On les r’trouve en raccourci,
dans nos p’tits amours d’un jour,
Toutes les joies, tous les soucis
Des amours qui durent toujours!
C’est là l’sort de la marine
Et de toutes nos p’tites chéries.
On accoste. Vite ! un bec
Pour nos baisers, l’corps avec.
Et les joies et les bouderies,
Les fâcheries, les bons retours,
Il y a tout, en raccourci,
Des grandes amours dans nos p’tits.
Tout c’qu’on fait dans un seul jour!
Et comme on allonge le temps!
Plus d’trois fois, dans un seul jour,
Content, pas content, content.
On a ri, on s’est baisés
Sur les neunœils, les nénés
Dans les ch’veux à plein bécots
Pondus comme des œufs tout chauds.
Y a dans la chambre une odeur
D’amour tendre et de goudron.
Ça vous met la joie au cœur,
La peine aussi, et c’est bon.
On n’est pas là pour causer...
Mais on pense, même dans l’amour.
On pense que d’main il fera jour,
Et qu’c’est une calamité.
C’est là l’sort de la marine,
Et de toutes nos p’tites chéries.
On s’accoste. Mais on devine
Qu’ça n’sera pas le paradis.
On aura beau s’dépêcher
Faire, bon Dieu ! la pige au temps
Et l’bourrer de tous nos péchés
Ça n’sera pas ça; et pourtant
Toutes les joies, tous les soucis
Des amours qui durent toujours !
On les r’trouve en raccourci
Dans nos p’tits amours d’un jour...
dans nos p’tits amours d’un jour,
Toutes les joies, tous les soucis
Des amours qui durent toujours!
C’est là l’sort de la marine
Et de toutes nos p’tites chéries.
On accoste. Vite ! un bec
Pour nos baisers, l’corps avec.
Et les joies et les bouderies,
Les fâcheries, les bons retours,
Il y a tout, en raccourci,
Des grandes amours dans nos p’tits.
Tout c’qu’on fait dans un seul jour!
Et comme on allonge le temps!
Plus d’trois fois, dans un seul jour,
Content, pas content, content.
On a ri, on s’est baisés
Sur les neunœils, les nénés
Dans les ch’veux à plein bécots
Pondus comme des œufs tout chauds.
Y a dans la chambre une odeur
D’amour tendre et de goudron.
Ça vous met la joie au cœur,
La peine aussi, et c’est bon.
On n’est pas là pour causer...
Mais on pense, même dans l’amour.
On pense que d’main il fera jour,
Et qu’c’est une calamité.
C’est là l’sort de la marine,
Et de toutes nos p’tites chéries.
On s’accoste. Mais on devine
Qu’ça n’sera pas le paradis.
On aura beau s’dépêcher
Faire, bon Dieu ! la pige au temps
Et l’bourrer de tous nos péchés
Ça n’sera pas ça; et pourtant
Toutes les joies, tous les soucis
Des amours qui durent toujours !
On les r’trouve en raccourci
Dans nos p’tits amours d’un jour...
envoyé par Flavio Poltronieri - 16/2/2021 - 18:56
Langue: italien
Traduzione italiana / Traduction italienne / Italian translation / Italiankielinen käännös: Flavio Poltronieri
AMORI MARINAI
Si ritrovano in miniatura
Nei nostri piccoli amori di un giorno
Tutte le gioie, tutte gli affanni
Degli amori che durano per sempre
E’ la sorte dei marinai
E di tutte le nostre piccole amiche
Ci si conosce. Presto! una bocca
Per i baci e per il corpo
E le gioie, i musi lunghi
Gli screzi, le dolci scuse
C’è tutto dei grandi amori
Raccorciato, nei nostri piccoli
Tutto quello che si fa in un solo giorno
E come si allunga il tempo
Più di tre volte in un solo giorno
Contento, scontento, contento
Si è riso, ci si è baciato
Sugli occhi, sulle tette
Nei capelli, con dei bacioni
Deposti come fossero uova calde
C’è nella stanza un odore
Di tenero amore e di catrame
Che mette la gioia nel cuore
E anche della pena, ed è bello
Non siamo là per chiacchierare
Ma si pensa anche durante l’amore
Si pensa che domani farà giorno
E che questa è una calamità
È la sorte dei marinai
E di tutte le nostre piccole amiche
Ci si abborda. Ma si capisce
Che questo non sarà il paradiso
Si dovrà sbrigarsi
Fare, per Dio, del proprio meglio
Riempire il tempo di peccati
Non sarà abbastanza, eppure
Tutte le gioie, tutte gli affanni
Degli amori che durano per sempre
Si ritrovano raccorciati
Nei nostri piccoli amori di un giorno
Si ritrovano in miniatura
Nei nostri piccoli amori di un giorno
Tutte le gioie, tutte gli affanni
Degli amori che durano per sempre
E’ la sorte dei marinai
E di tutte le nostre piccole amiche
Ci si conosce. Presto! una bocca
Per i baci e per il corpo
E le gioie, i musi lunghi
Gli screzi, le dolci scuse
C’è tutto dei grandi amori
Raccorciato, nei nostri piccoli
Tutto quello che si fa in un solo giorno
E come si allunga il tempo
Più di tre volte in un solo giorno
Contento, scontento, contento
Si è riso, ci si è baciato
Sugli occhi, sulle tette
Nei capelli, con dei bacioni
Deposti come fossero uova calde
C’è nella stanza un odore
Di tenero amore e di catrame
Che mette la gioia nel cuore
E anche della pena, ed è bello
Non siamo là per chiacchierare
Ma si pensa anche durante l’amore
Si pensa che domani farà giorno
