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Quando tutto questo finirà

Anastasio
Language: Italian


Anastasio

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2020
l'ultima traccia, apocalittica, dell'album "Atto zero"



In quanto a ricerca, in un brano lei addirittura si interroga sulla fine dei tempi.

Quando tutto questo finirà è davvero un pezzo apocalittico. L’anno scorso sono stato invitato a un dibattito su arte, musica e fede a Lucca dal cardinale Gianfranco Ravasi, una persona che quando parla non puoi che pendere dalle sue labbra, un pozzo di cultura. Spiegava, seguendo i testi sacri, che quando l’Apocalisse sarà avvenuta ci saranno 10 minuti di silenzio. Questa immagine potente mi ha incollato alla sedia e ho pensato subito di scriverci qualcosa. Mi affascina il linguaggio biblico, così forte e solenne.

Solo una questione estetica?

Tutt’altro. «Quando tutto questo finirà / nessuno si ricorderà il mio nome». Il mio è un invito all’umiltà: lascia stare la truffa della tua identità, le tue velleità, perché prima o poi verrà l’Apocalisse e verremo tutti giudicati come uguali. Che tu creda o no. Ma è anche peggio se tu non credi all’Aldilà perché dietro ti lasci il nulla.

Allora in lei c’è un interesse spirituale?

Io sono stato fino ai vent’anni un ateo un po’ borioso. Come scrive Heinrich Böll in Opinioni di un clown, che è il mio libro preferito, «gli atei annoiano perché parlano sempre di Dio». A un certo punto mi sono fatto un bagno di umiltà, ascoltando chi ne sa più di me e che mi mostrava che c’è una prospettiva cristiana interessante. Spiritualmente io non ho trovato Dio, non mi definisco cristiano, non dico le preghiere, non vado a messa. Ma ci sono molte cose della cristianità che mi piacciono, a partire dalla promessa della salvezza, il fatto che verrà l’Apocalisse e dopo si rinascerà. Credo che l’uomo abbia bisogno di fede. «Se l’uomo rifiuta Dio, si inginocchia davanti ad un idolo» scriveva Dostoevskij. Le idolatrie di oggi sono il denaro e venerare se stessi: tutti gli idoli sono falsi e le tue energie le butti su qualcosa di inutile. La fede, invece, è la cosa più alta davanti alla quale ti puoi inginocchiare.

Festival. Sanremo, il rap illuminato dell'apocalittico Anastasio

Oh mio Signore
Quale grande azione d'amore compimmo noi uomini
Perché un Dio si scomodi a darci il mare?
Oh mio Signore
Quale enorme dolore cadrà sui tuoi figli perché
Tu ci consoli spargendo nel cielo manciate di soli?
Oh Dio delle acque, purifica i nostri cuori
Il tuo mare annegato di sale rigurgita plastiche multicolori
Oh Dio della notte, ridacci le stelle
Spegni le luci della città, spegni i lampioni
Le case, le insegne, ed i cartelloni di pubblicità

Quando tutto questo finirà
Nessuno si ricorderà il mio nome
Quando tutto questo finirà
Nessuno si ricorderà il mio nome

Padre, faccio un sogno ricorrente
Lavoro nella terra, sotto un cielo bianco catarifrangente
Mi stanco nel mio campo, ma non cresce niente
Passano i minuti, ma non cresce niente
E arriva una donna, adorna di veli, mi sorride
E dice di portarmi semi, sono semi speciali
Sono semi per raccorti senza uguali
Sono semi da piantare nella carne mica nella terra
Non richiedono fatica i semi della guerra
Ha un sacchetto pieno di proiettili, mi dice:
"Piantali nei cuori degli uomini fertili
E vedrai che spunteranno i fiori, ci sarà pace tra voi peccatori
Ma non prima che il sangue scorra, non prima che il sangue scorra"

Oh Dio della guerra, scendi per fare giustizia
I tuoi angeli tornino in cielo soltanto per dare la buona notizia
Che il tempo è finito e la serpe che striscia
È tornata al suo buio caotico
Incisa per sempre nei cuori, risuoni nell'aria una frase di monito, e

Quando tutto questo finirà
Nessuno si ricorderà il mio nome
Quando tutto questo finirà
Nessuno si ricorderà il mio nome
Quando tutto questo finirà
Nessuno si ricorderà il mio nome
Quando tutto questo finirà
Nessuno si ricorderà il mio nome

2021/4/3 - 23:59


Boja dé.

Uno apre il sito la mattina della Santa Pasqua e si ritrova nientepopodimeno che il rapper apocalìttico proveniente da X Factor, che a vent'anni era ateo borioso (adesso invece ne ha ben ventiquattro) e ora va a pendere dalle labbra del cardinal Ravasi che gli dice, sulla scorta di alcune e diffuse favolette mediorientali, che dopo l'Apocalisse ci saranno dieci minuti contati di silenzio. Sticazzi. Io mi sarei aspettato almeno, che so, dieci milioni di anni!...

Se però il buon Dio Onnipotente, nell'attesa dell'Apocalisse, volesse cominciare a dare un segno della sua Presenza fulminando qualche rapper/trapper, tutti quanti, Atei Boriosi incalliti compresi, gliene sarebbero estremamente grati. Eccheccazzo, sembran diventati loro i Messia del Mondo Moderno...! Sperando poi in una decina di minuti di silenzio da i' ràppe. Mi contenterei di poco.

PS. Ad ogni modo, informerei il bravo rapper di Meta di Sorrento che la Chiesa Cattolica conta ben quattro papi di nome Anastasio. L'ultimo, Anastasio IV, 168° papa della Chiesa Cattolica, morì però il 3 dicembre 1154. E' passato troppo tempo. Ci vuole un Anastasio V, il primo papa rap della storia da incoronarsi non in San Pietro, ma in San Remo.



Buona Pasqua a tutt*.

Riccardo Venturi, boriosissimo Ateo - 2021/4/4 - 09:45




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