Lingua   

Περιμένοντας τοὺς βαρβάρους

Konstandinos Kavafis / Κωνσταντίνος Καβάφης


Konstandinos Kavafis / Κωνσταντίνος  Καβάφης

Lista delle versioni e commenti


Ti può interessare anche...

Ἡ Πόλις
(Konstandinos Kavafis / Κωνσταντίνος Καβάφης)
Ithàki
(Stefano Saletti & Piccola Banda Ikona)
27 Ἰουνίου 1906, 2 μ. μ.
(Konstandinos Kavafis / Κωνσταντίνος Καβάφης)


Periménondas tous varvárous
Στίχοι: Κωνσταντίνος Καβάφης (1898; δημ. 1904)
Μουσική: Γιάννης Γλέζος
Πρώτη εκτἐλεση: Γιάννης Γλέζος
'Αλμπουμ: Περιμένοντας τους βαρβάρους

Poesia di Konstandinos Kavafis (1898; pubb. 1904)
Musica di Yannis Glezos
Primo interprete: Yannis Glezos
Album: Περιμένοντας τους βαρβάρους

A Poem by Constantine Cavafy (1898: pub'd 1904)
Music by Yannis Glezos
First performed by Yannis Glezos
Album: Περιμένοντας τους βαρβάρους

estetica barbara



L'attesa è terminata
di Riccardo Venturi


Dal 1904, una famosa poesia di Konstandinos Kavafis ci ammorba la vita. Si chiama Περιμένοντας τους βαρβάρους in lingua originale, e qui la trovate in italiano nella classica traduzione di un defunto e valente ellenista, Filippo Maria Pontani, che però, nella pagina linkata, è stato messo in bicicletta e trasformato in "Pantani". Nulla di cui indignarsi; da che mondo è mondo, i ciclisti sono più popolari dei grecisti e non credo che ci sia nulla da fare al riguardo. Il nuovo, poi, caccia sempre via l'antico. Quando abitavo a Livorno mi ricordo che una via (vicino al porto) intitolata allo statista Vittorio Emanuele Orlando veniva comunemente chiamata "via Silvio Orlando", con buona pace del bravo attore che, essendo ancora vivo e vegeto, forse si sarebbe toccato un po' le parti intime se lo avesse saputo.

Dicevo però che la poesia di Kavafis ci ammorba la vita. Non è, poveraccia, colpa sua; anzi, è una poesia assolutamente splendida, uno dei capolavori in lingua neoellenica (anche se il greco di Kavafis, alessandrino, è assai particolare). Il problema sono i suoi citatori, perché è diventata una sorta di passepartout utilizzato da chiunque quando intende dire qualcosa di "intelligente"; e, allora, si va da Vittorio Sgarbi in televisione agli impiegati statali anarchici, da Gigi Marzullo all'articolista di Vanity Fair, dal blogger fustigatore al professore che fa il predicozzo in classe. In linea di massima, credo che sia seconda, quanto a citazioni, solo alla mortifera If di Rudyard Kipling, bel tomo di colonialista che intendeva pure dare le lezioni di vita.

Che cosa dice, però, questa famosa poesia kavafiana? In estrema sintesi: l'Impero sta per crollare e i barbari sono alle porte. Tutti li stanno aspettando al tempo stesso trepidanti e indolenti, in pompa magna: perché i senatori dovrebbero legiferare, quando fra poco lo faranno i barbari? E l'Imperatore perché dovrebbe darsi pena di resistere, come esigerebbe la sua altissima dignità? Anzi, ha già preparato pergamene e titoli da offrire ai barbari. E i retori, perché dovrebbero esercitare la loro arte (quella che Ambrose Bierce, nel Dizionario del Diavolo, definì "Congiura tra pensiero e azione ai danni delle facoltà intellettive, una forma di tirannide in parte temperata dalla stenografia") quando si sa benissimo che i barbari, dato che sono barbari, la sdegnano come inutile? Ma passano le ore, e i barbari giocano un tiro mancino: non arrivano affatto. Se la vedano i civili, i rappresentanti della superiore cultura, e affoghino nella loro merda; facciano senza di loro. Perché i barbari sono sempre una soluzione; servono a sentirsi più elevati quando fa comodo, servono sovente da carne da macello, e quando una civiltà si spegne si trasformano però in estremo soccorso. Per questo ho sempre rifiutato categoricamente l'espressione invasioni barbariche, anche se adesso si preferisce dire islamiche a cura di servi che, oltretutto, non hanno neppure la ieraticità (seppur vuota, esteriore) degli antichi senatori o di un Imperatore.

Ma, come si vede dalla foto in alto, scattata il pomeriggio del 9 maggio 2011 in una piazza di Firenze, l'attesa sembra essere terminata. Non solo. Ai barbari, finalmente, viene riconosciuta un'estetica (L'estetica barbara, giustappunto). È un passo importante che viene finalmente sancito; e non mi si venga a dire che si tratta di un semplice centro benessere, beauty farm o come oggi si chiamano queste cose in una lingua assolutamente barbarica. Nell'insegna, "barbara" è infatti scritto con l'iniziale minuscola e si tratta quindi di un normale aggettivo qualficativo al femminile singolare; se si fosse trattato della signora o signorina titolare del negozio, le regole del nostro superiore idioma, faro di civiltà e di bellezza, avrebbero imposto l'iniziale maiuscola. Oltre il bandone chiuso per la festività domenicale, quindi, si sta elaborando un'estetica che tenga conto dei barbari, infine arrivati; e che, contrariamente a quanto scritto da Kavafis, i barbari si occuperanno eccome di fare le leggi, di stabilire nuovi princìpi, e in pratica di dare l'avvio ad una nuova civiltà. Com'è sempre accaduto, dato che nessuna civiltà è pura bensì il frutto di commistioni. È un processo ineluttabile. Si verrà a creare, ovviamente, anche una nuova estetica; i barbari apprenderanno dell'esistenza di Baumgarten, di Diderot, di Plotino e di Kant e provvederanno a shakerare il tutto con il loro pensiero; perché un pensiero, sembra incredibile ma è così, lo hanno pure loro. A volte sanno persino già meglio di noi chi fossero Diderot, Plotino e Kant, mentre la nostra civiltà immortalmente morente preferisce sapere chi siano Pato, Gilardino e Pazzini.

Ben venga, l'estetica barbara. Probabilmente, uno di questi giorni, quando vedrò il bandone alzato, andrò a dare un'occhiata là dentro. Già mi pregusto un laboratorio di pensiero, uno scriptorium instancabile, e una babele di idiomi sconosciuti e bellissimi al posto di quello di Pippa Middleton. Non accetto altre ipotesi; che non mi si prospetti l'idea di vedere signore intente a farsi imbellettare secondo canoni estetici ripresi da qualche rotocalco, oppure una titolare talmente stolta da aver dato un nome del genere ad un negozio dove si dovrebbe appiccicare patine di bellezza a volti distrutti dalla schiavitù del quotidiano sgobbo.



INDICE RAPIDO DELLE VERSIONI DISPONIBILI
QUICK INDEX OF AVAILABLE VERSIONS

[Per ora in 31 lingue
31 languages up to now]


Italiano 1Italiano 2Italiano 3Italiano 4IngleseFranceseTedescoSpagnoloPortogheseCatalanoRumenoNederlandeseRussoSvedeseDaneseIslandeseUnghereseFinlandeseCroatoSerbo - Sloveno - PolaccoUcraino - BulgaroMacedone - AraboEbraicoGiapponeseCoreano - TurcoVietnamitaBasco (Euskara)Esperanto - Latino

Italian 1Italian 2Italian 3Italian 4EnglishFrenchGermanSpanishPortugueseCatalanRomanianDutchRussianSwedishDanishIcelandicHungarianFinnishCroatianSerbian - Slovenian - PolishUkrainian - BulgarianMacedonian - ArabicHebrewJapaneseKorean - TurkishVietnameseBasque (Euskara)Esperanto - Latin
Τί περιμένουμε στὴν ἀγορά συναθροισμένοι;
Εἶναι οἱ βάρβαροι νὰ φθάσουν σήμερα.

Γιατί μέσα στὴν Σύγκλητο μιὰ τέτοια ἀπραξία;
Τί κάθοντ' οἱ Συγκλητικοὶ καὶ δὲν νομοθετοῦνε;

Γιατί οἱ βάρβαροι θὰ φθάσουν σήμερα.
Τί νόμους πιὰ θὰ κάμουν οἱ Συγκλητικοί;
Οἱ βάρβαροι σὰν ἔλθουν θὰ νομοθετήσουν.

Γιατί ὁ αὐτοκράτωρ μας τόσο πρωῒ σηκώθη,
καὶ κάθεται στῆς πόλεως τὴν πιὸ μεγάλη πύλη
στὸν θρόνο ἐπάνω, ἐπίσημος, φορῶντας τὴν κορώνα;

Γιατί οἱ βάρβαροι θὰ φθάσουν σήμερα.
Κι ὁ αὐτοκράτωρ περιμένει νὰ δεχθεῖ
τὸν ἀρχηγό τους. Μάλιστα ἐτοίμασε
γιὰ νὰ τὸν δώσει μιὰ περγαμηνή. Ἐκεῖ
τὸν ἔγραψε τίτλους πολλοὺς κι ὀνόματα.

Γιατί οἱ δυό μας ὕπατοι κ' οἱ πραίτορες ἐβγῆκαν
σήμερα μὲ τὲς κόκκινες, τὲς κεντημένες τόγες·
γιατί βραχιόλια φόρεσαν μὲ τόσους ἀμεθύστους,
καὶ δαχτυλίδια μὲ λαμπρὰ γυαλιστερὰ σμαράγδια·
γιατί νὰ πιάσουν σήμερα πολύτιμα μπαστούνια
μ' ἀσήμια καὶ μαλάματα ἔκτακτα σκαλισμένα;

Γιατί οἱ βάρβαροι θὰ φθάσουν σήμερα·
καὶ τέτοια πράγματα θαμπόνουν τοὺς βαρβάρους.
Γιατί κ' οἱ ἄξιοι ρήτορες δὲν ἔρχονται σὰν πάντα
νὰ βγάλουνε τοὺς λόγους τους, νὰ ποῦνε τὰ δικά τους;
Γιατί οἱ βάρβαροι θὰ φθάσουν σήμερα·
κι αὐτοί βαριοῦντ' εὐφράδειες καὶ δημηγορίες.

Γιατί ν' ἀρχίσει μονομιᾶς αὐτή ἡ ἀνησυχία
κ' ἡ σύγχυσις. (Τὰ πρόσωπα τί σοβαρὰ ποὺ ἔγιναν).
Γιατί ἀδειάζουν γρήγορα οἱ δρόμοι κ' οἱ πλατέες,
κι ὅλοι γυρνοῦν στὰ σπίτια τους πολὺ συλλογισμένοι;

Γιατί ἐνύχτωσε κ' οἱ βάρβαροι δὲν ἦλθαν.
Καὶ μερικοὶ ἔφθασαν ἀπ' τὰ σύνορα,
καὶ εἴπανε πὼς βάρβαροι πιὰ δὲν ὑπάρχουν.
Καὶ τώρα τί θὰ γένουμε χωρὶς βαρβάρους,
οἱ ἄνθρωποι αὐτοὶ ἦσαν μιὰ κάποια λύσις.

inviata da Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ - 6/11/2012 - 15:21





La trascrizione "semifonetica" del testo originale.

CCG/AWS è, essenzialmente, un sito di servizio. Così abbiamo pensato anche alle autentiche schiere di citatori di questa poesia, sempre costretti e farlo in traduzione. Ebbene, avete almeno qualche volta desiderato citare Περιμένοντας τους βαρβάρους in lingua originale, per fare bella figura, zittire Giuliano Ferrara o conquistare il cuore di Lucia Annunziata? Vi siete fermati davanti allo scoglio dell'alfabeto greco, oppure avete fatto il classico -e quindi rimediato una figura di merda pronunciando il testo "periménontas tus barbárus"? CCG/AWS vi aiuta. Ecco infatti una trascrizione "semifonetica" del testo originale accompagnata da un video con la declamazione della poesia da parte di un madrelingua greco. Che si può fare di più? (CCG/AWS Staff)


PERIMÉNONDAS TUS VARVÁRUS

Ti periménume stin aγorá synaθrisméni?
Íne i várvari na fθássun símera.
Yiatí méssa stin Sínglito miá tétia apraxía?
Ti káθond'i Synglitikí kie δen nomoθetúne?

Yiatí i várvari θa fθássun símera.
Ti nómus piá θa kámun i Synglitikí?
I várvari san élθun θa nomoθetíssun.

Yiatí o aftokrátor mas tósso proí sikóθi,
ke káθete stis póleos tin pió meγáli pýli
ston θróno epáno, epíssimos, foróndas tin goróna?

Yiatí i várvari θa fθássun símera.
Ki o aftokrátor periméni na δeχθí
ton arχiγó tus. Málista etímasse
yiá na ton δóssi miá perγaminí. Ekí
ton éγrapse títlus polús ki onómata.

Yiatí i δyó mas ýpati k'i prétores evyíkan
símera me tes kókines, tes kendiménes tóyes?
Yiatí braχiólia fóressan me tóssus ameθýstus,
ke δaχtylíδia me lambrá yialisterá smaráγδia
yiatí na piássun símera polýtima bastúnia
m'assímia ke malámata éktakta skalisména?

Yiatí i várvari θa fθássun símera
ke tétia práγmata θambónun tus varvárus.
Yiatí k'i áxii rítores δen érχonde sam bánda
na vγálune tus lóγus tus, na púne ta δiká tus?
Yiatí i várvari θa fθássun símera
ki aftí variúnd' efráδies ke δimiγoríes.

Yiatí n'arχíssi monomiás aftí anissyhía
k'i sýnχyssis. (Ta próssopa ti sovará pu éyinan).
Yiatí aδiázun γríγora i δrómi k'i platées,
ki óli yirnún sta spítia tus polý syloyisméni?

Yiatí enýχtosse k'i várvari δen ílθan.
Ke merikí éfθassan ap'ta sýnora,
ke ípane pos várvari piá δen ypárχun.
Ke tóra ti θa yénume χorís varvárus,
i ánθropi aftí íssan mia kápia lýssis.

inviata da CCG/AWS Staff - 8/11/2012 - 11:05




Lingua: Italiano

La traduzione italiana di Nelo Risi e Margherita Dalmati
Da: Costantino Kavafis, Cinquantacinque poesie, a cura di Nelo Risi e Margherita Dalmati; Milano, Einaudi, 1968.



