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Lê Yarê

anonimo
Lingua: Curdo


Lista delle versioni e commenti


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[traditional]

Peyvan û Muzîk / وشە و مۆسیقا / Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Söz ve müzik / Sanat ja sävel:
Bênav / بێ ناو / Anonimo / Anonymous / Anonyme / Isimsiz :

Stranbêj / گۆرانیبێژ / Interpreti / Performed by / Interprétée par / Tarafından gerçekleştirilen / Laulavat:
Yalda Abbasi



Dedicata a
Jîna 'Mahsa' Amini / جینا 'مهسا' امینی , curda iraniana assassinata il 13/09/2022 dal regime teocratico iraniano


Curdi iraniani: oppressi ieri e oggi

Le vicende dei Curdi che vivono in Iran sono in genere meno note rispetto a quelle dei Curdi distribuiti tra Turchia, Iraq e Siria. Le zone dell’Iran in cui si concentrano circa 12 milioni di Curdi sono sostanzialmente due. La prima è costituita dalle regioni occidentali, in ordine da nord a sud: Azerbaijan-e Gharbi, Kordestan, Kermanshah, Ilam, per una superficie totale di 111mila kmq. La seconda è il Khorasan, a est, ai confini con il Turkmenistan. La presenza di mezzo milione (secondo altre stime 1 milione) di Curdi in questa regione lontana dal Kurdistan è conseguenza delle deportazioni dei Savafidi nel XVII secolo. Questi Curdi, di religione sciita, si sono assimilati senza insofferenze acute verso il governo iraniano.

Nel corso dei secoli i curdi iraniani sono stati perseguitati e oppressi dal regime di turno. Per andare ai tempi più recenti basti pensare al tentativo fallito del Partito Democratico Kurdo dell’Iran [KDPI] di istituire la Repubblica di Mahabad nel 1946 con il sostegno dell’Unione sovietica. La secessione fu repressa in un bagno di sangue. Nei primi anni ’80 sarà la guerriglia praticata dal KDPI e dal partito socialista Komala a dare filo da torcere al regime dello scià: 10mila morti, nessun risultato. Negli anni ’90 i Curdi iraniani, pensando che il nuovo regime degli ayatollah sia meno intollerante, promuovono l’insurrezione nei villaggi, ma le risposte dei pasdaran non si fanno attendere. Il regime teocratico decide di sedare l’insurrezione con assassini mirati che ottengono l’effetto, tant’è che il KDPI abbandona la lotta armata. Altrettanto vane risultano le azioni intraprese nel primo decennio del XXI secolo dal PJAK (Partito per la Vita Libera del Kurdistan), contiguo (si dice ad Ankara e Tehran) al PKK. La realtà è che anche a Tehran un’eventuale autonomia dei Curdi è vista come un fattore di disintegrazione dello Stato che fatica a tenere uniti anche azeri, beluci, arabi, minoranze turche. Dal 1985 la legge Gozinesh limita i diritti civili alle minoranze religiose ed etniche, di fatto è un dispositivo di discriminazione razziale. Si veda in proposito il Report A/HRC/22/56 dell’Organizzazione dei Diritti Umani delle Nazioni Unite.

A Tehran la preoccupazione delle conseguenze di eventuali tentativi di insurrezione dei Curdi è piuttosto relativa. Infatti i Curdi iraniani distribuiti nelle terre occidentali parlano tre varietà di lingue diverse, il curmancio, il sorani e il palewani , un ostacolo non da poco per realizzare un obiettivo d’azione comune. Occorre inoltre considerare che l’etnia curda è articolata su base tribale. Nella fattispecie i clan presenti da nord a sud in Iran sono: Shekkaki, Sorani, Jaff e Feyli. Le loro differenze culturali costituiscono un’ulteriore barriera per il Nation Building. Si aggiunga che, a differenza dei curdi turchi, iracheni e siriani, la narrazione dei curdi iraniani si muove sostanzialmente nell’alveo della tradizione persiana. Si direbbe che i curdi iraniani, di massima, non contestano la loro matrice culturale in seno all’’Iran, contestano invece la scarsa integrazione e rappresentanza nello stato iraniano.