E che questa è una calamità
È la sorte dei marinai
E di tutte le nostre piccole amiche
Ci si abborda. Ma si capisce
Che questo non sarà il paradiso
Si dovrà sbrigarsi
Fare, per Dio, del proprio meglio
Riempire il tempo di peccati
Non sarà abbastanza, eppure
Tutte le gioie, tutte gli affanni
Degli amori che durano per sempre
Si ritrovano raccorciati
Nei nostri piccoli amori di un giorno
Langue: italien
Versione italiana / Version italienne / Italian version / Italiankielinen versio: Alessio Lega
--> "Sotto il pavé la spiaggia" (2006)
--> "Sotto il pavé la spiaggia" (2006)
AMORI MARINAI
Gioia, paradisi e inferni
Solo un po' ravvicinati
Come i grandi amori eterni
Son gli amori da pirati
Son gli amori dei marinai
Lunghi giusto un quarto d'ora
E ti baci tanto sai
Che non ti rivedrai ancora
E i sorrisi, i tu ora pure
Il lasciarsi, il ritornare
Ci son, come miniature,
Negli amori d'alto mare
Ci si è visti, ci si piace
Ci si bacia e poi si è
In battaglia e poi si è in pace
Finche non esce il caffè
È una moltiplicazione
Un po' dolce un poco agra
In un'ora di passione
Allegra, triste, allegra
Resta in camera un odore
Di amor stanco e di sudato
Mette un po' d'animo in cuore
Mette un affanno nel fiato
Non sei qui per chiaccherare
Ma si pensa pure a letto
Che il giorno sta per arrivare
E non fa un gran bell'effetto
Son gli amori dei marinai
Lunghi giusto un quarto d'ora
E ti baci tanto sai
Che non ci ti rivedrai ancora
E puoi provare a far di tutto
Per tirare scemo il tempo
Fare il bello, fare il brutto
Lui non ti lascerà tempo
Come i grandi amori eterni
Son gli amori dei pirati
Hanno paradisi e inferni
Solo un po' ravvicinati
Gioia, paradisi e inferni
Solo un po' ravvicinati
Come i grandi amori eterni
Son gli amori da pirati
Son gli amori dei marinai
Lunghi giusto un quarto d'ora
E ti baci tanto sai
Che non ti rivedrai ancora
E i sorrisi, i tu ora pure
Il lasciarsi, il ritornare
Ci son, come miniature,
Negli amori d'alto mare
Ci si è visti, ci si piace
Ci si bacia e poi si è
In battaglia e poi si è in pace
Finche non esce il caffè
È una moltiplicazione
Un po' dolce un poco agra
In un'ora di passione
Allegra, triste, allegra
Resta in camera un odore
Di amor stanco e di sudato
Mette un po' d'animo in cuore
Mette un affanno nel fiato
Non sei qui per chiaccherare
Ma si pensa pure a letto
Che il giorno sta per arrivare
E non fa un gran bell'effetto
Son gli amori dei marinai
Lunghi giusto un quarto d'ora
E ti baci tanto sai
Che non ci ti rivedrai ancora
E puoi provare a far di tutto
Per tirare scemo il tempo
Fare il bello, fare il brutto
Lui non ti lascerà tempo
Come i grandi amori eterni
Son gli amori dei pirati
Hanno paradisi e inferni
Solo un po' ravvicinati
Langue: anglais
English translation / Traduzione inglese / Traduction anglaise / Englanninkielinen käännös:
michealt (Tom Thomson) (L. Trans.)
Performed by Renaud (Renaud chante Brassens, 1996)
michealt (Tom Thomson) (L. Trans.)
Performed by Renaud (Renaud chante Brassens, 1996)
The Navy
They are found, in miniature,
in our brief one day love affairs
all the joys. all the pains
of love affairs that last for ever.
That’s the fate of us navy men1
and of all our young girls.
We come to shore. Quick! a mouth
for our kisses, a body too.
And the joys and the sulks,
the quarrels, and makings up
of big love affairs, they’re all there
in miniature in our little ones.
We laughed, we kissed each-other,
on the eyelids, on the tits,
in the hair lots of snogging
dropped like warm new-laid eggs.
All we do in just one day!
and how we spin the time out !
More than three times, in just one day,
content, not content, content.
And in the room a scent
of tender love and of tar.
It fills your heart with joy,
with pain as well, and that’s good.
We’re not there to talk…
but we think, even while making love.
We think that tomorrow will dawn
and that that’s a calamity.
That’s the fate of us navy men
and of all our young darlingss.
We land. But we realise
that it won’t be paradise.
It won’t do any good to hurry,
to try, good heavens, to defeat time
and pack it full of all our sins,
that can’t be, and yet
all the joys, all the pains
of everlasting love affairs,
we find them, in miniature,
in out little one day affairs.
They are found, in miniature,
in our brief one day love affairs
all the joys. all the pains
of love affairs that last for ever.
That’s the fate of us navy men1
and of all our young girls.
We come to shore. Quick! a mouth
for our kisses, a body too.
And the joys and the sulks,
the quarrels, and makings up
of big love affairs, they’re all there
in miniature in our little ones.
We laughed, we kissed each-other,
on the eyelids, on the tits,
in the hair lots of snogging
dropped like warm new-laid eggs.
