Εκεί στη σκάλα την πλατειά
στη σκάλα των δακρύων
στο Βιλεγκράμπεν το βαθύ
το λατομείο των θρήνων
Εβραίοι κι αντάρτες περπατούν
Εβραίοι κι αντάρτες πέφτουν
Βράχο στην πλάτη κουβαλούν
βράχο σταυρό θανάτου
Εκεί ο Αντώνης στη φωνή
φωνή, φωνή ακούει
ω καμαράντ, ω καμαράντ
βόηθα ν' ανέβω τη σκάλα
Μα κει στη σκάλα την πλατειά
και των δακρύων τη σκάλα
τέτοια βοήθεια είναι βρισιά
τέτοια σπλαχνιά κατάρα
Ο Εβραίος πέφτει στο σκαλί
και κοκκινίζει η σκάλα
και συ λεβέντη μου έλα εδω
βράχο διπλό κουβάλα
Παίρνω διπλό, παίρνω τριπλό
μένα με λεν Αντώνη
κι αν είσαι άντρας έλα εδώ
στο μαρμαρένιο αλώνι
στη σκάλα των δακρύων
στο Βιλεγκράμπεν το βαθύ
το λατομείο των θρήνων
Εβραίοι κι αντάρτες περπατούν
Εβραίοι κι αντάρτες πέφτουν
Βράχο στην πλάτη κουβαλούν
βράχο σταυρό θανάτου
Εκεί ο Αντώνης στη φωνή
φωνή, φωνή ακούει
ω καμαράντ, ω καμαράντ
βόηθα ν' ανέβω τη σκάλα
Μα κει στη σκάλα την πλατειά
και των δακρύων τη σκάλα
τέτοια βοήθεια είναι βρισιά
τέτοια σπλαχνιά κατάρα
Ο Εβραίος πέφτει στο σκαλί
και κοκκινίζει η σκάλα
και συ λεβέντη μου έλα εδω
βράχο διπλό κουβάλα
Παίρνω διπλό, παίρνω τριπλό
μένα με λεν Αντώνη
κι αν είσαι άντρας έλα εδώ
στο μαρμαρένιο αλώνι
inviata da Riccardo Venturi - 21/1/2006 - 21:23
Lingua: Greco moderno
Trascrizione di massima del testo greco in caratteri semi-latinizzati
(Roughly) Romanized Greek lyrics
(Roughly) Romanized Greek lyrics
ANDŌNĪS
Ekī stī skála tīn platīa
stī skála tōn δakrýōn
sto Vilegráben to vaθý
to latomīo tōn θrīnōn
Evréi ki andártes perpatoún
Evréi ki andártes péphtoun
Vráho stīn plátī kouvaloún
vráho stavró θanátou
Ekī o Andōnīs stī phōnī
phōnī, phōnī akoúī
ō kamarád, ō kamarád
vóīθa n’anévō tī skála
Ma kī stī skála tīn platīa
ke tōn δakrýōn tī skála
tétia voīθīa īne vrisiá
tétia splahniá īne katára
O Evréos péphtī sto skalí
ke kokkinízī ī skála
ke sy levéndī mou éla eδō
vráho δíplo kouvála
Pérnō δíplo, pérnō tripló
ména me len Andōnī
ki an īse ándras éla eδō
sto marmarénio alōni.
Ekī stī skála tīn platīa
stī skála tōn δakrýōn
sto Vilegráben to vaθý
to latomīo tōn θrīnōn
Evréi ki andártes perpatoún
Evréi ki andártes péphtoun
Vráho stīn plátī kouvaloún
vráho stavró θanátou
Ekī o Andōnīs stī phōnī
phōnī, phōnī akoúī
ō kamarád, ō kamarád
vóīθa n’anévō tī skála
Ma kī stī skála tīn platīa
ke tōn δakrýōn tī skála
tétia voīθīa īne vrisiá
tétia splahniá īne katára
O Evréos péphtī sto skalí
ke kokkinízī ī skála
ke sy levéndī mou éla eδō
vráho δíplo kouvála
Pérnō δíplo, pérnō tripló
ména me len Andōnī
ki an īse ándras éla eδō
sto marmarénio alōni.
inviata da Riccardo Venturi - 22/1/2006 - 12:00
Lingua: Italiano
Versione italiana
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ANTONIS
Là sulla scala grande, sulla scala dei pianti.
Là nella cava profonda, nella cava dei pianti.
