אינקובטור[1]
אמא אני לא רוצה להיגמל
אם אפסיק לינוק אתחיל להשתולל
אמא אני לא רוצה לעמוד
אם אלמד, יכריחו אותי לרקוד
אמא אני לא רוצה לדבר
אם אלמד, יכריחו אותי לשקר
אמא גומלים אותי בכח
מפוצצים לי את המוח
אמא לוקחים אותי ממך
אמא את רוצה שאחייך
אהה ניגמלתי, למדתי לעמוד
אהה ניגמלתי, עכשיו אני גדול
אהה ניגמלתי, ניגמלתי מהכל
אמא אני לא רוצה להיגמל
אם אפסיק לינוק אתחיל להשתולל
אמא אני לא רוצה לעמוד
אם אלמד, יכריחו אותי לרקוד
אמא אני לא רוצה לדבר
אם אלמד, יכריחו אותי לשקר
אמא גומלים אותי בכח
מפוצצים לי את המוח
אמא לוקחים אותי ממך
אמא את רוצה שאחייך
אהה ניגמלתי, למדתי לעמוד
אהה ניגמלתי, עכשיו אני גדול
אהה ניגמלתי, ניגמלתי מהכל
Trascrizione / Transcription
[1] inkubàtor
ìma anì lo rotsè lehigamèl
im afsìk leanùk atkìl lehistolèl
ìma anì lo rotsè laamòd
im elmòd, yakhrìku otì lirkòd
ìma anì lo rotsè ledàber
im elmòd, yakhrìku otì leshàker
ìma gomlìm otì bekòakh
mepotsetsìm li et hamòakh
ìma lak'khìm otì mìmekh
ìma at rotsà sheakhiyèkh
ahh nigamèlti, lamàdti laamòd
ahh nigamèlti, akhshàv anì gadòl
ahh nigamèlti, nigamèlti mehakòl
[1] inkubàtor
ìma anì lo rotsè lehigamèl
im afsìk leanùk atkìl lehistolèl
ìma anì lo rotsè laamòd
im elmòd, yakhrìku otì lirkòd
ìma anì lo rotsè ledàber
im elmòd, yakhrìku otì leshàker
ìma gomlìm otì bekòakh
mepotsetsìm li et hamòakh
ìma lak'khìm otì mìmekh
ìma at rotsà sheakhiyèkh
ahh nigamèlti, lamàdti laamòd
ahh nigamèlti, akhshàv anì gadòl
ahh nigamèlti, nigamèlti mehakòl
envoyé par Riccardo Gullotta - 6/9/2019 - 13:03
Langue: italien
Traduzione italiana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Riccardo Venturi, 10-12-2020 08:23
Riccardo Venturi, 10-12-2020 08:23
Incubatrice
Mamma non voglio disassuefarmi
Se smetto di essere allattato comincerò a scatenarmi
Mamma non voglio stare in piedi [1]
Se imparo, mi costringeranno a ballare
Mamma non voglio parlare
Se imparo, mi costringeranno a mentire
Mamma mi ricompenseranno per forza
Mi faranno scoppiare il cervello
Mamma mi porteranno [2] via da te
Mamma, tu vuoi che io sorrida
Ah, ho smesso, ho imparato a stare in piedi
Ah, ho smesso, ora sono grande
Ah, ho smesso, ho smesso da ogni cosa
Mamma non voglio disassuefarmi
Se smetto di essere allattato comincerò a scatenarmi
Mamma non voglio stare in piedi [1]
Se imparo, mi costringeranno a ballare
Mamma non voglio parlare
Se imparo, mi costringeranno a mentire
Mamma mi ricompenseranno per forza
Mi faranno scoppiare il cervello
Mamma mi porteranno [2] via da te
Mamma, tu vuoi che io sorrida
Ah, ho smesso, ho imparato a stare in piedi
Ah, ho smesso, ora sono grande
Ah, ho smesso, ho smesso da ogni cosa
Langue: anglais
English translation / Traduzione inglese / Traduction anglaise / Englanninkielinen käännös:
Riccardo Venturi, 10-12-2020 10:38
Riccardo Venturi, 10-12-2020 10:38
Incubator
Mom, I don't want to grow out
If I give up breastfeeding, I'll start running wild
Mom, I don't want to stand
If I learn, they'll force me to dance
Mom, I don't want to talk
If I learn, they'll force me to lie
Mom, of course they'll reward me
Mom, they'll blow up my brain
Mom, they'll take me away from you
Mom, you want me to smile
Ah, I gave up, I learned to stand
Ah, I gave up, I'm big now
Ah, I gave up, I gave up everything
Mom, I don't want to grow out
If I give up breastfeeding, I'll start running wild
Mom, I don't want to stand
