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Nessun uomo è un uomo qualunque

Claudio Lolli
Language: Italian


Claudio Lolli

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[2000]
Testo di Claudio Lolli
Musica di Claudio Lolli e Paolo Capodacqua
Lyrics by Claudio Lolli
Music by Claudio Lolli and Paolo Capodacqua
Paroles de Claudio Lolli
Musique de Claudio Lolli et Paolo Capodacqua
Album: Dalla parte del torto


L'Italia è, come è noto, il paese dei delitti impuniti, specie quelli per mano statale e/o poliziotta; ma anche quelli per mano musicale non sono pochi. L'album Dalla parte del torto, che Claudio Lolli ha pubblicato nel 2000 (il famoso duemila che tanto si aspettava, un tempo), ne è un esempio perfetto. Non so davvero che dire; può essere che Lolli, a parte il suo lungo silenzio dopo “quei certi anni”, abbia pagato la sua superficialissima fama di “cantautore palloso”, affibbiatagli specialmente nei pallosissimi, mortalmente stupidi e deleteri anni '80; c'è persino chi lo chiamava “istigatore al suicidio”, mentre mi sembra che i veri istigatori al suicidio si siano rivelati non i cantautori bolognesi, ma i banchieri internazionali o i fabbricatori di galere. Tant'è; fatto sta che, quando Claudio Lolli è risaltato fuori non senza il contributo di un'Internet che oramai sembra preistorica e, soprattutto, di una certa Brigata cui anche questo sito deve qualche goccia della sua esistenza, ha avuto voglia a comporre capolavori uno dietro l'altro facendosi accompagnare dal maestro Capodacqua; non se lo è filato nessuno o quasi. Resta quello di Borghesia (tra l'altro riproposta in questo album col suo agghiacciante “forse”), e stop. Ha provato pure a scrivere una canzone su Gilles Villeneuve che, naturalmente, non è stata cacata di striscio nemmeno a un raduno di tifosi ferraristi della bassa mantovana; figuriamoci se qualcuno, tranne pochi ostinati e contrari, si è accorto, per esempio, di questa canzone qua cui oggi dedico una pagina che avrei dovuto dedicarle prima.

Nessun uomo è un uomo qualunque la si potrebbe chiamare, agevolmente, la premessa necessaria non soltanto delle “canzoni contro la guerra” (il che sarebbe una cosa abbastanza trascurabile), ma di tutta una serie di cose che regolano l'umanità intera. E' una canzone terribilmente semplice, proveniente ironicamente da un cantautore che è stato considerato tra i più ostici alla comprensione (parecchi hanno cantato “Anna di Francia” credendo che parlasse di una regina dell'ancien régime, naturalmente la consorte di quel coglione di Luigi Nono, o Louis IX). Dice, questa canzone, che non esiste la “gente”, ma esistono le persone; tutte con la loro vita e la loro storia. Dice che non si ha il diritto di non portare loro rispetto, e il rispetto non va attualmente per la maggiore (se mai c'è andato). Dice che la valigia di ognuno di noi è piena di alcune cose che andrebbero attentamente considerate, e che vengono minuziosamente elencate nel testo. Sciorinate una dopo l'altra. Un regalo, una rosa, un pigiama in galera. Una giacca logora (libertà e povertà in una sera). Un dolore che piega la schiena.

Così, si ascolta questa canzone e si tende prima o poi a esserne toccati, persino a commuoversi. Perché si applica tutto quanto a noi stessi, e ci si rivede in essa; noi uomini qualunque, ecco finalmente qualcuno che dice che nessuno è ordinario. Una consolazione. Siamo poi, però, gli stessi che facciamo fatica ad applicare i medesimi princìpi agli altri, princìpi che sono enunciati minuziosamente nelle loro essenze (la sofferenza, l'amore, la libertà). Non siamo così pronti a considerare speciale, e mai qualunque, chi ad esempio si getta su un gommone o su un barcone per venire a approdare da queste parti; la massa dei clandestini, degli immigrati soggetti a bossi-fini e CIE. Non-persone che non possono avere avuto, e avere, amori, dolori, regali, rose, giacche e libertà. Può quindi venire a mente, e così dovrebbe essere, che nessun uomo è qualunque come non è illegale. Può venire a mente che nelle galere non sta la “popolazione carceraria” fatta di statistiche, ma persone cui noialtri riserviamo le atroci ciance sulla “certezza della pena” e il forcaiolismo da bar. Può venire a mente che chi sta arrivando a Lampedusa o altrove non sono generici “profughi siriani”, ma Mohamed ibn-Qualcosa o Aisha bint-Qualcosaltro, che hanno lasciato regali, rose e tutto il resto da qualche parte che non rivedranno. Possono venire a mente ragazzi qualunque come Federico Aldrovandi, come Stefano Cucchi, come Marcello Lonzi, come Alexis Grigoropoulos, come Giorgiana Masi. Può venire a mente, in definitiva, che nessun uomo e nessuna donna sono qualunque, a condizione che non siano qua sotto casa a rompere i coglioni, sotto una forma non troppo gradevole. Che so io, in forma di zingaro, di matto, di dimenticato. O in forma di “fallito”, uno dei termini che la società capitalista ha diffuso applicando tipicamente la mentalità e la prassi commerciale alla vita e alla morte umana.

