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Uyan Berkin'im

Grup Yorum
Language: Turkish


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[2014]
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Oggi a Istanbul due militanti del Devrimci Halk Kurtuluş Partisi-Cephesi (DHKP/C), formazione armata di estrema sinistra, sono penetrati nel palazzo di giustizia e hanno sequestrato un magistrato, tal Mehmet Selim Kiraz, il procuratore incaricato delle indagini sulla morte di Berkin Elvan, un ragazzino di 15 anni che nel giugno del 2013, durante le proteste antigovernative al Gezi Park, fu colpito alla testa da un lacrimogeno sparato ad altezza uomo, da distanza ravvicinata, e che morì molti mesi dopo, nel marzo dello scorso anno, senza aver mai ripreso conoscenza.




Si disse che Berkin Elvan non c’entrava nulla con le proteste, che fosse uscito di casa per andare a comprare il pane. L’allora Primo Ministro Erdoğan, oggi Presidente, dichiarò invece che Berkin Elvan era "membro di un’organizzazione terrorista" e che aveva preso parte agli scontri a volto travisato (come si dice in gergo poliziottesco). Altri, compreso il DHKP/C, hanno rivendicato la partecipazione diretta di Berkin Elvan alle proteste... Non so quale sia la verità (su alcuni siti si afferma che le foto del presunto Berkin Elvan travisato e con fionda siano solo dei tristi fotomontaggi per avvalorare la tesi ufficiale, che paradossalmente pare essere funzionale pure al martirologio coltivato da certi gruppi della sinistra radicale...), ma in ogni caso Berkin Elvan e insieme a lui non meno di 9 persone furono uccise dalla polizia durante le imponenti manifestazioni che si tennero in tutta la Turchia tra maggio ed agosto del 2013.




I sequestratori oggi chiedevano che, dopo mesi di inutili indagini, il poliziotto responsabile della morte del ragazzo, mai individuato (anche in Turchia, come da noi, i poliziotti in piazza non sono riconoscibili e, quindi, sempre impuniti), si costituisse e fosse giudicato da un tribunale popolare. L’azione era evidentemente dimostrativa e anche suicida, tant’è che le teste di cuoio turche non si sono fatte attendere...



Il magistrato è rimasto ferito, i due guerriglieri sono stati eliminati e Berkin Elvan ancora una volta non ha avuto giustizia, non ha avuto il pane che era sceso a comprare. E forse la sua giovane morte è stata di nuovo strumentalizzata dagli uni e dagli altri...




Bıyıkları yeni terlemiş daha
Genç yaşı takılıp kalmış siyaha
Diren Berkin'im çok var sabaha
Çok var sabaha, çok var sabaha diren

Uyan, uyan, uyan ah Berkin'im uyan
Uyan, uyan, Berkin'im uyan
Uyan, Berkin'im uyan ah Berkin'im uyan
Uyan, uyan, Berkin'im uyan

Eridi bedeni daha onbeşinde
Düşleri sararıp soldu içinde
Ekmek aç kurtların tok dişlerinde
Tok dişlerinde, tok dişlerinde uyan

Uyan, uyan, uyan ah Berkin'im uyan
Uyan, uyan, Berkin'im uyan
Uyan, Berkin'im uyan ah Berkin'im uyan
Uyan, uyan, Berkin'im uyan

Ölüm yüreğine gelip kuruldu
Kara gözlerini uyku doldurdu
Bir ana başında ağlandı durdu
Ağlandı durdu, ağlandı durdu dayan

Uyan, uyan, uyan ah Berkin'im uyan
Uyan, uyan, Berkin'im uyan
Uyan, Berkin'im uyan ah Berkin'im uyan
Uyan, uyan, Berkin'im uyan

Halkın bağrında boy veren fidan
Yavrumuz oldun Berkin'im Elvan
Sorulur hesabın yarın doğmadan
Yarın doğmadan, yarın doğmadan inan

