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Barricate in ogni paese

Francesco Pelosi
Lingua: Italiano


Francesco Pelosi

Lista delle versioni e commenti


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(Francesco Pelosi)


[2022]
Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Francesco Pelosi
Album / Albumi: Cantata per Picelli

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Torna Francesco Pelosi, che, a dire il vero, ultimamente fa il fumettista; ma fumetto, canzone e teatro si confondono, o si fondono, nella sua ragguardevole iniziativa di questo fosco 2022 che segna, come sapete, il centenario della presa del potere da parte del fascismo in Italia. Tutto parte da una Graphic Novel che Francesco Pelosi ha sceneggiato, con i disegni di Rise, in occasione di un altro centenario: quello della rivolta dell'Oltretorrente, a Parma, nei primi giorni d'agosto del medesimo 1922. Una rivolta antifascista ancora prima che il fascismo prendesse il potere, diecimila camicie nere guidate da Italo Balbo respinte dai proletari dell'Oltretorrente, del Naviglio e di Saffi e fatti sloggiare dalla città ducale: Balbo, t'è pasè l'Atlantic, mo miga la Pèrma!

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La Graphic Novel di Francesco Pelosi e Rise si intitola: Guido Picelli, un antifascista sulle barricate (Edizioni Round Robin, Parma 2022), ed è incentrata sulla figura e sulla vita di Guido Picelli, il militante e combattente antifascista che delle barricate dell'Oltretorrente fu ispiratore e guida e che trovò la morte, in circostanze peraltro assai poco chiare, durante la Guerra Civile spagnola, a Algora, il 5 gennaio 1937. Da tale Graphic Novel, Francesco Pelosi ha tratto un album di sue canzoni, la Cantata per Guido Picelli, e uno spettacolo teatrale, o lettura cantata, assieme a Simone Baroni, che reca il medesimo titolo del romanzo grafico.

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Poiché stasera, assieme ad altre quindici persone, sono andato a vedere lo spettacolo (nel quale Francesco Pelosi, oltre alle sue canzoni, interpreta canti di lotta come L'Internazionale di Fortini, Figli dell'officina e, naturalmente, ¡A las barricadas!), tenutosi nella stupefacente cornice settecentesca della storica fabbrica Richard Ginori di Sesto Fiorentino (che ospita la biblioteca pubblica Ernesto Ragionieri - qui notizie sul sito dell'Istituto Ernesto De Martino), ho voluto immediatamente riportare sul sito questa canzone.

Una canzone per la quale spendo subito una parola che non mi è consueta: travolgente. Una canzone, inoltre, che passa dalle barricate di un secolo fa a quelle di oggi, o che sarebbe necessario drizzare oggi in ogni paese. Una canzone come un ponte tra la storia e l'attualità, e che estende un passato al suo ritorno, in forme solo apparentemente diverse. Una canzone che fa trasmigrare le barricate di ieri, dall'Oltretorrente alla Spagna, fino alle barricate di oggi, da erigersi non soltanto nelle situazioni di lotta e di conflitto aperto, ma anche in ogni situazione umana di sopraffazione: il lavoro, il degrado urbano, la disuguaglianza, il consumo, l'emarginazione, lo sfruttamento. Barricate estese all'ambiente, alle urla di dolore dei fiori, degli alberi, degli animali. Ora e sempre, Resistenza, sì; resistenza globale! [RV]


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Francesco Pelosi: Cantata per Guido Picelli [2022]

℗ 2022 Francesco Pelosi
Released on: 2022-07-10
Producer: Rocco Marchi
Composer: Francesco Pelosi
Arranger: Nicolas Furlan
Arranger: Rocco Marchi
Arranger: Luigi Martinelli
Arranger: Francesco Pelosi

- Noi che desideriamo senza fine
- Oltretorrente (Canzone d'amore)
- Figli dell'officina (Giuseppe Raffaelli - Giuseppe del Freo, 1921)
- ¡A las barricadas! (Valeriano Orobón Fernández - Hildegart Taege, 1932)
- El Ejército del Ebro (Anonimo / Anonymous, 1936)
- Si la bala me da (Wenn das Eisen mich mäht, Josef Luitpold, 1915)
- Barricate in ogni paese
- In morte di Picelli



Con i sassi del torrente, con le pietre del piazzale,
Con gli armadi e con i carri, con le panche delle chiese,
Barricate nelle case, barricate nelle strade,
Barricate in ogni paese !

Coi vestiti della festa, con gli stracci del lavoro,
Col bracciante, l'operaia, con la madre, con il figlio,
Barricate in ogni pugno, barricate in ogni cuore,
Dall'Oltretorrente al Naviglio.

Siam gente che nessuno vede, che nessuno sente,
Siam vite appena iniziate, già bell'e finite.
Siam l'urlo che esplode nel cuore in mezzo alla notte,
Siam fuoco, siamo le tue paure di non avere più niente.

Con la fame che ci mangia, con la sete che ci brucia,
Con le mani e con le facce tutte nere, tutte sfatte,
Barricate dalla Siria, barricate dalla Spagna,
A Genova, a Parigi, in Val di Susa.