Jin, jiyan, azadî [ زن، زندگی، آزادی ]

Jin, jiyan, azadî/ Donna, vita, libertà è lo slogan curdo, ritmato per la prima volta dalle donne curde l’8 Marzo 2006 in Turchia. Lo slogan si è diffuso a macchia d’olio in Iran in questi mesi dopo
gli eventi degli ultimi mesi del 2022. L’uccisione della 22enne Mahsa Amini il 16 Settembre 2022 a Tehran, arrestata per essersi sottratta all’obbligo dello hijab, ha scatenato una serie di proteste non sedate.

Gli organi iraniani di sicurezza più attivi nella repressione sono: il MOIS , Ministero delle informazioni e della sicurezza internazionale, noto in Iran con l’acronimo VAJA [Vezarat-e Ettela'at Jomhuri-ye Eslami-ye Iran] presieduto da Esmaeil Khatib; lo IRGC-IO , il Servizio di Sicurezza dei Guardiani della Rivoluzione [Sepāh], sotto il comanda di Mohammad Kazemi; il Basij , milizia paramilitare che affianca i Guardiani con una propria rete di attivisti e informatori diffusa in modo capillare nel territorio. Il nocciolo duro conta, secondo fonti specializzate, almeno 90mila aderenti a tempo pieno.
Tajzie Talab [ تجزیه طلب] / separatista e Haramzade [حرامزاده] / bastardo sono gli epiteti che ricorrono più frequentemente da parte dei sostenitori del regime verso i manifestanti che protestano.

Secondo la IHR [Iran Human Rights], ong basata a Oslo per la difesa dei diritti civili e l’abolizione della pena di morte in Iran, al 17 Dicembre 2022 le vittime iraniane ammontano a 469 manifestanti uccisi, di cui 63 minori, 32 donne, migliaia di feriti. Gli iraniani residenti nelle provincie curde uccisi durante le proteste negli scontri con le forze governative sono almeno 163, di cui 53 nella provincia Azerbaijan-e, 53 nel Kordestan, 25 nel Kermanshah, 2 nell’Ilam. Tra le prigioni speciali dove la tortura è praticata in serie contro i Curdi si segnalano Orumiyeh [Urmia] nella provincia Azerbaijan-e Gharbi , Sanandaj [Sineh] nella provincia del Kordestan, Gohardasht nella provincia di Alborz, tristemente nota per l’esecuzione dei prigionieri politici nel 1988. I Pasdaran gestiscono qui numerosi “pied-à-terre” per il confinamento efferato e immondo dei loro “ospiti”. La pratica più diffusa nella struttura rimane un’altra: la morte lenta per malnutrizione.

I reati di cui sono accusati i manifestanti condannati a morte sono: moharebeh e Mofsed-e-filarz. Il primo significa “inimicizia, guerra contro Dio” ; non è un reato religioso del genere blasfemia, è piuttosto un reato contro l’ordine costituito cioè contro il regime che si fa quindi dio. In pratica i membri delle minoranze in quanto tali sono particolarmente esposti: siamo agli antipodi del diritto positivo. Il secondo vuol dire “corruzione sulla terra”: viene applicato ai manifestanti che sono accusati di collaborare con i nemici del regime, ad esempio riprendendo e diffondendo dei video, prendendo contatti con stranieri o diffondendo un’affermazione non documentata. In pratica chiunque accenna al dissenso è passibile di incriminazione. Rientrano in questa fattispecie gli LGBT e i loro sostenitori.
Per un quadro generale, non limitato alle minoranze curde, delle vittime delle violenze in Iran da Settembre a Dicembre 2022 si veda il Report pubblicato dall’ agenzia per la difesa dei Diritti Umani HRANA.


La canzone

Fu lo shah Ismail, il fondatore della dinastia savafide, a dare inizio alle deportazioni dei curdi dal Kurdistan attuale alla regione settentrionale del Khorasan a est. Le deportazioni continuarono sino agli inizi del XVII secolo, sotto l’impero dello shah Abbas il Grande. I Savafidi le concepirono per arginare le mire espansionistiche dei turcomanni e degli uzbechi.
Come in tutti i movimenti di massa forzati i crimini, separazioni e sequestri non mancarono. Il tema della canzone è appunto il rapimento di una giovane curda messo in atto dai soldati persiani e del dolore disperato dell’amante.
La riscoperta della canzone si deve alla curda iraniana Yalda Abbasi, di cui riportiamo alcune notizie e vicissitudini.

