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Free Gaza Song

Anis Hamadeh
Language: English


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Palistina
(Canta u Populu Corsu)
A Message From Gaza
(Doktah Soose)
Let It Rain
(MC Abdul)


[2008]

Una canzone sulla Peace Boat, l'imbarcazione dei militanti del Free Gaza Movement e di International Solidarity Movement che nell'agosto 2008 ruppero dal mare l'embargo israeliano a Gaza.

http://www.freegaza.org/
http://gaza-journey.blogspot.com/
Free Gaza, Free Free Gaza, Free Gaza, sail your boat ashore
Free Gaza, Free Free Gaza, Free Gaza, sail your boat ashore

With a boat to break the siege people waiting on the beach,
grab the first one in your reach and teach them the Gaza song:

Free Gaza, Free Free Gaza, Free Gaza, sail your boat ashore

Bishop Tutu has endorsed, he don't want no violent force
"Through the barrel of a gun", he says, "peace can never be won".

Tell me what you think of freedom, tell me what you think of love, love, love
Tell your maza, Free Free Gaza, Free Gaza, sail your boat ashore

Now you learned to sing the song, get on board and sing along,
open up and in some time you can add a little rhyme

Free Gaza, Free Free Gaza, Free Gaza, sail your boat ashore

I want everybody to be free everybody every you and me
Sing a song of solidarity, sing the Gaza song:

Free Gaza, Free Free Gaza, Free Gaza, sail your boat ashore.

Contributed by Alessandro - 2009/1/4 - 21:18


Un articolo da leggere... la strage a Gaza fa parte di un piano militarmente già pronto 6 mesi fa, politicamente escogitato fin dal 2001 da Sharon e dai suoi collaboratori e successori, Olmert e Barak: non la ri-occupazione di Gaza, bensì l'espulsione di una gran parte dei suoi abitanti, in puro stile 1948.

The Invasion of Gaza: "Operation Cast Lead", Part of a Broader Israeli Military-Intelligence Agenda

by Michel Chossudovsky*

Global Research, January 4, 2009

* Michel Chossudovsky is a Canadian economist. He is a professor of economics at the University of Ottawa. He is also editor for the Centre for Research on Globalization, which operates a website at globalresearch.ca. The Centre for Research on Globalization states to be "committed to curbing the tide of 'globalisation' and 'disarming' the New world order".

Alessandro - 2009/1/4 - 23:12


Israele bombarda a pioggia Gaza con fosforo bianco

di Sheera Frenkel e Michael Evans
[dal Times, 5 gennaio 2008]

fosforo GazaEsistono elementi che inducono a sostenere che ieri, 4 gennaio 2008, Israele abbia utilizzato fosforo bianco per coprire il suo attacco nella popolatissima Striscia di Gaza. Questo tipo di arma, utilizzata anche dalle forze britanniche e statunitensi in Iraq, è capace di causare orripilanti incendi, ma risulta non illegale se utilizzata come copertura schermante.
Con l’avanzata dell’esercito israeliano verso la periferia di Gaza City, mentre il pedaggio di morte pagato dai palestinesi saliva oltre le 500 vittime, le suddette bombe al fosforo sarebbero state viste esplodere, rilasciando tentacoli di fitto fumo bianco per coprire i movimenti delle truppe. “Queste esplosioni sono fantastiche, producono un’enorme quantità di fumo che acceca il nemico, così che le forze militari possano avanzare” ha dichiarato un esperto israeliano per la sicurezza. Masse incendiarie di fosforo causano danni severi a chiunque sia nel raggio dell’esplosione e costringono possibili cecchini o addetti a trappole esplosive a ritirarsi. Israele aveva ammesso l’utilizzo di fosforo bianco nel corso della sua campagna militare contro il Libano, nel 2006.