Uyan, uyan, uyan ah Berkin'im uyan
Uyan, uyan, Berkin'im uyan
Uyan, Berkin'im uyan ah Berkin'im uyan
Uyan, uyan, Berkin'im uyan

Contributed by Bernart Bartleby - 2015/3/31 - 22:46




Language: Italian

Traduzione italiana dell'Anonimo Toscano del XXI Secolo
29 gennaio 2018 20:52

L'Anonimo Toscano del XXI Secolo confessa onestamente di essersi abbondantemente servito della traduzione greca, lingua nella quale è parecchio più a suo agio. Comunque sempre col fedele dizionario turco alla mano. Avvertenza: la traduzione greca in questione proviene da una pagina Lyricstranslate dove è presente anche una traduzione inglese inservibile da quanto è scorretta.

SVEGLIATI, BERKIN [1]

Ancora non gli erano spuntati i baffi,
La sua giovane età è rimasta incollata all'ombra
Resisti, Berkin, c'è ancora molto al mattino,
Ancora molto al mattino, ancora molto, resisti

Svegliati, svegliati, svegliati, Berkin, svegliati
Svegliati, svegliati, Berkin, svegliati
Svegliati, Berkin, svegliati, ah, Berkin, Svegliati
Svegliati, svegliati, Berkin, svegliati

Il tuo corpo è stato liquefatto a quindici anni
I tuoi sogni ti sono stati fatti appassire dentro
Un lupo affamato ti ha addentato il pane
Ti ha addentato il pane, addentato il pane

Svegliati, svegliati, svegliati, Berkin, svegliati
Svegliati, svegliati, Berkin, svegliati
Svegliati, Berkin, svegliati, ah, Berkin, Svegliati
Svegliati, svegliati, Berkin, svegliati

La morte si è fatta posto nel tuo cuore
E ha messo il sonno dentro i tuoi occhi neri
Una madre ha pianto accanto al tuo corpo,
Accanto al tuo corpo, accanto al tuo corpo, non mollare

Svegliati, svegliati, svegliati, Berkin, svegliati
Svegliati, svegliati, Berkin, svegliati
Svegliati, Berkin, svegliati, ah, Berkin, Svegliati
Svegliati, svegliati, Berkin, svegliati

Un alberello che si è piantato nel cuore della gente,
Questo sei diventato, Berkin Elvan,
Domani sarà chiesto il conto prima che faccia giorno,
Prima che faccia giorno, che faccia giorno, credimi

Svegliati, svegliati, svegliati, Berkin, svegliati
Svegliati, svegliati, Berkin, svegliati
Svegliati, Berkin, svegliati, ah, Berkin, Svegliati
Svegliati, svegliati, Berkin, svegliati

[1] Lett. "Berkin mio".

2018/1/29 - 20:53




Language: Greek (Modern)

Traduzione greca di dann9 (L.Trans.)
Μετέφρασε στα Ελληνικά ο dann9 (L.Trans.)


"Το τραγούδι γράφτηκε προς τιμή του Μπερκίν Ελβάν, του δεκαπεντάχρονου που σκοτώθηκε από την τουρκική αστυνομία, του Τούρκου Αλέξη..."

ΞΥΠΝΑ ΜΠΕΡΚΙΝ ΜΟΥ

Δεν έβγαλε ακόμη χνούδι στο πρόσωπό του
Η νεαρή του ηλικία έμεινε κολλημένη στο σκοτάδι
Αντιστάσου, Μπερκίν μου, έχουμε πολύ ακόμα ως το πρωί, αντιστάσου
Ξύπνα, ξύπνα, ξύπνα, αχ, Μπερκίν μου, ξύπνα
Ξύπνα, ξύπνα, ξύπνα Μπερκίν μου, ξύπνα
Ξύπνα Μπερκίν μου, ξύπνα, αχ Μπερκίν μου, ξύπνα
Ξύπνα, ξύπνα, Μπερκίν μου, ξύπνα