Intervista di Maria Teresa Santaguida a Yalda Abbasi

Yalda Abbasi


Recuperando l'antica tradizione musicale dei suoi avi, la cantante, milanese adottiva, è diventata la voce della diaspora curda in tutta Europa. Ma, sebbene i brani che interpreta non abbiano carattere politico, la sua arte le ha causato numerosi problemi in Iran e Turchia, compreso il carcere.
Intorno alla testa il fazzoletto a fiori diventato il simbolo della lotta delle donne del Rojava, intorno agli occhi le ciglia lunghissime, a incorniciare uno sguardo che illumina. Yalda Abbasi, 31 anni, è una cantante curda-iraniana che vive in Italia, a Milano. Fin da quando era poco più che un’adolescente ha portato le antiche epopee d’amore in musica della sua etnia in tutto il mondo, recuperando un tradizionale strumento curdo a corde, il dotar, e imparando dagli anziani le “parole d’amore” dei vecchi brani. Una passione che però le ha causato molti problemi. Tanto più in questo periodo di tensione tra Usa e Paese degli Ayatollah: molti iraniani che si sono trasferiti in Occidente, soprattutto se fanno parte di minoranze, vivono momenti di preoccupazione.
Parlando con l’AGI, Yalda, racconta delle tante, troppe domande dei tribunali iraniani sulla sua musica e delle carceri turche, nelle quali è finita solo per aver devoluto i proventi di un suo concerto ai bambini di Afrin, nel Kurdistan turco. “In Iran non è possibile per una donna cantare da sola in pubblico, né incidere un disco in cui non ci sia anche una voce maschile di accompagnamento. Ero molto giovane quando, quasi ingenuamente, ho imparato a suonare e cantare dagli anziani del Khorasan, la mia zona di origine nel nord est dell’Iran, e ho deciso di caricare dei video sui social”. Un gesto quasi banale per un ragazzo occidentale con questa passione, ma non per una donna in quella che fu la Persia degli Scià:” Sono stata convocata in tribunale e il processo è durato 8 mesi: si è concluso con una multa e il divieto di uscire dai confini dello Stato per due anni”. Per il solo aver registrato un video dalla sua camera, per l’essere diventata immediatamente famosa per il suo enorme talento e la sua voce.
Yalda però non si è fermata e sono stati proprio i social a fare la sua fortuna: oggi infatti ha oltre 200 mila follower e la ‘spunta blu’ di Instagram che viene data soltanto alle persone davvero famose: “I curdi di tutto il mondo hanno cominciato ad ascoltarmi, anche se io all’inizio suonavo e cantavo solo ad orecchio, e così è iniziata la mia carriera. Ora vivo della mia musica: nell’ultimo concerto che ho realizzato a Berlino c’erano 15 mila persone”. E poi Belgio, Svizzera, Canada, Francia, tutti i Paesi dove le comunità curdo-iraniane, molte delle quali formatesi in seguito alla diaspora e a molte guerre, si sono stabilite.
Una carriera che però non è ben vista dalle autorità di Teheran: ogni volta che torna a trovare la sua famiglia, la giovane artista rischia di vedere il suo passaporto trattenuto. Ma soprattutto ad ogni ritorno in Patria è costretta a dover giustificare al tribunale tutti i suoi spostamenti: “Devo spiegare che i miei canti non sono politici. Che parlano d’amore e che non sponsorizzano alcuna organizzazione”.
Il problema è più profondo: “Mi contestano che il dialetto della mia regione ho fatto conoscere al mondo il fatto che i curdi vivono anche nel nord dell’Iran, oltre che in Siria, in Turchia e in Iraq. Le autorità di Teheran credono che questo in qualche modo rafforzi il sentimento patriottico. Il mio canto mi dà da vivere: è un lavoro, e non ha niente a che fare con la politica. Certo voglio che i miei concerti abbiano anche un fine benefico: sono ambasciatrice del Maaf, un’associazione che cura i bambini mutilati di Afrin, nel Rojava curdo siriano”.
A causa di questo impegno ha passato, non più di due anni fa, una notte nelle carceri turche ed è stata costretta a pagarsi un avvocato per farsi liberare. Se le viene chiesto che cosa la spinge a sopportare tutto questo pur di cantare, risponde: “Questo era il sogno di mia madre. Lei da giovane era una cantante bravissima, prima che l’Iran cambiasse e diventasse quello che è oggi. Poi ha dovuto abbandonare il suo sogno, ma continua a seguirlo con me. Quando torno nel mio Paese ci esibiamo ancora insieme”. Naturalmente sempre accompagnate da una voce maschile.
A Milano e in Italia, Yalda Abbasi ha trovato una casa: studia canto barocco al Conservatorio, dopo che con la sua voce, il suo liuto tradizionale, e i suoi suoni così diversi dall’armonia occidentale, ha stregato la commissione giudicatrice: “Avevo provato a studiare canto barocco tradizionale ma l’esame non andò bene, fino a quando non chiesi di esibirmi con il dotar [liuto a due corde, ndr]. I professori decisero che avrebbero voluto avermi con loro”.
[Riccardo Gullotta]
Ez ku îro pir xemgîn im lê yarê
Lê yarê gulnarê
Çav li bîna negerîn im lê yarê
Lê yarê hevalê
Nîşan ji te ez nabînim gulnarê [1]
Nîşan ji te ez nabînim gulnarê
Derdê dilê min korîye lê yarê
Lê yarê gulnarê
Xosan canê min xwerîya lê yarê
Lê yarê hevalê
Dîdar maye qiyametê[2] gulnarê
Dîdar maye qiyametê gulnarê