All we do in just one day!
and how we spin the time out !
More than three times, in just one day,
content, not content, content.
And in the room a scent
of tender love and of tar.
It fills your heart with joy,
with pain as well, and that’s good.
We’re not there to talk…
but we think, even while making love.
We think that tomorrow will dawn
and that that’s a calamity.
That’s the fate of us navy men
and of all our young darlingss.
We land. But we realise
that it won’t be paradise.
It won’t do any good to hurry,
to try, good heavens, to defeat time
and pack it full of all our sins,
that can’t be, and yet
all the joys, all the pains
of everlasting love affairs,
we find them, in miniature,
in out little one day affairs.
envoyé par Riccardo Venturi - 17/2/2021 - 16:38
Langue: français
L'amour marin: La poesia originale di Paul Fort interpretata integralmente da Gabriel Yacoub
L'amour marin: Le poème intégral de Paul fort interprété par Gabriel Yacoub
L'amour marin: Paul Fort's original complete poem performed by Gabriel Yacoub
L'amour marin: Paul Fortin alkuperäisen runon laulaa Gabriel Yacoub
L'amour marin: Le poème intégral de Paul fort interprété par Gabriel Yacoub
L'amour marin: Paul Fort's original complete poem performed by Gabriel Yacoub
L'amour marin: Paul Fortin alkuperäisen runon laulaa Gabriel Yacoub
J’ai découvert ce merveilleux texte de Paul Fort grâce à La marine mise en musique par Georges Brassens, et qui m’avait depuis de nombreuses années, donnée l’envie de la chanter moi-même en allant par curiosité consulter le texte original dans les ballades françaises du maître. Je découvris avec émerveillement cette longue poésie narrative, complexe, admirablement concrète et onirique à la fois. Je suppose qu’à l’époque ou Brassens a enregistré La marine [1953], il aurait été inconcevable de proposer à une maison de disques un morceau de plus de 7 minutes !
Je chante ce texte depuis quelques années déjà, et souvent ailleurs et pour des publics qui n’en comprennent pas un simple mot, et j’ai pu constater que la force de son lyrisme et la vérité de la poésie exerçait une infaillible magie.
Je l’ai fait mien. Merci Paul, merci Georges.
L’arrangement a été conçu comme un scénario de film. L’intervention de mon ami Ludo Vandeau situe l’action dans une ville portuaire du nord – je dirais Anvers [Antwerpen], et le trio [vielle, violon, basson] est une évocation d’une œuvre de Norman Rockwell, montrant un petit orchestre amateur, répétant ou jouant pour le plaisir dans l’arrière boutique du barbier, lui-même faisant partie du groupe. - Gabriel Yacoub
Je chante ce texte depuis quelques années déjà, et souvent ailleurs et pour des publics qui n’en comprennent pas un simple mot, et j’ai pu constater que la force de son lyrisme et la vérité de la poésie exerçait une infaillible magie.
Je l’ai fait mien. Merci Paul, merci Georges.
L’arrangement a été conçu comme un scénario de film. L’intervention de mon ami Ludo Vandeau situe l’action dans une ville portuaire du nord – je dirais Anvers [Antwerpen], et le trio [vielle, violon, basson] est une évocation d’une œuvre de Norman Rockwell, montrant un petit orchestre amateur, répétant ou jouant pour le plaisir dans l’arrière boutique du barbier, lui-même faisant partie du groupe. - Gabriel Yacoub
L'amour marin
On les r'trouve, en raccourci,
Dans nos p'tites amours d'un jour,
Toutes les joies, tous les soucis
des amours qui durent toujours !
C'est là l'sort de la marine
Et de toutes nos p'tites chéries.
On accoste. Vite! Un bec
Pour nos baisers, l'corps avec.
Et les joies, et les bouderies,
Les fâcheries, les bons retours,
Il y a tout, en raccourci,
Des grands amours dans nos petits.
Tout c'qu'on fait dans un seul jour !
Et comme on allonge le temps !
Plus d'trois fois dans un seul jour,
Content, pas content, content.
On a ri, on s'est baisés
Sur les nenœils, les nénés,
Dans les ch'veux à pleins bécots,
Pondus comme des œufs tout chauds.
On s'en est allé le matin,
Souffler les chandelles des prés.
Ça fatigue une catin,
Ça n'y est pas habitué.
On s'est relevé des bleuets
Les joues rouges et l'cœur en joie,
Et l'on est retourné chez soi
Après un si grand bonheur.
Peu à peu, le cœur en peine,
On s'en est retourné chez elle
En effeuillant sur les blés
Une grande marguerite jaune.
La mer, ah! Elle est là-bas
Qui respire sur les épis !
Et mon bateau que j'y vois
Se balance sur les épis.
On arrive. Avant d'entrer
On se regarde les bras ronds.
Ça m'fait clic au fond de mon fond :
Elle sort sa petite clef.
Le jour tombe. On reste là,
On s'met au lit, c'est meilleur.
On s'relève pour faire pipi,
Dans le joli pot à fleurs.
On allume la chandelle,
On s'montre dans toute sa beauté...
Vite on s'recouche, on s'relève,
On s'étire. C'est l'été !
Y'a dans la chambre une odeur
D'amour tendre et de goudron.
Ça vous met la joie au cœur,
La peine aussi, et c'est bon...
