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Ho visto un re

Paolo Ciarchi
Lingua: Italiano


Paolo Ciarchi


Dai dai, conta su...ah bei, sì bei… [1]

Ho visto un re.
‘Sa l'ha vist, cus'è?...
Ha visto un re!

Ah, beh, sì, beh,
Ah, beh, sì, beh...


Un re che piangeva seduto sulla sella,
Piangeva tante lacrime,
Ma tante che...
Bagnava anche il cavallo!
Povero re!
E povero anche il cavallo.

Sì, beh, ah, beh,
Sì, beh, ah, beh...


E' l'imperatore che gli ha portato via
un bel castello…
Ohi che balòss! [2]
...di trentadue che lui ce n’ha.
Povero re!
E povero anche il cavallo.

Sì, beh, ah, beh,
Sì, beh, ah, beh...


Ho visto un ve-.
’Sa l'ha vist, cus'è?
Ho visto un vescovo!

Ah, beh, sì, beh,
Ah, beh, sì, beh...


Anche lui, lui, piangeva,
Faceva un gran baccano,
Mordeva anche una mano.
La mano di chi?
La mano del sacrestano!
Povero ve-
-scovo!

E povero anche il sacrista.

Sì, beh, ah, beh,
Sì, beh, ah, beh...


E' il cardinale che gli ha portato via
Un'abbazia...
Oh, poer crist!
...di trentadue che lui ce n’ha.
Povero ve-
-scovo!

E povero anche il sacrista.

Sì, beh, ah, beh,
Sì, beh, ah, beh...


Ho visto un ri-.
’Sa l'ha vist, cus'è?
Ha visto un ricco!
Un sciùr!

Sì...ah, beh, sì, beh,
Ah, beh, sì, beh...


Il tapino lacrimava su un calice di vino,
Ed ogni go-,
Ed ogni goccia andava...
Derent al vin?
Sì, che tutto l'annacquava!
Pover tapin!
E povero anche il vin.

Sì, beh, ah, beh,
Sì, beh, ah, beh...


Il vescovo, il re, l'imperatore
L’han mezzo rovinato,
Gli han portato via
Tre case e un caseggiato
Di trentadue che lui ce n’ha.
Pover tapin!
E povero anche il vin.

Sì, beh, ah, beh,
Sì, beh, ah, beh...


'Vist un vilàn.
’Sa l'ha vist, cus'è?
Un contadino!

Aaaah, beh, sì, beh,
Ah, beh, sì, beh...


Il vescovo, il re, il ricco, l'imperatore,
Perfino il cardinale, l'han mezzo rovinato,
Gli han portato via:

La casa
Il cascinale
La mucca
Il violino
La scatola di cachi
La radio a transistor
I dischi di Little Tony
La mòj! [3]
E po’? Cus'è?
Un figlio militare,
Ah, beh, sì, beh...
Gli hanno ammazzato anche il maiale...
Pover purscèl!
Nel senso del maiale.

Sì, beh, ah, beh,
Sì, beh, ah, beh...


Ma lui no, lui, non piangeva,
Anzi: ridacchiava!
Ha! Ha! Ha!
Ma ’sa l'è, matt?...
No.
Il fatto è che noi vilàn...
Noi vilàn...

E sempre alègri bisogna stare,
Ché il nostro piangere fa male al re!
Fa male al ricco e al cardinale,
Diventan tristi se noi piangiam!

E sempre alègri bisogna stare,
Ché il nostro piangere fa male al re!
Fa male al ricco e al cardinale,
Diventan tristi se noi piangiam!

Ah, beh!
[1] Si tratta della resa (lombardizzata!) del “modo di canto del Monte Amiata” (v. introduzione) utilizzato per il celebre “coretto”. “Modo di canto” che compare in altri punti della canzone, inframezzato al canonico “Ah, beh, sì, beh”: ma il canto è talmente intricato che non sono stato capace di trascriverlo a dovere. E’ bene ricordare che tale modo di canto toscano fu reperito e comunicato da Caterina Bueno per il “Ci ragiono e canto”.

[2] Furbacchione, birbante

[3] Moglie



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