If I learn, they'll force me to dance
Mom, I don't want to talk
If I learn, they'll force me to lie
Mom, of course they'll reward me
Mom, they'll blow up my brain
Mom, they'll take me away from you
Mom, you want me to smile
Ah, I gave up, I learned to stand
Ah, I gave up, I'm big now
Ah, I gave up, I gave up everything
Tutti i brani che fanno parte del film “Valzer con Bashir” sono in corso di integrazione e revisione. Di questo brano, è stata approntata una traduzione assolutamente letterale del testo ebraico fornito ed è stata completamente rifatta la trascrizione in caratteri latini, in base alla pronuncia effettiva dell'ebraico moderno.
A tale riguardo, un'avvertenza per chiunque desiderasse inserire trascrizioni dall'ebraico. Non esiste un sistema automatico riconosciuto che segua la pronuncia a partire da un testo non vocalizzato. I sistemi esistenti (che, perdipiù, prendono come base l'ebraico biblico) traslitterano seguendo la grafia, trascrivendo consonanti bibliche non pronunciate più da millenni e inserendo vocali del tutto a casaccio in mancanza della puntatura tiberiense: ne vengono fuori cose del tutto improponibili, come la trascrizione finora qui inserita (dove אינקובטור
[inkubàtor] era trascritto ayenkevbeter, per fare un esempio, oppure lehistolèl “scatenarsi”, trascritto lheshetvell, per farne un altro). Purtroppo, per trascrivere un testo ebraico svocalizzato esiste un solo sistema: conoscere l'ebraico moderno e saperlo leggere senza vocali, diventandoci grulli per anni e anni (oppure convertendosi all'ebraismo, facendo aliyà in Israele e tuffandosi in un ulpàn). Tutto questo per avvertire di non usare i sistemi automatici, sui quali invoco la maledizione di YHWH, nonché la pena riservata agli adoratori del Vitello D'Oro sui loro inventori (fondere il vitello e far ingoiare oro fuso).
PS. Benissimo ha fatto Riccardo Gullotta a non inserire la traduzione automatica di Google; la quale, ohimè, dà risultati pessimi. Rende soltanto un'idea, come del resto è suo compito. La traduzione è rimasta forse l'ultima cosa sulla quale le macchinette, ancora, sono ben là dal vincere.
A tale riguardo, un'avvertenza per chiunque desiderasse inserire trascrizioni dall'ebraico. Non esiste un sistema automatico riconosciuto che segua la pronuncia a partire da un testo non vocalizzato. I sistemi esistenti (che, perdipiù, prendono come base l'ebraico biblico) traslitterano seguendo la grafia, trascrivendo consonanti bibliche non pronunciate più da millenni e inserendo vocali del tutto a casaccio in mancanza della puntatura tiberiense: ne vengono fuori cose del tutto improponibili, come la trascrizione finora qui inserita (dove אינקובטור
[inkubàtor] era trascritto ayenkevbeter, per fare un esempio, oppure lehistolèl “scatenarsi”, trascritto lheshetvell, per farne un altro). Purtroppo, per trascrivere un testo ebraico svocalizzato esiste un solo sistema: conoscere l'ebraico moderno e saperlo leggere senza vocali, diventandoci grulli per anni e anni (oppure convertendosi all'ebraismo, facendo aliyà in Israele e tuffandosi in un ulpàn). Tutto questo per avvertire di non usare i sistemi automatici, sui quali invoco la maledizione di YHWH, nonché la pena riservata agli adoratori del Vitello D'Oro sui loro inventori (fondere il vitello e far ingoiare oro fuso).
