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A Survivor from Warsaw

Arnold Schönberg
Languages: English, Hebrew


Arnold Schönberg


"Un sopravvissuto di Varsavia"
Arnold Schönberg
Condanna della persecuzione antisemita


Il testo dell'opera inizia con una breve introduzione dell'orchestra: pochi secondi di musica rendono bene lo scopo dell'opera, cioè aiutare a riflettere sull'assurdità dello sterminio degli ebrei facendo risaltare tutta la ferocia e la crudeltà alla quale sono stati sottoposti milioni di persone. Ecco da dove nasce il forte impatto emotivo della musica, caratterizzata da una sempre cresente drammaticità: gli squilli di trombe, le dissonanze, i crescendo improvvisi creano intorno a noi, con tutta la loro efficacia, una scena straziante, fatta di dolore e di morte. La musica dunque non si limita a sottolineare l'incisività già presente nel testo dell'opera, ma contribuisce in maniera determinante a ricostruire la scenografia e a ricreare l'ambientazione dei fatti narrati.

1. Introduzione strumentale

Dopo la breve introduzione dell'orchestra comincia a parlare la voce narrante, che per tutta l'opera descriverà inieme all'orchestra i tristi fatti avvenuti quel giorno nel ghetto di Varsavia: il narratore afferma di non poter ricordare ogni cosa poiché rimasto privo di sensi per la maggior parte del tempo a causa delle percosse subite dai soldati; in questa breve introduzione egli fa riferimento al grandioso momento (che corrisponde all'ultima parte di quest'opera) in cui i suoi compagni intonarono un canto ebraico poco prima di essere uccisi nelle camere a gas.

2. Introduzione del narratore

I cannot remember everything.
I must have been unconscious most of the time.
I remember only the grandiose moment
when they all started to sing, as if prearranged,
the old prayer they had neglected for so many years
the forgotten creed!
But I have no recollection how I got underground
to live in the sewers of Warsaw for so long a time.


*
Non posso ricordare ogni cosa
Devo essere rimasto privo di conoscenza per la maggior parte del tempo.
Ricordo soltanto il grandioso momento quando tutti cominciarono
a cantare, come se si fossero messi d'accordo,
l'antica preghiera che essi avevano trascurato per tanti anni - il credo dimenticato!
Ma non so dire come riuscii a vivere nel sottosuolo
nelle fogne di Varsavia, per un così lungo tempo.


A questo punto inizia la descrizione di una tipica giornata nel ghetto di Varsavia: tutti venivano svegliati presto, prima che sorgesse il sole; il narratore sottolinea l'impossibilità da parte degli ebrei del ghetto di dormire, in quanto essi erano stati separati da tutti i loro cari e nessuno sapeva che fine essi avessero fatto. Le preoccupazioni tenevano sveglie le persone tutta la notte impedendo loro di dormire: il narratore allora si lancia in un doloroso grido: "How could you sleep?" - "Come si poteva dormire?" Dopo la sveglia ogni persona si doveva recare al punto di raccolta per la conta. La musica anche in questo caso accompagna i vari momenti della scena: il pizzicato dei contrabbassi sottolinea il doloroso risveglio dei condannati e convulse frasi ritmiche, sussultanti e spezzate, accompagnano quindi il loro disordinato cammino verso il punto di raccolta. Il sergente nazista però ha fretta e urlando comincia a colpire i prigionieri con il calcio del fucile, seguito a breve distanza dai propri aiutanti che non risparmiano le loro percosse a nessuno. Tutti i prigionieri che non si potevano reggere in piedi erano allora colpiti sulla testa: le urla di quelle persone sono marcate sia dalla musica che dalla voce narrante: ad un certo punto il testo dice: "It was painful to hear them groaning and moaning" - "Era doloroso sentirli gemere e lamentarsi". Il narratore, infatti, legge le due parole "groaning" e "moaning" come due deboli urla, mentre l'orchestra riprende questi due gridi con note lunghe e calanti, a simboleggiare la perdita sensibile di forze e di energie dei prigionieri. In inglese, inoltre, il verbo "to moan" possiede una sfumatura più leggera del verbo "to groan", perciò anche con la scelta appropriata delle parole Schönberg ha voluto sottolineare in questo punto la forte presenza di dolore ma anche la progressiva perdita di energie da parte delle persone colpite con straordinaria ferocia dalle guardie naziste.