Το σώμα σου διαλύθηκε στα δεκαπέντε σου
Τα όνειρά σου κιτρινίζοντας μαράθηκαν μέσα σου
Το ψωμί είναι στα γεμάτα δόντια των πεινασμένων λύκων
Ξύπνα, ξύπνα, ξύπνα, αχ, Μπερκίν μου, ξύπνα
Ξύπνα, ξύπνα, ξύπνα Μπερκίν μου, ξύπνα
Ξύπνα Μπερκίν μου, ξύπνα, αχ Μπερκίν μου, ξύπνα
Ξύπνα, ξύπνα, Μπερκίν μου, ξύπνα

Ο θάνατος ήρθε και βολεύτηκε μέσα στην καρδιά σου
Ο ύπνος γέμισε τα μαύρα σου μάτια
Μια μάνα στάθηκε και έκλαψε στο προσκεφάλι σου... Άντεξε
Ξύπνα, ξύπνα, ξύπνα, αχ, Μπερκίν μου, ξύπνα
Ξύπνα, ξύπνα, ξύπνα Μπερκίν μου, ξύπνα
Ξύπνα Μπερκίν μου, ξύπνα, αχ Μπερκίν μου, ξύπνα
Ξύπνα, ξύπνα, Μπερκίν μου, ξύπνα

Βλαστάρι που έριξε μπόι στην καρδιά του κόσμου
Έγινες, γλυκέ μας Μπερκίν Ελβάν
Θα ζητηθεί ο λογαριασμός αύριο πριν απ' την αυγή, πίστεψέ το
Ξύπνα, ξύπνα, ξύπνα, αχ, Μπερκίν μου, ξύπνα
Ξύπνα, ξύπνα, ξύπνα Μπερκίν μου, ξύπνα
Ξύπνα Μπερκίν μου, ξύπνα, αχ Μπερκίν μου, ξύπνα
Ξύπνα, ξύπνα, Μπερκίν μου, ξύπνα

Contributed by Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ "Gian Piero Testa" - 2018/1/29 - 20:57




Language: Kurdish (Kurmancî)

Wergêřa kurmancî / Kürtçe Kurmanji çeviri / Traduzione curda kurmanji / Kurdish Kurmanji translation / Traduction kurde kurmanji / Kurdikielinen kurmanji käännös
Beşa yekem / İlk kısım / Prima parte / First part / Première partie / Ensimmäinen osa
RABE BERKÎN'Ê MIN

Hîn nû xudaye similan te
jê mina xorten reş bûye
Berxweda Berkîn'ê min,
hîn heye sibe ra
Berxwe bide

Rabe rabe rabe lo Berkîno rabe
Rabe rabe rabe Berkîno rabe
Rabe Berkîno rabe lo Berkîno rabe
Rabe Berkîno rabe

Xelîya bejna te, hîn 15 da
Hundurê te zer bu ket xeyalen te
Nan ji yê gurên birçî diranê tîr,
diranê tîr, diranê tîr, rabe

Rabe rabe rabe lo Berkîno rabe
Rabe rabe rabe Berkîno rabe
Rabe Berkîno rabe lo Berkîno rabe
Rabe Berkîno rabe.

Contributed by Riccardo Gullotta - 2020/5/11 - 11:06


Intanto è morto anche il magistrato preso in ostaggio...

Bernart Bartleby - 2015/3/31 - 23:03


Un servo in meno sulla terra.

Uno - 2015/4/1 - 00:18


Persino il padre di Berkin Elvan ha detto: "Noi vogliamo giustizia, non vogliamo altro sangue, non vogliamo che altre madri piangano."...

Per questo, caro Uno, il tuo vuoto slogan del cazzo rivela la tua personale pochezza.

