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An die Gleichgeschalteten

Bertolt Brecht
Langue: allemand


Bertolt Brecht

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Performed by Christa Weber [2022]. Piano composer: Christof Herzog


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[1935]
Poesia di Bertolt Brecht / A poem by Bertolt Brecht / Poème de Bertolt Brecht / Bertolt Brechtin runo
Musica / Music / Musique / Sävel: Christof Herzog
Canta / Singer / Chante / Laulaa: Christa Weber

landmesser


Il concetto di Gleichschaltung è passato alla storia nella sua denominazione in lingua tedesca. Come molti termini tipici dei regimi totalitari, ha un'origine tecnica: propriamente significa “sincronizzazione” (di macchinari, di dispositivi). Col regime nazista, il passaggio a tutta una serie di provvedimenti-chiave tesi alla realizzazione di un processo collettivista per esercitare il controllo totale sull'individuo mediante la coordinazione di tutti gli aspetti della società (dalla politica al commercio, dall'amministrazione alla cultura) fu assai breve, anche e soprattutto perché era programmatico. Ogni forma di individualismo doveva essere semplicemente eliminata. Tra il 1933 e il 1937 fu rimossa ogni forma di organizzazione contraria al regime.

Questa “poesia in prosa” (definizione assai imperfetta e di comodo) di Bertolt Brecht non è senz'altro tra le sue cose più note. Fu scritta attorno al 1935, e la sua forma può essere dovuta anche al particolare uso che ne venne fatto: la lettura durante una trasmissione radiofonica. La trasmissione fu preannunciata dalla Deutsche Zentral-Zeitung, giornale in lingua tedesca pubblicato a Mosca; lo stesso Brecht (allora in esilio in Danimarca) si recò a Mosca nel 1935 per leggerla presso la Unionssender RCS, durante la trasmissione serale in lingua tedesca Abendstunde für deutsche Arbeiter und Spezialisten.

Rivolgendosi ai Gleichgeschaltete tedeschi, Brecht aveva perfettamente in mente quali fossero i meccanismi in atto in Germania: i tedeschi erano stati “sincronizzati”, standardizzati, coordinati, allineati, inquadrati, messi in riga. Ma, nonostante la denominazione tedesca del concetto, non bisogna ovviamente credere che esso fosse in atto solamente in Germania. La necessità di deindividualizzare e di standardizzare ogni aspetto della società e della vita umana, riducendola in pratica a meri provvedimenti amministrativi, è propria di ogni regime totalitario (e, a questo punto, una rilettura del 1984 di Orwell sarebbe d'obbligo). Il totalitarismo ama smodatamente l'amministrazione, la burocrazia, le organizzazioni unicizzanti (e divise per fasce di età), le sigle e gli acronimi (GESTAPO, MINCULPOP, KOMSOMOL, MINIPAX, INGSOC). Lo Stato Totale.

Potrà quindi suscitare quantomeno un po' di humour nero il fatto che questo testo di Brecht sia stato diffuso per tramite dell'URSS staliniana, dove erano in atto i medesimi processi; il successivo patto Molotov-Ribbentrop non provenne certamente dal mondo della Luna, pur con tutte le necessarie considerazioni storiche. Resta però il concetto fondamentale espresso nella poesia. Il totalitarismo, del resto, è ben lungi dall'essere scomparso; si è soltanto un po' travestito, generalmente da “democrazia”. Ovunque esista uno Stato -non importa se “centrale”, “federale”, monarchico o repubblicano- l'oppressione totalizzante, l'asservimento mediatico e culturale, l'amministrativismo e la burocrazia sono sempre in atto. [RV]


Gelesen durch Ilse Scheer
Read by Ilse Scheer
Letta da Ilse Scheer
Um sein Brot nicht zu verlieren, in den Zeiten zunehmender Unterdrückung, beschließt mancher, die Wahrheit über die Verbrechen des Regimes bei der Aufrechterhaltung der Ausbeutung nicht mehr zu sagen, aber auch die Lügen des Regimes nicht zu verbreiten, also zwar nichts zu enthüllen, aber auch nichts zu beschönigen.

Der so Vorgehende scheint nur von neuem zu bekräftigen, dass er entschlossen ist, auch in den Zeiten zunehmender Unterdrückung sein Gesicht nicht zu verlieren, aber in Wirklichkeit ist er doch nur entschlossen, sein Brot nicht zu verlieren. Ja, dieser sein Entschluss, keine Unwahrheit zu sagen, dient ihm dazu, von nun an die Wahrheit zu verschweigen. Das kann freilich nur eine kleine Zeit durchgeführt werden. Aber auch zu dieser Zeit, während sie noch einhergehen in den Ämtern und Redaktionen, in den Laboratorien und auf den Fabrikhöfen als Leute, aus deren Mund keine Unwahrheit kommt, beginnt schon ihre Schädlichkeit. Wer mit keiner Wimper zuckt beim Anblick blutiger Verbrechen, verleiht ihnen nämlich den Anschein des Natürlichen. Er bezeichnet die furchtbare Untat als etwas so Unauffälliges wie Regen, auch so unhinderbar wie Regen.