Dalle spiagge dei migranti ai campi del caporalato,
Da ogni centro commerciale, da ogni azienda, da ogni ufficio,
Ghetto, carcere, favela, baraccopoli e borgate,
Barricate! Barricate! Barricate!

Siam gente che nessuno vede, che nessuno sente,
Siam vite appena iniziate, già bell'e finite.
Siam l'urlo che esplode nel cuore in mezzo alla notte,
Siam fuoco, siamo le tue paure di non avere più niente.

Dal silenzio dei ghiacciai che precipitano in mare
All'urlo di ogni fiore, di ogni albero, animale,
Barricate in ogni pugno, barricate in ogni cuore,
Barricate nelle case, barricate nelle strade,
Barricate in ogni paese!

Siam gente che nessuno vede, che nessuno sente,
Siam fuoco, siamo le tue paure di non avere più niente,
Siam fuoco, siamo le tue paure di non avere più niente.

inviata da Riccardo Venturi - 30/11/2022 - 00:53




Lingua: Inglese

English translation / Traduzione inglese / Traduction anglaise / Englanninkielinen käännös:
Riccardo Venturi, 30-11-2022 03:04

Enrico Fereoli (1901-1991): Barricades in Parma, 1922
Enrico Fereoli (1901-1991): Barricades in Parma, 1922
Barricades in All Countries

With stones drawn from the river or the pavement of squares,
With home cupboards, with wagons, with church benches,
Barricades in the houses, barricades in the streets,
Barricades in all countries!

With one's Sunday best or with ragged working clothes,
With the farmhand, the woman worker, the mother and her children,
Barricades in every fist, barricades in every heart,
From Oltretorrente to Naviglio. [1]

We're people nobody can see, nobody can hear,
We're lives just begun and already over.
The cry exploding out from the heart in the core of the night,
We're fire, we're your fear of losing all you own.

With our all-devouring hunger, with our burning thirst,
With our dirty hands and our toil-destroyed faces,
Barricades from Syria, barricades from Spain
To Genoa, Paris, Susa Valley.

From the landing shores of migrants to workers' gangmastering,
To every mall, every business, every factory, every office,
Every ghetto, prison, favela, shantytown and township,
Barricades! Barricades! Barricades!

We're people nobody can see, nobody can hear,
We're lives just begun and already over.
The cry exploding out from the heart in the core of the night,
We're fire, we're your fear of losing all you own.

From the molten glaciers falling silently into the sea
To the cry of every flower, every tree, every animal,
Barricades in every fist, barricades in every heart,
Barricades in the houses, barricades in the streets,
Barricades in all countries!

We're people nobody can see, nobody can hear,
We're fire, we're your fear of losing all you own,
We're fire, we're your fear of losing all you own.
[1] Proletarian neighbourhoods of old Parma where the 1922 anti-fascist revolt took place.

30/11/2022 - 03:05




Lingua: Francese

Version française — BARRICADES DE TOUS PAYS — Marco Valdo M.I. — 2022
Chanson italienne — Barricate in ogni paese — Francesco Pelosi — 2022

Paroles et musique : Francesco Pelosi
Album : Cantata per Picelli

GUIDO PICELLI ET LES BARRICADES DE PARME - 1922
GUIDO PICELLI ET LES BARRICADES DE PARME - 1922


Francesco Pelosi est de retour, lui qui, à vrai dire, était dernièrement un dessinateur de bandes dessinées ; mais la bande dessinée, la chanson et le théâtre se confondent, ou se fondent, dans sa remarquable initiative en cette morne année 2022 qui marque, comme vous le savez, le centenaire de la prise du pouvoir par le fascisme en Italie. Tout part d’un roman graphique que Francesco Pelosi a écrit, avec des dessins de Rise, à l’occasion d’un autre centenaire : celui de la révolte d'Oltretorrente, à Parme, dans les premiers jours d’août de la même année 1922. Une révolte antifasciste avant même que le fascisme ne prenne le pouvoir, dix mille chemises noires menées par Italo Balbo repoussées par les prolétaires d’Oltretorrente, Naviglio et Saffi et chassées de la cité ducale : Balbo, t’è pasè l’Atlantic, mo miga la Pèrma ! (Balbo, tu as passé l’Atlantique, mais sûrement pas la Parme !)

Le roman graphique de Francesco Pelosi et Rise est intitulé : Guido Picelli, un antifascista sulle barricate (Edizioni Round Robin, Parma 2022), et se concentre sur la figure et la vie de Guido Picelli, le combattant militant et antifasciste qui a inspiré et guidé les barricades d’Oltretorrente et qui est mort, dans des circonstances d’ailleurs très obscures (sans doute assassiné par le NKVD, service secret soviétique), pendant la guerre civile espagnole, à Algora, le 5 janvier 1937. À partir de ce roman graphique, Francesco Pelosi a réalisé un album de ses chansons, la Cantata per Guido Picelli, et une pièce de théâtre, ou lecture chantée, avec Simone Baroni, qui porte le même titre que le roman graphique.

