o addirittura recluderli quando le strade d'Italia sono affollate da criminali, fanatici sinistroidi e terroristi. Ecco perché, da decenni a questa parte, si contano sulle dita i quadri della polizia o dei carabinieri condannati per qualche reato commesso su sfondo politico, a parte alcuni straccetti puniti con un trasferimento o con un ritardo nella carriera. Le condanne recenti - peraltro senza grandi conseguenze pratiche - degli agenti che uccisero Federico Aldrovandi o Riccardo Rasman, vanno attribuite all'ignoranza dei giudici, non ancora al corrente del Lodo Guida.
Nel caso specifico, poi, le prove mancavano assolutamente. Guardiamo i fatti. L'ex questore di Genova Colucci chiama in causa De Gennaro per l'irruzione alla scuola Diaz, nel 2001: costui sarebbe stato al corrente di ciò che là avveniva, tanto da mandare sul posto un addetto stampa della polizia, per fornire una versione edulcorata. Successivamente Colucci si smentisce in aula: De Gennaro non sapeva nulla. I pm mettono in relazione il cambiamento di versione con una telefonata di Colucci a Spartaco Mortola: “Ho parlato con il capo (presuntivamente De Gennaro). Devo fare marcia indietro” (cito da La Repubblica).
Ora è evidente, anche alla luce del Lodo Guida, che la frase non significa nulla. Può benissimo darsi che Colucci stesse marciando in senso letterale, e De Gennaro, se era lui, gli abbia ordinato di cambiare direzione. Ricordiamoci che la smilitarizzazione della polizia non è mai stata condotta fino in fondo. Oppure può essere che l'espressione si riferisse a qualsiasi altra cosa: un acquisto, una relazione sentimentale, un'operazione bancaria. Chi di noi non ha mai fatto “marcia indietro”, nella vita?
Sta di fatto che il Lodo Guida, sacrosanto e carissimo ai fascis… pardon, al centrodestra, meriterebbe più ampia applicazione. A ben vedere, chi ci dice che Carlo Giuliani non si sia suicidato? Oppure che non sia morto per un “malore attivo”?

daniela -k.d.- - 2009/10/9 - 10:54


E intanto i manifestanti...

G8, un secolo di carcere ai black bloc
"Illegittima la carica di via Tolemaide"

GENOVA - Un secolo di carcere per i manifestanti che "devastarono" e "saccheggiarono" Genova durante il G8 del 2001. Quarantotto ore dopo la assoluzione del prefetto Gianni De Gennaro, piovono misure durissime per dieci presunti black bloc: 98 anni e 9 mesi di reclusione in tutto. Prescrizioni ed assoluzioni per altri quindici imputati, che parteciparono ai disordini ma con l'attenuante di aver reagito ad una carica illegittima delle forze dell'ordine. La seconda sezione della Corte d'Appello del capoluogo ligure ha letto la sentenza intorno a mezzogiorno: Vincenzo Puglisi è stato condannato a 15 anni di carcere, Vincenzo Vecchi a 13 anni e 3 mesi, Marina Cugnaschi a 12 anni e 3 mesi. "Pene che non si infliggono neanche agli assassini. E se questi ragazzi hanno commesso qualche reato, è stato contro delle cose, degli oggetti. Non delle persone". "Colpirne dieci per educarne milioni", ha protestato il pubblico in aula. Sconcerto tra i difensori, che aspettano le motivazioni della sentenza - ci vorranno tre mesi - ma intanto parlano di decisione "incredibile": "Avevamo intuito, dopo le recenti sentenze, che da queste parti tirava una brutta aria: ma qui ci sono imputati che hanno preso più di dieci anni per aver mandato in frantumi una vetrina e basta", commenta amaro l'avvocato Roberto Lamma.

Maria Rosaria D'Angelo, presidente del tribunale, ha parzialmente riformato la decisione presa nel dicembre del 2007: rispetto al passato il totale delle pene diminuisce appena - dieci anni in meno - ma si inasprisce nei confronti delle cosiddette Tute Nere. I giudici hanno confermato che la carica delle forze dell'ordine in via Tolemaide, nel primo pomeriggio del 20 luglio, era illegittima. Quell'assalto nei confronti dei no-global in corteo scatenò l'inferno nel quale trovò poi la morte Carlo Giuliani. Massimiliano Monai, il giovane che gli era accanto nell'assalto al Defender dei carabinieri - e ribattezzato l'"uomo con la trave" - era stato condannato in primo grado a cinque anni di prigione: adesso nei suoi confronti è stato invece sancito il 'non doversi a procedere' per via della prescrizione.

"Mi onoro di aver partecipato da uomo libero ad una giornata di contestazione contro un'economia capitalista", aveva dichiarato Vincenzo Vecchi. Carlo Cuccomarino è stato condannato ad 8 anni. Dieci anni e nove mesi per Luca Finotti. Per Ines Morasca, sei anni e sei mesi. Dieci anni per Alberto Funaro, sette per Dario Ursino. Antonino Valguarnera prima del G8 aveva prestato servizio nell'Esercito in Bosnia, ed era stato premiato. Coinvolto in un episodio contestatissimo - secondo la polizia avrebbe lanciato delle bottiglie incendiarie, che però non sono mai state individuate - è stato condannato ad otto anni. Nel frattempo si è iscritto all'Università, pagando gli studi con lavori a termine, gli manca un esame alla laurea. E l'Esercito gli ha scritto, offrendogli un posto per via dell'esperienza passata. Ma se la Cassazione confermerà la decisione odierna, per lui - come per gli altri - si apriranno le porte del carcere.

Da Repubblica

daniela -k.d.- - 2009/10/9 - 15:09




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