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La gente di Legnano

Renato Franchi & Orchestrina del Suonatore Jones
Lingua: Italiano


Renato Franchi & Orchestrina del Suonatore Jones


La gente di Legnano ha tre pensieri
persi nelle vie della città
uno ha il sapore di mille desideri
il secondo è un segreto e l'altro non si sa

La gente di Legnano va veloce
nelle braccia di un destino che non sa
le fabbriche sono chiuse e senza voce
e la sirena più non canterà

E io cerco quelle strade che non so
e tu che non ci sei
e vorrei darti tutta la mia vita
ma adesso tu chissà dove sarai.

Nel cielo di Legnano canta la storia,
la sua battaglia, il vento e le stagioni
I morti di Mathausen e la memoria,
il sangue dei fratelli Venegoni(*)

La pioggia di Legnano bagna il cuore
dei ragazzi della strada e dentro i bar
sarà il freddo sui cappotti, sarà amore
sarà il sogno che stiamo sempre ada spettar

E io cerco quelle strade che non so
e tu che non ci sei
e vorrei darti tutta la mia vita
ma adesso tu chissà dove sarai.

La gente di Legnano ha tre pensieri
e li cerca nelle vie della città
uno ha il sapore di mille desideri
il secondo è un segreto e l'altro non si sa

E io cerco quelle strade che non so
e tu che non ci sei
e vorrei darti tutta la mia vita
ma adesso tu chissà dove sarai.
(*) I fratelli Venegoni sono stati duramente perseguitati dal regime fascista a causa delle loro intransigente difesa delle proprie idee di libertà e di emancipazione dei lavoratori. I tre fratelli più grandi - Guido, nato nel '19, era un bambino e poi un ragazzo negli anni del regime - furono a più riprese arrestati, deferiti al Tribunale Speciale, condannati a lunghe pene detentive e costretti in un regime di rigida sorveglianza speciale, che di fatto rappresentava una sorta di arresti domiciliari.

Bande squadristiche li presero di mira più volte, aggredendoli vigliaccamente in gruppo a manganellate, e costringendoli più di una volta al ricovero in ospedale. Soprattutto Mauro, di carattere indomito, divenne il bersaglio preferito di una autentica caccia all'uomo, che lo costrinse alla fine degli anni Venti a cercare rifugio in Francia.

Carlo fu arrestato a Torino nel 1927 mentre cercava di ricostituire la locale Camera del Lavoro. Contemporaneamente Mauro e Pierino furono arrestati a Legnano nel quadro di una inchiesta sul gruppo comunista dell'Alto Milanese. Il primo fu condannato a 10 anni di carcere dal Tribunale Speciale; gli altri invece quella volta furono assolti, ma solo dopo 15 mesi di detenzione preventiva.

Successivamente, rientrato in Italia su incarico del PCI, Mauro fu nuovamente arrestato a Villa San Giovanni (Calabria) e condannato a 5 anni dal Tribunale Speciale. Scontate le rispettive condanne, Carlo e Mauro furono inseriti in una speciale lista di persone "da arrestare in determinate circostanze": bastava una visita in zona di un alto gerarca del regime perché essi fossero fermati e chiusi in guardina per qualche giorno.

All'indomani dell'ingresso dell'Italia in guerra, nel giugno 1940, sia Carlo che Mauro furono arrestati per l'ennesima volta e deportati in un campo di concentramento fascista: non riacquistarono la libertà che dopo la caduta del regime, il 25 luglio del 1943.

Complessivamente i tre fratelli Venegoni maggiori trascorsero circa 23 anni tra carcere, campo di concentramento e vigilanza speciale.

Mauro fu barbaramente trucidato dalle camicie nere alla fine dell'ottobre 1944. Alla sua memoria è stata attribuita la Medaglia d'Oro al Valor Militare.

Carlo, Pierino e Guido furono a loro volta arrestati, torturati e deportati prima di poter sfilare da vincitori alla testa del grande corteo della Liberazione
venegoni.it



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