Et l'on garde la chandelle
Pour mieux s'voir et s'admirer,
On se jure d'être fidèle,
On s'écoute soupirer.
Et tout à coup v'la qu'on pleure,
Sans savoir pourquoi, mon dieu !
Et qu'on veut s'tuer tous les deux,
Et qu'on s'ravise cœur à cœur.
Alors on s'dit toute sa vie,
Ça nous intéresse bien peu,
Mais ça n'fait rien, on s'la dit,
Et l'on croit qu'on s'comprend mieux.
On s'découvre des qualités,
On s'connaît, on s'plaint, et puis
Demain, comme il faut s'quitter,
On n'dit plus rien de toute la nuit.
C'est là l'sort de la marine
Et de toutes nos petites chéries.
On s'accoste, mais on devine
Que ça s'ra pas l'paradis.
On n'est pas là pour causer,
Mais on pense même dans l'amour...
On pense qu'demain y f'ra jour
Et qu' c'est une calamité.
On aura beau s'dépêcher,
Faire, bon dieu! la pige au temps,
Et l' bourrer de tous nos péchés,
Ça s'ra pas ça, et pourtant
Toutes les joies, tous les soucis,
Des amours qui durent toujours
On les r'trouve, en raccourci,
Dans nos petites amours d'un jour.
Mais la nuit se continue,
Elle ronfle, la petite poupée,
Plus doucement, sur son bras nu,
Qu'une souris dans du blé.
Alors quoi faut-y pas se plaindre,
Ah! Faut-y pas bougonner
De voir la chandelle s'éteindre
en fondant sur la ch'minée.
On r'garde, au mur, quelque chose
Qui grimpe jusqu'au plafond...
Ah, saleté! C'est gris c'est rose,
V'la le jour, rose comme un cochon.
On pleure contre l'oreiller,
Y'en avait qu'un pour nous deux...
Ça suffit. On se lève, adieu...
On part sans la réveiller.
Mais c'qui est le plus triste, au fond,
C'est que, pour nous qui naviguent,
Les regrets sont aussi longs
Des petits amours que des grands.
Et l'on s'demande malheureux,
Quand on voulait se tuer tous les deux,
Rester là s'éterniser...
Pourquoi qu'on s'est ravisé ?
On les r'trouve, en raccourci,
Dans nos p'tites amours d'un jour,
Toutes les joies, tous les soucis
des amours qui durent toujours !
C'est là l'sort de la marine
Et de toutes nos p'tites chéries.
On accoste. Vite! Un bec
Pour nos baisers, l'corps avec.
Et les joies, et les bouderies,
Les fâcheries, les bons retours,
Il y a tout, en raccourci,
Des grands amours dans nos petits.
Tout c'qu'on fait dans un seul jour !
Et comme on allonge le temps !
Plus d'trois fois dans un seul jour,
Content, pas content, content.
On a ri, on s'est baisés
Sur les nenœils, les nénés,
Dans les ch'veux à pleins bécots,
Pondus comme des œufs tout chauds.
On s'en est allé le matin,
Souffler les chandelles des prés.
Ça fatigue une catin,
Ça n'y est pas habitué.
On s'est relevé des bleuets
Les joues rouges et l'cœur en joie,
Et l'on est retourné chez soi
Après un si grand bonheur.
Peu à peu, le cœur en peine,
On s'en est retourné chez elle
En effeuillant sur les blés
Une grande marguerite jaune.
La mer, ah! Elle est là-bas
Qui respire sur les épis !
Et mon bateau que j'y vois
Se balance sur les épis.
On arrive. Avant d'entrer
On se regarde les bras ronds.
Ça m'fait clic au fond de mon fond :
Elle sort sa petite clef.
Le jour tombe. On reste là,
On s'met au lit, c'est meilleur.
On s'relève pour faire pipi,
Dans le joli pot à fleurs.
On allume la chandelle,
On s'montre dans toute sa beauté...
Vite on s'recouche, on s'relève,
On s'étire. C'est l'été !
Y'a dans la chambre une odeur
D'amour tendre et de goudron.
Ça vous met la joie au cœur,
La peine aussi, et c'est bon...
Et l'on garde la chandelle
Pour mieux s'voir et s'admirer,
On se jure d'être fidèle,
On s'écoute soupirer.
Et tout à coup v'la qu'on pleure,
Sans savoir pourquoi, mon dieu !
Et qu'on veut s'tuer tous les deux,
Et qu'on s'ravise cœur à cœur.
Alors on s'dit toute sa vie,
Ça nous intéresse bien peu,
Mais ça n'fait rien, on s'la dit,
Et l'on croit qu'on s'comprend mieux.
On s'découvre des qualités,
On s'connaît, on s'plaint, et puis
Demain, comme il faut s'quitter,
On n'dit plus rien de toute la nuit.
C'est là l'sort de la marine
Et de toutes nos petites chéries.
On s'accoste, mais on devine
Que ça s'ra pas l'paradis.
On n'est pas là pour causer,
Mais on pense même dans l'amour...
On pense qu'demain y f'ra jour
Et qu' c'est une calamité.
On aura beau s'dépêcher,
Faire, bon dieu! la pige au temps,
Et l' bourrer de tous nos péchés,
Ça s'ra pas ça, et pourtant
Toutes les joies, tous les soucis,
Des amours qui durent toujours
On les r'trouve, en raccourci,
Dans nos petites amours d'un jour.
