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Muri a secco

Riccardo Venturi
Lingua: Italiano




All'alba non c'erano galli,
non c'eran carezze e latte.
C'era un urlo e un comando:
Andiamo a lavorare.

Mattina, non c'era la scuola
ma c'era una dura salita.
Il mulo portava le pietre
e gli uomini andavano a piedi.

Su, svègliati, bisogna andare,
la tazza col pane e col vino.
Prendevan la strada del monte
e non si dicevan parola.

Il padre ha le scarpe sfondate,
il figlio lui va a piedi nudi.
Il sole implacabile sorge
e il mulo fatica da mulo.

S'incontrano altri che vanno,
un cenno, un saluto in silenzio.
E poi si comincia a salire,
s'arriva su in cima, si fa.

Bisogna incastrare le pietre
mettendoci in mezzo la terra.
La terra dev'esser bagnata
perché poi ci crescan le piante.

Le piante cementano il muro
e il muro lui dura per sempre.
Le pietre non son tutte uguali,
bisogna grattarle a altre pietre.

La terra dev'esser bagnata
e c'è poca acqua da bere.
Col sole già alto si cava
un pane e si mangia in silenzio.

E poi non c'è nessun riposo,
la vigna non vuole l'attesa.
Una pietra messa sbagliata
significa tutto rifare.

Se il padre la sbaglia, bestemmie,
si batte la pietra sul capo.
Se il figlio la sbaglia, bestemmie,
gli batte la pietra sul capo.

E viene la sera e si torna,
fatica, e poi fame, e fatica.
In casa le donne hanno un giorno
di fame, fatica, e poi fame.

Si mangia la zuppa, la stessa,
e il letto non serve pulirlo.
Il sonno si fa senza sogni,
e all'alba poi un urlo e un comando.

Su, svègliati, bisogna andare,
la tazza col pane e col vino.
Prendevan la strada del monte
e non si dicevan parola.



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