Nelo Risi (1920-2015)
Nelo Risi (1920-2015)
Margherita Dalmàti (1921-2009)
Margherita Dalmàti (1921-2009)




Iniziando con le traduzioni italiane di Περιμένοντας τους βαρβάρους, la prima non può essere che la seconda; ma insuperata. Proviene, del resto, dal libriccino della "Collezione di poesia" Einaudi che, nel 1968, fece conoscere Kavafis al grande pubblico italiano divenendo peraltro, quasi subito, l'ultimo best-seller nel nostro paese che avesse a che fare con la poesia. Cosa che non era accaduta con la traduzione, risalente al 1961, che fu la prima in assoluto: quella di Filippo Maria Pontani. Curatori e traduttori ne furono due poeti: Nelo Risi, milanese nato nel '20, e Margherita Dalmati, ateniese ma fiorentina di adozione (amica di Eugenio Montale, di Mario Luzi, di Camillo Sbarbaro), scomparsa il 22 luglio 2009 all'età di ottantotto anni.

Margherita Dalmati (pseudonimo di Maria Niki Zoroyannis) era una donna di estrema finezza e bellezza; fu anche pittrice e musicista. Assieme a Nelo Risi intraprese un'operazione di traduzione che ha, come confessato dallo stesso Risi nell'introduzione al celebre volumetto, della follia. I due si posero all'opera in questo modo: Margherita Dalmati, padrona assoluta sia del suo greco materno che dell'italiano, traduceva le poesie originali di Kavafis cercando di aderire scrupolosamente al testo e chiarendo i termini e le tournures più oscure; Nelo Risi, che non sapeva nemmeno una parola di greco, riscriveva poi il tutto secondo la sua sensibilità di poeta. Ne venne fuori un'operazione che fece inorridire i filologi (apertissima allora era la questione tra "traduzione filologica" e "poetica", nella quale imperversava anche Salvatore Quasimodo), ma che aprì e stabilì la fama di Kavafis in Italia. Tuttora è probabilmente l'unico poeta in neogreco che goda di fama autentica in Italia, a parte ovviamente Theodorakis che ha funzione anche di poeta (Theodorakis ha funzione d'ogni cosa, verrebbe da dire). (rv)
ASPETTANDO I BARBARI

Cosa aspettiamo qui riuniti al Foro?
Oggi devono arrivare i barbari.

Perché tanta inerzia al Senato?
E i senatori perché non legiferano?

Oggi arrivano i barbari.
Che leggi possono fare i senatori?
Venendo i barbari le faranno loro.

Perché l’imperatore si è alzato di buon ora
e sta alla porta grande della città,
solenne in trono, con la corona sulla fronte?

Oggi arrivano i barbari e il sovrano
è in attesa della visita del loro capo;
anzi, ha già pronta la pergamena da offrire in dono
dove gli conferisce nomi e titoli.

Perché i nostri Consoli e Pretori
stamane sono usciti in toga rossa ricamata?
Perché portano bracciali con tante ametiste
e anelli con smeraldi che mandano barbagli?
Perché hanno in mano le rare bacchette
tutte d’oro e d’argento rifinito?

Oggi arrivano i barbari
e queste cose ai barbari fan colpo.

Perché non vengono anche i degni oratori
a perorare come sempre?

Oggi arrivano i barbari e i barbari
disdegnano eloquenza e arringhe.

Tutto a un tratto perché questa inquietudine e questa agitazione?
(oh, come i visi si son fatti gravi).
Perché si svuotano le vie e le piazze
e tutti fanno ritorno a casa preoccupati?

Perché è già notte e i barbari non vengono.
E’ arrivato qualcuno dai confini a dire
che di barbari non ce ne sono più.

Come faremo adesso senza i barbari?
Dopotutto, quella gente era una soluzione.

inviata da Riccardo Venturi - 6/11/2012 - 18:47




Lingua: Italiano

La versione italiana di Filippo Maria Pontani
da: Costantino Kavafis, Poesie, Mondadori, Milano, 1961.

Filippo Maria Pontani (1913-1983)
Filippo Maria Pontani (1913-1983)


La seconda traduzione è in realtà la prima: quella di Filippo Maria Pontani. Nato a Roma nel 1913 e morto a Bologna nel 1983, è stato uno dei massimi grecisti italiani, sia per quel che riguarda la lingua classica (caso oltremodo frequente), sia quella moderna (caso, al contrario, più unico che raro). Nella "querelle" tra "traduttori poeti" e "traduttori filologi", Filippo Maria Pontani fu fatto spesso oggetto di critiche a volte feroci, in quanto non "dotato della necessaria sensibilità"; critiche che, va detto, rimandava al mittente facendo presenti i tanti poeti che traducevano da tutte le lingue del mondo senza conoscerne decentemente nemmeno mezza. Eppure, devo dirlo onestamente, tra i "traduttori filologi" (e il Pontani filologo era, e di prim'ordine) è senz'altro il migliore. Non era affatto sprovvisto di sensibilità poetica e sapeva tradurre esattamente e con un linguaggio al tempo stesso elegante e semplice. Per questo lo ho comunque molto caro, anche perché la mia ultratrentennale avventura col neogreco è cominciata proprio grazie a lui, con la sua benemerita "Grammatica del Greco Moderno" in due volumi, pubblicata dalle Edizioni Ateneo di Roma nel 1968 e da me proditoriamente rubata in una libreria fiorentina nel 1977, all'età di 14 anni. Uno dei libri più distrutti che io abbia, nel quale il Pontani dava da tradurre Kazantzakis e Seferis al "discente", mica frasette idiote. E anche, sentite un po', Περιμένοντας τους βαρβάρους. La prima volta, questa poesia l'ho vista e letta sul suo manuale di neogreco; il volumetto della Einaudi l'ho comprato dopo. E anche le traduzioni del Pontani. (rv)
ASPETTANDO I BARBARI

Che aspettiamo, raccolti nella piazza?
Oggi arrivano i barbari.

Perché mai tanta inerzia nel Senato?
E perché i senatori siedono e non fan leggi?

Oggi arrivano i barbari.
Che leggi devon fare i senatori?
Quando verranno le faranno i barbari.

Perché l’imperatore s’è levato
così per tempo e sta, solenne, in trono,
alla porta maggiore, incoronato?

Oggi arrivano i barbari
L’imperatore aspetta di ricevere
il loro capo. E anzi ha già disposto
l’offerta d’una pergamena. E là
gli ha scritto molti titoli ed epiteti.

Perché i nostri due consoli e i pretori
sono usciti stamani in toga rossa?
Perché i bracciali con tante ametiste,
gli anelli con gli splendidi smeraldi luccicanti?
Perché brandire le preziose mazze
coi bei caselli tutti d’oro e argento?

Oggi arrivano i barbari,
e questa roba fa impressione ai barbari.

Perché i valenti oratori non vengono
a snocciolare i loro discorsi, come sempre?

Oggi arrivano i barbari:
sdegnano la retorica e le arringhe.

Perché d’un tratto questo smarrimento
ansioso? (I volti come si son fatti seri)
Perché rapidamente le strade e piazze
si svuotano, e ritornano tutti a casa perplessi?

S’è fatta notte, e i barbari non sono più venuti.
Taluni sono giunti dai confini,
han detto che di barbari non ce ne sono più.

E adesso, senza barbari, cosa sarà di noi?
Era una soluzione, quella gente.

inviata da Riccardo Venturi - 6/11/2012 - 19:17




Lingua: Italiano

La traduzione italiana di Io Non Sto Con Oriana
dal suo blog

insco


Il blog di Io Non Sto Con Oriana (eh sì, l'Oriana con la quale il blogger non sta è proprio lei, la defunta Fallaci) si apre con un'immagine di Yazd; non so come mai, ma una traduzione di questa poesia la trovo del tutto naturale, da parte sua. (rv)
ASPETTANDO I BARBARI

Che cosa stiamo aspettando, in assemblea nel foro?
Stanno per arrivare i barbari oggi.
Perché nel Senato non funziona niente?
Perché i Senatori vi siedono senza legiferare?
Perché oggi arrivano i barbari.
A che serve che i senatori facciano delle leggi?
Quando verranno, saranno i barbari a fare la legge.
Perché il nostro Imperatore si è alzato tanto presto,
e perché siede sul trono alle porte della città,
solenne, portando la corona?
Perché oggi arrivano i barbari.
E l'Imperatore si appresta a ricevere il loro capo.
Egli ha perfino una pergamena da dargli
Piena di titoli, con nomi imposti.
Perché i nostri due consoli e i nostri pretori sono usciti oggi
Indossando la loro toga ricamata e rossa?
Perché hanno messo i bracciali pieni di ametiste
Ed anelli che scintillano di magnifici smeraldi?
Perché portano i loro bastoni eleganti,
squisitamente lavorati d’argento e d’oro?
Perché oggi arrivano i barbari.
E cose come queste abbagliano i barbari.
Perché i nostri abili retori non si levano come al solito,
a fare i loro discorsi, a dire quello che hanno da dire?
Perché oggi arrivano i barbari.
E si annoiano della retorica e dei discorsi in pubblico.
E perché, all'improvviso, questa inquietudine e questa confusione?
(Come sono divenuti seri i volti!)
Perché le strade e le piazze si svuotano così in fretta
e perché rientrano tutti a casa persi nei loro pensieri?
Perché è scesa la notte e i barbari non arrivano.
E alcuni dei nostri sono tornati dalle frontiere dicendo
Che non ci sono più barbari.
E ora, che ci succederà senza i barbari?
Loro, bene o male, erano una soluzione.

inviata da Riccardo Venturi - 6/11/2012 - 23:31




Lingua: Italiano

La riscrittura italiana di Riccardo Venturi
(7 novembre 2012).

napol


Di traduzioni italiane di questa poesia ce ne sono altre (penso, ad esempio, a quella di Nicola Crocetti; ma non m'è riuscito di trovarla). Ce ne saranno sicuramente di altre ancora; ma, alla fine, mi son detto che, più o meno, sono tutte simili. E ho voluto, quindi, farne una un po' diversa.

Del resto, una costante di questa poesia è la sua attualità; ho voluto quindi trasportarla nel presente. S'immagini, che so io, Napolitano davanti al Quirinale che aspetta i barbari, o i senatori davanti a palazzo Madama. S'immagini che non arrivi "qualcuno dai confini"; ora le notizie viaggiano sui social networks (anche Barack Obama, poche ore fa, ha annunciato la sua rielezione con un "Tweet"). Il resto lo fa, già da sé, la poesia. (rv)
NELL'ATTESA DEI BARBARI

Ma che aspettiamo qua, riuniti in piazza?
È per i barbari. Oggi arriveranno.
Perché, in Senato, tutto questo non far niente,
e i senatori seduti a non far leggi?

Perché i barbari, oggi, arriveranno.
Che leggi devon fare, i senatori?
Le faranno i barbari, ora che arrivano.
Perché il Presidente s'è alzato tanto presto
e sta là in pompa magna, a Porta Maggiore,
come un re in trono, in alta uniforme?

È per i barbari. Oggi arriveranno.
Aspetta, il Presidente, l'accoglienza
del loro capo. Ci ha, addirittura,
una laurea honoris causa della Sapienza
pronta per lui, con titoli e dottori.

Perché ci sono magistrati e diplomatici
con feluche e toghe bordate in rosso?
Ché si son messi pure i Rolex d'oro
e anelli splendidi, e bracciali preziosi?
E pure i bastoni del comando
tutti d'oro e d'argento rivestiti?

È per i barbari. Oggi arriveranno.
Per queste cose, sai, ci vanno pazzi!
E perché non vengono anche i giornalisti
a far grandi discorsi, come sempre?
È per i barbari. Oggi arriveranno.
A loro quei tromboni fanno schifo.

E ora perché tutta questa agitazione?
Vedi che facce serie tutti han fatto.
Perché la gente sfolla dalla strade
e se ne torna a casa preoccupata?

S'è fatta sera, e di barbari manco l'ombra.
Su Facebook e su Twitter hanno detto
che di barbari non ce ne sono più.
Che minchia si fa ora, senza i barbari?
Quelli sì, che erano una soluzione.

7/11/2012 - 10:10




Lingua: Inglese

La versione inglese di Edmund Keeley e Philip Sherrard
English translation by Edmund Keeley and Philip Sherrard

Costantino Kavafis in una foto meno usuale.
Costantino Kavafis in una foto meno usuale.


Da: C.P. Cavafy, Collected Poems. Translated by Edmund Keeley and Philip Sherrard. Edited by George Savidis. Revised Edition. Princeton University Press, 1992. Per l'inglese e tutte le altre lingue vale lo stesso: esistono decine di traduzioni. Ne scelgo una, rappresentativa, tra le più recenti. (rv)
WAITING FOR THE BARBARIANS

What are we waiting for, assembled in the forum?
The barbarians are due here today.

Why isn’t anything happening in the senate?
Why do the senators sit there without legislating?

Because the barbarians are coming today.
What laws can the senators make now?
Once the barbarians are here, they’ll do the legislating.

Why did our emperor get up so early,
and why is he sitting at the city’s main gate
on his throne, in state, wearing the crown?

Because the barbarians are coming today
and the emperor is waiting to receive their leader.
He has even prepared a scroll to give him,
replete with titles, with imposing names.

Why have our two consuls and praetors come out today
wearing their embroidered, their scarlet togas?
Why have they put on bracelets with so many amethysts,
and rings sparkling with magnificent emeralds?
Why are they carrying elegant canes
beautifully worked in silver and gold?

Because the barbarians are coming today
and things like that dazzle the barbarians.

Why don’t our distinguished orators come forward as usual
to make their speeches, say what they have to say?

Because the barbarians are coming today
and they’re bored by rhetoric and public speaking.

Why this sudden restlessness, this confusion?
(How serious people’s faces have become.)
Why are the streets and squares emptying so rapidly,
everyone going home so lost in thought?

Because night has fallen and the barbarians have not come.
And some who have just returned from the border say
there are no barbarians any longer.

And now, what’s going to happen to us without barbarians?
They were, those people, a kind of solution.

inviata da Riccardo Venturi - 7/11/2012 - 10:28




Lingua: Francese

La versione francese di Ange Vlachos.
Version française par Ange Vlachos.

Proviene da uno scritto di Larry Barouch dove, per dirla eufemisticamente, non si parla molto bene di Marguerite Yourcenar. La quale aveva pure tradotto Περιμένοντας τους βαρβάρους in una maniera che viene tacciata di "ignobile". Le querelle tra traduttori di poesie sono antiche quanto il mondo, verrebbe da dire. Da notare che, in Francia (e, sovente, anche in Inghilterra), Konstandinos Kavafis diventa regolarmente "Constantine Cavafy".
EN ATTENDANT LES BARBARES

-Qu'attendons nous rassemblés sur la place?
Les barbares doivent arriver aujourd'hui.

--Pourquoi au Sénat une telle inaction?
C'est que les barbares arriveront aujourd'hui.
Quelles lois pourraient bien faire les Sénateurs?
Les barbares une fois là feront les lois.

--Pourquoi notre Empereur s'est-il si tôt levé?
et se tient-il à la grande porte de la ville
assis sur son trône, solennel, portant la couronne?
C'est que les barbares arriveront aujourd'hui
et l'Empereur attend pour recevoir leur chef.
Il a même préparé un parchemin pour le lui présenter.
Il lui décerne force titres et louanges.