Comme ce soir, avec quinze autres personnes, je suis allé voir le spectacle (dans lequel Francesco Pelosi, en plus de ses chansons, interprète des chansons de lutte comme L’Internazionale de Fortini, Figli dell'officina et, bien sûr, ¡A las barricadas !), qui s’est déroulé dans l’étonnant décor du XVIIIe siècle de l’usine historique Richard Ginori à Sesto Fiorentino (qui abrite la bibliothèque publique Ernesto Ragionieri — voir ici sur le site de l’Institut Ernesto De Martino), j’ai immédiatement voulu mettre cette chanson sur le site.

Une chanson pour laquelle je passe immédiatement un mot dont je n’ai pas l’habitude : bouleversant. Une chanson, d’ailleurs, qui va des barricades d’il y a un siècle à celles d’aujourd’hui, ou qu’il serait nécessaire de dresser aujourd’hui dans chaque pays. Une chanson comme un pont entre l’histoire et l’actualité et qui prolonge un passé à son retour, sous des formes seulement apparemment différentes. Une chanson qui fait transmigrer les barricades d’hier, d’Oltretorrente à l’Espagne, vers les barricades d’aujourd’hui, à ériger non seulement dans des situations de lutte et de conflit ouvert, mais aussi dans toute situation humaine d’oppression : travail, dégradation urbaine, inégalité, consommation, marginalisation, exploitation. Les barricades étendues à l’environnement, aux cris de douleur des fleurs, des arbres, des animaux. Maintenant et toujours, Résistance, oui ; résistance globale ! [RV]
BARRICADES DE TOUS PAYS

Avec les pierres de la rivière [1], avec les pierres de la place,
Avec des armoires et des charrettes, avec des bancs d’église,
Barricades dans les maisons, barricades dans les rues,
Barricades dans chaque village !

Avec les habits de la fête, avec les haillons du travail,
Avec le paysan, avec l’ouvrier, avec la mère, avec l’enfant,
Barricades dans chaque poing, barricades dans chaque cœur,
De l’Oltretorrente au Naviglio.

Nous sommes des gens que personne ne voit, que personne n’entend,
Nous sommes des vies à peine commencées, déjà presque finies.
Nous sommes le cri qui explose au cœur de la nuit,
Nous sommes le feu, nous sommes vos peurs de ne plus rien avoir.

Avec la faim qui nous dévore, avec la soif qui nous brûle,
Avec des mains et des visages tout noirs, tout défaits,
Barricades de Syrie, barricades d’Espagne,
À Paris, à Val di Susa, à Gênes.

Des plages des migrants aux champs du caporalat,
De chaque centre commercial, entreprise, bureau,
Prison, favela, bidonville, township, ghetto.
Barricades ! Barricades ! Barricades !

Nous sommes des gens que personne ne voit, que personne n’entend,
Nous sommes des vies à peine commencées, déjà presque finies.
Nous sommes le cri qui explose au cœur de la nuit,
Nous sommes le feu, nous sommes vos peurs de ne plus rien avoir.

Du silence des glaciers tombant dans la mer
Au cri de chaque fleur, de chaque arbre, de chaque animal,
Barricades dans chaque poing, barricades dans chaque cœur,
Barricades dans chaque maison, barricades dans chaque rue,
Barricades dans tous les pays !

Nous sommes des gens que personne ne voit, que personne n’entend,
Nous sommes le feu, nous sommes vos peurs de ne plus rien avoir.
Nous sommes le feu, nous sommes vos peurs de ne plus rien avoir.
[1] La ville de Parme est traversée par une rivière qui s'appelle aussi Parme (mais qui est toujours nommée avec l'article défini: La Parma, ou La Pèrma en dialecte parmesan). La Parma, ou Pèrma, est une rivière assez grande (pas un “ruisseau”) mais on l'appelle “Torrente” (torrent) parce que c'est une rivière à régime torrentiel: en plein été, elle est normalement sèche et on la passe à pied. En août 1922, les parmesans s'en servirent très aisément pour ramasser des grosses pierres pour dresser les barricades contre les “chemises noires” de Balbo. La Parme divise la ville en deux parties: d'une part la rive droite, les quartiers riches, très bourgeois, avec l'hôtel de ville, la préfecture, le théâtre Regio, les parcs etc.; de l'autre part la rive gauche, la vieille ville avec les quartiers pauvres d'origine médievale. “Oltretorrente” signifie “au-delà du 'torrent' “, c'est-à-dire de la Parme, où les fascistes ne réussirent pas à pénétrer. Petite note linguistique: le mot Parma signifie "bouclier" en latin, et c'est un nom très évocatoire pour une rivière qui fit vraiment un bouclier contre les "chemises noires". Mais il s'agit d'une fausse étymologie: le nom "Parme" est certainement d'origine pré-indoeuropéenne. (note RV)

inviata da Marco Valdo M.I. - 30/11/2022 - 18:21


Riccardo Venturi - 8/12/2022 - 19:20




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