Ceylan kuştin jinan birin lê yarê
Lê yarê gulnarê
Gulnarê min hêsîr kirin lê yarê
Lê yarê hevalê
Wan firotin li kuçe û bazarê
Ez ku îro pir xemgîn im lê yarê
Lê yarê gulnarê
Çav le pîna negerîn im lê yarê
Lê yarê gulnarê
Nîşan ji te ez nabînim gulnarê
Nîşan ji te ez nabînim gulnarê
[1] flower of pomegranate. Coming from gul = flower and hinar= pomegranate ((a)nār in middle Persian, nar both in Turkish and Arabic نَار‎

Pomegranate is a symbol of abundance and widespread fertility in all the Mesopotamian civilizations. It refers also to the myth of Anāhitā, goddess of the waters. It can be frequently found in Kurdish carpets.

[2] Day of Judgement, from the Arabic القيامة [al qiyāmah] , the Resurrection, quoted in Sura 75 of the Quran

[Riccardo Gullotta]

inviata da Riccardo Gullotta - 28/12/2022 - 10:37




Lingua: Curdo (Sorani)

وەرگێڕانی سۆرانی / Wergera Soranî / Sorani translation / Traduzione Sorani / Traduction Sorani / ترجمه سورانی / Soraninkielinen käännös:
Estere
ئه‌ز کو ئیرۆ پر خه‌مگین م لێ یارێ [1]
لێ یارێ گولنارێ
چاڤ ل بینا نه‌گه‌رین م لێ یارێ
لێ یارێ هه‌ڤالێ
نیشان ژ ته‌ ئه‌ز نابینم گولنارێ
نیشان ژ ته‌ ئه‌ز نابینم گولنارێ
ده‌ردێ دلێ من کۆرییه‌ لێ یارێ
لێ یارێ گولنارێ
خۆسان جانێ من خوه‌رییا لێ یارێ
لێ یارێ هه‌ڤالێ
دیدار مایه‌ قیامه‌تێ گولنارێ
دیدار مایه‌ قیامه‌تێ گولنارێ