--Pourquoi nos deux consuls, nos préteurs,
ont-ils aujourd'hui revêtu leurs toges rouges et brodées?
Pourquoi portent-ils des bracelets avec tant d'améthystes
et des bagues avec d'étincelantes émeraudes?
Pourquoi tiennent-ils des bâtons précieux
finement ornés d'argent et d'or?

C'est que les barbares arrivent aujourd'hui
et que ces choses-là éblouissent les barbares.

--Pourquoi nos orateurs ne viennent-ils pas comme toujours
faire des discours et donner leur avis?

C'est que les barbares arrivent aujourd'hui,
l'éloquence et les discours les ennuient.

--Pourquoi tout à coup cette inquiétude
cette confusion (comme les visages sont devenus graves).
Pourquoi les rues, les places, se vident -elles si vite
et chacun rentre chez lui très soucieux?

C'est que la nuit est tombée et les barbares ne sont pas venus.
Et certaines gens sont arrivés des frontières
disant qu'il n'y a plus de barbares.

Et maintenant qu'allons nous faire sans barbares?
Ces gens-là étaient une sorte de solution.

inviata da Riccardo Venturi - 7/11/2012 - 11:37




Lingua: Tedesco

La versione tedesca dallo Uris Tagebuch. Probabilmente di Wolfgang Josing.
Deutsche Übersetzung aus Uris Tagebuch. "Vermutlich von Wolfgang Josing".

Proviene dal blog di un ebreo svizzero che vive in Israele con la famiglia. Un israeliano parecchio critico verso la sua società e le politiche dello stato Ebraico, va senz'altro detto. Riporto, in quanto interessanti, le considerazioni del suddetto su questa poesia; sono in tedesco, però. Non è colpa mia. (rv)

Als Einstieg eine Feststellung: Im Jahre 2012 wird die grosse Mehrheit der Muslime im Mittleren Osten und Nordafrika von radikalislamistischen Regimen regiert sein, die glauben, dass mit einem Jihad auf Amerika und Israel, mit der Zerstörung Israels, mit der Unterdrückung der Christen, mit dem weiteren Reduzieren des rechtlichen Status der Frau, sie den Willen Gottes, als dessen Diktatoren zu regieren, erfüllen. Ich meine damit Ägypten, Gaza, Iran, Libanon, Libyen, Tunesien und die Türkei. Es könnten noch weitere dazukommen. Das ist das Resultat freier Wahlen in diesen Ländern und beweist eigentlich nur, wie reaktionär die Mehrheit der muslimischen Welt agiert und Demokratie ausschliesslich auf den Akt des Wählens reduzieren.
Das Gedicht des griechischen Dichters Konstantinos Kavafis (1863–1933) „Warten auf die Barbaren“ beschreibt die heutige Situation, besonders mit Hinblick auf Europa, das angstvoll und fast gelähmt das Entstehen einer barbarischen Übernahme entgegen sieht – und nichts tut. Man kann viel in seine Worte hineinlesen, das dieser Situation entspricht.
Kavafis lebte im ägyptischen Alexandrien, das seit seiner Gründung in der Antike von allen im östlichen Mittelmeerraum engagierten Grossmächten kulturell geprägt wurde. Seine Gedichte schrieb er in Neugriechisch, einer relativ neuen und wiedererweckten Sprache, ähnlich wie das heute in Israel gesprochene Neuhebräisch, das auf dem biblischen Althebräisch basiert. Mein Schwager Dov mit dem zutiefst orientalischen Namen Rosenblum, stammt aus Alexandrien. Er und seine gesamte Familie wurden nach dem israelischen Unabhängigkeitskrieg 1948 aus Ägypten gejagt, nachdem ihre gesamte Habe vom Staat beschlagnahmt worden war. Identisches fand in anderen arabischen Ländern, in den Juden lebten, statt. Was ist heute von Alexandriens uralter europäischer Kultur geblieben?

Im Gedicht bereiten sich die alten Römer auf den Einfall der Barbaren vor und planen, diesen bei Ankunft unterwürfig in den Hintern zu kriechen. Ganz besonders wird im ersten Teil des Gedichtes diese geplante Unterwürfigkeit beschrieben. Auch wenn dann die Barbaren nicht kamen (was nicht der Geschichte entspricht), könnte dieses Gedicht eigentlich gut auf das Verhalten verschiedener europäischer Regierungen zutreffen, die noch immer nicht merken wollen, dass die Barbaren schon eingetroffen sind und sich fast, aber noch nicht ganz, heimisch fühlen. Immerhin benimmt sich Israel - obwohl sich europäisch sehend, aber nicht in Europa liegend - anders und weigert sich den Kopf in den Sand zu stecken.

Aber eben, da gibt es ein Problem. Die projizierten Gefahren der Barbaren, werden von Politikern, die heute israelische Politik bestimmen, missbraucht. Über antidemokratische, gar faschistoide Gesetze, die dieser Wochen und Monate in einer Knesset mit rechtsradikaler Mehrheit vorgeschlagen werden, versucht Bibi Nethanyahu und Regierungs- und Parlamentsmitglieder noch weiter rechts von ihm die Demokratie, Israels wertvollstes Gut, auszuhöhlen. Sein Aussenminister Lieberman beneidet Russland und dessen Vladimir Putin, platzt vor Neid über Putins Machtfülle und neostalinistischen Regierungsstil und versucht diesen nachzuahmen. Seine Jünger helfen ihm dabei. Jüdische Rechtsextremisten wie die Hügeljugend der besetzten Gebiete, radikale Siedler und nationalreligiöse Rabbiner, die zum Hass auf Araber und Andersdenkende (man denke an den Mord an Itzchak Rabin), aufrufen und Gewalttaten gegen beide bibeltreu (wie sie meinen) unterstützen, sind eine relativ kleine, aber mächtige Regierungsstrippen ziehende Minderheit, die, bewusst oder unbewusst den Palästinensern hilft, Israel international zu desavouieren. Das hat wenig damit zu tun, dass islamistische Palästinenser Israel und Juden traditionell hassen und terrorisieren, sondern wie bei diesen, stammt die Motivation jüdisch-nationalistischer Juden aus ähnlichem ideologisch und religiös motiviertem rassistischem Hass. Wir sind halt, wie viele alte Israelis meinen, doch Cousins.
WARTEN AUF DIE BARBAREN

Worauf warten wir, versammelt auf dem Marktplatz?

Auf die Barbaren, die heute kommen.
Warum solche Untätigkeit im Senat?
Warum sitzen die Senatoren da, ohne Gesetze zu machen?

Weil die Barbaren heute kommen.
Welche Gesetze sollten die Senatoren jetzt machen?
Wenn die Barbaren kommen, werden diese Gesetze machen.
Warum ist unser Kaiser so früh aufgestanden?
Warum sitzt er mit der Krone am größten Tor der Stadt
Hoch auf seinem Thron?

Weil die Barbaren heute kommen,
Und der Kaiser wartet, um ihren Führer
Zu empfangen. Er will ihm sogar eine Urkunde
Überreichen, worauf viele Titel
Und Namen geschrieben sind.
Warum tragen unsere zwei Konsuln und die Prätoren
Heute ihre roten, bestickten Togen?
Warum tragen sie Armbänder mit so vielen Amethysten
Und Ringe mit funkelnden Smaragden?
Warum tragen sie heute die wertvollen Amtsstäbe,
Fein gemeißelt, mit Silber und Gold?

Weil die Barbaren heute erscheinen,
Und solche Dinge blenden die Barbaren.
Warum kommen die besten Redner nicht, um wie üblich
Ihre Reden zu halten?

Weil die Barbaren heute erscheinen,
Und vor solcher Beredtheit langweilen sie sich.
Warum jetzt plötzlich diese Unruhe und Verwirrung?
(Wie ernst die Gesichter geworden sind.) Warum leeren
Sich die Straßen und Plätze so schnell und
Warum gehen alle so nachdenklich nach Hause?

Weil die Nacht gekommen ist und die Barbaren doch nicht
Erschienen sind. Einige Leute sind von der Grenze gekommen
Und haben berichtet, es gebe sie nicht mehr, die Barbaren.
Und nun, was sollen wir ohne Barbaren tun?
Diese Menschen waren immerhin eine Lösung.

inviata da Riccardo Venturi - 7/11/2012 - 12:25




Lingua: Spagnolo

La traduzione spagnola da Ciudad Seva, Hogar electrónico del escritor Luis López Nieves
Traducción al castellano de Ciudad Seva, Hogar electrónico del escritor Luis López Nieves

Luis López Nieves.
Luis López Nieves.


Luis López Nieves (nato nel 1950) è uno dei maggiori scrittori portoricani. Secondo l'articolo Wikipedia, il suo sito, "Ciudad Seva", ha ricevuto oltre 54 milioni di visite. Sul principale quotidiano portoricano, "El nuevo día", tiene una rubrica che si chiama Cartas Bizantinas; si capisce bene perché traduca Kavafis. (rv)
ESPERANDO A LOS BÁRBAROS

-¿Qué esperamos congregados en el foro?
Es a los bárbaros que hoy llegan.

-¿Por qué esta inacción en el Senado?
¿Por qué están ahí sentados sin legislar los Senadores?
Porque hoy llegarán los bárbaros.
¿Qué leyes van a hacer los senadores?
Ya legislarán, cuando lleguen, los bárbaros.

-¿Por qué nuestro emperador madrugó tanto
y en su trono, a la puerta mayor de la ciudad,
está sentado, solemne y ciñendo su corona?
Porque hoy llegarán los bárbaros.
Y el emperador espera para dar
a su jefe la acogida. Incluso preparó,
para entregárselo, un pergamino. En él
muchos títulos y dignidades hay escritos.

-¿Por qué nuestros dos cónsules y pretores salieron
hoy con rojas togas bordadas;
por qué llevan brazaletes con tantas amatistas
y anillos engastados y esmeraldas rutilantes;
por qué empuñan hoy preciosos báculos
en plata y oro magníficamente cincelados?
Porque hoy llegarán los bárbaros;
y espectáculos así deslumbran a los bárbaros.

-¿Por qué no acuden, como siempre, los ilustres oradores
a echar sus discursos y decir sus cosas?
Porque hoy llegarán los bárbaros y
les fastidian la elocuencia y los discursos.

-¿Por qué empieza de pronto este desconcierto
y confusión? (¡Qué graves se han vuelto los rostros!)
¿Por qué calles y plazas aprisa se vacían
y todos vuelven a casa compungidos?
Porque se hizo de noche y los bárbaros no llegaron.
Algunos han venido de las fronteras
y contado que los bárbaros no existen.

¿Y qué va a ser de nosotros ahora sin bárbaros?
Esta gente, al fin y al cabo, era una solución.

inviata da Riccardo Venturi - 7/11/2012 - 12:33




Lingua: Portoghese

Una versione portoghese.
Uma versão portuguesa.

Proviene da questa pagina sulla quale non ho indagato ulteriormente. Potrebbe anche essere una versione "standard" in portoghese. (rv)
ESPERANDO OS BÁRBAROS

Mas que esperamos nós aqui n'Ágora reunidos?
É que os bárbaros hoje vão chegar!

Mas porque reina no Senado tanta apatia?
Porque deixaram de fazer leis os nossos senadores?

É que os bárbaros hoje vão chegar.
Que leis hão­‑de fazer os senadores?
Os bárbaros que vêm, que as façam eles.

Mas porque tão cedo se ergueu hoje o nosso imperador,
E se sentou na magna porta da cidade à espera,
Oficial, no trono, co'a coroa na cabeça?

É que os bárbaros hoje vão chegar.
O nosso imperador espera receber
O chefe. E certamente preparou
Um pergaminho para lhe dar, onde
Inscreveu vários títulos e nomes.

Porque é que os nossos dois bons cônsules e os dois pretores
trouxeram hoje à rua as togas vermelhas bordadas?
E porque passeiam com pulseiras ricas de ametistas,
e porque trazem os anéis de esmeraldas refulgentes,
por que razão empunham hoje bastões preciosos
com tão finos ornatos de ouro e prata cravejados?

É que os bárbaros hoje vão chegar.
E tais coisas os deixam deslumbrados.

Porque é que os grandes oradores como é seu costume
Não vêm soltar os seus discursos, mostrar o seu verbo?

É que os bárbaros hoje vão chegar
E aborrecem arengas, belas frases.

Porque de súbito se instala tal inquietude
Tal comoção (Mas como os rostos ficaram tão graves)
E num repente se esvaziam as ruas, as praças,
E toda a gente volta a casa pensativa?

Caiu a noite, os bárbaros não vêm.
E chegaram pessoas da fronteira
E disseram que bárbaros não há.

Agora que será de nós sem esses bárbaros?
Essa gente talvez fosse uma solução.

inviata da Riccardo Venturi - 7/11/2012 - 12:47




Lingua: Catalano

La versione catalana di Carles Riba
Versió catalana de Carles Riba

Carles Riba.
Carles Riba.


Da poeta a poeta: Carles Riba (1893-1959) è stato uno dei più grandi poeti moderni in lingua catalana. Antifranchista, visse in esilio dal 1939 al 1943. Particolare decisivo: oltre ad essere un grande poeta, Riba è stato anche uno dei maggiori classicisti catalani. Dal 1925 al 1939 fu professore di greco all'Università Autonoma di Barcellona; tradusse classici greci e latini nella sua lingua materna, ma è ricordato specialmente per la sua versione in catalano dell'Odissea, considerata tra le più belle in ogni lingua. E la sua mano si vede bene anche in questo suo Kavafis. (rv)
ESPERANT ELS BÀRBARS

¿Què esperem a la plaça tanta gent reunida?
Diu que els bàrbars avui seran aquí.

¿De què ve al Senat aquesta inacció?
¿Per què seuen els Senadors i no legislen?

És que els bàrbars arribaran avui.
¿Per què han de fer lleis ja els Senadors?
Les dictaran els bàrbars quan vindran.

¿Per què l'Emperador se'ns ha llevat tan d'hora
i és a seure al portal més gran de la ciutat,
dalt del tron, revestit i portant la corona?

És que els bàrbars arribaran avui,
i el nostre Emperador creu que ha de rebre
llur cap. I fins i tot té preparat,
per dar-l'hi, un pergamí. Allí li ha escrit
una llista de títols i de noms.

¿Per què els nostres dos cònsols i els pretors van avui
amb les togues vermelles, les togues recamades?
¿Per què porten braçals amb tantes ametistes
i anells amb esplèndides, cristal·lines maragdes?
¿Per què han pres avui uns bastons tan preciosos
amb tot de plata i or cisellats de mà mestra?

És que els bàrbars arribaran avui;
i tot això són coses que fascinen els bàrbars.

¿Per què els bons oradors no han vingut com sempre
a engegar llurs discursos, a dir el que d'ells s'espera?

És que els bàrbars arribaran avui;
i són gent que els empipen retòriques i arengues.

¿Per què ha començat de sobte aquesta angúnia
i aquest renou? (Oh, com s'han allargat les cares!)

¿Per què es buiden de pressa els carrers i les places
i tothom va tornant a casa molt pensívol?

