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Gelato in febbraio

Giubbonsky
Lingua: Italiano




23 di febbraio, piazzale Lugano,
una rissa tra pusher e il Digos Policino
alza il braccio, mira e spara e un proiettile vagante
lascia steso li per terra un fratello sanguinante.
Nebbia fitta dentro gli occhi, freddo intenso nelle ossa,
lacrime, dolore e rabbia siamo ancora tutti scossi
e costretti a berci un calice dove olezza la fandonia
che un gelato in febbraio abbia ucciso Luca Rossi.

Quanti altri gelati dovremo ingoiare
quante giovani vite vedremo stroncare
da chi porta pistole sotto la sua divisa
e sa che la giustizia non è proprio precisa

Corre lenta la giustizia siamo nell'89
alla sbarra lo sbirro è la prova del 9
è un processo o una farsa, con la deposizione
scopri che la verità è soltanto un illusione.
Hanno ucciso un'altra volta la nostra speranza
e nell'animo stretto c'è angoscia che avanza
non crediamo più a niente, non è un'impressione
resta solo amarezza mista a desolazione

Quanti altri gelati dovremo ingoiare
quante giovani vite vedremo stroncare
da chi porta pistole sotto la sua divisa
e sa che la giustizia non è proprio precisa

Non è stato un gelato a fermare il coraggio
di un fratello dolcissimo, un cuore di saggio
questo senso di vuoto che riempie qui intorno
conserviamo il ricordo, giorno dopo giorno.
Una storia italiana non proprio finita
perché in fondo a troppi cuori ancora aperta è la ferita
ferrea e lucida memoria la vogliamo colorare
e anche chi non sa di Luca non potrà dimenticare.

Quanti altri gelati dovremo ingoiare
quante giovani vite vedremo stroncare
da chi porta pistole sotto la sua divisa
e sa che la giustizia non è proprio precisa

Quanti altri gelati dovremo ingoiare
quante vite innocenti vedremo stroncare
da chi spara nascosto da una divisa
e sa che la giustizia non condanna divisa.



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