PS. Benissimo ha fatto Riccardo Gullotta a non inserire la traduzione automatica di Google; la quale, ohimè, dà risultati pessimi. Rende soltanto un'idea, come del resto è suo compito. La traduzione è rimasta forse l'ultima cosa sulla quale le macchinette, ancora, sono ben là dal vincere.
Riccardo Venturi - 10/12/2020 - 10:08
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[1981]
Testo / טעקסט / Lyrics / Paroles :
Danny Dotan / דני דותן
Musica / מוזיק / Music / Musique :
Eli Abramov / אלי אברמוב
סרט / Film /Movie / Film /
Valzer con Bashir / ואלס עם באשיר / Waltz with Bashir / Valse avec Bachir :
Ari Folman / ארי פולמן
Interpreti / זמרן / Performed by / Interprétée par :
Clique / הקליק
Album / אלבום :
Ima Ani Lo Rotze Lehigamel / אמא אני לא רוצה להיגמל / Mother I don't want to be weaned
Premessa
Una damnatio memoriae o una conventio ad tacendum ? Questa canzone fu pubblicata nel 1981, traccia #6 dell’album citato. Fu rilanciata ventisette anni dopo come parte della colonna sonora del film Valzer con Bachir,ma è come scomparsa dalla circolazione. Basta fare una ricerca su google per rendersene conto. Soltanto pochissime fonti ne citano il nome en passant, in relazione alla colonna sonora di Valzer con Bachir. E’ vano esplorare le tracce della colonna sonora del film nei siti discografici; vano cercare il testo. A un certo punto sorge il dubbio che si sia trattato di un fake , di un errore propagatosi da un sito all'altro. E invece no. Dopo una ricerca alquanto impegnativa sul web israeliano , col traduttore automatico, grazie alla consultazione di testi di cultura ebraica e di attualità si è appurato abbastanza. Seguono i risultati.
Resoconto
Nel 1981 fu lanciato il primo album di HaClique “Ima Ani Lo Rotze Lehigamel / אמא אני לא רוצה להיגמל”, in italiano "Mamma, non voglio essere svezzato". Conteneva brani come "Golem", "Incubator", "Mastik Plastic". Il genere era un misto di rock alternativo e post-punk. L'album era caratterizzato da contenuti di protesta politica e anarchismo , inediti nella musica israeliana. I membri della band furono bollati dalla vasta maggioranza di israeliani come i cattivi ragazzi del rock. Queste le dichiarazioni del paroliere Dotan: "Nell'album abbiamo espresso ciò che sentivamo: odiamo il paese, odiamo i politici, siamo stanchi della situazione nel paese. Abbiamo dipinto la nostra realtà". Non fu un successo commerciale, furono vendute 1500 copie a mala pena.
Il secondo album intitolato "Crowded World" fu una svolta per HaClique .Dava un barlume di speranza, perché conteneva canzoni d'amore, canzoni di protesta e persino una canzone gay.
Tra i brani segnò un grande successo "אל תדליק לי נר / Al Tadliku Li Ner, in inglese "Don't Light Me A Candle". La canzone prende in giro l'adorazione della morte. Alla fine le persone si siedono con le candele e adorano qualcuno che è morto. È una canzone contro la guerra. I soldati che l’ hanno cantata durante la prima guerra del Libano hanno fatto della canzone un inno. La canzone venne incontro alla forte domanda di pace e di rimozione dell’angoscia che seguiva i giorni della prima Intifada, dopo il 1987. Ancora oggi c'è una certa riluttanza ad eseguire questa canzone: non viene suonata durante le cerimonie del Memorial Day.Un altro brano, Hey Yaldon / היי ילדון", in italiano Ehi ragazzo!, affronta per la prima volta nella musica israeliana il tema dell’omosessualità, tanto da essere preso a riferimento dalla Agudah (l'associazione LGBT israeliana). Anche negli altri brani dell’album sono presenti tematiche relative a omosessualità e bisessualità.