És que s'ha fet de nit i els bàrbars no han vingut.
I uns homes arribats de la frontera
han dit com ja, de bàrbars, no se'n veuen enlloc.

¿I de nosaltres ara què serà sense bàrbars?
Aquesta gent alguna cosa bé resolia.

inviata da Riccardo Venturi - 7/11/2012 - 16:22




Lingua: Rumeno

La versione rumena di Marius Ivascu
Traducere de Marius Ivascu după poezia originală.

Da questa pagina del blog Ortodoxie şi Viaţă ("Ortodossia e Vita"). Un blog dove, finalmente, si scrive il rumeno con un'ortografia rigorosa. (rv)
AȘTEPTÂND PE BARBARI

— Ce așteptăm în for, adunați laolaltă?
Barbarii au să vie astăzi!

— De ce-n Senat atâta neorânduială?
De ce stau senatorii, în loc să facă legi?

Căci astăzi au să vie barbarii.

Ce legi să facă senatorii?
Barbarii când ajung au să le rânduiască.

— De ce-mpăratul s-a sculat dis de dimineață
și șade la poarta cetății cea mai mare,
pe tron înalt, solemn, purtând coroana?

Căci astăzi au să vie barbarii.
Și împăratu-așteaptă să primească
pe căpetenia lor. De fapt, a pregătit
să-i dea un pergament. Acolo
i-a scris titluri multe și numiri.

— De ce ieșiră consulii noștri amândoi și pretorii
înveșmântați în toga purpurie, cea brodată?

De ce-au purtat brățări cu atâtea-ametiste
și inele cu scânteietoare, splendide smaralde?

De ce țin azi prețioase sceptre
cu-argint și aur mândru ferecate?

Căci astăzi au să vie barbarii
și-asemenea podoabe îi uimesc pe barbari.

— De ce distinșii ritori nu vin ca-ntotdeauna
să-și rostească-a lor cuvinte, să spuie ce-au de spus?
Căci astăzi au să vie barbarii
și pe-aceștia îi îngreuiază măiestrele discursuri.

— De ce deodat-atâta neastâmpăr și tumult?
(Ce grave-s toate fețele deodată!)

De ce s-au pustiit degrabă străzi și piețe
și toți se-ntorc cu mare tulburare-acasă?

Că s-a-nserat și n-au ajuns barbarii.

Veniră, însă, unii cu vești de la hotare
și-au zis că barbari nu mai sânt.

Și-acum ce-o să ne facem fără barbari?!
Oamenii-aceștia erau și ei o rezolvare...

inviata da Riccardo Venturi - 7/11/2012 - 18:30




Lingua: Neerlandese

Una versione nederlandese (olandese/fiamminga).
Een nederlandse vertaling.

Proviene da questa pagina.
WACHTENDE OP DE BARBAREN


Waar wachten wij op, verzameld op de markt?
De barbaren zullen vandaag moeten komen.

Waarom zulk een ledigheid in de senaat?
Wat zitten daar de senatoren, en geven zij geen wetten?

Omdat de barbaren vandaag zullen komen.
Wat wetten zullen de senatoren nog maken?
De barbaren zullen, als ze er zijn, de wetten geven.

Waarom is de keizer zo vroeg verrezen,
en zit hij in der stad allergrootste poort,
op de straat, en plechtig, dragende zijn kroon?

Omdat de barbaren vandaag zullen komen,
en de keizer wacht af om hun heerser
te ontvangen. Ja, hij staat zelfs gereed
om hem een perkament te geven. Daarop
schreef hij hem vele tietels toe, en namen.

Waarom verschenen onze beide consuls en de praetoren
vandaag met hun rode, hun geborduurde toga's,
waarom dragen ze braceletten met zoveel amethysten
en ringen met heldere glanzende smaragden?

Waarom namen ze heden hun kostbare staven ter hand
met gouden en zilveren versiersels, uitgelezen?

Omdat de barbaren vandaag zullen komen
en dergelijke zaken verbazen de barbaren.

Waarom komen ook niet als steeds de waardige rhetoren
om hun redes te laten horen, om het hunne te zeggen?

Omdat de barbaren vandaag zullen komen,
en die houden niet van welbespraaktheid en schone redes.

Waarom begint er plotseling nu die onrust
en dat samenlopen (hoe ernstig werden de gezichten!),
waarom legen zich snel nu de straten en de pleinen,
en keren allen naar hun huizen, diep in gedachten?

Omdat het nacht werd en de barbaren kwamen niet;
en er verschenen er van de grenzen,
die zeiden dat er geen barbaren meer zijn.

En wat moeten wij nu zonder barbaren?
Die mensen waren altans een uitweg.

inviata da Riccardo Venturi - 7/11/2012 - 12:52




Lingua: Russo

La versione in lingua russa di S. Il'inska
Перевод С. Ильинской

Da questa pagina, con tanto di banner delle "Ninja Wars". Proviene da: Кавафис К., Лирика,
1984 г., Перевод С. Ильинской, Издатель: Художественная литература
ОЖИДАЯ ВАРВАРОВ

Зачем на площади сошлись сегодня горожане?
Сегодня варвары сюда прибудут.

Так что ж бездействует сенат, закрыто заседанье,
сенаторы безмолвствуют, не издают законов?

Ведь варвары сегодня прибывают.
Зачем законы издавать сенаторам?
Прибудут варвары, чтобы издать законы.

Зачем наш император встал чуть свет
и почему у городских ворот
на троне и в короне восседает?

Ведь варвары сегодня прибывают.
Наш император ждет, он хочет встретить
их предводителя. Давно уж заготовлен
пергамент дарственный. Там титулы высокие,
которые пожалует ему наш император.

Зачем же наши консулы и преторы
в расшитых красных тогах появились,
зачем браслеты с аметистами надели,
зачем на пальцах кольца с изумрудами?
Их жезлы серебром, эмалью изукрашены.
Зачем у них сегодня эти жезлы?

Ведь варвары сегодня прибывают,
обычно роскошь ослепляет варваров.

Что риторов достойных не видать нигде?
Как непривычно их речей не слышать.

Ведь варвары сегодня прибывают,
а речи им как будто не по нраву.

Однако что за беспокойство в городе?
Что опустели улицы и площади?
И почему, охваченный волнением,
спешит народ укрыться по домам?

Спустилась ночь, а варвары не прибыли.
А с государственных границ нам донесли,
что их и вовсе нет уже в природе.

И что же делать нам теперь без варваров?
Ведь это был бы хоть какой-то выход.

inviata da Riccardo Venturi - 7/11/2012 - 13:01




Lingua: Svedese

La traduzione svedese di Magnus William-Olsson e Rea Mellberg
Svensk översättning av Magnus William-Olsson och Rea Mellberg

Da Under pausträdet, il blog di Bodil Zalesky. "Vi lyssnar till människor som bär sin Kavafis i hjärtat – vi hör hans dikter på grekiska, arabiska, turkiska och engelska. I boken finns de att läsa på grekiska och i en svensk nyöversättning av Magnus William-Olsson och Rea Mellberg – och på engelska."
I VÄNTAN PÅ BARBARERNA

Vad väntar vi på, samlade på torget?
Barbarerna lär komma idag

Varför så lugnt i senaten?
Varför är senatorerna så overksamma och stiftar inga lagar?

För att barbarerna kommer idag
Varför skulle senatorerna stifta lagar.
När barbarerna kommer får de stifta lagar själva.

Varför steg kejsaren upp så tidigt
och satte sig vid stadens huvudport
majestätiskt tronande med kronan på?

För att barbarerna skall komma idag.
Och kejsaren väntar att få ta emot
deras anförare. Han har rent av förberett
ett dokument att överräcka
fullt av långa titlar och namn.

Varför har de två konsulerna och pretorerna gått ut idag
i sina röda, broderade togor?
Varför har de iklätt sig armband med så många ametister
och ringar med praktfullt lysande smaragder;
varför bär de kostbara stavar idag
konstfullt smidda av silver och guld?

För att barbarerna skall komma idag;
och sådana saker bländar barbarer.

Varför kommer inte de lysande retorerna som de alltid brukar
för att hålla sina tal och säga allt de har att säga?

För att barbarerna skall komma idag;
och de tråkas ut av tal och retorik.

Varför plötsligt denna oro
och förvirring? (Så allvarsamma ansiktena blev.)
Varför töms hastigt gatorna och torgen?
Och alla vänder hemåt, djupt bekymrade.

För att natten föll och barbarerna aldrig kom.
Och folk anlände från gränsen
och sa att inga barbarer längre finns.

Hur skall vi klara oss utan barbarer?
Dessa människor var en sorts lösning.

inviata da Riccardo Venturi - 7/11/2012 - 15:32




Lingua: Danese

La traduzione danese di Johannes Thomsen
Oversat af Johannes Thomsen

Da questo documento .doc. Traduzione eseguita nel 1986 e rivista nel 2008. (rv)
MENS VI VENTER PÅ BARBARERNE

Hvorfor venter vi forsamlede på torvet?
Barbarerne kommer i dag.

Hvorfor sådan uvirksomhed i Rådet i dag?
Hvorfor sidder rådsherrerne der bare og lovgiver ikke?

Fordi barbarerne kommer i dag.
Hvilke love kan rådsherrerne give længere?
Når barbarerne kommer, vil de give love.

Hvorfor vågnede kejseren så tidligt,
og sidder ved byens største port,
på tronen, højtidelig, med kronen på?

Fordi barbarerne kommer i dag.
Og kejseren venter på at modtage
deres leder. Han er især beredt
på at give ham et pergament. Dér
skrev han mange titler og navne op til ham.

Hvorfor kom vore to konsuler og prætorerne
ud i dag med deres purpurrøde og broderede togaer på?
Hvorfor bærer de armringe med så mange ametyster på?
og fingerringe med strålende, skinnende smaragder?
Hvorfor bærer de i dag kostbare stave
med fremragende indlæg i sølv og guld?

Fordi barbarerne kommer i dag,
og den slags blænder barbarerne.

Hvorfor kommer de ærede talere ikke som altid
for at holde deres taler, for at gøre deres?

Fordi barbarerne kommer i dag,
og de keder sig over veltalende folketalere.

Hvorfor begynder pludseligt denne uro
og denne ophidselse. (Ansigterne, hvorfor blev de så alvorlige.)
Hvorfor tømmes gaderne og pladserne hurtigt,
og alle vender hjem til deres huse, i dybe tanker?

Fordi det blev nat, og barbarerne kom ikke.
Og nogle kom fra grænserne
og sagde, at der ikke længere er barbarer.

Og nu, hvad skal der blive af os uden barbarer.
De mennesker var dog en slags løsning.

inviata da Riccardo Venturi - 7/11/2012 - 15:37




Lingua: Islandese

Traduzione islandese di Atli Harðarson
Íslensk þýðing eftir Atla Harðarson

Atli Harðarson.
Atli Harðarson.

Fin dall'ottocentosettantaquattro dopo Cristo, quando avvenne la Landnám, ogni islandese è scrittore e poeta "in pectore". E traduttore. Il sig. Atli Harðarson traduce in islandese i poeti della Grecia, in particolare Kavafis, Seferis e Elytis. Dal suo sito riprendo la traduzione di questa poesia; e da vecchio islandista mi fa un gran piacere. Una divertente curiosità: in islandese, il nome "Atli" corrisponde a "Attila". Per un traduttore di "Aspettando i barbari", direi che è notevole! (rv)
BEÐIÐ EFTIR BARBÖRUNUM

Eftir hverju erum vér að bíða, samankomnir á torginu?
Eftir barbörunum. Þeir koma í dag.

Hví sitja öldungarnir svo aðgerðalausir á þingi?
Hví sinna þeir ekki setningu laga?

Af því að barbararnir koma í dag.
Hvaða lög setja öldungar héðan af?
Þegar barbararnir koma ákveða þeir lögin.

Hví er keisari vor svo furðu árla á fótum
og hví situr hann við breiðasta borgarhlið
á veldisstóli með viðhöfn og kórónu á höfði?

Af því að barbararnir koma í dag.
Hann bíður eftir að taka á móti
foringja þeirra og hefur tilbúið bókfell
til að gefa honum. Á það hefur keisarinn
ritað fyrir hann marga titla og nöfn.

Hví eru ræðismenn báðir og æðstu dómarar úti staddir
með klæðin rauð í útsaumuðum yfirhöfnum;
hví bera þeir skart með öllum þeim fjölda af ametystum
og bauga sem lýsa af ljómandi smaragðafjöld;
hví eru þeir líka með sprota svo flúraða og fína,
alsetta dýrustu djásnum úr silfri og gulli?

Af því að barbararnir koma í dag
og barbarar heillast af slíkum hlutum.

Hví koma ei vorir rómuðu ræðumenn,
út eins og jafnan með erindin snjöllu?

Af því að barbararnir koma í dag
og barbörum leiðist málskrúð og ræður.

Hví upphefst þvílíkur órói skyndilega
og glundroði. (Svipmót fólksins, hve þungbúið er það nú orðið.)
Hví tæmast götur og torg svona hratt
og skunda allir heim til sín hugsi?

Af því að dagurinn er liðinn og engir barbarar hér,
það hafa líka komið menn frá útjöðrum ríkisins
og sagt að það séu engir barbarar lengur til.

Hvað verður nú um oss án barbaranna.
Á einhvern hátt voru þeir leið til að ljúka við dæmið.

inviata da Riccardo Venturi - 7/11/2012 - 22:37




Lingua: Ungherese

La versione ungherese di György Somlyó
Somlyó György magyar fordítása

Avevo quasi giurato di non mettere più nulla in ungherese in questo sito, finché i magiari non si fossero tolti di mezzo il principale "hitlerino" europeo attuale, l'orrendo Viktor Orbán; faccio un'eccezione oggi, ma solo oggi. Ed è un'eccezione che mi ha fatto sudare, perché il testo della versione ungherese di György Somlyó mi è riuscito di trovarlo solamente su uno stramaledetto documento scribd, che mi ha costretto a dargliene di santa ragione con l'editing. Inoltre, sia mai che riporti qua dentro un testo in "magiaro internettaro", con "ô" e "û" al posto di "ő" e "ű". Mi ripaga un po' il fatto che questa traduzione ungherese sia l'unica, per ora, in cui i "confini" siano tradotti con "limes". Questo mi piace assai. (rv)
A BARBÁROKRA VÁRVA

Mire várunk, tolongva mind fórumon?
Hogy végre ma a barbárok betörjenek.

A szenátus mért ily tétlen s tanácstalan?
Miért nem ülnek törvényt a szenátorok?

Mert várják, hogy a barbárok betörjenek.
Mily törvényt hoznának még a szenátorok?
Majd hoznak a barbárok, csak betörjenek.

Mért kelt fel császárunk ma ily korán,
s miért ült ki a legfelső városkapu
elétrónjára, koronával, ünnepélyesen?

Mert várja, hogy a barbárok betörjenek.
S a császár méltóképp készül fogadni fő
emberüket. Külön pergament íratott,
hogy átnyújtsa neki, dicső címekkel
és jelzőkkel is kicirkalmazta ékesen.