جه‌یلان کوشتن ژنان برن لێ یارێ
لێ یارێ گولنارێ
گولنارێ من هێسیر کرن لێ یارێ
لێ یارێ هه‌ڤالێ
وان فرۆتن ل کوچه‌ ئوو بازارێ
ئه‌ز کو ئیرۆ پر خه‌مگین م لێ یارێ
لێ یارێ گولنارێ
چاڤ له‌ پینا نه‌گه‌رین م لێ یارێ
لێ یارێ گولنارێ
نیشان ژ ته‌ ئه‌ز نابینم گولنارێ
[1] Transcription / Trascrizione

Emrro ke min zor xemgînim lê yarê
Lê yarê gullnarê
Temaşay reşmallekan dekem lê yarê
Lê yarê hevallê
Hîç şitêk le to nabînim gullnarê
Hîç şitêk le to nabînim gullnarê
Derdî dillim girane lê yarê
Lê yarê gullnarê
Xefet giyanî xwardim lê yarê
Lê yarê hevallê
Dîdarman geşte qiyamet gullnarê
Dîdarman geşite qiyamet gullnarê

Piyawanyan kuşt, jinanyan bird lê yarê
Lê yarê gullnarê
Gullnarî minyan destgîr kird lê yarê
Lê yarê hevallê
Firoştinyan le şeqam û bazarrekan
Emrro ke min zor xemgînim lê yarê
Lê yarê gullnarê
Temaşay reşmallekan dekem lê yarê
Lê yarê gullnarê
Hîç şitêk le to nabînim gullnarê
Hîç şitêk le to nabînim gullnarê

inviata da Riccardo Gullotta - 28/12/2022 - 10:39




Lingua: Italiano

Traduzione italiana / Wergera Italiantalî / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Riccardo Gullotta
OH AMORE MIO

Oggi sono molto triste, amore mio
Oh amore mio, fiore di melograno
Vago tra rovine, amore mio
oh amore, compagna mia
E non vedo alcuna traccia di te, fiore di melograno
E non vedo alcuna traccia di te, fiore di melograno
Le sofferenze del mio cuore mi hanno reso cieco, amore mio
Oh amore mio, fiore di melograno
Gli avvoltoi mi hanno mangiato, amore mio
oh amore, compagna mia
Ci incontreremo nel giorno del giudizio
Ci incontreremo nel giorno del giudizio

Le donne m’hanno portato via la mia gazzella
Oh amore mio, fiore di melograno
E hanno fatto schiava il mio fiore di melograno
oh amore, compagna mia
L’hanno venduta nei portici, al bazar
Oggi sono molto triste, amore mio
Oh amore mio, fiore di melograno
Vago tra rovine, amore mio
oh amore, compagna mia
E non vedo traccia di te, fiore di melograno
E non vedo traccia di te, fiore di melograno

inviata da Riccardo Gullotta - 28/12/2022 - 10:41




Lingua: Inglese

English translation / Wergera Îngilîzî / Traduzione inglese / Traduction anglaise / ترجمه انگلیسی / Englanninkielinen käännös:
Enise
OH MY LOVER

O My Lover
I'm so sad today o my lover
My lover, my garnet
My lover, my friend
I don't see any trace belonging to you, my garnet
I don't see any trace belonging to you, my garnet
The nuisance blinded my heart so I can't see o my lover,
My lover, my garnet
Vultures wasted my spirit
My lover, my friend
The meeting is left for doomsday
The meeting is left for doomsday

The women took away my gazelle o my lover
My lover, my garnet
They enslaved her o my lover
My lover, my friend
They sold her at arcade, at bazaar
I'm so sad today o my lover
My lover, my garnet
I'm wandering around the ruins o my lover
My lover, my garnet
I don't see any trace belonging to you, my garnet
I don't see any trace belonging to you, my garnet

inviata da Riccardo Gullotta - 28/12/2022 - 10:43




Lingua: Persiano

ترجمه فارسی / Wergera farisî / Persian translation / Traduzione persiana / Traduction en persan / Persian kielen käännös:
Estere
ای یار من

من که امروز خیلی غمگینم ای یار من
ای یار من گلنار من
چشم به چادرها می دوزم ای یار من
ای یار من دوست من
نشانی از تو نمی بینم گلنار من
نشانی از تو نمی بینم گلنار من
درد دل من اساسیە ای یار من
ای یار من گلنار من
غصه ها جانم رو خورده اند ای یار من
ای یار من دوست من
دیدار مانده به قیامت گلنار من
دیدار مانده به قیامت گلنار من