3. Sveglia e conta degli ebrei - Percosse dei nazisti

The day began as usual:
reveille when it still was dark.
Get out! - Whether you slept
or whether worries kept you awake
the whole night.
You had separated from your children,
from your wife, from your parents;
you don't know what happened to them -
how could you sleep?
The trumpets again - Get out!
The sergeant will be furious!
They came out; some very slow;
the old ones, the sick ones;
some with nervous agility.
They fear the sergeant.
They hurry as much as they can.
In vain! Much too much noise,
much too much commotion - and not
fast enough! The Feldwebel shouts
"Achtung! Stillstanden!
Na wird's mal? Oder soll ich mit dem
Gewehrkolben nachhelfen?
Na jutt; wenn ihr's durchaus haben wollt!"
The sergeant and his subordinates
hit everybody: young or old,
quiet or nervous, guilty or innocent.
It was painful to hear them groaning
and moaning. I heard it though
I had been hit very hard,
so hard that I could not help
falling down. We all on the ground,
who could not stand up were then
beaten over the head.

*

Il giorno cominciò come al solito:
sveglia quando era ancora buio.
Venite fuori - Sia che dormiste
o che le preoccupazioni
vi tenessero svegli tutta la notte.
Eravate stati separati dai vostri bambini,
da vostra moglie, dai vostri genitori;
non si sapeva che cosa era accaduto
a loro - come si poteva dormire?
Di nuovo le trombe - Venite fuori!
il sergente sarà furioso!
Vennero fuori; alcuni molto lenti;
i vecchi, gli ammalati;
alcuni con agilità nervosa.
Temono il sergente.
Si affrettano quanto più possibile.
Invano! Molto, troppo rumore,
molta, troppa agitazione - e non
svelti abbastanza! Il sergente urla:
Attenzione! Attenti! Beh, ci decidiamo?
O devo aiutarvi io con il calcio del fucile?
E va bene; se è proprio questo che volete!"
Il sergente e i suoi aiutanti
colpivano tutti; giovani e vecchi,
remissivi o agitati, colpevoli o innocenti.
Era doloroso sentirli gemere
e lamentarsi. Sentivo tutto sebbene
fossi stato colpito molto forte,
così forte che non potei evitare di cadere.
Eravamo tutti stesi per terra,
chi non poteva reggersi in piedi
era allora colpito sulla testa.



Il narratore a causa delle percosse subite perde conoscenza: nel frattempo tutto intorno a lui si fa silenzioso poiché nessun prigioniero era stato risparmiato dalla ferocia dei soldati, e nesssuno aveva più le forze per rialzarsi. Ma il silenzio, come ricorda poco dopo il narratore, porta con sé "fear and pain", cioè "paura e dolore". Il narratore declama con straordinaria lentezza e drammaticità le due parole: prima "fear", seguita da una brevissima risposta, priva di forze, dell'orchestra, poi la congiunzione "and": a questo punto un breve silenzio è interrotto improvvisamente dalla parola "pain", molto marcata, ma pronunciata quasi senza fiato; l'orchestra sembra imitare questo scatto di dolore del narratore facendo seguire alla parola "pain" una serie veloce di note discendenti e ben marcate.


4. Perdita e ripresa di conoscenza del narratore

I must have been unconscious.
The next thing I knew was a soldier
saying: "They are all dead",
whereupon the sergeant ordered
to do away with us.
There I lay aside half-conscious.
It had become very still - fear and pain.

*

Devo essere rimasto privo di conoscenza.
La prima cosa che udii fu un soldato
che diceva: "sono tutti morti",
al che il sergente ordinò di sbarazzarsi di noi.
Io giacevo da una parte - mezzo svenuto.
Era diventato tutto tranquillo - paura e dolore .