Miért jő két konzulunk s a prétorok vörös
hímzett tógában, melyben ünnepen szokás?
Mért díszítik őket ametiszt-karkötők,
és szikrázó smaragd gyűrűk az ujjukat?
Miért vették ma éppen arany és ezüst
művekkel gazdagon mintázott botjukat?

Mert várják, hogy a barbárok betörjenek,
és a barbárt az ilyesmi elbűvöli.

Mért nem gyűltek össze a tisztes rétorok,
hogy szóljanak s elmondják, ami lelkünkön?

Mert várják, hogy a barbárok betörjenek,
s a barbárokat untatják a szép szavak.

De mért egyszerre ez a zűrzavar,
ez a felbolydulás? (Milyen sötét lett minden arc!)
Mért néptelenednek el utcák és terek,
s mért siet ki-ki otthonába komoran?

Mert éj lett, és a barbárok nem jöttek el.
S futárok érkeztek a limesek felől,
jelentve, hogy barbárok többé nincsenek.

S most - vajon barbárok nélkül mi lesz velünk?
Ők mégiscsak megoldás voltak valahogy.

7/11/2012 - 17:53




Lingua: Finlandese

La versione finlandese di Tuomas Anhava
Suomentanut Tuomas Anhava

Tuomas Anhava.
Tuomas Anhava.


Da questa pagina. Tuomas Anhava (1927-2001) è stato uno scrittore finlandese; nel 1989 ha ricevuto il Premio Eino Leino (Eino Leino è uno dei maggiori scrittori finlandesi), il maggior premio letterario del suo paese. La sua traduzione della poesia proviene da un suo libro intitolato esattamente Barbaarit tulevat tänään ("I barbari arrivano oggi") (rv)
BARBAAREJA ODOTELLESSA

Mitä me kaikki odotamme tungeksien agoralla?
- Barbaareja, joiden pitäisi tulla tänään.

Miksi senaatissa kukaan ei tee mitään?
Miksi senaattorit istuvat, eivätkä säädä lakeja?

- Koska barbaarit tulevat tänään.
Mitä lakeja senaattorit säätäisivät?
Tultuaan barbaarit kyllä säätävät lait.

Miksi keisarimme tämä aamuna nousi niin varhain
ja miksi hän istuu kaupungin pääportin luona
valtaistuimella, juhlallisena, kruunu päässä?

- Koska barbaarit tulevat tänään,
ja keisari odottaa siellä
ottaakseen vastaan
päällikön. Hänellä on pergamenttikin
valmiina tälle annettavaksi. Siihen on
kirjattu jos millaiset nimet ja arvonimet.

Miksi molemmat konsulit ja preetorit ovat liikkeellä
punaiset togat, kirjaillut togat yllä? Mitä varten
heillä on ametistirannerenkaassa ja sormissa
noita kirkkaasti säihkyviä smaragdisormuksia?
Miksi he tänään ovat ottaneet mukaan kallisarvoiset
hopealangoin, kultalangoin taiten juotetut keppinsä?

- Koska barbaarit tulevat tänään:
tuo kaikki on omiaan häikäisemään barbaarit.

Ja mikseivät etevät kaunopuhujat ole tapansa mukaan
pitämässä puheitaan, sanomassa mitä heillä on sanomista?

- Koska barbaarit tulevat tänään
ja heitä pitkästyttää kaunopuheisuus ja puheenpito.

Mistä yhtäkkiä nousi tämmöinen levottomuus
ja hämminki? (Ovatpa menneet naamat totisiksi!)
Miksi kadut ja torit tyhjentyvät nopeasti,
miksi kaikki menevät kotiin noin miettiväisinä?

- Koska on ilta, eikä barbaareja kuulu.
Rajalta on tullut väkeä, sanovat
ettei siellä ole enää barbaareja.

Ja nyt, miten käy meidän, kun ei barbaareja ole?
Nuo ihmiset olivat sentään jonkinmoinen ratkaisu.

inviata da Riccardo Venturi - 7/11/2012 - 16:34




Lingua: Croato

Traduzione croata di Antun Šoljan
Preveo Antun Šoljan

ČEKAJUĆI BARBARE

Što mi čekamo, na trgu okupljeni?
To barbari treba danas da stignu.

Zašto je u vijeću sav posao stao?
Zašto vijećnici sjede, ne donose zakone?
Zato što će danas stići barbari.

I kakve sad zakone da donose vijećnici?
Barbari, kad dođu, donosit će zakone.

Zašto je naš car ustao tako rano,
I zašto sad sjedi pred najvećim vratima grada
Na prijestolju, u grimizu, sa krunom na glavi?

Zato što će danas stići barbari.
I car sada čeka vođu njihova
Da ga dostojno primi. Spremio je za nj
Čak i povelju. U njoj mu poklanja
Titule mnoge i naslove.

Zašto su konzula dva i pretori naši danas
Izašli u skrletnim, zlatom vezenim togama?
Zašto narukvice nose s toliko ametista
I prstenje s toliko blisatvih smaragda?
Zašto danas nose dragocjena žezla
S intarzijama sjajnim od srebra i zlata?

Zato što će danas stići barbari;
A takve stvati zabljeskuju barbare.

Zašto govornici vrli ne dođu ko uvijek
Da govore drže, da kažu što imaju reći?

Zato što će danas stići barbari;
A takve stvari zabljeskuju barbare.
Zašto govornici vrli ne dođu ko uvijek
Da govore drže, da kažu što imaju reći?

Zato što će danas stići barbari;
Njih gnjavi retorika i govori javni.
A sad, što znači ova nelagoda nagla i ovo
Komešanje? (Kako su se samo lica uozbiljila!)
Zašto se ulice i trgovi iznenada prazne
I zašto se vraćaju svi kućama, u misli zadubljeni?

Zato što je noć, a barbari nisu došli.
Došli su samo neki ljudi s granica
I vele da barbara više nema.

I sad, što će sad biti od nas, bez barbara?
Oni su bili kakvo-takvo rješenje.

inviata da Riccardo Venturi - 7/11/2012 - 22:48




Lingua: Serbo

La versione serba.
Српска версија.

Fino a qualche anno fa si poteva parlare tranquillamente di "serbocroato"; ora non si può più, da quando la Jugoslavia è stata ammazzata. Ufficialmente, adesso, il serbo e il croato sono lingue diverse. Così ho preso, come altre volte in questo sito, la (bella) versione in croato, l'ho trascritta in alfabeto cirillico e ho eseguito soltanto qualche adattamento. Di cui uno, però, significativo quanto poco appariscente: laddove in croato si dice barbari secondo la pronuncia latina e la tradizione cattolico-romana, in serbo si dice varvari secondo la pronuncia bizantina e greco-ortodossa. In una semplice consonante c'è il confine tra due mondi diversi, anche se la lingua è rimane la stessa. (rv)
ЧЕКАЈУЋИ ВАРВАРЕ

Шта ми чекамо, на тргу окупљени?
То варвари треба данас да стигну.

Зашто је у већу сав посао стао?
Зашто већници седе, не доносе законе?

Зато што ће данас да стигну варвари.
И какве сад законе да доносе већници?
Варвари, кад дођу, доносиће законе.

Зашто је наш цар устао тако рано,
И зашто сад седи пред највећим вратима града
На престоњу, у гримизу, са круном на глави?

Зато што ће данас да стигну варвари.
И цар сада чека вођу њихова
Да га достојно прими. Спремио је за њ
Чак и повељу. У њој му поклања
Титуле многе и наслове.

Зашто су конзула два и претори наши данас
Изашли у скрлетним, златом везеним тогама?
Зашто наруквице носе с толико аметиста
И прстење с толико блисатвих смарагда?
Зашто данас носе драгоцена жезла
С интарзијама сјајним од сребра и злата?

Зато што ће данас да стигну варвари;
А такве ствари забљескују варваре.

Зашто говорници врли не дођу ко увек
Да говоре држе, да кажу што имају рећи?

Зато што ће данас да стигну варвари;
Њих гњави реторика и говори јавни.

А сад, шта знаћи ова нелагода нагла и ово
Комешање? (Како су се само лица уозбиљила!)
Зашто се улице и тргови изненада празне
И зашто се враћају сви кућама, у мисли задубљени?

Зато што је ноћ, а варвари нису дошли.
Дошли су само неки људи с граница
И веле да варвара више нема.

И сад, шта ће сад да буде од нас, без варвара?
Они су били какво-такво решење.

inviata da Riccardo Venturi - 9/11/2012 - 14:56




Lingua: Sloveno

La versione slovena di Ksenja Geister
Prevedla Ksenja Geister

PRIČAKOVANJE BARBAROV

- Kaj čakamo vsi skupaj zbrani na trgu?
Barbari naj bi prispeli danes.

- Zakaj takšna nedejavnost v senatu?
Zakaj senatorji sedijo in ne sprejemajo zakonov?

Ker danes pridejo barbari.
Zakaj bi senatorji še sprejemali zakone?
Barbari bodo postavljali zakone, ko pridejo.

- Zakaj je naš cesar tako zgodaj vstal
in sedi zgoraj na prestolu pri glavnih mestnih vratih
ves svečan s krono na glavi?

Zato ker danes pridejo barbari.
In cesar čaka, da sprejme njihovega poveljnika.
Posebej je pripravljen, da mu izroči pergament.
Tja je zanj napisal mnogo častnih naslovov in imenovanj.

- Zakaj so naša dva konzula in pretorji
prišli na cesto v šrkrlatno izvezenih togah?
Zakaj nosijo zapestnice s tolikimi ametisti
in prstane s sijajnimi, bleščečimi smaragdi?
Zakaj v rokah držijo danes dragocene palice,
s čudovitim srebrnim in zlatim okrasom?

Ker danes pridejo barbari;
in takšne reči očarajo barbare.

- In zakaj naši zaslužni govorniki ne pridejo kot zmeraj,
da bi držali svoje govore in povedali, kar mislijo?

Zato ker danes pridejo barbari;
in njim gredo na živce leporečje in govorance.

Zakaj pa kar naenkrat ta nemir
in zmeda? (Kako resni so postali obrazi).
Zakaj se hitro praznijo ulice in trgi
in se vsi vračajo domov tako zaskrbljeni?
Ker se je znočilo in barbari niso prišli.
In nekaj ljudi je prispelo z meje
in povedalo, da barbarov sploh ni več.

Kaj bomo sedaj počeli brez barbarov?
Ti ljudje so bili nekakšna rešitev.

inviata da Riccardo Venturi - 8/11/2012 - 13:34




Lingua: Polacco

CZEKAJĄC NA BARBARZYŃCÓW

Na cóż czekamy, zebrani na rynku?
Dziś mają tu przyjść barbarzyńcy.

Dlaczego taka bezczynność w senacie?
Senatorowie siedzą — czemuż praw nie uchwalą?

Dlatego że dziś mają przyjść barbarzyńcy.
Na cóż by się zdały prawa senatorów?
Barbarzyńcy, gdy przyjdą, ustanowią prawa.

Dlaczego nasz cesarz zbudził się tak wcześnie
i zasiadł — w największej z bram naszego miasta —
na tronie, w majestacie, z koroną na głowie?

Dlatego że dziś mają przyjść barbarzyńcy.
Cesarz czeka u bramy, aby tam powitać
ich naczelnika. Nawet przygotował
obszerne pismo, które chce mu wręczyć —
a wypisał w nim wiele godności i tytułów.

Czemu dwaj konsulowie nasi i pretorzy
przyszli dzisiaj w szkarłatnych, haftowanych togach?
Po co te bransolety, z tyloma ametystami,
i te pierścienie z blaskiem przepysznych szmaragdów?
Czemu trzymają w rękach drogocenne laski,
tak pięknie srebrem inkrustowane i złotem?

Dlatego że dziś mają przyjść barbarzyńcy,
a takie rzeczy barbarzyńców olśniewają.

Czemu retorzy świetni nie przychodzą, jak zwykle,
by wygłaszać oracje, które ułożyli?

Dlatego że dziś mają przyjść barbarzyńcy,
a ich nudzą deklamacje i przemowy.

Dlaczego wszystkich nagle ogarnął niepokój?
Skąd zamieszanie? (Twarze jakże spoważniały.)
Dlaczego tak szybko pustoszeją ulice
i place? Wszyscy do domu wracają zamyśleni.

Dlatego że noc zapadła, a barbarzyńcy nie przyszli.
Jacyś nasi, co właśnie od granicy przybyli,
mówią, że już nie ma żadnych barbarzyńców.

Bez barbarzyńców — cóż poczniemy teraz?
Ci ludzie byli jakimś rozwiązaniem.

inviata da Riccardo Venturi - 7/11/2012 - 22:53




Lingua: Ucraino

La versione ucraina di Volodimir Ljaškevič (2000)
Переклад із російської Володимира Ляшкевича (2000)

Da questa pagina del sito Poetični majsterni (che è il sito dell'autore della traduzione, Volodimir Ljaškevič). Il quale dichiara onestamente di averla sì tradotta, ma dal russo. (rv)
В ОЧІКУВАННІ ВАРВАРІВ

- Чого чекаємо, зібравшись тут, на площі, ми?
Сьогодні в місто прибувають варвари.

- Чом бездіяльним є Сенат? Сенатори
чому сидять і не законодавствують?

- Сьогодні в місто прибувають варвари,
то нащо нам Сенат з його законами?
Ось прийдуть варвари й дадуть закони нам.

- Чом Імператор наш підвівся вдосвіта?
Чому на троні у міських воротах він,
в короні золотій, при всіх регаліях?

- Сьогодні в місто прибувають варвари,
і Імператор їх проводиря очікує,
щоб піднести йому сувій пергаментний,
в якому наперед описані
усі звання врочисті, і всі титули.

- Чому з ним консули обидва, й претори
зрання в розшитих сріблом тогах багряних?
Чому на них браслети з аметистами?
Чому в руках їх жезли, що прикрашені
і сріберним, і золотим чеканенням?

- Тому, що нині тут очікуються варвари,
а варварів купують за коштовності.

- Чому ж ніде не видно наших риторів
і звичної не чути красномовності?

- Тому, що нині тут очікуються варвари
а красномовство варварів виснажує.

- А суєту чим пояснити несподівану,
облич розгубленість? І те, що вулиці
і площі так раптово обезлюділи,
що у будинках мешканці сховалися?

- Та тим, що сутеніє вже, а варвари
не прибули. А ще гінці розіслані
з кордонів шлють: нема вже в світі варварів.

- Та як нам бути, жити як без варварів?
Вони для нас подобу мали виходу!

inviata da Riccardo Venturi - 8/11/2012 - 15:09




Lingua: Bulgaro

La versione bulgara di Stefan Gečev.
Превод: Стефан Гечев

Da questa pagina di Literaturen Klub
.
В ОЧАКВАНЕ НА ВАРВАРИТЕ

Какво очакваме, стълпени на площада?
Днес варварите ще пристигнат тук.

Защо това бездействие в народното събрание?
Защо народните избраници закони не създават?