So unterstützt er schon durch sein Schweigen die Verbrecher, aber bald wird er merken, dass er, um sein Brot nicht zu verlieren, nicht nur die Wahrheit verschweigen, sondern die Lüge sagen muss. Nicht ungnädig nehmen die Unterdrücker ihn auf, der da bereit ist, sein Brot nicht zu verlieren. Er geht nicht einher wie ein Bestochener, da man ihm ja nichts gegeben, sondern nur nichts genommen hat.

Wenn der Lobredner, aufstehend vom Tisch der Machthaber, sein Maul aufreißt und man zwischen seinen Zähnen die Reste der Mahlzeit sieht, hört man seine Lobrede mit Zweifeln an. Aber die Lobrede dessen, der gestern noch geschmäht hat und zum Siegesmahl nicht geladen war, ist mehr wert. Er ist doch der Freund der Unterdrückten. Sie kennen ihn. Was er sagt, das ist, und was er nicht sagt, ist nicht. Und nun sagt er, es ist keine Unterdrückung. Am besten schickt der Mörder den Bruder des Ermordeten, den er gekauft hat, zu bestätigen, dass ihm den Bruder ein Dachziegel erschlagen hat.

Die einfache Lüge freilich hilft ihm, der sein Brot nicht verlieren will, auch nicht lange weiter. Da gibt es zu viele seiner Art. Schnell gerät er in den unerbittlichen Wettkampf aller derer, die ihr Brot nicht verlieren wollen: Es genügt nicht mehr der Wille zu lügen - das Können ist nötig und die Leidenschaft wird verlangt. Der Wunsch, das Brot nicht zu verlieren, mischt sich mit dem Wunsch, durch besondere Kunst dem ungereimtesten Gewäsch einen Sinn zu verleihen, das Unsagbare dennoch zu sagen. Dazu kommt, dass er den Unterdrückern mehr Lob herbeischleppen muss als jeder andere, denn er steht unter dem Verdacht, früher einmal die Unterdrückung beleidigt zu haben.

So werden die Kenner der Wahrheit die wildesten Lügner. Und das alles geht nur, bis einer daherkommt und sie doch überführt früherer Ehrlichkeit, einstigen Anstands, und dann verlieren sie ihr Brot.

envoyé par Riccardo Venturi - 3/2/2023 - 05:57



Langue: italien

Versione italiana / Italian version / Version italienne / Italiankielinen versio:
Riccardo Venturi, 3-2-2023 05:58

brechtbrille.
Ai Messi in Riga

Per non privarsi del pane in tempi di crescente oppressione, alcuni scelgono sì di smettere di dire la verità sui crimini che il Regime compie per mantenere lo sfruttamento, ma anche di non diffondere le sue menzogne. Quindi, pur non rivelando nulla, non indorano nemmeno la pillola.

Colui che agisce in questo modo sembra solo riaffermare la propria determinazione a non perdere la faccia anche in tempi di crescente oppressione, mentre in realtà è soltanto deciso a non perdere il pane quotidiano. Sì, questa sua decisione di non mentire gli servirà, d'ora in poi, a tacere la verità. E' ovvio che questo può avvenire solo per un breve periodo. Ma anche in questo momento, mentre ancora girano negli uffici e nelle redazioni dei giornali, nei laboratori e nei piazzali delle fabbriche come persone dalla cui bocca non esce menzogna, già cominciano a fare danni. Chi non fa una piega davanti a crimini sanguinosi, praticamente li fa apparire come fenomeni naturali: un delitto spaventoso diventa, secondo lui, qualcosa di insignificante come la pioggia, e anche di inevitabile come la pioggia.

E, così, già sostiene i criminali col suo silenzio; ma presto si renderà conto che, per non perdere il pane, non solo deve tacere la verità, ma anche mentire. Gli oppressori accettano non di malavoglia chi è pronto a non perdere il pane quotidiano; non passa per un corrotto, perché nulla gli è stato tolto e nulla gli è stato dato.

Quando il laudatore si alza dalla tavola dei potenti, spalanca la bocca e gli si vedono tra i denti gli avanzi del pasto, si ascolta il suo discorso d'elogio con qualche dubbio. Ma un discorso del genere fatto da chi, appena ieri, era stato insultato e che non era stato invitato al banchetto della vittoria, ha ancora più valore. Tuttavia, lui è amico degli oppressi. Lo conoscono. Ciò che dice esiste, e ciò che non dice non esiste; e ora dice che non esiste nessuna oppressione. La cosa migliore è quando manda il fratello di colui che ha assassinato, e che lui ha comprato, a dire che suo fratello è stato ammazzato da una tegola caduta dal tetto.

La semplice menzogna, ovviamente, aiuta chi non vuole perdere il proprio pane; ma non dura tanto. Ce ne sono troppi della sua specie. Presto avrà a che fare con la concorrenza spietata di tutti coloro che non vogliono perdere il pane quotidiano: non basterà più la volontà di mentire. Saranno necessarie e richieste abilità e passione. Il desiderio di non privarsi del pane si mescolerà a quello di adoperare degli speciali artifici per dare un senso alle sciocchezze più assurde, per poter dire ancora l'indicibile. Dovrà, inoltre, lodare gli oppressori più di chiunque altro, poiché è sospettato di avere, una volta, insultato l'oppressione.

E, così, chi conosce la verità diventa il bugiardo più sfrenato. E tutto questo funziona finché non arriva qualcuno a rammentargli la sua passata onestà e la sua decenza d'una volta; a questo punto, addio al pane.

3/2/2023 - 05:58




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