In breve, HaClique negli anni ’80 è diventata ingombrante per i temi trattati nel periodo attraversato dalla società israeliana tra la prima guerra in Libano e la prima Intifada. E’ ragionevole supporre che ai piani alti si siano dati da fare per evitare che la rottura e la protesta uscisse dalle discoteche per saldarsi con il disagio crescente della popolazione giovanile israeliana. Di fatto la band in pratica si sciolse e importa poco qui stare dietro ai motivi e ai modi.
Quanto detto spiega solo in parte però le disavventure della nostra canzone perché, se è vero che lo svezzamento che dà titolo all’album è un’allusione a droghe, è pur vero che la canzone è stata una delle tre canzoni punk scelte da Folman per Valzer con Bashir. L’interesse di Folman non poteva essere quello per la protesta adolescenziale in se stessa, che strizzava l’occhio agli allucinogeni, non sarebbe stato congruente con i messaggi e gli indirizzi del film. Allora la spiegazione deve essere cercata altrove.
La chiave di lettura sta nel Salmo 131. Il libro dei Salmi , Tehillim / תהילים , fa parte dei Ketuvim [Scritti] e quindi della Tanakh, che è la bibbia ebraica. Secondo la tradizione il Salmo 131 é stato scritto da Davide. Fa parte del gruppo di Salmi delle ascensioni in quanto fa riferimento ai pellegrinaggi alla città santa di Gerusalemme. E’ recitato il sabato pomeriggio tra le festività di Sukkot e il sabato antecedente la pasqua. Orbene, il versetto 2 riporta testualmente:
אם־לא שויתי ׀ ודוממתי נפשי
כגמל עלי אמו כגמל עלי נפשי
In verità ho calmato e quietato la mia anima.
Come un bambino svezzato con [/su] sua madre, come un bambino svezzato dentro me [è] la mia anima.
Sussistono più traduzioni ed interpretazioni. Quella citata è la più diffusa nella cultura ebraica ( il testo della Vulgata e le varie versioni veterotestamentarie cristiane si scostano sensibilmente).
Sembrano versi semplici ed innocenti, ma le immagini racchiuse hanno profonde implicazioni. Va precisato intanto che l’anima nella religione ebraica non ha a che vedere con l’anima nell’accezione cristiana, di derivazione neoplatonica: nella cultura ebraica non c’è spazio per il dualismo retaggio della filosofia greca. L’ immagine del bambino svezzato in contrapposizione a quella del bambino allattato è abbastanza frequente nella Bibbia. Come in Isaia, è un’allegoria del rapporto, complesso e fondante, tra Israele e il suo Dio.
Andiamo alle conclusioni.
Passi per la protesta sopra le righe, passi per la critica selvaggia del paese, passi l’atteggiamento anarcoide, passi forse l’antimilitarismo ma i testi sacri no, non si può fare sarcasmo e prendersene gioco dissacrando. Al più possono essere oggetto di discussioni, anche animate ma composte, secondo una tradizione ebraica consolidata nei secoli, posizione condivisa sia da osservanti che da non osservanti ebrei.
D’altronde Israele non ha una carta costituzionale ( la Legge Fondamentale, checché ne dicano alcuni giuristi, non si può definire tale). Perché? Semplice: la costituzione materiale non potrebbe prescindere dalla Torah.
Il dubbio espresso all’inizio può essere sciolto: si tratta di una conventio ad tacendum. Il cerchio è chiuso.
Nota testuale
Il testo della canzone è disponibile soltanto nei due siti seguenti:
shironet
Flash Lyrics
In entrambi il titolo אמא אני לא רוצה להיגמל è errato, scambiato con quello dell’album.
La traduzione dell’originale con il traduttore di google dà buoni risultati, almeno così sembra. Si è preferito ovviamente non riportarla sia per mantenere un certo rigore sia perché è immediato ottenerla per chi volesse, in mancanza di una traduzione a regola d'arte.