Защото варварите ще пристигнат днес.
Какви закони да създават народните избраници?
Когато дойдат варварите, ще донесат закони.

Защо ли императорът е станал толкоз рано,
пред най-големите врати тържествено е седнал
на трона си замислен, със корона на главата?

Защото варварите ще пристигнат днес.
И императорът очаква да приеме
водача им. Дори му е приготвил
да му даде държавен пергамент. Във него
му е написал много титли и названия.

Защо и преторите са излезли днес
с червените си златоткани тоги?
Защо са гривни сложили със много аметисти
и пръстени с блестящи, лъскави смарагди?

Защо са взели своите най-скъпоценни жезли,
със злато и сребро прекрасно украсени?
Защото варварите ще пристигнат днес,
а заслепяват ги такива скъпи накити.
Защо прочутите оратори не идват както друг път,
за да изложат свойте мисли в красиви дълги речи?

Защото варварите днес ще дойдат.
А те се отегчават от сложни красноречия.

Защо започна изведнъж такова неспокойствие,
обърканост (лицата как станаха сериозни!)?
Защо внезапно улици, площади опустяха
и всички се прибират умислени дълбоко?

Защото падна здрач, а варварите не дойдоха.
Завърнаха се пратениците от границата
и казаха, че варвари не съществуват вече.
Сега какво ще стане с нас без варвари?
Та тези хора бяха някакво си разрешение.

inviata da Riccardo Venturi - 7/11/2012 - 18:24




Lingua: Macedone

La versione macedone.
Македонска версија.

Scovata su un documento scribd contenente un articolo sulla poesia greca contemporanea. Mi viene da dedicare questa cosa ai nazisti di Χρυσή Αυγή, che cominciarono la loro "fulgida" carriera proprio con le manifestazioni ultranazionaliste contro la Macedonia. (rv)
ЧЕКАЈЌИ ГИ ВАРВАРИТЕ

Што чекаме, собрани на агората?
Варварите треба да пристигнат денес.

Зошто во Собранието владее таков неред?
Зошто пратениците заседаваат, а не носат закони?

Затоа што варварите треба да пристигнат денес.
Какви закони би требало да донесат пратениците?
Варварите ќе донесат свои штом ќе дојдат.

Зошто нашиот владетел толку подранил,
и седи кај најголемата порта од градот,
на престолот, сиот свечен, со круната на глава?

Затоа што варварите треба да пристигнат денес
и императорот чека да го прими нивниот поглавар.
Дури за него подготви и повелба на пергамент,
со силни титули и почести.

Зошто нашите два конзула и преторите
се појавија во црвените, извезените тоги,
зошто носат нараквици со толку аметист,
и прстени со блескави, прекрасни смарагди,
зошто денес носат скапоцени бастуни,
прекрасно изрезбарени, во сребро и злато?

Затоа што варварите треба да пристигнат денес,
а такви работи нив ги заслепуваат.

Зошто заслужните оратори не доаѓаат како секогаш
да ги држат нивните говори, да го кажат своето?

Затоа што варварите треба да пристигнат денес,
а ним говорите и свечените беседи им се здодевни.

Зошто одеднаш се јави овој немир и збрка
(колку им станаа лицата сериозни).
Зошто улиците и плоштадите брзо се празнат,
и сите се враќаат по домовите, задумани?

Затоа што се стемни, но тие не дојдоа.
Некои луѓе пристигнаа од границата,
и рекоа дека варвари веќе не постојат.

И што ќе правиме сега без нив?
Тие луѓе сепак беа некакво решение.

inviata da Riccardo Venturi - 8/11/2012 - 14:57




Lingua: Arabo

Una traduzione in lingua araba.
ترجمة للقصيدة إلى اللغة العربية

Da questa pagina, reperita impostando "Waiting for the barbarians" sul traduttore automatico di Google. Il quale, va detto, nei limiti di queste cose sta funzionando sempre meglio (sono passati gli eroici tempi del Babelfish di AltaVista). Naturalmente, sarà comunque meglio specificarlo, il traduttore di Google è servito soltanto per trovare il titolo in arabo. Inutile dire che Kavafis è parecchio famoso specialmente in Egitto: a rigore, era egiziano, e ha vissuto la maggior parte della sua vita in Egitto.

La porta di casa di Kavafis, a Alessandria d'Egitto.
La porta di casa di Kavafis, a Alessandria d'Egitto.


Nel video sottostante: Immagini di una performance in lingua araba basata sulla poesia di Kavafis. (rv)


في انتظار البرابرة


لماذا ننتظر كجلنا، هنا في الميدان؟
لأن البرابرةّ يصلون اليوم.
لماذا لا يحدث شيء ج في مجلس الشيوخ؟
كيف يجلس الشيوخ ولكنهم لا يسنون القوانين؟
لأن البرابرة يأتون اليوم.
فما معني أن يسنّ الشيوخ القوانينّ الآن؟
عندما يأتي البرابرة، سوف يضعون القوانين.
لماذا صحا الإمبراطوْر مبكرا اليوم؟
ولماذا يجلس على عرشه، مزينا بالتاج، عند البوابة الرئيسية؟
لأن البرابرة يصلون اليوم
والإمبراطور ينتظر ليرحب بقائدهم،
وقد جهز كل شيء ليقدم له شهادة فخرية، مليئة بالألقاب والأسماء الهامة.
لماذا ظهر قناصلنا وحكامنا اليوم
في مسوحهم الحمراء الموشاة؟
لماذا لبسوا أساور مرصعة بالجواهر، وخواتم.
من الزمرد البراق؟
ولماذا يمسكون فرحِين بالعصي
المشغولة بالفضة والذهب؟
لأن البرابرة يصلون اليوم
ومثل هذه العصي تخلب لّبٌّ البرابرة
أين خطباؤنا المفوهون
ليلقوا خطبهم مثل كل يوم؟
لأن البرابرة يأتون اليوم
وهم يملٌونّ الخطب وتضجرهم البلاغة
لماذا هذا الفزع والقلق الآن؟
(ترتسم علامات الجّدِ على وجوه الناس)
لماذا تقفر الميادين؟
لماذا يعود الجميع إلى بيوتهم
وقد استبد بهم الغم؟
لأن الليل قد أقبل ولم يأت البرابرة
ووصل بعض جنود الحدود وقالوا
انه ما عاد للبرابرة من وجود.
والآن؟ وبدون البرابرة، ما الذي سيحدث لنا؟
هؤلاء البرابرة كانوا حلا من الحلول.

inviata da Riccardo Venturi - 7/11/2012 - 15:57




Lingua: Ebraico

La traduzione in ebraico di "Dovik"
"Dovik"'s Hebrew translation

È l'unica traduzione in un'altra lingua presente su stixoi.(rv)
מחכים לברברים


מדוע אנו מחכים מכונסים בככר השוק?‏
הברברים אמורים להגיע היום.‏
למה אפס מעשה שכזה בסנט
למה יושבים הסנטורים ולא מחוקקים?‏

מדוע הברברים יגיעו היום?‏
איזה חוק עוד יכולים הסנטורים לחוקק?‏
הברברים לכשיגעו הם יחוקקו.‏
למה האימפרטור שלנו קם כה מוקדם הבוקר
מתיישב בשער הגדול של העיר
מעל כסא המלכות חבוש ברשמיות בכתר?‏

כי הברברים יגיעו היום
והאיפרטור מחכה להקביל
פני מנהיגם והתכונן היטב
למסור לו מגילה ושם
כתב לו תארים ושמות כבוד.‏

מדוע שני השופטים הנעלים שלנו יצאו
היום עם הטוגות האדומות התפורות שלהם
מדוע עונדים צמידים עם כה הרבה אחלמות
וטבעות עם אבני ברקת נוצצות ומבריקות
מדוע הם נושאים היום מקלותיהם היקרים
המוזהבים ומכוספים ומגולפים להפליא?‏

כי הברברים יגיעו היום
ודברים שכאלה מסנוורים את הברברים
מדוע הנואמים המעולים לא הגיעו כמו תמיד
לשאת את דבריהם ולומר את אשר להם?‏
כי הברברים יגיעו היום
והם משתעממים משטף המילים והנאומים

מדוע החל לפתע חוסר שלווה שכזאת
והמבוכה (כמה חמורת סבר נהיית)‏
מדוע מתרוקנים במהירות הרחובות והככרות
וכולם שבים לבתיהם מהורהרים

מדוע ירד הלילה והברברים לא הגיעו
וכמה שהגיעו מהגבול
אמרו שהברברים אינם עוד בנמצא
ומה יהא עתה בלי ברברים
האנשים ההם היו פתרון כל שהוא.‏

inviata da Riccardo Venturi - 7/11/2012 - 16:14




Lingua: Giapponese

La versione giapponese.
中井久夫訳、『カヴァフィス全作品集』(みすず書房)

Nella pagina in cui l'ho presa, Kavafis diventa ΚΑΒΦΗ ma è comunque da apprezzare il tentativo. (rv)
野蛮人を待つ

市場に集まり 何を待つのか?
今日 野蛮人が来る

元老院はなぜ何もしないのか?
 なぜ 元老たちは法律も作らずに座っているのか?

今日 野蛮人が来るからだ。
  今 法案を通過させて何になる?
  来た野蛮人が法を作るさ

なぜ 皇帝がたいそう早起きされ、
 市の正門に玉座をすえられ、
 王冠をかぶられ、正装・正座しておられるのか?

 今日 野蛮人が来るからだ。
  皇帝は首領をお迎えなさる。
  首領に授ける羊皮紙も用意なすった。
  授与する称号名号 山ほどお書きなすった

なぜわが両執政官、行政監察官らが
 今日 刺繍した緋色の長衣で来たのか?
 なぜ紫水晶をちりばめた腕輪なんぞを着け、輝く緑玉の指輪をはめ、
 みごとな金銀細工の杖を握っているのか?

 今日 野蛮人が来るからだ。
  連中はそういう品に目がくらむんだ

どうしていつものえらい演説家がこないのか?
 来て演説していうべきことをいわないのか?

 今日 野蛮人が来るからだ。
  奴等は雄弁、演説 お嫌いなんだ

あっ この騒ぎ。おっぱじった。なにごと?
 ひどい混乱(みんなの顔が何とうっとうしくなった)。
 通りも辻も人がさっとひいて行く。
 なぜ 皆考え込んで家に戻るんだ?

 「夜になった。野蛮人はまだ来ない。
  兵士が何人か前線から戻った。
  野蛮人はもういないとさ」

「さあ野蛮人抜きでわしらはどうなる?
 連中はせっかく解決策だったのに」

inviata da Riccardo Venturi - 7/11/2012 - 17:01




Lingua: Coreano

Una versione coreana.
한국어 번역

Da questa pagina. La pagina riporta correttamente sia la versione inglese di Keeley e Sherrard (da cui probabilmente è stata tradotta), sia il testo originale greco. La dicitura 콘스탄틴 카바피 - (영어에서 중역) indica probabilmente il nome dell'autore e del traduttore. (rv)
야만인을 기다리며


- 우리는 무엇을 기다리고 있는가, 광장에 모여서?
오늘 야만인들이 올 것이다.

- 왜 원로원에서는 아무 일도 하지 않고 있을까?
왜 의원들은 법을 만들지 않고 그냥 앉아 있을까?

오늘 야만인들이 오기 때문이다.
지금 법을 만드는 것이 무슨 소용이 있겠나?
야만인들이 도착하면 그들이 법을 만들 것이다.

- 왜 우리의 황제는 이렇게 일찍 일어나서,
황복을 갖추어 입고 왕관을 쓰고,
도시의 관문 앞에 옥좌를 가져다 놓고 앉아 있을까?

오늘 야만인들이 오기 때문이다.
황제는 그들의 두목을 기다리고 있다.
그들의 두목에게 줄 왕명이 적힌 두루마리까지 들고 있다.
각종 직위와 경칭으로 가득한 두루마리를.

- 왜 우리의 두 집정관과 여러 법무관들은 오늘
수 놓인 진홍색 토가를 입고 나왔을까?
왜 자수정이 저렇게 많이 박힌 팔찌를 차고
화려한 에메랄드가 반짝이는 반지를 꼈을까?
왜 은과 금으로 아름답게 세공한
우아한 지팡이를 들고 있을까?

오늘 야만인들이 오는데
저런 것들이 야만인들을 현혹시키기 때문이다.

- 왜 우리의 훌륭한 연사들이 평소처럼 나타나
연설을 하고 자기 의견을 전달하지 않을까?

오늘 야만인들이 오는데
그들은 웅변과 연설을 지겨워하기 때문이다.

- 왜 갑자기들 이렇게 당황해서 혼란스러워 할까?
(사람들 표정이 얼마나 심각해졌는지.)
왜 거리와 광장이 이렇게 빨리 텅 비어버리는 것일까?
왜 모두들 생각에 잠겨 집으로 돌아가는 것일까?

밤이 되었는데도 야만인들이 오지 않았기 때문이다.
국경에서 방금 돌아온 사람들에 따르면
야만인은 더 이상 없다고 한다.

야만인이 없다면 이제 우리는 어떻게 될까?
그들이 일종의 해답이었는데.

inviata da Riccardo Venturi - 9/11/2012 - 00:15




Lingua: Turco

La versione turca di Cevat Çapan.
Çeviri: Cevat Çapan

Per un'altra volta è venuto in soccorso il traduttore automatico di Google per tradurre "Waiting for the barbarians"; poi si è andati a questa pagina. Un'altra "lingua kavafiana": non bisogna scordare che Kavafis era nato come suddito dell'Impero Ottomano.
BARBARLARI BEKLERKEN

Neyi bekliyoruz böyle toplanmış pazar yerine?
Bugün barbarlar geliyormuş buraya.

Neden hiç kıpırtı yok senatoda?
Senatörler neden yasa yapmadan oturuyorlar?

Çünkü barbarlar geliyormuş bugün.
Senatörler neden yasa yapsınlar?
Barbarlar geldi mi bir kez, yasaları onlar yapacaklar.

Neden öyle erken kalkmış imparatorumuz,
şehrin en büyük kapısında neden kurulmuş tahtına,
başında tacı, törene hazır?

Çünkü barbarlar geliyormuş bugün,
onların başbuğunu karşılamaya çıkmış imparatorumuz.
Bir de koca ferman hazırlatmış
ona rütbeler, unvanlar bağışlayan.

İki konsülümüzle yargıçlarımız neden böyle
işlemeli, kırmızı kaftanlar giyinip gelmişler?
Neden böyle yakut bilezikler, parlak,
görkemli zümrüt yüzükler takınmışlar?
Ellerinde neden böyle altın,
gümüş kakmalı asalar var?

Çünkü barbarlar geliyormuş bugün,
onların gözlerini kamaştırırmış böyle takılar.

Ünlü konuşmacılarımız nerde peki,
neden herzamanki gibi söylev çekmiyorlar?

Çünkü barbarlar geliyormuş bugün,
onlar pek aldırmazlarmış güzel sözlere.

Neden bu beklenmedik şaşkınlık, bu kargaşa?
(Nasıl da asıldı yüzü herkesin!)
Neden böyle hızla boşalıyor sokaklarla alanlar,
neden herkes dalgın dönüyor evine?

