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Io non so dire

Silvano Staffolani
Language: Italian


Silvano Staffolani


Io non so dire se la Legge è giusta o se la Legge è ingiusta.

So soltanto che noi languiamo abbandonati in carcere circondati da mura troppo alte, dove ogni giorno è lungo come un anno: un anno fatto di giorni lunghissimi.

E questo posso dire: che ogni Legge creata dall’uomo per l’uomo, dal tempo che il primo Uomo assassinò suo fratello ed ebbe inizio la pazzia del mondo, rende paglia il frumento e tiene in vita gli sterpi: allora si ingrandisce il male.

Ed anche questo so (vorrei che ognuno lo sapesse): ogni carcere è costruito dall’uomo con mattoni di vergogna e chiuso dalle sbarre, perché Cristo non veda come gli uomini riescono a mutilare anche i propri fratelli.

Con queste sbarre macchiano la luna ed accecano il sole. Forse è giusto che tengano nascosto il loro inferno: dentro avvengono cose che nessuno, non il figlio di Dio e non il Figlio dell’Uomo, avrebbe forza di guardare.

È mezzanotte nel cuore di un uomo, è il crepuscolo nella cella di un altro: ognuno nel suo inferno solitario gira un uncino o lacera una corda. Il silenzio lontano è più solenne del suono di una campana di rame.

Mai una voce umana s’avvicina per dire una parola di conforto. Lo sguardo che ci scruta dalla porta non ha pietà, impassibile. Da tutti dimenticati, siamo qui a marcire, sfigurati nel corpo e nello spirito.

Eppure ogni uomo uccide ciò che ama. Io vorrei che ciascuno m’ascoltasse: alcuni uccidono adulando, ad altri basta solo uno sguardo d’amarezza. Il vile uccide con un bacio e l’uomo coraggioso con la spada!



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