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Canti di vita e d’amore: Sul ponte di Hiroshima

Luigi Nono


Luigi Nono


I - Sul Ponte di Hiroshima

Essi non devono giacere
e basta.
la loro
non è una morte abituale
ma
un monito,
un avvertimento.
orchestra
su un ponte di Hiroshima
un uomo
pizzica le corde di uno strumento
e canta.
dove vi aspettate di trovare il volto,
non troverete un volto,
ma una cortina:
perché non ha più volto.
dove vi aspettate di trovare la mano,
non troverete una mano,
ma un artigilio d’acciaio:
perché non ha più mano.
finché non avremo esorcizzato il pericolo,
che alla sua prima manifestazione
portò via 200.000 uomini,
quell’automa
sarà su quel ponte
e
canterà la sua canzone.
sarà su tutti i ponti
che conducono al nostro futuro comune
come atto di accusa
come messaggero.
facciamo quanto occorre
per potergli dire:
non sei più necessario;
puoi lasciare il tuo posto.

II - Djamila Boupacha

Quitadme de los ojos esta niebla de siglos.
Quiero mirar las cosas
como un niño.
Es triste amanecer
y ver todo lo mismo.
Esta noche de sangre,
este fango infinito.
Ha de venir un día,
distinto.
Ha de venir la luz,
creedme lo que os digo.

III – Tu

Sarà un cielo chiaro. S’apriranno le strade
sul colle di pini e di pietra.
Il tumulto delle strade
non muterà quell’aria ferma.
[I fiori spruzzati
di colore alle fontane
occhieggeranno come donne
divertite.] Le scale
le terrazze le rondini
canteranno nel sole.
S’aprirà quella strada,
le pietre canteranno,
il cuore batterà sussultando
come l’acqua nelle fontane -
sarà questa la voce
che salirà le tue scale.
[Le finestre sapranno
l’odore della pietra e dell’aria
mattutina.] S’aprirà una porta.
Il tumulto delle strade
sarà il tumulto del cuore
nella luce smarrita.
Sarai tu - ferma e chiara.



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