Çünkü hava karardı, barbarlar gelmedi.
ve sınır boyundan dönen habercilere göre,
barbarlar diye kimseler yokmuş artık.

Peki, biz ne yapacağız şimdi barbarlar olmadan?
Bir çeşit çözümdü onlar sorunlarımıza.

inviata da Riccardo Venturi - 7/11/2012 - 18:49




Lingua: Vietnamita

La versione in lingua vietnamita di Nguyễn Viết Thắng
Bản dịch của Nguyễn Viết Thắng

L'ho trovata sull'edizione vietnamita di Wikipedia, alla voce Constantine P. Cavafy. Sta accanto a una traduzione inglese della poesia, segno che non dev'essere facile trovare traduttori dal greco al vietnamita nemmeno in Vietnam. Dalla medesima pagina si apprende che, in vietnamita, "Grecia" si dice "Hy Lap" e "Egitto" si dice "Ai Cập". "Italia" si dice "Y".(rv)
ĐỢI CHỜ QUÂN MAN RỢ

Tại sao dân tình tụ tập ở đây?
Vì hôm nay đến đây quân man rợ

Thế tại sao nghị viện giờ đóng cửa?
Nghị viện không làm luật nữa hay sao?

Vì quân man rợ sẽ đến hôm nay
Nghị viện ra luật làm gì cho uổng?
Quân man rợ có luật riêng của chúng.

Tại sao Hoàng đế dậy từ sáng sớm
Và tại sao Hoàng đế ngoài cổng chính
Mũ áo trang nghiêm ngự trên ngai vàng?

Vì quân man rợ sẽ đến, và rằng
Hoàng đế cần tiếp chuyện tên đầu sỏ
Văn bản, giấy tờ sẽ trao cho nó
Tước vị cao sang, toàn bộ chức quyền.

Thế tại sao quan chấp chính, pháp quan
Đội mũ khăn, mặc áo choàng màu đỏ
Tại vì sao họ đeo xuyến thạch anh
Và nhẫn ngọc lấp lánh trên tay họ?
Tại sao những cây ba toong trang trí
Bằng vẻ xa hoa của bạc của vàng?

Vì quân man rợ sẽ đến, và thường
Vẻ sang trọng làm cho lòa mắt chúng.

Thế tại vì sao những nhà hùng biện
Hôm nay không diễn thuyết như mọi ngày?

Vì quân man rợ sẽ đến hôm nay
Man rợ không ưa những lời hùng biện.

Thế tại sao vẻ bồn chồn lo lắng
Hiện ra trên gương mặt mọi người dân?
Tại sao quảng trường, đường phố vắng tanh
Tất cả lo đi về nhà trú ẩn?

Và đêm buông, man rợ không thấy đến
Từ biên cương ai đó mang tin về
Rằng man rợ trên đời không còn nữa.

Làm sao bây giờ, không còn man rợ?
Dù sao, đấy là một giải pháp hay.

inviata da Riccardo Venturi - 7/11/2012 - 16:46




Lingua: Basco

La versione basca (Euskara) di Andolin Eguzkitza e Olga Ornatos
Itzulpenarena: Andolin Egutzkitza eta Olga Ornatos

Da questa pagina. Ho il sospetto che Andolin Egutzkitza e Olga Ornatos abbiano fatto esattamente come Nelo Risi e Margherita Dalmati. Si noti che i "barbari", in euskara, diventano "erdaldunak", vale a dire il contrario degli "euskaldunak". Cioè: "Coloro che non parlano il basco". Esattamente come i βάρβαροι erano "coloro che non parlano il greco". (rv)
ERDALDUNEN ESPEROAN

— Zeri igurikatzen diogu plazan batuta?
Erdaldunak egun heltzeko direla.

— Zergatik Senaduan horrelako geldotasuna?
Zergatik jezarrita daude senadoreak
eta ez dute legerik ematen?

Erdaldunak egun helduko direlako.
Zeintzu legeak emanen dituzte bada senadoreek?
Erdaldunak heltzen direnean emanen dituzte.

— Zergatik gure enperadorea hain goiz jaiki da,
eta jezarrita dago hiriaren aterik handienean,
tronoaren gainean, arranditsu, koroa jantzita?

Erdaldunak egun helduko direlako.
Eta enperadoreak itxaroten du buruzagia
atosteko. Izan ere, berari emateko
pergamu bat prestatu du. Berorretan
titulu eta izen asko idatzi dio.

— Zergatik gure kontsul biek eta pretoreek irten dute
egun beren toga gorri, bordatuekin?
Zergatik amatistekin josiriko beso uztaiakjantzi dituzte,
eta eraztunak esmeralda distiratsu eta argitsuekin?
Zergatik hartzen dituzte egun makila baliotsuak
urreaz eta zilarrez bikainkiro xartatuak?

Erdaldunak egun helduko direlako,
eta horrelakoek baitituzte erdaldunak liluratzen.

— Zergatik etorri oneko hizlariak ez datoz beti bezala
beren mintzaldiak egitera, berenak erratera?

Erdaldunak egun helduko direlako;
eta aspertu egiten dira bokantza eta hitzaldiekin.

— Zergatik hasten da bapatean artegatasun
eta ezinegon hau? (Aurpegiak zein beltzuri bihurtu diren).
Zergatik hustutzen dira bizkor kale eta plazak,
eta denak itzultzen dira beren etxeetara oso pentsati?

Ilundu delako eta erdaldunak ez baitira etorri
eta batzuk mugetatik heldu dira,
eta esan dute erdaldunik jadanik ez dagoela.

Eta orain zer gertatuko zaigu erdaldunik gabe?
Jende hauek zelanbaiteko konponbidea ziren.

inviata da Riccardo Venturi - 7/11/2012 - 18:40




Lingua: Esperanto

La versione in esperanto di Gerrit Berveling.
Elhelenigis Gerrit Berveling

Da questa pagina di esperantisto.gr, il sito esperantista ellenico. Gerrit Berveling, però, è olandese. Checché se ne dica, non riesco a non voler bene all'esperanto; una lingua dove "tradurre dal greco" si dice "elhelenigi", cioè "disellenizzare" o "sgrecizzare". Favoloso. (rv)
VENOS LA BARBAROJ

Kion ni atendas, vendoplace kunigitaj?
- Venos ja hodiaŭ la barbaroj.

Kial estas neniu agado en la Senato?
Kial sidas la senatanoj sen leĝfarado?

- Venos ja hodiaŭ la barbaroj;
kial farus leĝojn la senatanoj?
La barbaroj, se venos, ja leĝdonos!

Kial tiel frue leviĝis nia Imperiestro
kaj sidas ĉe la ĉefa pordo de la Urbo
surtrone, digna, kun la krono surkape?

- Venos ja hodiaŭ la barbaroj
kaj la Imperiestro atendas por akcepti
ilian estron. Li eĉ jam preparis
por doni al li pergamenon. Tie
li notis por li multajn titolojn kaj nomojn.

Kial niaj du konsuloj kaj la pretoroj eliris
hodiaŭ kun purpuraj kaj broditaj togoj?
Kial braceletojn ili portas kun tiom da ametistoj
kaj ringojn kun brile poluritaj smaragdoj?
Kial ili prenis hodiaŭ la valorajn sceptrojn
artisme prilaboritajn kun arĝento kaj oro?

- Venos ja hodiaŭ la barbaroj;
kaj tiaj aferoj konfuzas barbarojn.

Kial ne venas la indaj oratoroj kiel ĉiam
por prezenti siajn paroladojn, por diri siaĵojn?

- Venos ja hodiaŭ la barbaroj
kaj ilin enuas elokvento kaj paroladoj.

Kial komenciĝis subite ĉi tiu ĝenateco
kaj konfuzo? (Kiel serioziĝis la vizaĝoj!)
Kial malpleniĝas tiel haste stratoj kaj placoj
kaj ĉiuj rehejmiĝas, funde enpensiĝinte?

- Ĉar noktiĝis kaj la barbaroj ne venis;
kaj kelkaj alvenis de la landlimoj
kaj diris, ke ne plu estas barbaroj.

Kaj nun, kio fariĝos al ni, sen barbaroj?
Tiuj homoj ja estis iaspeca solvo!

inviata da Riccardo Venturi - 7/11/2012 - 18:18




Lingua: Latino

In Latinum vertit Richardus Venturi
die IX mensis Novembris a.D. MMXII

Sì, certo, l'ho cercata una versione latina per chiudere degnamente questa pagina (con la trentesima traduzione). Ma non c'era, e la cosa mi è parsa abbastanza strana per un poeta come Cabaphes (in latino è così: Constantinus Cabaphes. Da vero Alessandrino.). Allora mi ci sono messo a farla io, spero non indegnamente. (rv)
DUM BARBARI EXSPECTANTUR

Quid exspectamus, in forum congregantes?
Barbarorum adventum hodie exspectamus.

Cur Senatus totus se tradidit inertiae
et senatores, cur leges non ferunt?

Barbarorum adventus hodie exspectatur.
Quid senatores leges ferant?
Ferent barbari advenientes.

Cur imperator prima luce surrexit
et nunc apud civitatis portas sedet
in throno, augustus coronatus?

Barbaros advenientes exspectat
imperator, eorumque ducem aditurum;
immo fert donum membranam
qua ei confert honores nominaque.

Cur nostri duo consules et praetores
rubram togam distinctam sibi induere?
Cur armillati sunt amethystis
et anulati splendentibus smaragdis?
Cur tenent perpretiosas ferulas
aureas et argento perfectas?

Barbarorum adventus hodie exspectatur,
eorum animum haec valde commovent.

Cur non adsunt et digni oratores
perorantes ut fieri solet?

Barbari hodie adveniunt, et eloquentiam
et artem oratoriam dedignantur.

Repente cur anxietate perturbamur?
Et nunc quam graves vultus facti sunt.
Cur turba e plateis callibusque defluit
et domum redeunt toti cura vincti?

Advesperavit, non venere barbari.
Pervenit aliquis limite et dixit
barbaros non exstare magis.

Et nunc, quid faciemus sine barbaris?
Heu quantos nodos nobis expedissent.

9/11/2012 - 11:05


Ocché tu fai, Riccardo? Metti 'avafis che garba anche a Sgarbi? Non so se ricordi che tempo addietro, avendo io tradotto per piacere mio un buon numero di poesie di Kavafis ricevute dalla Grecia in due bei volumetti contenenti molto di più del solito centinaio stranoto, avevo espresso l'intenzione di mettere in AWS anche quella dei barbari (che forse sono da intendere come i sudanesi del Mahdi, nel quali il Kavafis, disgustato dal bombardamento britannico sulla sua Alessandria, aveva riposto qualche speranza di vendetta: così almeno qualcuno sostiene). Ma Lorenzo mi aveva indirizzato al tuo blog, nel quale dicevi peste e corna del continuo ricorso che certi stronzi fanno alle citazioni dal poeta. Allora vi avevo detto: non l'avrete la poesia sui barbari; e rinunciai. Ora vedo che la stai mettendo tu, e molto ne godo: perché, essendo tra l'altro musicata da Glezos, nipote di Ritsos, in AWS effettivamente mancava. Guarda che non ce l'ho assolutamente con te: in sostanza avevi ragione. Però preferisco che ci sia anche qui da noi. :-))

Gian Piero Testa - 6/11/2012 - 16:50


Eh, Gian Piero, ho avuto un momento di debolezza, lo riconosco. Non cambierei di una virgola quel che, a suo tempo, scrissi nel mio blog; anzi, ora che ci penso, potrà servire alla perfezione come introduzione. Non sapevo né che Glezos fosse il nipote di Ritsos (ma ha a che fare anche col famoso Manolis Glezos?), né che il "Kava" alessandrino sperasse nella vendetta dei sudanesi; questo è un tassello in più. Per quel che mi riguarda, in tempi di dissoluzione palese di un sistema, se non proprio di una civiltà intera (che, a mio parere, si è già liquefatta da tempo), riconosco che l'Alessandrino doveva averci qualcosa di veramente "oltre". Nulla da dire.

Riccardo Venturi - 6/11/2012 - 18:11


Per inciso kavafiano: pagherei a ritrovare la vecchia stereocassetta sulla quale un Venturi Riccardo quindicenne, all'epoca definitosi un verdesporco esangue coi padiglioni lerci (così era!) aveva registrato, su musica del suo amico Stefano Mannelli, la poesia Γκρίζα proveniente dal volumetto delle Cinquantacinque Poesie di Kavafis tradotte da Nelo Risi e Margherita Dalmati. Dev'essersi persa nel tempo quella cassetta, ma sarei ancora capace di ricantare la poesia in greco sulla musica del mio vecchio amico. Insomma, a quindici anni ho fatto anch'io il mettitore in musica, sia pure indiretto, di poesia greca; κυττάζοντας ένα οπάλλιο μίσο γκρίζο, θυμήθηκα δυο ωραία γκρίζα μάτια...

Riccardo Venturi - 6/11/2012 - 19:10


La Dalmati venne in Italia per studiare musica e incontrò il maestro Ferruccio Vignanelli, grande organista e clavicembalista, e divenne a sua volta una virtuosa clavicembalista. In patria fu la prima a introdurre lo studio dello strumento, fondando ad Atene una apposita scuola, intitolata al Maestro, che è tuttora in attività. Si tratta davvero di un personaggio eccezionale.

Gian Piero Testa - 6/11/2012 - 19:14


Aggiungo una cosa riguardante la Dalmati. Mi ci sono imbattuto proprio di recente, mentre cercavo materiale per la nota su Cipro annessa ad Αποχαιρετισμος di Ritsos. In questo sito si possono (direi che si devono) leggere alcune lettere indirizzate dalla Dalmati al suo fraterno amico italiano, il poeta Mario Luzi. Vi si trovano diversi accorati riferimenti al dramma che si stava svolgendo a Cipro, soprattutto alle continue impiccagioni di giovani ciprioti greci combattenti per l'indipendenza.

Gian Piero Testa - 6/11/2012 - 21:14


Gian Piero, non ho messo io la "comunicazione di retrobottega"; evidentemente dev'essere sfuggito a qualche altro admin il fatto che avevi chiesto che non fosse pubblicato. Ad ogni modo, per comunicazioni del genere e se non vuoi che non siano pubblicate (perché usualmente le tue cose vengono pubblicate tutte, e quindi può sfuggire che tu chieda che non lo siano), scrivimi in privato: k.riccardo@gmail.com Saluti e scusa ancora anche se non ne ho colpa alcuna...

