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Contrasto tra l'aristocratica e la plebea sulla guerra di Tripoli

anonimo
Lingua: Italiano




Plebea:
Da piccola bambina io ave' 'mparato
che c'era un solo Dio che ci comanda,
ora si vede il mondo s'è cambiato
perché si trova un Dio per ogni landa.
Così rimane il popolo ingannato
dalla vostra fallace propaganda:
mentre Dio ci prescriveva: " Non ammazzare",
oggi vediam le gente macellare.

Aristocratica:
È sempre costumato guerreggiare
e l' oggi ce lo impone più che mai,
chi per voler le terre conquistare
e chi per dar lavoro agli operai.
Intanto quei malvagi, piano piano,
un po' di educazion la impareranno;
tralasceranno i rei costumi suoi,
diverranno educati come noi.

Plebea:
Dici che civilizzare tu li vòi,
pagherei a saper come farai:
fammi i' piacere e dimmi come fai
agli altri regali ciò che non hai.
Prima di tutto civilizza i tuoi,
perché se una statistica tu fai
troverai tra gli italici abitanti
il settanta per cento d'ignoranti.

Aristocratica:
Questo tu l'avrai letto sull'Avanti,
giornale socialista e temerario;
essere nun ci pol che lui fra tanti
all'impresa di Tripoli contrario.
Mentre gli altri giornali, tutti quanti,
rammentano d'un caso straordinario:
giornali fatti da' nazionalisti,
e l'Avanti lo fanno i socialisti.

Plebea:
Chi ama la guerra sono òmini tristi,
privi di scienza e di cuore cattivo;
fossero stati invece i socialisti,
il mio figlio sarebbe ancora vivo.
La guerra è bella pe' capitalisti,
perché ritrovan sempre il loro attivo:
dalle imposte che tengono impiegate
dicono sempre: Armiamoci ed andate.



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