جوان ها را کشتند زنان را بردند ای یار من
ای یار من گلنار من
گلنار منو اسیر کردند ای یار من
ای یار من دوست من
اونا رو فروختند تو کوچه و بازار
من که امروز خیلی غمگینم ای یار من
ای یار من گلنار من
چشم به چادرها می دوزم ای یار من
ای یار من دوست من
نشانی از تو نمی بینم گلنار من
نشانی از تو نمی بینم گلنار من

inviata da Riccardo Gullotta - 28/12/2022 - 12:44




Lingua: Francese

Traduction française / Wergera fransî / French translation / Traduzione francese / ترجمه فرانسوی / Ranskankielinen käännös:
Gulalys
Ô BIEN-AIMÉE

Moi qui aujourd'hui suis triste, ô bien-aimée
Ô bien-aimée, la fleur de grenadier
Mes yeux te cherchent, ô bien-aimée
Ô bien-aimée, mon amie
Je ne vois pas de signe de toi, ô fleur de grenadier
Je ne vois pas de signe de toi, ô fleur de grenadier
Les peines de mon cœur m’ont rendu aveugle, ô bien-aimée
Ô bien-aimée, la fleur de grenadier
Les vautours m'ont mangé, ô bien-aimée
Ô bien-aimée, mon amie
Se rencontrer et rester pour le jour du jugement dernier
Se rencontrer et rester pour le jour du jugement dernier

La gazelle a été tuée, les femmes l'ont prise, ô bien-aimée
Ô bien-aimée, la fleur de grenadier
Elles ont fait de ma fleur de grenadier une prisonnière, ô bien-aimée
Ô bien-aimée, mon amie
Elles l'ont vendu dans la rue, au marché
Moi qui aujourd'hui suis triste, ô bien-aimée
Moi qui aujourd'hui suis triste, ô bien-aimée
Ô bien-aimée, la fleur de grenadier
Mes yeux te cherchent, ô bien-aimée
Ô bien-aimée, mon amie
Je ne vois pas de signe de toi, ô fleur de grenadier
Je ne vois pas de signe de toi, ô fleur de grenadier

inviata da Riccardo Gullotta - 28/12/2022 - 12:45




Lingua: Spagnolo

Traducción Española / Wergera spanî / Spanish translation/ Traduzione spagnola / Traduction espagnole / ترجمه اسپانیایی / Espanjankielinen käännös:
Zinar Ala
AY, MI AMOR

Hoy estoy muy triste, mi amor
Ay mi amor, flor de granada
Miro entre las ruinas
Ay mi querida compañera
Y no veo ninguna señal de ti, flor de granada

Las heridas de mi corazón son profundas, mi amor
Los buitres despedazaron mi cuerpo, mi amor
Ay, mi querida compañera
Nos encontraremos en el cielo, flor de granada
Nos encontraremos en el cielo, flor de granada

Mataron a las gacelas, apresaron a las mujeres
Y cautivaron a mi flor de granada
Ay, mi querida compañera
La vendieron en las calles y los mercados

Hoy estoy muy triste, mi amor
Ay mi amor, flor de granada
Miro entre las ruinas
Ay mi querida compañera

inviata da Riccardo Gullotta - 28/12/2022 - 12:46




Lingua: Turco

Türkçe çeviri / Wergera tirkî / Traduzione turca / Turkish translation / Traduction turque / Turkinkielinen käännös:
Gulalys
EY YARIM

Ben ki bugün çok hüzünlüyüm ey yarim
Yarim, narçiçeğim
Harabelerde gezinmekteyim ey yarim,
Yarim, yarenim
Senden bir iz görmüyorum, narçiçeğim
Senden bir iz görmüyorum, narçiçeğim
Dert kalbimi köreltmiş göremiyorum ey yarim,
Yarim, narçiçeğim
Akbabalar canımı yedi ey yarim,
Yarim, yarenim
Buluşmak kıyamete kaldı, narçiçeğim
Buluşmak kıyamete kaldı, narçiçeğim

