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Adduvu va' Jacintu

Suonatori Libertari Calabresi
Language: Italian (Calabrese)



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[2019]
Testo di Felice Campora
Musica: stornelli tradizionali
Album: Quannu vene l’Anarchia
Album Cover

Canzone dedicata a Giacinto Cupelli, anarchico di Lago (CS) ed emigrante

“…E se è un maschio lo chiameremo Bakunin..”

"L'anno millenovecentoventitrè, addì tredici di Luglio, ore sedici e minuti dieci, nella Casa Comunale di Lago, Avanti di me Ragioniere Vincenzo Cupelli, Assessore funzionante per l'assenza dell'assessore delegato Uffiziale dello Stato Civile del Comune di Lago, Luigia Giordano fu Agostino, di anni cinquanta, contadina, nata in Lago domiciliata in Lago la quale mi ha dichiarato che alle ore quindici meridiane e minuti dieci del dì undici del corrente anno nella casa posta in strada sotto la Piazza, Angela Francesca Pasqualina Assunta Vozza, fu Saverio, casalinga, moglie di Giacinto Cupelli Fabbro Ferraro, ambo domiciliati in Lago, è nato un bambino di sesso maschile che mi presenta, e a cui dà il nome di Galleani".

Fino a un certo punto l'atto di nascita registrato col numero novantuno, nel registro del 1923, conservato presso l'ufficio anagrafe del Comune di Lago (Cosenza) non sembra essere molto diverso da tanti altri se non fosse per quel nome un po' particolare, diciamo insolito, che i coniugi Cupelli hanno voluto dare al loro bimbo. La prefettura di Cosenza, in una riservata, rivelerà in seguito che il Cupelli con tanta testardaggine "voleva imporre ad uno dei figliuoli, nato a Lago, il nome di Giacomo “Bakunin”, ma venne dissuaso. Al bambino fu dato comunque il nome di Galliano (agli atti: Galleani [1]), ma nonostante ciò, i familiari lo chiamano ugualmente Bakunin".



Chi era dunque Giacinto Cupelli che, in piena dittatura fascista, voleva con tanta ostinazione dare a suo figlio il nome Bakunin?
Sappiamo che era nato a Lago in provincia di Cosenza il 19 giugno del 1887 da Giacomo e Maria De Simone.
Sappiamo che di mestiere faceva il “fabbro ferraro”, e che era amato e rispettato dai compaesani.
Sappiamo pure che già nel 1925 versava un'oblazione di 40 lire a favore della rivista anarchica Pensiero e Volontà, come appresero le Autorità dal sequestro delle carte appartenute a Errico Malatesta.
Ma, come tanti altri lavoratori calabresi, si pose anche per lui l'ineluttabilità di emigrare negli USA, in cui era stato già nel 1923 assieme a un suo parente che diverrà più famoso, il cugino Alberto Cupelli.
Nel 1927 infatti, a causa della grande crisi economica, sarà costretto a partire definitivamente per New York.
Il 1927 è un anno particolare, soprattutto per gli emigrati italiani in America. Nell'agosto di quell'anno, a Charleston, si consumò la barbara esecuzione di Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti: un doppio omicidio giudiziario per evitare il quale avevano protestato, in tutto il mondo, milioni di persone.

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Appena sbarcato in America l'attività di Giacinto Cupelli destò subito preoccupazione e, dopo quattro anni di costanti "attenzioni", nel 1931 verrà arrestato per attività sovversiva. Solo dopo aver versato un deposito cauzionale verrà liberato e, per sottrarsi ad altri arresti, deciderà di darsi alla latitanza onde evitare di essere rimpatriato o sorte peggiore. In tale periodo mantenne assidui contatti con il cugino Alberto, che svolgeva a New York intensissima attività socialista. Per sfuggire alle persecuzioni poliziesche, si sposterà tra le città di Point Marion, Pittsburgh e Charleston dove riceverà l'accoglienza e la protezione degli altri emigrati libertari. Costantemente ricercato condusse una vita molto travagliata. Perfino lo stesso cugino Alberto, certamente più moderato, dovrà spostarsi da New York al Connecticut. Negli USA all'epoca operava una fitta rete di agenti segreti dell'O.V.R.A. (Organo Vigilanza Repressione Antifascismo) negli uffici consolari per sorvegliare gli antifascisti italoamericani. Fin dal novembre del '23, una circolare riservata del Ministero degli Affari Esteri, segnalava ai Consolati all'estero di stare in costante guardia di elementi sovversivi... Individui che saranno, in Italia, in seguito fra gli esponenti più attivi del partito comunista. A quell'epoca era in uso chiamare tutti gli antifascisti comunisti. Solo il 20 maggio 1939, quando il provvedimento di fermo verrà definitivamente revocato, Giacinto potrà ricominciare una vita più “normale".