Attenzione, quindi, a commuovervi troppo quando avrete ascoltato questa canzone senza conoscerla. Proprio lei, quella del Lolli “palloso”. Potreste reagire come tutti e pensare esclusivamente alla vostra vita del cazzo, che vi urla “qualunque!” da qualunque angolo di un luogo qualunque di questo mondo. Quando comincerete a guardare chi vi passa accanto pensando alle persone come portatrici di unicità, allora vorrà dire che la avrete capita bene o, addirittura, assimilata. Potrebbe, questa cosa, farvi decidere alcune cose non propriamente gradite ai poteri e ai sistemi, per i quali è fondamentale che tutti noi siamo dei Qualunque proni all'obbedienza, alla massificazione, ai pensieri unici. L'unicità, invece, è pericolosissima: crea consapevolezza, forza e coraggio. Tre cose che, a loro volta, creano il no. Creano la ribellione.



Buon ascolto. [RV]

Nessun uomo è un uomo qualunque
la sua valigia può essere piena
di un regalo rubato in fretta
di una rosa da portare a cena
a una moglie, a una donna che aspetta

Nessun uomo è un uomo qualunque
la sua valigia può essere piena
di un pigiama portato in galera
di una giacca voltata due volte
libertà e povertà in una sera

Nessun uomo è un uomo qualunque
la sua vita può essere piena
di un dolore che gli brucia il petto
e che gli fa piegare la schiena
di un dolore che noi gli dobbiamo pagare in rispetto.

Nessun uomo è un uomo qualunque
la sua testa può essere piena
del ricordo di un sogno da dire
quei pensieri che non servono a niente
ma si baciano un po' l'avvenire.

Nessun uomo è un uomo qualunque
la sua vita può essere piena
di un respiro che gli fotte il petto
e gli fa indolenzire la schiena
del silenzio del mondo che compie un delitto perfetto.

Nessun uomo è un uomo qualunque
il suo corpo può essere pieno
di un amore cercato da tanto
di un amore pensato di corsa
di un amore che non perda il treno.

Nessun uomo è un uomo qualunque
la sua vita può essere piena
di un amore che gli brucia il sesso
e che gli fa inarcare la schiena
di un amore che noi gli dobbiamo pagare adesso.

Contributed by Riccardo Venturi - 2013/9/6 - 00:41




Language: English

English translation by Riccardo Venturi
September 6, 2013

NOBODY IS AN ORDINARY MAN

Nobody is an ordinary man,
his suitcase may be filled
with a present stolen in haste
with a rose to be brought for dinner
to a wife, to a woman waiting.

Nobody is an ordinary man
his suitcase may be filled
with a pajama he wore in jail
with a jacket turned twice
freedom and poverty in the same night

Nobody is an ordinary man
his life may be filled
with a pain that's burning his breast
and makes him bend his back
with a pain we should pay him in respect.

Nobody is an ordinary man
his head may be filled
with the memory of a dream to be told,
thoughts that are good for nothing
but give soft kisses to one's future.

Nobody is an ordinary man
his life may be filled
with a breath breaking his breast
and makes his back so stiff,
of the silence of the world carrying out a perfect crime.

Nobody is an ordinary man
his body may be filled
of a love he sought for so long
of a love he thought in haste to
of a love that may come just in time.

Nobody is an ordinary man
his life may be filled
of a love that inflames his sex
and makes him arch his back,
of a love we should pay him now.

2013/9/6 - 01:23




Language: French

Version française - AUCUN HOMME N'EST UN HOMME QUELCONQUE – Marco Valdo M.I. – 2013
Chanson italienne - Nessun uomo è un uomo qualunque – Claudio Lolli – 2000
Texte de Claudio Lolli
Musique de Claudio Lolli et Paolo Capodacqua

AUCUN HOMME N'EST UN HOMME QUELCONQUE

Aucun homme n'est un homme quelconque
Sa valise peut contenir
Un cadeau volé en vitesse
Une rose à porter pour fleurir
Une femme, une femme toute de tendresse

Aucun homme n'est un homme quelconque
Sa valise peut contenir
Un pyjama porté en cellule
Une veste prête à finir
Liberté et pauvreté en soirée

Aucun homme n'est un homme quelconque
Sa vie peut receler
Une douleur qui brûle sa poitrine
Et le dos lui donne à le plier
Une douleur qui force à le respecter.

Aucun homme n'est un homme quelconque
Sa tête peut entretenir
Le souvenir d'un songe qui rêve
Ces pensées qui jamais ne servent
Mais qui rêvent si bien l'avenir.

Aucun homme n'est un homme quelconque
Sa vie peut souffrir
D'un souffle qui lui mord la poitrine
Et lui tord le dos à l'endolorir
Dans le silence du monde où s'accomplit un délit parfait.

Aucun homme n'est un homme quelconque
Son corps peut se complaire
D'un amour cherché sans trêve
D'un amour découvert soudain
D'un amour qui ne manque pas le train.

Aucun homme n'est un homme quelconque
Sa vie peut s'enrichir
D'un amour qui lui brûle le sexe
Qui lui fait cambrer l'échine
D'un amour que tour à tour, nous lui devons offrir.

Contributed by Marco Valdo M.I. - 2013/9/10 - 16:41


Un gran articolo, Riccardo!

2013/9/7 - 00:47




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