Bernart Bartleby - 2015/4/1 - 08:09


Sì, certo, la classica frase del "parente della vittima", lo so. Così ci saranno sai quanti altri Berkin Elvan con padri che "vogliono giustizia", che "non vogliono altro sangue" e "non vogliono che altre madri piangano". I quali non avranno naturalmente mai nessuna giustizia, bensì altro sangue impunito e di stato. Appelli come quelli del padre di Berkin Elvan sono come la solita fuffa che si sente, tipo, da padri sorelle e mamme dei vari Stefano Cucchi etc. Se ne stesse un po' zitto il padre di Berkin Elvan, ma magari la bella frasetta su giustizia sangue e madri l'ha detta con la polizia che gli puntava 1 mitra addosso.

Sempre Uno - 2015/4/1 - 12:30


PS. Della mia personale pochezza o tantezza che sia, tu non sai nulla. Come io non so nulla della tua. Quindi se non sei d'accordo, cerca di non perdere le staffe; sennò, se ti arrabbi troppo, farai piangere le madri prima o poi. In ogni caso, chissenefrega, me ne torno da dove sono venuto.

Uno che Scompare - 2015/4/1 - 12:34



CARTOLINE DALLA TURCHIA E DAL KURDISTAN
Gianni Sartori

Premessa. Giorni fa si discuteva amabilmente delle “derive” in cui si sono talvolta inoltrati e impantanati alcuni movimenti di liberazione (anche tra i migliori). Se non al completo, almeno qualche frazione o fazione. Magari scadendo nel terrorismo et similia o nel “collaborazionismo”. Del resto lo sapeva - e lo diceva - Buenaventura Durruti: “Alla guerra si diventa sciacalli”. Nel senso che quando un conflitto va troppo per le lunghe degenera. E con il conflitto talvolta anche combattenti e militanti. Concetto analogo venne espresso da Mandela quando (pensando anche all’operato della moglie) dichiarò pubblicamente che “non sempre nella lotta condotta dall’ANC era emersa la parte migliore”.

Per cui uno si chiede: fino a quando ‘sti benedetti curdi potranno resistere salvaguardando quel senso di umanità che ha finora caratterizzato la loro lotta di liberazione? Qual’è il punto di rottura in cui un oppresso, una vittima rischia di trasformarsi a sua volte in carnefice?

Gli esempi si sprecano. Per esempio vien da chiedersi come sia possibile che gli israeliani (i quali in quanto Ebrei hanno subito quanto di peggio un popolo potesse subire) abbiano potuto utilizzare contro i palestinesi (quasi fossero stati loro a sterminarli nel secolo scorso) metodi che definire “massacri indiscriminati” (se genocidio vi pare troppo…) è un eufemismo.

Diciamo che i curdi hanno un vantaggio, anzi due. Un pensiero collettivo, un’organizzazione consolidata (il PKK) e un programma politico lungimirante (quello del Confederalismo democratico) che in parte dovrebbero tutelarli.

E soprattutto la fondamentale, strutturale presenza attiva delle donne nel movimento di liberazione. Più resistenti, più consapevoli, più vitali (nel senso di legate, vicine alla Vita), in quanto sopravvissute ad almeno diecimila anni di colonizzazione (e tentativi di addomesticamento).

E’ di questi giorni il comunicato con cui il movimento turco “1000 giovani per la Palestina” (sorto dopo l’inizio delle operazioni militari contro la Striscia di Gaza) denuncia l’invio quotidiano di 44mila barili di petrolio in Israele. Esigendo nel contempo la sospensione del “commercio con l’occupante” della società SOCAR (State Oil Company of Azerbaijan Republic, in azero Azərbaycan Respublikası Dövlət Neft Şirkəti).

Accusando implicitamente di ipocrisia il regime turco (e il presidente Erdogan in particolare) che ufficialmente si erge a campione dei palestinesi massacrati a Gaza.

In una recente manifestazione davanti alla sede turca della SOCAR a Sarıyer, avevano esposto un grandestriscione con la scritta:

“Il più grande investitore straniero in Turchia, la SOCAR, alimenta il genocidio di Israele! - SOCAR deve porre fine al commercio con l’occupante”.

