Lingua   

Juana

Milva
Lingua: Italiano


Milva


Io sono in piedi alle cinque d'ogni dì,
la mia giornata trascorre così.
Pulire i pavimenti e portar la colazione,
il pranzo preparare e i piatti da lavar.

Poi viene il bello, la spesa vado a far,
ritorno a casa, ritorno a casa mia
e rifaccio i bei lettini
e nel cesso i vasini poi vuoto,
i vestitini dei miei cari padroncini
ripulisco ad uno ad uno,
e poi cucio, rammendo,
poi smacchio salendo le scale sue e giù,
giù e su,
su e giù
e corro e volo e sono felice, felice, felice, felice così!

Ormai è tardi,
di nuovo devo uscir
e poi di corsa la cena da servir.
Attenta a non lasciare su l’arrosto da bruciare,
il dinè apparecchiare
e il servizio non sbagliar.

Poi viene il bello,
la cena da servir,
attenta, attenta, negretta sei contenta
con i piatti, con piattini,
con bicchieri e bicchierini
metto senza far rumore,
i miei cari padroncini
servo tutti, ad uno a uno,
e poi prendo gli avanzi
e mi faccio una cena,
mi faccio una cena, una cena da re.

E poi sciacquo, risciacquo,
e lavo, rilavo,
e lavo, rilavo,
trallalà!

Oh quale gioia servire il caffè!
Metter la cera a mezzanotte sul parquet!
Il cane spidocchiare,
i fiori rinfrescare,
il frigidaire sbrinare,
la stufa da stasare,

Oh che delizia svuotare l’immondizia!
E al gattino preparare la pappetta,
poi staccare la stufetta,
spazzolare la pelliccia alla signora,
il cincillà.

Poi lucido le pentole,
poi carico le pentole,
poi svuoto i posacenere,
che gioia, son servetta,
son per tutta la mia vita, sì,
che gioia, una servetta resterò!
Ah!



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