Poi il drammatico momento della conta di coloro che, sopravvisuti alle percosse, devono essere portati alla camera a gas: questo episiodio viene accompagnato da una continua accelerazione del ritmo sino a sfociare nell'inno di chiusura, un canto ebraico col quale i condannati hanno ancora la forza di proclamare il loro credo religioso. Il momento è drammatico: i soldati devono infatti contare quante persone devono essere mandate alla camera a gas. La conta però non viene fatta bene, ed allore il sergente ordina di ricominciare da capo: la conta riprende, partendo prima lentamente, poi accelerando sempre di più, formando un tumulto simile, come dice lo stesso testo, a "una fuga di cavalli selvaggi".
Una cosa da notare è, in una parte del testo seguente, la contrapposizione testo/significato, usata per marcara ancora maggiormente la drammaticità delle azioni. Quando il testo dice che la conta "became faster and faster, so fast that it...", "divenne più veloce e sempre più veloce, così veloce che...", il narratore legge le parole "faster,... faster, ...fast" in una maniera particolare: invece di accelerare, come del resto procede la musica seguendo quello che è il significato del testo, la voce narrante declama le parole che indicano un aumento di velocità rallentando e fermandosi su di esse. L'effetto che si genera è di forte contrasto, poiché parole che esprimono un significato di rapidità e di progressione veloce vengono messe in risalto attraverso la loro lettura rallentata e marcata. Questa parte si conclude allora con l'aumentare dell'intensità e velocità sonora che culmineranno nel credo ebraico "Shema Ysroël", cantato dai prigionieri prima di essere mandati nelle camere a gas.


5. Conta dei prigionieri

Then I heard the sergeant shouting: "Abzählen!"
They started slowly and irregularly:
one, two, three, four - "Achtung!"
the sergeant shouted again, "Rascher!"
"Nochmal von vorn anfangen!
In einer Minute will ich wissen,
wieviele ich zur Gaskammer abliefere!
Abzählen!".
Then began again, first slowly: one,
two, three, four, became faster
and faster, so fast that it
finally sounded like a stampede
of wild horses and all of a sudden,
in the middle of it
they began singing the Shema Ysroël.

*

Fu allora che udii il sergente che gridava: "Contateli!".
Cominciarono lentamente e in modo irregolare
Uno, due, tre, quattro - "Attenzione!"
il sergente urlò di nuovo, "Più svelti!"
"Cominciate di nuovo da capo!
Fra un minuto voglio sapere
quanti devo mandare alla camera a gas!
Contateli!".
Ricominciarono, prima lentamente: uno,
due, tre, quattro, poi sempre più presto,
sempre più presto tanto che
alla fine risuonò come una fuga precipitosa
di cavalli selvaggi, e tutto ad
un tratto, nel mezzo del tumulto,
essi cominciarono a cantare lo Shema Ysroël.


Un coro intona all'unisono questo inno che vuole essere la coraggiosa risposta del fedele dinanzi alla cieca brutalità dell'uomo e della guerra.
Neppure nei momenti più difficili l'uomo dimentica la propria fede e la propria speranza in Dio, fonte di amore e di pace.



6. Inno ebraico "Shema Ysroël"

Shema Ysroël
Adonoi, Elohenu,
Adonoi echod;
Vehavto et Adonoi elohecho
bechol levovcho,
uvchol nafshecho
Uvchol meaudecho.
Vehoyù had e vorim hoéleh
asher onochi metsavacho
hajom al levovechò
veshinantòm levonechò
vedibarto bom
beschitechò, bevetecho
uv'lechetecho vadérech
uvshochbecho
evkumechò.

*

Ascolta Israele,
il Signore è il Dio nostro,
il Signore è uno.
Amerai il Signore tuo Dio
con tutto il tuo cuore
con tutta la tua anima
e con tutte le tue forze.
e saranno queste parole
che io ti comando oggi,
sul tuo cuore
le ripeterai ai tuoi figli
e ne parlerai con loro,
stando nella tua casa
camminando per la via,
quando ti coricherai
e quando ti alzerai.



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