L’uso di quest’arma nella Striscia di Gaza, una delle aree più popolate di tutto il pianeta, con tutta probabilità solleverà ancora maggiori proteste circa l’offensiva condotta da Israele, che finora ha causato più di 2.300 feriti tra i palestinesi.
Il Trattato di Ginevra del 1980 istituisce come norma internazionale il divieto dell’utilizzo del fosforo bianco in aree abitate da civili, ma non esiste un’interdizione della normativa internazionale a riguardo dell’uso del fosforo bianco come copertura schermante o mezzo di illuminazione del bersaglio. Tuttavia, Charles Heyman, esperto militare ed ex maggiore dell’esercito britannico, ha dichiarato: “Se il fosforo bianco è stato fatto esplodere laddove si trovava una folla di civili, qualcuno dovrà prima o poi risponderne alla Corte dell’Aia. Il fosforo bianco è anche un’arma terroristica. Le bolle di fosforo che cadono sul terreno dopo l’esplosione bruciano al solo contatto con la pelle”.
I responsabili militari israeliani la scorsa notte hanno negato l’utilizzo di fosforo, ma hanno rifiutato di di precisare cosa sia stato impiegato: “Israele utilizza munizioni che sono permesse dalla legislazione internazionale” ha dichiarato il capitano Ishai David, portavoce delle Forze di Difesa israeliane. “Stiamo andando avanti con la seconda fase dell’operazione, facendo entrare truppe nella triscia di Gaza per sistemare le aree da cui i missili sono stati lanciati verso Israele”.
Le perdite civili, nelle prime 24 ore dell’offensiva di terra – lanciata dopo una settimana di bombardamenti dal cielo, dai territori confinanti e dal mare –, contano perlomeno 64 morti. Tra queste vittime ci sono i cinque membri di una famiglia, ammazzati da un proiettile sparato da un tank israeliano contro l’auto in cui si trovavano, e un paramedico che è stato ucciso quando la sua ambulanza è stata fatta esplodere sempre da un tank. Medici di Gaza City testimoniano della presenza di numerosi bambini e donne tra i morti e i feriti.
L’esercito israeliano conta anch’esso il suo primo morto, un soldato colpito dal fuoco di un mortaio. Più di trenta soldati sono stati feriti da mortai, mine e fuoco di tiratori.

Fosforo bianco: lo schermo di fumo chimico che può bruciare le ossa

- Il fosforo bianco, se esposto all’ossigeno, brucia con un’intensa fiammata gialla, producendo denso fumo bianco.
- Viene usato per creare uno schermo di fumo per copertura oppure come strumento incendiario, ma può anche essere impiegato come composto incendiario anti-uomo che causa ferite potenzialmente fatali.
- Le ustioni da fosforo sono comunque sempre almeno di secondo o terzo grado, poiché le particelle non smettono di bruciare al contatto con la pelle, finché non si sono esaurite del tutto, e non è inusuale che esse raggiungano le ossa.
- I Trattati di Ginevra vietano l’uso di fosforo come arma di offesa contro civili, ma il suo uso come schermatura fumogena non è proibito dalla legislazione internazionale.
- Israele ha già usato fosforo bianco durante la sua guerra contro il Libano nel 2006.
- Il fosforo bianco è stato utilizzato frequentemente dalle forze britanniche e statunitensi in recenti conflitti, soprattutto durante l’invasione dell’Iraq nel 2003. Il suo utilizzo ha sollevato violentissime critiche.
- Il fosforo bianco viene detto in gergo militare “Willy Pete”, nome che data dalla Prima guerra mondiale. E’ stato utilizzato comunemente all’epoca del Vienam.