Mais la nuit se continue,
Elle ronfle, la petite poupée,
Plus doucement, sur son bras nu,
Qu'une souris dans du blé.
Alors quoi faut-y pas se plaindre,
Ah! Faut-y pas bougonner
De voir la chandelle s'éteindre
en fondant sur la ch'minée.
On r'garde, au mur, quelque chose
Qui grimpe jusqu'au plafond...
Ah, saleté! C'est gris c'est rose,
V'la le jour, rose comme un cochon.
On pleure contre l'oreiller,
Y'en avait qu'un pour nous deux...
Ça suffit. On se lève, adieu...
On part sans la réveiller.
Mais c'qui est le plus triste, au fond,
C'est que, pour nous qui naviguent,
Les regrets sont aussi longs
Des petits amours que des grands.
Et l'on s'demande malheureux,
Quand on voulait se tuer tous les deux,
Rester là s'éterniser...
Pourquoi qu'on s'est ravisé ?
envoyé par Riccardo Venturi - 17/2/2021 - 11:55
Langue: italien
Versione italiana / Version italienne / Italian version / Italiankielinen versio:
Riccardo Venturi, 18/20 - 2 - 2021
Quattro parole del traduttore. Zio Georges coupait, d'accordo, in piena intesa con Paul Fort e addirittura con complicità visto che nel 1953 non si potevano cantare ventisette strofe... Però, quelle ventisette strofe contengono una cosa ben diversa, come già accennato. Eccola qua, dopo che mi ci sono quasi scervellato per due giorni. Scervellatura risolta per prima cosa restaurando una semplice cosa (anche nella versione coupée di Brassens): la punteggiatura. Questa è una poesia dove, senza una punteggiatura corretta, non si capisce nulla, oppure si rischia di prendere degli sfondoni colossali. In una poesia scritta, le pause precisano il senso; e non capisco la stupida mania di riportare testi poetici (ma anche di semplici canzonette) senza punteggiatura -spesso dai poeti stessi, che sono notoriamente strane creature e che non di rado andrebbero appesi a un lampione. Detto questo, a chi traduce -persino senza nessuna pretesa- appare un testo esplicito quanto dolente e persino cupo; e, forse, negli amori dei marinai racchiude l'intera parabola umana. La versione abbreviata di Brassens lo fa soltanto percepire. Nel cantare e “sceneggiare” (come ha fatto, peraltro, anche Didier Delahaye) l'intera poesia originale, l'immenso Gabriel Yacoub ha voluto darle un'atmosfera “brelliana” (opportunamente, a mio parere) ambientando il tutto a Anversa o in qualche porto del Nord. Io, invece, e per forza, ho spostato tutto a Livorno, sul porto di Livorno di Piero Ciampi. La traduzione, però, non è in sé in livornese (la avevo cominciata così, lo confesso, ma mi sono accorto che tenere il livornese integrale per ventisette strofe sarebbe stato tanto problematico quanto, probabilmente, ridicolo; il senso del ridicolo deve sempre far orientare sia chi traduce, sia chi scrive in un dialetto). Tutto questo a parte una strofa, che m'è venuta talmente naturale in livornese da averla tenuta (e anche due o tre parole qua e là, persino con un'ammistione camilleriana). E', quindi e comunque, livornese nel profondo -anche per il voluto incrudimento del lessico rispetto all'originale, che comunque non è così edulcorato. Incrudimento del lessico e, in alcuni punti, interpretazione, scioglimento, esplicazione di un Paul Fort che, nonostante il grande amore per la consorte, sembra qui, per le conoscenze estreme che mette in campo, aver frequentato di persona qualche lupanare portuale, tipo quello di Madame Sitrì. E, infatti, se c'è qualcuno che, eventualmente, vedrei parecchio bene a accollarsi di cantare questa cosa, rifatta ammodino in italiano o in livornese, è proprio Bobo Rondelli. E mi garberebbe anche di vedé' una versione siciliana made in Gullotta, non lo nego: di porti, del resto, in Sicilia non ne dovrebbero mancare.
Riccardo Venturi, 18/20 - 2 - 2021
Quattro parole del traduttore. Zio Georges coupait, d'accordo, in piena intesa con Paul Fort e addirittura con complicità visto che nel 1953 non si potevano cantare ventisette strofe... Però, quelle ventisette strofe contengono una cosa ben diversa, come già accennato. Eccola qua, dopo che mi ci sono quasi scervellato per due giorni. Scervellatura risolta per prima cosa restaurando una semplice cosa (anche nella versione coupée di Brassens): la punteggiatura. Questa è una poesia dove, senza una punteggiatura corretta, non si capisce nulla, oppure si rischia di prendere degli sfondoni colossali. In una poesia scritta, le pause precisano il senso; e non capisco la stupida mania di riportare testi poetici (ma anche di semplici canzonette) senza punteggiatura -spesso dai poeti stessi, che sono notoriamente strane creature e che non di rado andrebbero appesi a un lampione. Detto questo, a chi traduce -persino senza nessuna pretesa- appare un testo esplicito quanto dolente e persino cupo; e, forse, negli amori dei marinai racchiude l'intera parabola umana. La versione abbreviata di Brassens lo fa soltanto percepire. Nel cantare e “sceneggiare” (come ha fatto, peraltro, anche Didier Delahaye) l'intera poesia originale, l'immenso Gabriel Yacoub ha voluto darle un'atmosfera “brelliana” (opportunamente, a mio parere) ambientando il tutto a Anversa o in qualche porto del Nord. Io, invece, e per forza, ho spostato tutto a Livorno, sul porto di Livorno di Piero Ciampi. La traduzione, però, non è in sé in livornese (la avevo cominciata così, lo confesso, ma mi sono accorto che tenere il livornese integrale per ventisette strofe sarebbe stato tanto problematico quanto, probabilmente, ridicolo; il senso del ridicolo deve sempre far orientare sia chi traduce, sia chi scrive in un dialetto). Tutto questo a parte una strofa, che m'è venuta talmente naturale in livornese da averla tenuta (e anche due o tre parole qua e là, persino con un'ammistione camilleriana). E', quindi e comunque, livornese nel profondo -anche per il voluto incrudimento del lessico rispetto all'originale, che comunque non è così edulcorato. Incrudimento del lessico e, in alcuni punti, interpretazione, scioglimento, esplicazione di un Paul Fort che, nonostante il grande amore per la consorte, sembra qui, per le conoscenze estreme che mette in campo, aver frequentato di persona qualche lupanare portuale, tipo quello di Madame Sitrì. E, infatti, se c'è qualcuno che, eventualmente, vedrei parecchio bene a accollarsi di cantare questa cosa, rifatta ammodino in italiano o in livornese, è proprio Bobo Rondelli. E mi garberebbe anche di vedé' una versione siciliana made in Gullotta, non lo nego: di porti, del resto, in Sicilia non ne dovrebbero mancare.
