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Da via Tibaldi

Diego De Palma
Language: Italian




Alla Camera è passata la riforma della casa!
Finalmente colla lotta s’è ottenuto un po’ qualcosa;
e deve essere una legge veramente buona, sì:
figuriamoci che al voto s’è astenuto anche il PCI,
figuriamoci che al voto s’è astenuto anche il PCI!

Martedì primo giugno centoventi proletari
hanno preso possesso di due case popolari;
popolari mica tanto, quasi lusso invece,
sì anche se le han costruite quelli dell’IACP.
Ecco dunque dove vanno i soldi dei lavoratori,
o le case non le fanno o le fanno pei signori.

Ma alla Camera è passata la riforma della casa!
Finalmente colla lotta s’è ottenuto un po’ qualcosa;
e deve essere una legge veramente buona, sì:
figuriamoci che al voto s’è astenuto anche il PCI,
figuriamoci che al voto s’è astenuto anche il PCI!

Giovedì tre di giugno: le famiglie al Comune
protestando hanno ottenuto qualche assicurazione.
Gli hanno detto che al più presto si sarebbero riuniti
per trovar la soluzione al problema dei baraccati.

Soluzione che è arrivata la domenica mattina:
tutti fuori sotto l’acqua, ché la polizia è vicina.
Soluzione che è arrivata la domenica sul presto:
per le donne e i bimbi il latte e per gli uomini l’arresto.

E intanto che infuriava l’acquazzone
sotto quell’acqua stavan le persone;
anche un bambino ch’è malato al cuore,
costretto dai pulé, ci deve stare.

E l’acqua cade per più di mezzora
e restan quelle donne fuori ancora,
e i loro figli imparan molto presto
che sporco mondo sia per loro questo;

e finalmente li fanno salire
su un autobus e via li fanno andare,
ma quel bambino ch’è malato al cuore
troppo ha sofferto e nella notte muore.

Ma non basta un bimbo morto alla furia criminale
scatenata da coloro che non sanno che sfruttare.
Gli sfrattati la dovranno ricordare quella notte,
una notte di dolore, una notte d’aspre lotte.

Verso sera sono andati tutti all’università,
li hanno accolti gli studenti, li han sistemati là.
Ma il questore si presenta quasi verso mezzanotte;
"O si sgombran le famiglie o si prendon tante botte".
Ma la gente si riunisce e decide di lottare,
di resistere là dentro per non farsi sgomberare.

Il questore si scatena, coi suoi mille poliziotti,
ed appesta tutta l’aria con decine di candelotti.
Un compagno ch’era dentro vien colpito, proprio mentre
disperato resisteva, da una bomba al basso ventre.
Quattro ore di battaglia, e i feriti e gli arrestati
son di più ogni minuto; ma i locali son sgombrati.

Lunedì sette giugno chi compra L'Unità legge:
"Violenti scontri all’Università!
Cariche e candelotti contro Lotta continua;
ancora avventurismo fra le masse si insinua.
Pochi provocatori, che forse son pagati,
han strumentalizzato il dramma dei baraccati".

Quella notte i compagni hanno visto molto chiari
quali sono gli alleati, quali sono i traditori;
han capito che chi lotta per la vera rivoluzione
trova il revisionismo alleato col padrone,
trova il revisionismo alleato col padrone.

Tutti quanti la dovremo ricordare quella notte,
una notte di dolore, una notte d’aspre lotte,
una notte di battaglia con la legge del padrone,
una notte sulla strada che va alla rivoluzione,
una notte sulla strada che va alla rivoluzione!



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