Film / סרט / فيلم /Movie / Film / Elokuva :
Ari Folman / ארי פולמן
ואלס עם באשיר / / فالس مع بشير / Valzer con Bashir / Waltz with Bashir / Valse avec Bachir
Musica /מוזיק / موسيقى / Music / Musique / Sävel :
Max Richter
Valzer con Bashir (in inglese: Waltz with Bashir, in ebraico: ואלס עם באשיר) è un film d'animazione del 2008 scritto e diretto da Ari Folman. Il titolo del film si riferisce alla "danza" di un soldato, che spara all'impazzata con il suo mitra sotto un poster di Bashir Gemayel, politico libanese ucciso nel 1982.
Nonostante la tecnica d'animazione, il film si colloca nel genere documentaristico, ripercorrendo con estrema crudezza e drammaticità i conflitti che coinvolsero il Libano nei primi anni ottanta e il massacro di Sabra e Shatila del 1982.
Israele, gennaio 2006. In un bar, il regista Ari Folman, ex-fante dell'esercito israeliano, ascolta il racconto di Boaz Rein-Buskila, un suo ex-commilitone, che gli riferisce di un incubo ricorrente: ventisei cani lo inseguono nella notte, onirici testimoni di quei ventisei cani che l'amico stesso uccise durante varie operazioni di pattugliamento notturne, compiute nei campi profughi palestinesi durante la guerra in Libano del 1982. Folman si rende conto, con stupore, che lui non conserva nessun ricordo di quella guerra, pur avendovi partecipato direttamente come soldato. Più tardi, Folman ha una visione della notte dell'eccidio di Sabra e Shatila, ricordando un episodio di quando si faceva un bagno notturno sulla spiaggia di Beirut con i suoi commilitoni, sotto la luce di alcuni razzi al fosforo che scendevano sulla città.
Si reca allora dal suo amico d'infanzia Ori Sivan, esperto di psicologia, che gli rivela un esperimento di memoria su di un falso luna park, facendo intuire a Folman che i suoi ricordi legati all'eccidio è probabilmente frutto della sua immaginazione. Per capire cosa è davvero successo la notte del genocidio, Folman si reca così in Olanda per far visita al suo ex-commilitone Carmi Cna'an. Carmi racconta di essersi imbarcato durante la guerra su di uno yacht assieme agli altri militari, quando ad un certo punto, dopo aver avuto uno strano sogno, sbarca sulle coste della città di Sidone dove abbatte una Mercedes con all'interno un'intera famiglia innocente. Folman rivela inoltre della presunta visione del massacro, ma Carmi, pur ricordando la guerra, non ricorda però il massacro. Mentre si reca con un taxi all'aeroporto di Amsterdam, ha poi una visione del suo primo giorno di guerra, quando aveva ricevuto da un ufficiale l'ordine di scaricare con un veicolo trasporto truppe M113 alcuni morti e feriti su di una spiaggia.
Comincia così ad intervistare altri suoi amici e altri soldati che hanno prestato servizio in guerra, oltre ad una psicologa militare e al reporter televisivo Ron Ben-Yishai. Il racconto di ognuno di essi diventa un flashback, che presenta un frammento sempre nuovo del conflitto.
Questo susseguirsi di testimonianze fa emergere dalla memoria di Folman i suoi ricordi, che diventano sempre più definiti, fino ad arrivare ai giorni cruciali del massacro di Sabra e Shatila ad opera dei falangi libanesi, di cui è stato testimone oculare. Si rende così conto che la sua amnesia derivava dai sensi di colpa.
Le ultime immagini del film non sono più in animazione, ma sono filmati d'archivio, che ritraggono i cadaveri del massacro in mezzo alle macerie del campo profughi: queste immagini reali, al termine di un film di animazione, colpiscono lo spettatore con una crudezza particolare e nuova.
Waltz with Bashir: Original Soundtrack
ואלס עם באשיר: פסקול מקורי
Boaz And The Dogs
Iconography
Haunted Ocean
O świcie [Shadow Journal]
לבנון, בוקר טוב [Good morning Lebanon]
ביירות [Beyrut]
Enola Gay
אינקובטור [Incubator]