Ar bordello de' marinai
Le ritrovi, in scala ridotta,
Nelle nostre storielle d'un giorno,
Tutte le gioie e tutte le pene
Degli amori che duran per sempre.
È il destino di noi marinai
E di tutte le nostre amichette.
Ci si abborda. Presto! Una bocca
Per baciarci, e poi giù a pipà'.
E le gioie, e poi si fa il broncio,
Le sciarratine, poi si fa la pace.
C'è proprio tutto, in scala ridotta,
Dei grandi amori nei nostri flirt.
Quante se ne fanno in un giorno solo !
E il tempo, come si allunga !
In un giorno se ne fan tre e passa,
Una bene, una così così, un'altra meglio...
E giù risate, e poi a baciarci
Sugli occhi e sulle tettine,
Sui capelli a gran bacioni caldi
Che sembran uova appena fatte.
Poi al mattino levi le tende
E vai un poco a ripigliarti.
È impegnativo co' una puttanella,
'Uncizè tant'abituati.
T'alzi e esci dai fiordalisi
Con gli occhi rossi e il cuor contento,
E poi te ne torni alla base
Dopo aver goduto parecchio.
Gira e rigira, col cuore in pena,
Poi torni a farle una visitina
Sfogliando nei campi di grano
Una margheritona gialla.
Il mare, ah! È laggiù
Che àlita sulle spighe,
E su quelle spighe, lo vedo,
Ondeggia la mia nave.
Eccoci qua. Prima d'entrare
Ci si guarda a braccia conserte.
Nei miei abissi sento un “clic” :
Lei tira fuori la sua chiavetta.
Si fa sera. Si resta là,
Si va a letto, ed è meglio.
Ci si alza per pisciare
Nel vasetto de' fiori a mo' di pitale.
Poi si accende la candela,
Ci si mostra, dé come s'è belli,
Poi giù ancora, e poi ci si rialza,
Ci si stiracchia...è estate !
In camera c'è un odore
D'amor dolce e di catrame
Che ti mette gioia nel cuore
E pure pena...dé s'è bello !
Si lascia bruciar la candela
Per guardarsi meglio e ammirarsi.
Ci si giura fedeltà,
Ci si ascolta sospirare.
E d'un colpo si scoppia in pianto,
Mioddìo, non si sa manco perché...
Ci si vuol suicidare in coppia,
Poi ci si ripensa, accorati...
Allora ci si racconta tutta la vita
Detto fra noi, c'importa una sega...
Ma ci se la racconta lo stesso,
Così si crede di capirci meglio.
Ci si scopre delle qualità,
Ci si conosce, ci si lagna...
Tanto domani ci si lascia
E non si dice più nulla di tutta la notte.
È il destino di noi marinai
E di tutte le nostre amichette.
Ci si abborda, ma si sa bene
Che non sarà il paradiso.
Un 'z'è llà pe' cazzeggià,
Ma si penza solo a zebà',
Si penza che ir giorno deve spuntà',
Accident' ar budello di su' mà.
Si dovrà sbrigarsi veloci,
Cazzo, più svelti del tempo che scorre
E riempirlo di ogni nostro peccato,
Non serve a nulla...però
Tutte le gioie e tutte le pene
Degli amori che duran per sempre,
Le ritrovi, in scala ridotta,
Nelle nostre storielle d'un giorno.
Ma la notte continua a passare,
Sta ronfando, la bambolina,
Sul suo braccio nudo, più dolcemente
Che un topolino dentro al grano.
Allora dé, non c'è da lamentarsi,
E c'è poco da brontolare
Quando la candela si spegne
E fonde sul caminetto...
E si vede qualcosa sul muro
Arrampicarsi fino al soffitto...
Budellodèva, è un po' grigio e un po' rosa,
È il giorno, rosa come un porcello...
E si piange sopra il guanciale,
Ché ce n'era uno solo per due...
Occhèi, è finita. Ci s'alza e addio,
Ci se ne va senza svegliarla.