Ceylanımı alıp götürdü kadınlar ey yarim
Yarim, narçiçeğim
Narçiçeğimi esir ettiler ey yarim
Yarim, yarenim
Sattılar onu çarşıda, pazarda
Ben ki bugün çok hüzünlüyüm ey yarim
Yarim, narçiçeğim
Harabelerde gezinmekteyim ey yarim,
Yarim, narçiçeğim
Senden bir iz görmüyorum, narçiçeğim
Senden bir iz görmüyorum, narçiçeğim

inviata da Riccardo Gullotta - 28/12/2022 - 12:47




Lingua: Arabo

الترجمة العربية / Wergera erebî / Traduzione araba /Arabic translation / Traduction arabe / Arabiankielinen käännös:
Azad Ekkaş
يا حبيبتي

أنا اليوم وقد اعتراني الحزن, يا حبيبتي,
يا حبيبتي يا زهرة الرمان
أجول ببصري على الخرائب
يا حبيبتي يا رفيقتي
ولا ألمح لك أثراً, يا زهرة الرمان
آلام فؤادي عميقة, يا حبيبتي
والغصات نهشت جسدي, يا حبيبتي
يا حبيبتي يا رفيقتي
ومآل لقائنا إلى القيامة, يا زهرة الرمان
قتلوا الغزلان وأخذوا النساء, يا حبيبتي
و أخذوا زهرة الرمان أسيرة
باعوها في الأزقة والأسواق

inviata da Riccardo Gullotta - 28/12/2022 - 14:03




Lingua: Ucraino

Український переклад / Wergera Ukraynî / Traduzione ucraina / Ukrainian translation / Traduction ukrainienne / Ukrainankielinen käännös:
Vladislav
МIЙ ЛЮБОВНИК

Я така сумна сьогодні , о мій любовник
Мій любовник , мій гранат
Мій любовник, мій друг
Я небачу слідів, звязаних з тобою, мій любовник
Я небачу слідів, звязаних з тобою, мій любовник
Неприємності осліпили мене і я не можу бачити, о мій любовник
Мій любовник, мій гранат
Хижаки втратили мій дух
Мій любовник, мій друг
Зустріч залишилась на кінець світу
Зустріч залишилась на кінець світу

Жінки забрали мою газель, о моя любовниця
Моя любовниця, мій гранат
Вони продали її на аркаді, на базарі
Моя любовниця мій друг
Вони продали її на аркаді, на базарі
Я такий сумний сьогодні, о моя любовниця
Моя любовниця, мій гранат
Я блукаю навколо руїн о моя любовниця
Моя любовниця, мій гранат
Я небачу слідів , звязаних з тобою, моя любовниця
Я небачу слідів , звязаних з тобою, моя любовниця

inviata da Riccardo Gullotta - 28/12/2022 - 14:05




Lingua: Russo

Русский перевод / Wergera rûsî / Traduzione russa / Russian translation / Traduction russe / Venäjänkielinen Käännös :
Vladislav
МОЙ ЛЮБОВНИК

Я такая грустная сегодня, о мой любовник
Мой любовник, мой гранат
Мой любовник, мой друг
Я не вижу следов, связанных с тобой, мой любовник
Я не вижу следов, связанных с тобой, мой любовник
Неприятность ослепила меня и я не могу видеть, о мой любовник
Мой любовник, мой гранат
Хищники утратили мой дух
Мой любовник, мой друг
Встреча осталась на конец света
Встреча осталась на конец света

Женщины забрали мой газель, о моя любовница
Моя любовница, мой гранат
Они поработили ее о моя любовница
Моя любовница, мой друг
Они продали ее на аркаде, на базаре
Я такой грустный сегодня о моя любовница
Моя любовница, мой гранат
Я блуждаю вокруг руинов о моя любовница
Моя любовница, мой гранат
Я не вижу следов, связанных с тобой, моя любовница
Я не вижу следов, связанных с тобой, моя любовница

inviata da Riccardo Gullotta - 28/12/2022 - 14:06


Gianni Sartori - 1/11/2023 - 18:01


CARCERI IRANIANE: MENTRE VIENE ANNULLATA LA CONDANNA A MORTE PER SHARIFEH MOHAMMADI, UN’ALTRAPRIGIONIERA POLITICA CURDA ENTRA IN SCIOPERO DELLA FAME ILLIMITATO

Gianni Sartori

Lo so, criticare l’Iran in questi frangenti, mentre incombono devastanti ritorsioni da parte di Israele (e dopo Gaza e il Libano sappiamo di quale portata e con quali costi tra i civili) potrebbe sembrare - detto fuori dai denti - sciacallaggio.