Riccardo Venturi - 6/11/2012 - 22:47


Naturalmente, qui, non si poteva scampare: il testo originale è stato tutto ripolitonizzato. Fuori di questione, per un antico Alessandrino come Kavafis; sono andato a riprendermi il testo proprio dalla "Grammatica del greco moderno" di Filippo Maria Pontani (volume II, Esercizi, pp. 77/78), dove si insegna rigorosamente il sistema tritonico. Un accenno, ma solo quello, al greco di Kavafis: fino a tutta la sua adolescenza, come si sa, non aveva parlato e scritto che l'inglese (e gli appunti sulle sue poesie, tipo "Not for publication", li scriveva in quella lingua). Simile in questo a un altro grande solitario di altri lidi, o senhor Fernando Sá Nogueira Pessoa. Così come quest'ultimo ebbe a riapprendere il portoghese facendone la sua Patria, Kavafis dovette reimparare il greco; e lo fece in maniera del tutto sua, in un impasto linguistico strabiliante tra forme antiche e moderne, tra "katharevousa" e demotico, tra tradizione alessandrina e bizantina e modernità. Con ortografie bizzarre ai nostri occhi (τές, κυττάζω), con gli aoristi passivi senza -κα (σηκώθη), con gli aumenti verbali usati liberamente; a quanto mi è dato sapere, almeno una poesia la scrisse pure in katharevousa, ultimo forse a farlo a parte Embirikos.

Riccardo Venturi - 7/11/2012 - 12:17


In un piccolo libro che posseggo da alcuni anni, intitolato appunto "Konstandinos Kavafis: Aspettando i barbari - Poesie civili", Passigli Editori, Firenze, 2005, il curatore Tino Sangiglio, ricollegandosi agli studi di Stratìs Tsirkas (1911 - 1980) che studiò il poeta alessandrino non da studioso accademico, ma da narratore e giornalista di vaglia qual era, osa "profanare" le invalicabili "mura" in cui sembra stare perennemente chiuso (e, aggiungo io, accuratamente tenuto sottochiave dagli studiosi) e "adiaforo alle tensioni degli altri", per un tentativo di lettura di alcuni componimenti, specialmente quelli cosiddetti storici, in una chiave di contemporaneità.

Leggere in filigrana quei testi significa, secondo Sangiglio sulla scorta di Tsirkas "aprire una pagina nuova nel libro della vita del poeta". In pratica, si tratterebbe di testi-tessere di mosaico capaci di comporre un quadro dei suoi atteggiamenti "politici". Sarebbero soprattutto gli Inglesi, metaforizzati dai Romani con la loro intrusione nel mondo ellenistico, che suscitano, dopo l'invasione dell'Egitto, e l'avulsione dell'antica e operosa comunità greca di Alessandria, le amare riflessioni "politiche" di Kavafis, sotto il travestimento di una storia immaginata. Senza riassumere la prefazione di questa "scandalosa" antologia, vado subito al punto in cui Sangiglio parla di "Aspettando i barbari" per trascriverne alcune delle sue osservazioni:

«In un simile contesto psicologico e meditativo del pensiero di K. anche la sua famosissima poesia "Aspettando i barbari" assume un significato ben diverso dalle consuete interpretazioni secondo le quali essa esprimerebbe la fine delle speranze di salvezza nutrite dal poeta riferita ad una soluzione proveniente 'da fuori'; ecco allora l'illusoria speranza di un'immaginaria attesa dei 'barbari' che in realtà non appariranno mai. Ma la storia ci soccorre con uno scenario ben più reale che non una ricreazione fatta con i mezzi della poesia. Mentre si annunciava ormai imminente il disfacimento dell'Impero Ottomano e si intensificava la pressione egiziana sostenuta dagli Inglesi, sull'alto corso del Nilo, nel Sudan, si affermava il movimento mahdista che ebbe - rispetto ad analoghi fenomeni politico-religiosi precedenti - un carattere fortemente anticolonialista. Un capo religioso e politico, autoproclamatosi Messia (mahdi appunto) dei musulmani, seppe tenere testa per alcuni anni a Inglesi ed Egiziani. Nel 1882-83 infatti il Mahdi conquistò gran parte del Sudan e, nel gennaio 1885, occupò Khartum inutilmente difesa dal generale inglese Gordon Pascià che fu preso e decapitato dai mahdisti. Morto di lì a poco il Mahdi, il suo successore, Abdullah, continuò la guerriglia ma fu sconfitto il 2 settembre 1898 presso Omdurmàn dalla spedizione inglese di lord H.H. Kitchener che riconquistò Khartum e pose fine virtualmente al mahdismo nel Sudan. Gli esiti della battaglia di Omdurmàn ebbero ripercussioni notevoli dal punto di vista politico e commerciale soprattutto per gli stranieri (non Inglesi, ovviamemte) residenti in Egitto: tra di essi Kavafis che qualche mese dopo scrisse 'Aspettando i barbari' .

Ma chi erano questi barbari? Nel quotidiano francofono 'Phare d'Alexandrie' del 4-5 settembre 1898 si legge: "...sulle vecchie mura di Khartum nuovamente sventola la bandiera egiziana...il mahdismo ha subito la stoccata finale...la guerra è entrata nella fase delle operazioni di rastrellamento. I barbari non ci sono più"». Secondo Tsirkas « l'imperatore e i cittadini che aspettano di ricevere con gli onori i barbari sono il khedivé Abbas II e le colonie straniere e il popolo egiziano, mentre la 'Civiltà' è l'Occupazione britannica. La sparizione dei barbari dalla poesia corrisponde esattamente all'improvviso crollo del Mahdismo dopo tredici anni di i continui rovesci degli Inglesi». Riprende Sangiglio: «se ne può dedurre che per Kavafis, contrario alla presenza e alla politica britannica, "quella gente" poteva essere veramente "dopotutto una soluzione"». (pag 13-15 passim).


Interessante, no?

Gian Piero Testa - 7/11/2012 - 17:14


Sommamente interessante, e soprattutto pertinente in modo enorme con questa pagina e col sito intero. Sinceramente, a me è sempre parso parecchio chiaro che questa poesia ha un palese valore politico, anche se non ne conoscevo gli esatti termini. Del resto, almeno in un altro caso Kavafis prese una chiara posizione in una sua poesia, un componimento non molto noto (ma tradotto in italiano dal Pontani nelle "Poesie nascoste", che dovrò andare a riprendere alla svelta) sull'impiccagione di un ragazzo egiziano da parte dei britannici. Componimento che viene etichettato come una delle rarissime "incursioni" di Kavafis nell'attualità. Ma ci sarebbe da discutere molto su questo fatto, e soprattutto da leggere le poesie dell'Alessandrino sotto luci un po' diverse dal solito. Lo si farà senz'altro in questa pagina, che di prim'acchito sta diventando -e lo sospettavo fin dall'inizio- pressoché immensa.

Riccardo Venturi - 7/11/2012 - 18:10


Mi interrompo per un po'. Una sola giornata di lavoro su questa pagina ha "prodotto" traduzioni in venticinque lingue, ma conto di trovarne molte altre. Quando dico che questa poesia è una delle dieci più famose della storia non esagero; scritta da un signore che non si muoveva dal suo quartiere di Alessandria d'Egitto, che scriveva in greco avendo messo piede in Grecia sì e no mezza volta, e che faceva stampare le sue poesie su fogli volanti che distribuiva a chi gliene faceva richiesta, senza mai guadagnarci un soldo. Poi, per sé, le raccoglieva in degli album. Questo signore è uno dei più grandi poeti dell'umanità. Suggerirei alla Grecia, visto che comunque in greco scriveva, di farne una risorsa in tempi di crisi; oppure di accogliere le visitine della Merkel o della BCE con delle "bottiglie Kavafis", contenenti poesia e non benzina. Si potrebbe tentare.

Riccardo Venturi - 7/11/2012 - 18:55


Incredibile Islanda...e incredibile Kavafis, se appena lo guardiamo con altri occhiali. Guarda qui: versi che copio e incollo da un..come si dice?... "post" di una greca di nome Chrysa sul mio facebook (e naturalmente parla, con le parole di Kavafis, dei fatti di casa propria, 7 novembre 2012):

Οι Εχθροί
Τον Ύπατο τρεις σοφισταί ήλθαν να χαιρετήσουν.
Ο Ύπατος τους έβαλλε κοντά του να καθίσουν.
Ευγενικά τους μίλησε. Κ' έπειτα, να φροντίσουν,
τους είπε, χωρατεύωντας. «Η φήμη φθονερούς

κάμνει. Συγγράφουν οι αντίζηλοι. Έχετ' εχθρούς».
Απήντησ' ένας απ' τους τρεις με λόγους σοβαρούς.

«Οι τωρινοί μας οι εχθροί δεν θα μας βλάψουνε ποτέ.
Κατόπι θάλθουν οι εχθροί μας, οι καινούριοι σοφισταί.
Όταν ημείς, υπέργηροι, θα κείμεθα ελεεινά
και μερικοί θα μπήκαμε στον Άδη. Τα σημερινά
τα λόγια και τα έργα μας αλλόκοτα (και κωμικά
ίσως) θα φαίνωνται, γιατί θ' αλλάξουν τα σοφιστικά,
το ύφος και τας τάσεις οι εχθροί. Όμοια σαν κ' εμένα,
και σαν κι' αυτούς, που τόσο μεταπλάσαμε τα περασμένα.
Όσα ημείς επαραστήσαμεν ωραία και σωστά
θα τ' αποδείξουν οι εχθροί ανόητα και περιττά
τα ίδια ξαναλέγωντας αλλοιώς (χωρίς μεγάλον κόπο).
Καθώς κ' εμείς τα λόγια τα παληά είπαμε μ' άλλον τρόπο».

Gian Piero Testa - 7/11/2012 - 22:46


Ehi, ma ormai le lingue "istituzionali" per questo sito non dovrebbero essere più l'italiano e l'inglese ma il greco e l'italiano, nell'ordine!
Chapeau al team greco delle CCG!

Dead End - 8/11/2012 - 08:00


Potessi, l'inglese lo eliminerei all'istante dal suo status di "lingua mondiale"; farebbe parecchio bene anche a lui. Come diceva, in questo caso assai giustamente, il principe Carlo d'Inghilterra, the most widely spoken language in the world is bad English...

Riccardo Venturi - 8/11/2012 - 09:18


Tra poco, in una nuova finestra della pagina iniziale, si troverà scritto: Probabilmente la più completa pagina al mondo di Περιμένοντας τοὺς βαρβάρους, che ha anche una forte componente anticolonialista...

Gian Piero Testa - 9/11/2012 - 06:19


Beh, che in pochi giorni questa sia diventata probabilmente non dico "la più completa" pagina al mondo su Περιμένοντας τους βαρβάρους, ma perlomeno quella contenente il maggior numero di traduzioni della poesia messe tutte assieme, è ragionevole. Così come anche la componente anticolonialista che è stata messa in luce. Ma l'aspetto che mi sembra più interessante ha veramente a che fare col mondo d'oggi; penso soltanto al modo in cui i "barbari" (che, adesso, vanno perlopiù sotto il nome di "islamici") vengono utilizzati dall'Imperatore, ora per suscitare paure, ora per essere blanditi (magari nelle loro componenti cosiddette "moderate"). I barbari sembrano essere sempre e comunque una soluzione, e parecchio comoda; salvo, poi, scoprire che la crisi di sistema che ci sta mettendo in ginocchio non viene dai "barbari" ma dalla nostra stessa civiltà dove il mercato si è impadronito di tutto (e di tutti). Arriveranno o non arriveranno i "barbari"? Non per niente ci hanno voluto inculcato addosso lo spauracchio dell' "invasione". Nulla di nuovo sotto il sole; salvo, poi, vedere come l'Imperatore si genuflette ai loro piedi, come nel caso lampante dell'Arabia Saudita. Insomma, se una funzione ha questa pagina, è quella di far notare come da un modesto appartamento di Alessandria d'Egitto, abitato da un uomo schivo e solitario che, a volte, alle nove della sera meditava sul tempo che era passato inesorabilmente (quella è la più bella poesia di Kavafis, in assoluto), sia stata fatta una fotografia anche del nostro presente. Esatta fin nei dettagli. Forse anche per questo, fingo spesso di "avercela a morte" con Περιμένοντας τους βαρβάρους; andrebbe solo tolta dalle mani di giornalisti, televisionari e quant'altri. Compresi parecchi blogger.

Riccardo Venturi - 9/11/2012 - 09:29


Ti do piena ragione, Riccardo. La mescolanza con i "barbari", peraltro, ha sempre rigenerato le vecchie civiltà. Il popolaccio viene nutrito di terrore e di fantasmi per averlo docile al comando e pronto a scagliarsi alla bisogna, ma sopra la sua testa i notabili e i barbari si sono sempre fatti gli affari loro.
Ah, leggi subito le due mail "private" che ti ho inviato, e aggiungi che hai scritto "esxpectatur" invertendo due consonanti. Vale.

Gian Piero Testa - 9/11/2012 - 11:38


È morto ieri a Parigi un grande ammiratore della poesia di Konstandinos Kavafis, lo scultore polacco Igor Mitoraj.

https://lh4.googleusercontent.com/-qz1...

Krzysztof Wrona - 7/10/2014 - 23:23


E sono contento che tu abbia fatto questo ricordo di Igor Mitoraj, che fra l'altro viveva gran parte della sua vita a Pietrasanta, in Toscana. Un artista sommo e una persona squisita; non sapevo che fosse anche un ammiratore di Kavafis. Credo che, non appena mi sarà possibile, mi andrò a rivedere la sua scultura che sta nel giardino di Boboli, a Firenze. E non appena il giardino sarà stato rimesso in sesto dopo i danni della tempesta del 19 settembre. Un ricordo comunque grande di Igor Mitoraj, polacco, toscano e cittadino del mondo nato in una città tedesca, Oederan.

Riccardo Venturi - 7/10/2014 - 23:42


La traduzione polacca di questa poesia di Kavafis la ha fatta Zygmunt Kubiak.

7/10/2014 - 23:47


E sono lieto che tu abbia accolta

krzyś - 8/10/2014 - 05:26


Incontro con Igor Mitoraj

Riccardo Venturi - 8/10/2014 - 12:34


Scusi, non riesco ad accedere a commentary, ma vorrei informarla che la foto "di Margherita Dalmati" è in realtà una foto di Cristina Campo/Vittoria Guerrini. Le due poetesse erano molto amiche ma certo non identiche. Quel che dice di Margherita, che era bellissima e finissima, comunque va bene per tutt'e due. Mi perdoni l'intrusione

Margheita Pieracci Harwell - 20/1/2016 - 15:27


Purtroppo mi sono accorto soltanto adesso della nota della prof.sa Margherita Pieracci Harwell, che ha voluto gentilmente segnalare l'errore iconografico riguardo a Margherita Dalmati. Cerco di rimediare, seppure con mesi di ritardo, inserendo un'immagine autentica di Margherita Dalmati al posto di quella di Cristina Campo. Ne risalta naturalmente anche ciò che ha scritto la prof.sa Pieracci Harwell sulla bellezza e sulla finezza di entrambe.

Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ "Gian Piero Testa" - 9/7/2016 - 19:19


Maravilloso.

Lo máximo que yo alcancé fue en islandés.

Lino - 5/4/2023 - 14:10




Pagina principale CCG

Segnalate eventuali errori nei testi o nei commenti a antiwarsongs@gmail.com




hosted by inventati.org