Il figlio, Giacomo “Bakunin”, raggiungerà il padre in America, frequenterà lì le scuole, ma ritornato in Italia r al paese natìo sarà arrestato per antifascismo a soli 13 anni! Dopo la caduta del fascismo rifiuterà sempre di votare per protesta contro lo Stato, che considerava dispotico e sopraffattore. Nel 1951 sposerà la cugina Rosetta, figlia di Alberto, e nel '53 tutta la famiglia si trasferì a Flushing (Brooklyn), New York.
Alberto, essendo per natura predisposto allo studio dei problemi sociali, negli USA venne in contatto con leader sindacali di origine italiana come Luigi Antonini. Negli ambienti della stampa di New York si era creato una reputazione di topo di biblioteca per la sua precisione e pazienza. Lo storico prof. Gaetano Salvemini lo considerava un esperto.

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A testimonianza della “testardaggine” di Giacinto, oggi vive ancora, a Lago, un nipote che si chiama, non a caso, Bakunin Galleani Cupelli.
Una bella eco di incrollabilità ed irremovibilità, che ci piace evidenziare e ricordare …:)
Addùvu va' Jacíntu dicimìllu?
Ste jandu a lu furgiàru a lavuràre
'u corpu du martiellu 'u minu buonu,
ma lu guadagnu è sulu d'u riccùni

E chi ni fa cu ssi quaranta liri?
Li mandu a Roma a Erricu Malatesta
Pensieru e Volontà m'ha dde spedire
chi diede l'anarchia voglio capire

Chi nomu ci vo' dari a ssu bambinu?
Ce vuogliu dare 'u nome 'e Bakunínu
Me dice lu prefett 'un se pò fare,
ma puru Galleani [1] l'haj'e chiamare

E chini su' ssi genti forestieri?
'i mandadi 'nu certo Michele Bianchi [2]
me vuonnu intimorire ssi squadristi
ma iu tiegnu a horza 'e l'anarchista

E mo chi fa' Jacíntu dicimìllu?
Me 'mbarcu pe NuYòrki a lavurare
hascisti capi vasci e dittatura
intr'a l'Italia è tutta 'na horgiatura

E chini su' ssi genti strati strati?
Pe Saccu e pe Vanzetti arradunati
New York e tuttu mundu su' avvelenati
si dua bravi cumpagni han'ammazzàti

E chíni su' l'amici tua cchjù cari?
Su' chilli 'e l'Adunata dei Refrattari [3]
ndo vaju vaju c'è lu bonu stare
mangiari e bive' e puru arraggiunari

'A 'Merica e lu Lagu ndo signu natu
'a vucie mia è ferma e ben temprata
Anarchico è il pensiero e va a memoria
e verso l'Anarchia ce va la storia.
[1] in onore di Luigi Galleani, grande libertario italiano, fondatore del primo quotidiano d'ispirazione anarchica negli USA, redattore insieme a Errico Malatesta e Armando Borghi del Manifesto dei Sedici.

[2] Michele Bianchi, anche lui della provincia di Cosenza, fu Interventista nella Grande Guerra, Sansepolcrista della prima ora, Quadrunviro alla Marcia su Roma e primo segretario del Partito Nazionale Fascista, nonché segretario generale al Ministero dell'Interno nel neonato governo guidato dal futuro Duce. Proprio come il cavalier Benito, proveniva, ahimè, dalle file socialiste e dalla redazione de l'Avanti.

[3] L'Adunata dei Refrattari (Call of The Refractaries) è stato un giornale anarchico in lingua italiana pubblicato a New York dal 15 aprile 1922 al 24 aprile 1971

Contributed by giorgio - 2020/8/23 - 23:16




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