Ma, in fondo, quel ch'è più triste,
È che per noialtri marinai
I rimpianti duran tanto uguale,
Che gli amori sian piccoli o grandi.
E allora, bòia, ci si fan du' domande
Su quando ci si voleva ammazzà',
E restà' là a immortalarsi...
Ma perché ci s'è ripensato..?!?
Le ritrovi, in scala ridotta,
Nelle nostre storielle d'un giorno,
Tutte le gioie e tutte le pene
Degli amori che duran per sempre.
È il destino di noi marinai
E di tutte le nostre amichette.
Ci si abborda. Presto! Una bocca
Per baciarci, e poi giù a pipà'.
E le gioie, e poi si fa il broncio,
Le sciarratine, poi si fa la pace.
C'è proprio tutto, in scala ridotta,
Dei grandi amori nei nostri flirt.
Quante se ne fanno in un giorno solo !
E il tempo, come si allunga !
In un giorno se ne fan tre e passa,
Una bene, una così così, un'altra meglio...
E giù risate, e poi a baciarci
Sugli occhi e sulle tettine,
Sui capelli a gran bacioni caldi
Che sembran uova appena fatte.
Poi al mattino levi le tende
E vai un poco a ripigliarti.
È impegnativo co' una puttanella,
'Uncizè tant'abituati.
T'alzi e esci dai fiordalisi
Con gli occhi rossi e il cuor contento,
E poi te ne torni alla base
Dopo aver goduto parecchio.
Gira e rigira, col cuore in pena,
Poi torni a farle una visitina
Sfogliando nei campi di grano
Una margheritona gialla.
Il mare, ah! È laggiù
Che àlita sulle spighe,
E su quelle spighe, lo vedo,
Ondeggia la mia nave.
Eccoci qua. Prima d'entrare
Ci si guarda a braccia conserte.
Nei miei abissi sento un “clic” :
Lei tira fuori la sua chiavetta.
Si fa sera. Si resta là,
Si va a letto, ed è meglio.
Ci si alza per pisciare
Nel vasetto de' fiori a mo' di pitale.
Poi si accende la candela,
Ci si mostra, dé come s'è belli,
Poi giù ancora, e poi ci si rialza,
Ci si stiracchia...è estate !
In camera c'è un odore
D'amor dolce e di catrame
Che ti mette gioia nel cuore
E pure pena...dé s'è bello !
Si lascia bruciar la candela
Per guardarsi meglio e ammirarsi.
Ci si giura fedeltà,
Ci si ascolta sospirare.
E d'un colpo si scoppia in pianto,
Mioddìo, non si sa manco perché...
Ci si vuol suicidare in coppia,
Poi ci si ripensa, accorati...
Allora ci si racconta tutta la vita
Detto fra noi, c'importa una sega...
Ma ci se la racconta lo stesso,
Così si crede di capirci meglio.
Ci si scopre delle qualità,
Ci si conosce, ci si lagna...
Tanto domani ci si lascia
E non si dice più nulla di tutta la notte.
È il destino di noi marinai
E di tutte le nostre amichette.
Ci si abborda, ma si sa bene
Che non sarà il paradiso.
Un 'z'è llà pe' cazzeggià,
Ma si penza solo a zebà',
Si penza che ir giorno deve spuntà',
Accident' ar budello di su' mà.
Si dovrà sbrigarsi veloci,
Cazzo, più svelti del tempo che scorre
E riempirlo di ogni nostro peccato,
Non serve a nulla...però
Tutte le gioie e tutte le pene
Degli amori che duran per sempre,
Le ritrovi, in scala ridotta,
Nelle nostre storielle d'un giorno.
Ma la notte continua a passare,
Sta ronfando, la bambolina,
Sul suo braccio nudo, più dolcemente
Che un topolino dentro al grano.
Allora dé, non c'è da lamentarsi,
E c'è poco da brontolare
Quando la candela si spegne
E fonde sul caminetto...
E si vede qualcosa sul muro
Arrampicarsi fino al soffitto...
Budellodèva, è un po' grigio e un po' rosa,
È il giorno, rosa come un porcello...
E si piange sopra il guanciale,
Ché ce n'era uno solo per due...
Occhèi, è finita. Ci s'alza e addio,
Ci se ne va senza svegliarla.
Ma, in fondo, quel ch'è più triste,
È che per noialtri marinai
I rimpianti duran tanto uguale,
Che gli amori sian piccoli o grandi.
E allora, bòia, ci si fan du' domande
Su quando ci si voleva ammazzà',
E restà' là a immortalarsi...
Ma perché ci s'è ripensato..?!?
100!!
Approfitto della ricorrenza per ricordare che finalmente quest'anno è stato pubblicato anche il cd "Fausto Amodei canta Georges Brassens" registrato più di tre decenni fa
Approfitto della ricorrenza per ricordare che finalmente quest'anno è stato pubblicato anche il cd "Fausto Amodei canta Georges Brassens" registrato più di tre decenni fa
Fausto Amodei canta Georges Brassens – Nota.it
Flavio Poltronieri - 22/10/2021 - 15:10
Langue: anglais
AMORI DI MARINAI
Negli amori di un solo giorno si ritrovan condensati
I deliri ed i tormenti degli amori prolungati.
Sono di noi marinai, le passioni dolci-amare.
Attracchiamo. Presto! Baci e un corpo da accarezzare!
Grandi gioie, grandi dolori, musi lunghi, nuovi languori:
Nulla manca, in quelli nostri, della forza dei grandi amori.
