Lingua   

Cavallo Pazzo

Ivan Francesco Ballerini
Lingua: Italiano


Ivan Francesco Ballerini


Cavalcavo nelle grandi praterie, si dice
“invulnerabile” a proiettili e a malie,
cavalcavo nelle terre del Nebraska, una borraccia al collo e un coltello in una tasca.
Cacciavo fino a tarda notte,
i miei mi gonfiavano di botte,
perché tardi ero tornato,
coi vestiti tutti sporchi e col viso insanguinato.
Mia madre pettinava i miei capelli, erano ricci e non lisci, come quelli dei fratelli,
di color castano chiaro, che per un Dakota
è veramente un fatto raro.
Non credo di aver chiesto mai aiuto, tra i miei
compagni più fedeli c’è Toro Seduto,
da lui ho appreso l’arte della guerra, a guardarmi
le spalle, a protegger la mia terra.
Poi sono arrivati i Federali, con abiti eleganti e
uniformi tutte uguali,
hanno sterminato tutta la mia gente, lasciandosi
alle spalle niente o poco più di niente.
Cavalco nelle grandi praterie, si dice “invulnerabile” a proiettili e a malie,
non metto quasi più i piedi per terra, sul mio volto
i colori sono quelli della guerra.
Adesso combatto i Federali, i loro scalpi
sembrano quasi tutti uguali,
li vendo al padrone dell’emporio, in cambio
chiedo whisky e frecce in avorio.
Ho combattuto per la libertà, a volte per
vendetta, per odio o per pietà,
sempre sul piede di guerra, per difendere
il mio popolo, il mio cielo e la mia terra.
Si dice che sia morto pugnalato, ma questo
non è stato dimostrato, con qualche
freccia e qualche soldo in tasca, c’è chi giura
di vedermi cavalcare nel Nebraska.



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