Lingua   

Gagiò romanò

Alessandro Sipolo
Lingua: Italiano


Alessandro Sipolo


Mi ricordo bene il viso che conobbe la prigione
i capelli neri e rustici, il suo nome e anche il cognome
e ricordo quella fame che lo colse sulla via
nel bel mezzo dei vent’anni: pane, amore. Ed utopia.
E ricordo le parole gocciolate rare e fiere
sopra al tavolo di un bar sospeso in mezzo alle torbiere
con la timidezza schiva che hanno i lupi di montagna
la spontaneità ribelle, forte come la gramigna
E i ricordi rotolavano come pale di un mulino
come rotolano i sogni di chi non sa viver chino
e quando la leva chiama per votarlo alla violenza
una mano rom lo prende, la virtù non è obbedienza!
Cercami
sulla strada che luccica
ben lontano da qui
tracce da fare perdere
e la bocca che mastica
la bellezza di un “no” … Gagiò romanò!
Gira gira la giostrina con i gagé belli dritti
se li guardi bene in faccia li puoi leggere negli occhi
gira gira la fortuna
che accarezza le tue voglie
lei che nega, lei che s’offre
lei che dona, lei che toglie
e Gaeta è un sogno strano per chi parla di diritti
è una gabbia chiusa in faccia, è uno sbattere di tacchi
è una corsa che resiste tra schiaffi del dolore
è una schiena sempre dritta, senza gloria, senza onore
Cercami
sulla strada che luccica
ben lontano da qui
tracce da fare perdere
e la bocca che mastica
la bellezza di un “no”…Gagiò romanò!



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