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La cacca dei contadini

Giorgio Gaber
Language: Italian


Giorgio Gaber


È la cacca dei contadini
Tutto lì: la cacca dei contadini
Me l'ha spiegato Fortini
A lui piacciono queste storie e anche a me, eh
In Russia, durante la rivoluzione
I contadini entravano nei palazzi dello zar
E defecavano nei suoi preziosissimi vasi

Un gesto di disprezzo, di distruzione, bello, stupendo
Sì, ma perché bello?
Perché la distruzione, la cacca dei contadini
È importante se ha un senso storico
Se c'è qualcuno che la raccoglie
E in quel momento c'era un Lenin che la raccoglieva
Non la merda, il suo significato, voglio dire

Adesso, io non dico che uno
Deve vedere se c'è Lenin prima di...mmh
Intanto noi non siamo contadini
Non c'è la rivoluzione e non si sa dove cagare

Sui Brionvega [1], potrebbe essere un'idea, eh
Quelli bianchi, eh, più bidet, però
Non importa, un gesto di distruzione ha sempre un suo fascino
Perché bene o male rompe con le convenzioni
E anche se lo sbagli, non ti senti mai piccolo
Non ho mai trovato nessuno che si vergogni del suo operare

È nelle piccole cose, nel muovere una mano
Nell'essere scoperti da un amico in un gesto poco simpatico
Sì, una stonatura che magari nessuno ha notato
Ecco, queste inezie ci possono riempire di rimorso
E ci possono far arrossire fino all'inverosimile.
[1] Qui il riferimento è palesemente al televisiore Brionvega portatile "Algol 11" (1964), oggetto di alto design.



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