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Ballata per i centri antiviolenza

Igor Lampis
Lingua: Italiano


Igor Lampis


Come ti senti, bambina,
nata sotto un nastro rosa
quando il rosa d’ogni cosa
il futuro ti indovina?
Quando già ti si programma
con i trucchi nell’astuccio,
con la bambola col ciuccio,
nata appena, e già mamma?

Come ti senti, bambina,
quando ti fan benedire
e già il prete a partorire
di dolore ti destina?
Quando recita da un tomo
nero come la sua veste
che, da donne, non sareste
che una costola dell’uomo?

Come ti senti, fanciulla
quando già non dan respiro,
quando ti prendono in giro
e tu non puoi fargli nulla?
Loro fanno anche a mazzate,
e si regolan la vita;
alle tue esili dita
le difese non son date.

Come ti senti, ragazza,
quando tuo padre va in bestia
e alza un’ombra di molestia
su tua madre che sbarazza?
E ti bandisce in soffitta
come un cane, se ti impicci
dei suoi fatti; e maledici
lei che piange e resta zitta.
 
E come ti senti, donna
a saper che per le strade
della tua vita decide
la misura di una gonna?
A saper che cerchi rogna
tra le mani della torma
che ti umilia e ti trasforma
la bellezza in vergogna?
 
E come ti senti, donna,
mentre sanguini in cucina
come quella catenina
con il cuor della madonna,
dono di tua madre, quando,
quando il taglio ancora brucia
di lui che era in tua fiducia,
lui che ti sposò giurando?
 
Come ti senti, fantasma
tra lenzuola sotto cui
non esisti, sotto a lui,
a coprire ogni miasma,
ogni segno che ti tatua
ogni giorno che tramonta.
È la colpa che si sconta,
ma alla fine ci si abitua.
 
Come ti senti, compagna,
ad alzar lo sguardo asciutto,
a lasciarti indietro tutto
questo rimmel che ristagna,
ed andar libera e sola
a parlare ad altre uguali,
a lottar gli stessi mali,
a tornare alla parola?



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