Da Carmilla on line

daniela -k.d.- - 2009/1/5 - 22:08


Telefonia militare

dal blog di Alessandro Robecchi pubblicato su Il Manifesto del 4.01.09

Buongiorno, shalom. Sono il telefonista dell’esercito israeliano di turno dalle 8 alle 21. Lavoro noioso. Mi danno una lista di numeri di telefono di Gaza o altri posti in Palestina e io li chiamo e gli dico: ehi, gente, tra cinque minuti vi tiriamo un missile. Al resto pensano i ragazzi dell’aviazione. E’ un lavoro nuovo, ne parlano tutti i giornali del mondo. All’inizio c’è stata un po’ di confusione amministrativa per capire se ero in forze all’esercito o all’ufficio propaganda, e sono stato tre giorni senza buoni pasto. Seccante. Secondo la nostra propaganda, noi siamo in grado di ammazzare un signore barbuto in casa sua, senza svegliare i bambini che dormono nella stanza accanto. Certe volte non si svegliano proprio più. Quindi nessuna emergenza umanitaria, l’unico problema è che crollano tutti i muri della casa. Lo so che i missili intelligenti non li abbiamo inventati noi, ma è una scemenza che viene utile quando cominci a tirarli. Insomma, io telefono a questi palestinesi, ma la cosa è più complicata di quanto sembri. Certe volte è occupato, certe volte non sentono il telefono perché stiamo bombardando la casa di fianco. Certe volte, lo confesso, non li chiamo neanche, chissenefrega, o faccio degli scherzi telefonici, o sbaglio numero apposta. Dopotutto è irrilevante che io telefoni oppure no, basta che lo dicano i telegiornali, e alla fine non restano molti testimoni delle telefonate. Vivi, intendo. Poi hanno deciso: sono in forze all’ufficio propaganda, e i buoni pasto sono arrivati subito. Comunque, non è un lavoro pesante, e rischio pure di diventare famoso: mi sto ritagliando tutti gli articoli che dicono quanto siamo bravi a avvisare la gente prima di ammazzarla. E’ una cosa che dà soddisfazione. Ma scusate, ho chiacchierato troppo, ora devo lavorare. Pronto? Chi sei? Passami mamma… papà è in casa? In che stanza? Va bene, dì a mamma che avete sei minuti per lasciare il palazzo. Quattro, anzi… forse uno… Pronto? Pronto?

daniela -k.d.- - 2009/1/6 - 00:54


L'ironia di Fisk (e della Storia)

ripreso dal blog Invisiblearabs della giornalista e scrittrice Paola Caridi.

Il britannico Independent ha pubblicato ieri un commento di Robert Fisk, sui razzi ad Ashkelon. La più "tragica ironia", secondo Fisk, è che il posto che viene raggiunto dai razzi lanciati dalla Striscia è lo stesso da cui proviene la massima parte dei rifugiati palestinesi che vivono nella Striscia dal 1948. E sono i rifugiati e i loro figli, nipoti e pronipoti l'80% della popolazione di Gaza, che nel giro di pochi giorni, sessant'anni fa, vide moltiplicare i suoi abitanti e tirar su le tende dei campi profughi.

Hamas (non i Fratelli musulmani palestinesi) è nata, è stata fecondata, su quella storia, su quella fuga dall'area di Ashkelon, da cui proveniva sheykh Ahmed Yassin, ma anche gran parte dei fondatori e della generazione più giovane, i cinquantenni che oggi dirigono il movimento islamista. Quasi tutti sono figli di profughi, e di profughi di Ashkelon e dintorni.

L'ala militare di Hamas tira razzi non su di un posto ignoto, ma sul cuore del conflitto, un pezzo di terra distante poche decine di chilometri. Non è solo cronaca, c'è anche la storia, di mezzo.

L'articolo originale di Robert Fisk sull'Indipendent del 30 dicembre scorso: "Why bombing Ashkelon is the most tragic irony".

Alessandro - 2009/1/6 - 17:30


Segnalo il blog di Sameh Akram Habeeb, giovane giornalista palestinese, abitante a Gaza City, che scrive in diretta di ciò che sta accadendo: Gaza Strip, The Untold Story.

Alessandro - 2009/1/6 - 17:38




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