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Da u 1768 à lu 1769

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Il 15 maggio 1768 Choiseul coronò il suo piano di conquista della Corsica, costringendo Genova a firmare il trattato di Versailles, fatto passare - in modo sostanzialmente falso e tendenzioso - per «vendita della Corsica alla Francia» da una storiografia sin troppo ossequiosa e piegata alle esigenze propagandistiche della Francia e dei Savoia, prima nemici giurati di Genova, e poi principi d'Italia sotto il protettorato francese.

In realtà la Corsica fu estorta a Genova quale garanzia per i debiti non onorati, e in un certo senso, artificiosamente creati.

Proprio come se si trattasse di una vendita (al chiaro scopo di esacerbare il disprezzo còrso verso i Genovesi) il trattato venne reso noto a Paoli contestualmente alla richiesta di fare atto di sottomissione al re di Francia. La risposta del Generale fu la mobilitazione generale per resistere, armi alla mano, alle pretese di Parigi.

Mentre i genovesi lasciavano per sempre l'isola, il governo francese replicò avviando speditamente una campagna militare. In un primo tempo le truppe del marchese di Chauvelin furono duramente sconfitte a Borgo nell'ottobre 1768. Paoli, sperando così di guadagnarsi il rispetto della Francia, anziché massacrarli, lasciò liberi i numerosi prigionieri francesi catturati. Alle sue vane speranze di una composizione favorevole del conflitto, rispose l'arrivo in Corsica, agli ordini del marchese de Vaux, di forze francesi ancora più ingenti e dotate di una potente artiglieria.

La disperata ricerca d'aiuti internazionali da parte di Paoli non diede risultati di rilievo e così la campagna militare francese entrò nel vivo all'inizio di maggio del 1769, puntando direttamente verso il quartier generale còrso a Murato. Per sbarrare la strada all'attacco, Paoli mise in campo tutte le forze a disposizione, compreso un contingente di fanteria mercenaria tedesca.

La battaglia decisiva si svolse il 9 maggio 1769 a Ponte Nuovo sul Golo, ove le milizie còrse cedettero con gravi perdite alla potenza della superiore artiglieria delle forze francesi, che erano appoggiate da contingenti di còrsi assoldati dai notabili rivali di Paoli, prontamente passati al fianco dei futuri padroni dell'isola. Malgrado la sconfitta, i còrsi, per il coraggio dimostrato in battaglia, si guadagnarono l'ammirazione europea, specialmente presso gli intellettuali illuminati che vedevano in loro la prima sfida aperta all'Ancien Régime. Voltaire scriverà della battaglia sottolineando il valore dei còrsi che difesero il ponte, additandoli come esempio di eroica rivendicazione della libertà, mentre James Boswell, nel suo Account of Corsica (1768), già aveva paragonato Paoli ad un novello Licurgo.

Paoli sfuggì alla cattura e, imbarcatosi per Livorno, raggiunse Londra dove fu accolto in un esilio onorato (fu ricevuto personalmente dal re Giorgio III e dotato di una pensione), mentre in Corsica restava il suo segretario Carlo Maria Buonaparte, padre di Napoleone, a tentare - assieme ad altri notabili - un'estrema resistenza. La schiacciante e sanguinosa vittoria militare delle armi francesi, tuttavia, presto fece pendere decisamente la bilancia politica dalla parte della Francia e lo stesso Buonaparte finì per aderire al partito francese.
Parla ne vogliu di la mio storia
Scritta cun sangue e cu grande gloria
Per pude di ch'un pugnu d'omi fieri
Campendu tutti liberi e altieri

Funnu Vinduti da i Genovesi
In sottu a li cupidi Francesi
In qualchi trist'e falzi marcati
Senza n'esse stati cunsultati.

In'issa'annata di l'addispera
Chi annuncciava cu viulenza
Tanti strazi e tanta galera
A quell' accorsi per fa resistenza

Pigliendu l'isula cun viulenza
Fendu svanisce tutta sperenza
N'avende mancu nisun vergogna
A storia nostra n'hè testimogna

Di Ponte Novu a grande battaglia
Tra i nostr'eroi incu a canaglia
Chi a vistu core un fiume rossu
Parechji ghjorni di u sangue Corsu.

Dopu issa tamanta pagaglia
Chi a custrattu a la partenza
L'omu fieru di Merusaglia
Di u so vulta pocu sperenza.

O lu mio caru fratellu corsu
Saraghju sempre a lu to fiancu
Per difende a senza rimorsu
A testa mora in lu fondu biancu.

inviata da dq82 - 11/12/2016 - 16:30




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