Tra gli slogan più scanditi:

”Chiudere i rubinetti, porre fine al commercio”;

e anche: ”L’Azerbaijan vende, la Turchia trasporta”.

Sempre nel comunicato si sostiene che il 60% del fabbisogno petrolifero di Israele viene fornito dall’Azerbaijan e dal Kazakistan, trasportato verso la Turchia dall’oleodotto Baku-Tbilisi-Ceyhan. E da qui spedito in Israele con le petroliere.

Questo per le forniture del greggio, mentre Israele usufruisce anche della raffineria STAR, proprietà sempre della SOCAR.

Per questo i “100 giovani per la Palestina” si oppongono e chiedono la sospensione di tale commercio.

Prese di posizione senz’altro comprensibili e anche meritevoli (come ogni sincera manifestazione di solidarietà internazionale con gli oppressi).

Tuttavia qualche osservatore non ha mancato di evidenziare almeno una contraddizione (se non proprio un’altra piccola ipocrisia). Chiedendosi “come mai la colonizzazione della Palestina è “haram” (proibito dalla Sharia) mentre quella del Kurdistan è “halal” (permesso dalla Sharia)?

Forse perché nel caso della Palestina lo stato colonialista non è musulmano, mentre lo sono gli stati arabi, turchi e persiano che occupano il Kurdistan?

Se posso dire la mia (e sorvolando sulla recente collaborazione militare tra Turchia e Azerbaijan contro la povera Armenia) forse la cosa non è così semplice, consequenziale. Sia perché anche molti curdi sono musulmani, sia perché non mancano in Turchia, Siria e Iran popolazioni seguaci o di altre religioni o comunque di correnti riformatrici rispetto all’ortodossia sunnita (v. gli aleviti, con forti influenze umanistiche, direi progressiste) o sciita (v. gli alauiti - ʿalawī).

Resta il fatto comunque che sulla questione curda, anche tra i ranghi dell’opposizione progressista turca, non sempre si percepisce la medesima sensibilità espressa per la Palestina.

Come dire: “contraddizioni in seno ai popoli” di cui dovrebbe farsi carico in primis la sinistra turca.

Sinistra turca che in altre occasioni si era posta all’altezza della situazione. Come nelle manifestazioni antigovernative del 2013 (rivolta di Gezi Park contro l’abbattimento di 600 alberi a Istanbul) quando venne ucciso con una granata lacrimogena il quattordicenne curdo alevita Berkin Elvan (uscito da casa per comprare il pane). Colpito alla testa il 16 marzo 2013 - e rimasto in coma per 269 giorni - era deceduto l’11 marzo 2014 (quando ormai pesava solo 16 - sedici ! - chili).

A dieci anni dalla sua morte il caso rimane insabbiato. Come ha nuovamente denunciato la madre del ragazzo, Gülsüm Elvan, durante la commemorazione nel cimitero diŞişli Feriköy.

Per poi aggiungere: “Mi rivolgo agli assassini: ricordatevi del mio bambino ogni volta che abbracciate il vostro”.

Da parte sua Erdogan aveva pubblicamente accusato Berkin Elvan di “terrorismo” in quanto avrebbe avuto il volto coperto con una sciarpa (comprensibile dato l’utilizzo su scala industriale di gas lacrimogeni).

L’anno scorso la Corte europea dei diritti dell’uomo ha stabilito che la Turchia aveva violato il diritto alla vita di Berkin Elvan e che non era stata condotta un’inchiesta efficace per stabilire le possibili responsabilità governative.

Finora soltanto un agente (Fatih Dalgalı) è stato riconosciuto colpevole. In compenso l’avvocato della famiglia Elvan, Can Atalay, nonostante l’anno scorso sia stato eletto al Parlamento, rimane in galera. 

Gianni Sartori

Gianni Sartori - 2024/3/13 - 16:26




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