Il giornale che ci tortura,
il Sudafrica fa paura,
mentre il giorno diventa sera
in casa mia.
E i ragazzi son sempre quelli
che si sentono forti e belli
in un mondo che cambieranno
e andranno via.
Ma c’è un re con un gran cavallo
che decide quando si balla
e la storia che si ripete è sempre quella.
A voi russi o americani
io non delego il suo domani
su mio figlio non metterete le vostre mani.
Voglio ancora una vita e un aquilone,
voglio ancora due sassi da buttare,
dire sì, dire no, dire amore
e insegnarti che tu puoi volare.
Devi fare la guerra dei bottoni,
devi avere la forza di cantare,
figlio mio, neanche Dio può capire
quanto è bello guardarti dormire.
Oggi è tempo di stare attenti
e non parlo dei delinquenti,
questa volte non c’è Pilato,
è andato via.
Siamo tutti un po’ responsabili
se la vita sarà impossibile,
non c’è un alibi che tenga alla follia.
E a quel re con un gran cavallo
dico io quando si balla
e la storia che si ripete non sarà quella.
A voi russi o americani
io non delego il suo domani,
su mio figlio non metterete le vostre mani.
Voglio ancora una vita e un aquilone,
voglio ancora due sassi da buttare,
dire sì, dire no, dire amore
e insegnarti che tu puoi volare.
Devi fare la guerra dei bottoni,
devi avere la forza di cantare,
figlio mio, neanche Dio può capire
quanto è bello guardarti dormire.
Voglio ancora una vita e un aquilone…
il Sudafrica fa paura,
mentre il giorno diventa sera
in casa mia.
E i ragazzi son sempre quelli
che si sentono forti e belli
in un mondo che cambieranno
e andranno via.
Ma c’è un re con un gran cavallo
che decide quando si balla
e la storia che si ripete è sempre quella.
A voi russi o americani
io non delego il suo domani
su mio figlio non metterete le vostre mani.
Voglio ancora una vita e un aquilone,
voglio ancora due sassi da buttare,
dire sì, dire no, dire amore
e insegnarti che tu puoi volare.
Devi fare la guerra dei bottoni,
devi avere la forza di cantare,
figlio mio, neanche Dio può capire
quanto è bello guardarti dormire.
Oggi è tempo di stare attenti
e non parlo dei delinquenti,
questa volte non c’è Pilato,
è andato via.
Siamo tutti un po’ responsabili
se la vita sarà impossibile,
non c’è un alibi che tenga alla follia.
E a quel re con un gran cavallo
dico io quando si balla
e la storia che si ripete non sarà quella.
A voi russi o americani
io non delego il suo domani,
su mio figlio non metterete le vostre mani.
Voglio ancora una vita e un aquilone,
voglio ancora due sassi da buttare,
dire sì, dire no, dire amore
e insegnarti che tu puoi volare.
Devi fare la guerra dei bottoni,
devi avere la forza di cantare,
figlio mio, neanche Dio può capire
quanto è bello guardarti dormire.
Voglio ancora una vita e un aquilone…
Contributed by CCG Staff - 2018/4/18 - 23:43
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di Umberto Balsamo e Lorenzo Raggi
Sesta classificata al Festival di Sanremo di quell'anno
Segnalata da Salvo Lo Galbo, che ci trova degli echi di Masters of War e che non ha avuto il coraggio di proporla come canzone autonoma. Ci pensa l'infaticabile staff che non si ferma davanti a niente, neanche davanti a Orietta Berti.
Riprendiamo la recensione da Orrore a 33 Giri. E qui di vero orrore si tratta,
A differenza dei Ricchi e Poveri, la cui credibilità era a zero, qui Oriettona ce la mette davvero tutta, regalando agli spettatori un’interpretazione intensa e sentita. Ma la Berti non è certo Enrico Fermi e i luoghi comuni profusi a piene mani nel testo non l’aiutano.
Si parla infatti di russi e americani che ruberanno il domani ai nostri figli, di guerra dei bottoni, di quanto sarebbe bello un futuro dove ci siano ancora gli aquiloni e i sassi da buttare nel torrente. Insomma, roba da far venire voglia di un’apocalisse atomica.