Ma su questioni come il diritto dei popoli (curdi, ma non solo) e utilizzo su scala industriale della pena di morte non è possibile transigere.

Caso mai dovrebbe essere Teheran a interrogarsi se è lecito parlare di antimperialismo con tali modalità

D’altra parte oggi (13 ottobre) c’è anche una notizia di segno opposto, l’annullamento della condanna a morte per una prigioniera politica. Un segno di ripensamento (anche per le ampie proteste in carcere), se non proprio di ravvedimento?

Comunque un raggio di speranza per quanto tenue.

Ma andiamo con ordine.

Il 10 ottobre 2024 la militante curda Warisha Moradi, rinchiusa nel carcere di Evin, ha annunciato di essere entrata in sciopero della fame illimitato per protestare sia contro le condizioni del carcere, sia contro la pena di morte inflitta con estrema facilità in Iran.

Il messaggio della detenuta è stato diffuso in Francia dal KHRN (Rete dei diritti umani del Kurdistan).La data scelta da Warisha non è casuale. Si tratta della Giornata europea e di quella internazionale contro la pena di morte. In precedenza la prigioniera curda aveva partecipato ai “Martedì Neri” che da parecchi mesi vedono molte prigioniere politiche digiunare nella giornata di martedì. Una protesta settimanale iniziata in gennaio nel carcere di Qezelhesar(a Karaj) chiedendo l’abolizione della pena capitale e che attualmente coinvolge una ventina di prigioni nel Paese.

Warisha Moradi (conosciuta come Ciwana Sine) era stata arrestata nell’agosto 2023 durante un controllo di polizia a Sine (Sananda). Viene accusata di “inimicizia verso Dio” e di “ribellione armata contro lo Stato”.

Sulla base della sua partecipazione al KJAR, un movimento delle donne curde in Iran che per Teheran sarebbe affiliato al PJAK (Partito per una vita libera nel Kurdistan). Ossia un’organizzazione “separatista e terrorista” per le autorità iraniane.

In caso di condanna rischia la pena di morte.

Scomparsa per settimane dopo essere stata arrestata, veniva portata in qualche centro di detenzione segreto e qui, presumibilmente, torturata e interrogata dai servizi segreti. Una volta nel carcere di Teheran, veniva rinchiusa nel reparto di massima sicurezza 209 (dove sarebbe stata nuovamente sottoposta a tortura per estorcerle una qualche confessione). Attualmente si trova nella sezione femminile di Evin praticamente nell’impossibilità di confrontarsi con il proprio avvocato.

Quanto alla buona notizia di cui si diceva, riguarda un’altra prigioniera politica curda: Sharifeh Mohammadi, detenuta nel carcere di Lakan a Rasht.

La Corte suprema iraniana ha annullato la condanna a morte per la sindacalista curda (accusata di far parte di un’organizzazione curda illegale, il partito Komala) rinviandola ad un altro tribunale (o forse, stando alle dichiarazioni del suo avvocato, al medesimo che precedentemente l’aveva condannata) per il riesame.

Arrestata nel dicembre 2023, sottoposta maltrattamenti e torture da parte degli agenti dell’intelligence, Sharifeh era stata condannata alla pena capitale il 4 luglio. In quanto colpevole di “ribellione”.

C’è da augurarsi, come auspicato dal portavoce della Campagna di difesa di Sharifeh Mohammadi” che “venga assolta da tutte le accuse e rimessa in libertà”.

Sarebbe cosa buona e giusta. Anche per l’Iran.

Gianni Sartori

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Gianni Sartori - 13/10/2024 - 12:01




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