Lingua   

Matteotti

Alessio Lega
Lingua: Italiano


Alessio Lega


Un vento scuro e ghiaccio
si fa dai Pirenei
strada fra fango e roccia
per arrivare a noi

Mi prende al collo e blocca
mi fa star zitto e duole
mi prende a calci in bocca
nel calco del dolore

E non c'è sogni che si spinga più in là del sonno
non c'è risveglio dall'incubo di tutt'attorno
non c'è ragione, non c'è follia o coraggio
non c'è viaggio che spinga il viso oltre l'oltraggio

Questo natale a casa
si giocherà a tresette
per far morir qualcosa:
l'inverno trentasette

E la miseria è un orlo
al bavero scucito
più scivoli e nel farlo
ti aggrappi all'impiantito

Così di fondo in fondo si va per acquiescenza
si smette d'essere uomini, si avanza nell'essenza
si smette l'aria, si smettono gli abiti usati
lo strazio delle libertà, gli stracci accumulati.

Disse mia moglie, "Aspetto
un figlio per quest'anno",
anima benedetta,
speranza nel'affanno...

Giacomo lui che viene:
che si chiamasse come...
"Giacomo mi sta bene,
Giacomo è un bel nome."

Così io quando chiamerò mio figlio a voce alta
ricorderò che c'era, che ci sarà ogni volta
qualcuno che con gli occhi fissi al buio triste
guarda la morte in faccia, la guarda e le resiste.

Così ogni volta che io a Giacomo in queste notti
di questi anni matti coi sogni che interrotti
nasconderò il nome di chi vive e muore
di amore della vita, di morte dell'amore.

"Piazza Montecitorio,
là ci sta una salita
presero Matteotti
e ci lasciò la vita."



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