Deponiamo, a bocca piena, dolci baci sui seni belli,
E altri ancora, come uova calde, nel nido dei folti capelli.
E così in un solo giorno, di cui si dilatano i tempi,
Avviene che, di volta in volta, si è contenti, scontenti, contenti.
Nella camera c’è odore di amore dolce e di pece,
Che dà gioia, che ti strugge, e tutto questo ti piace.
Non si è qui per chiacchierare, ma si pensa, facendo l’amore,
Che domani sarà un altro giorno e questo fa male al cuore.
È il destino del marinaio e delle sue innamorate:
Lui sa che del paradiso troverà le porte sbarrate.
Bruciam pure tutte le ore, blocchiamo al tempo la via,
Rimpinziamolo d’ogni peccato, sì, va bene, e tuttavia,
Negli amori di un solo giorno si ritrovan condensati
I deliri e i tormenti degli amori prolungati.
Negli amori di un solo giorno si ritrovan condensati
I deliri ed i tormenti degli amori prolungati.
Sono di noi marinai, le passioni dolci-amare.
Attracchiamo. Presto! Baci e un corpo da accarezzare!
Grandi gioie, grandi dolori, musi lunghi, nuovi languori:
Nulla manca, in quelli nostri, della forza dei grandi amori.
Deponiamo, a bocca piena, dolci baci sui seni belli,
E altri ancora, come uova calde, nel nido dei folti capelli.
E così in un solo giorno, di cui si dilatano i tempi,
Avviene che, di volta in volta, si è contenti, scontenti, contenti.
Nella camera c’è odore di amore dolce e di pece,
Che dà gioia, che ti strugge, e tutto questo ti piace.
Non si è qui per chiacchierare, ma si pensa, facendo l’amore,
Che domani sarà un altro giorno e questo fa male al cuore.
È il destino del marinaio e delle sue innamorate:
Lui sa che del paradiso troverà le porte sbarrate.
Bruciam pure tutte le ore, blocchiamo al tempo la via,
Rimpinziamolo d’ogni peccato, sì, va bene, e tuttavia,
Negli amori di un solo giorno si ritrovan condensati
I deliri e i tormenti degli amori prolungati.
envoyé par Andy - 30/6/2023 - 12:05
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[1953]
Poesia di Paul Fort (1872-1960) / Poème de Paul Fort (1872-1960) / A poem by Paul Fort (1872-1960) / Paul Fortin (1872-1960) runo [1900]
Musica / Musique / Music / Sävel: Georges Brassens
In album / En album / Albumissa: Le Vent [1954]
Brassens ha musicato anche altre poesie di Paul Fort (Reims 1-2-1872, Montlhéry 20-4-1960): “Le petit cheval” “Comme hier” “Si le bon Dieu l'avait voulu”. Due approfondimenti su Brassens a mia cura sono pubblicati qui:" [Flavio Poltronieri]
Georges Brassens - terre celtiche
La poesia originale di Paul Fort, L'amour marin, risale al 1900; è la poesia iniziale della raccolta eponima. Georges Brassens e Paul Fort si conoscevano bene; è bene ricordare che, oltre a L'amour marin, a Comme hier, a Le petit cheval e a Si le bon Dieu l'avait voulu -come opportunamente accennato da Flavio Poltronieri- , Georges Brassens musicò anche La Corde (la seconda poesia della raccolta L'amour marin (interpretata poi solo nel 1987 da Gricha Mouloudji, il figlio di Marcel Mouloudji) e recitò alla radio (registrazione poi inserita in album) la poesia L'enterrement de Verlaine. Si può senz'altro dire che Paul Fort è, tra i poeti in vita quando lo era anche Brassens, quello che ha sentito più vicino artisticamente e umanamente.
Come anche precisato da Gabriel Yacoub, che ha cantato tutte e ventisette le strofe della poesia di Paul Fort (ma sulla medesima musica, l'irresistibile valzerino scritto nel 1953 da Georges Brassens: impossibile concepirne un'altra, probabilmente), nei primi anni '50 sarebbe stato impensabile incidere una canzone di quasi otto minuti; “Et je coupais”, diceva semplicemente e brutalmente il giovane Brassens. Il quale, peraltro, coupait in pieno accordo e con la “complicità” dell'anziano Paul Fort stesso. Andò forse a finire che gli allora pur necessari tagli di Brassens snaturarono un po' la poesia di Fort, togliendole il carattere disincantato e persino un po' cupo (specie nelle ultime strofe). Ma tant'è: anni dopo, quando canzoni di otto, dieci, persino di quindici minuti sono diventate accettabili e incidibili, ci ha pensato, e in modo superlativo, Gabriel Yacoub con la sua autentica "messa in scena musicale" ambientata a Anversa o in un qualche porto del genere, forse un velato omaggio anche alle atmosfere brelliane.
Paul Fort morì il 20 aprile 1960, e ci fu il suo enterrement, come quello di Verlaine sul quale aveva composto quella poesia poi recitata e incisa dal giovane amico di Sète. Georges Brassens era, naturalmente, presente al funerale, tenutosi a Montlhéry dove Paul Fort era venuto a mancare. C'era anche, senza che nessuno lo conoscesse, un altro poeta: si chiamava Antoine Pol. Poco mancò che s'incontrasse con Brassens, ma quell'incontro non avvenne mai. Due passanti, fugaci come marinai. [RV]