Ebrei e partigiani marciano, Ebrei e partigiani cadono
con una roccia sulle spalle da portare,
con una roccia sulle spalle, croce di morte.
Là, Antonis una voce un grido ascolta:
“ O Kammarat, o Kammarat aiutami a salire la scala “.
Ma là sulla grande scala, la scala dei pianti
aiutare è un insulto, rifiutare una maledizione.
L’ebreo cade sulla scala, e la scala si tinge di rosso.
“ Tu mio prode, vieni qui e doppio peso porta!
Ne porto due, ne porto tre, io mi chiamo Antonis,
se sei un uomo vieni qui, raccogli la mia sfida!
Là sulla scala grande, sulla scala dei pianti.
Là nella cava profonda, nella cava dei pianti.
Ebrei e partigiani marciano, Ebrei e partigiani cadono
con una roccia sulle spalle da portare,
con una roccia sulle spalle, croce di morte.
Là, Antonis una voce un grido ascolta:
“ O Kammarat, o Kammarat aiutami a salire la scala “.
Ma là sulla grande scala, la scala dei pianti
aiutare è un insulto, rifiutare una maledizione.
L’ebreo cade sulla scala, e la scala si tinge di rosso.
“ Tu mio prode, vieni qui e doppio peso porta!
Ne porto due, ne porto tre, io mi chiamo Antonis,
se sei un uomo vieni qui, raccogli la mia sfida!
inviata da Riccardo Venturi - 21/1/2006 - 22:54
Lingua: Italiano
Versione italiana di Leoncarlo Settimelli
dal disco I canti dei Lager distribuito con L'Unità il 27 gennaio 2006 in occasione della giornata della Memoria.
dal disco I canti dei Lager distribuito con L'Unità il 27 gennaio 2006 in occasione della giornata della Memoria.
ANTONIO
Mathausen una lunga scala
bianco granito e dolore
scalini centottantasei
giornata dodici ore
Laggiù ebrei e partigiani
massi trasportano in sorte
piegati sotto quelle pietre
bianchi crocefissi di morte
Antonio si sente chiamare
da un vecchio ebreo barcollante
"Compagno vieni ad aiutarmi
questa pietra è troppo pesante"
Ma là su quella lunga scala
come una maledizione
una esse esse si avvicina
e colpisce con un bastone
L'ebreo sullo scalino crolla
e l'aguzzino "vedrai
di massi signor partigiano
non uno, due ne porterai"
"Ne porto due ed anche tre
sono partigiano e sono forte
e dopo se non sei codardo
ti batterai con me fino alla morte"
Mathausen una lunga scala
bianco granito e dolore
scalini centottantasei
giornata dodici ore
Laggiù ebrei e partigiani
massi trasportano in sorte
piegati sotto quelle pietre
bianchi crocefissi di morte
Antonio si sente chiamare
da un vecchio ebreo barcollante
"Compagno vieni ad aiutarmi
questa pietra è troppo pesante"
Ma là su quella lunga scala
come una maledizione
una esse esse si avvicina
e colpisce con un bastone
L'ebreo sullo scalino crolla
e l'aguzzino "vedrai
di massi signor partigiano
non uno, due ne porterai"
"Ne porto due ed anche tre
sono partigiano e sono forte
e dopo se non sei codardo
ti batterai con me fino alla morte"
Lingua: Italiano
Versione italiana di Gian Piero Testa
(Da stixoi.info, 28/08/2007)
*Nell'epica bizantina, Charos sfidava sulle aie di marmo o di ferro i giovani cavalieri e, sconfittili, li trascinava nel Kato-Kosmos, l'oltretomba, a servire nel suo palazzo. Certamente qui si allude a Digène Akrìtas, l'eroe dell'omonimo poema medievale, caduto a trentatrè anni nella sfida con la Morte, che con grande frequenza ricorre nella poesia neogreca, quando si vogliono esaltare gli eroismi del popolo nelle lotte per l'indipendenza e la libertà. (Nota di gpt)
ADONIS
Là sulla larga scalinata
la scalinata del pianto
nel profondo Wienergrab
la cava dei lamenti
Ebrei e ribelli camminano
Ebrei e ribelli cadono
un macigno portano sulle spalle
un macigno croce di morte.
Là Adonis la voce
la voce la voce sente
o compagno, o compagno
aiutami a salire la scala.
Ma lì sulla larga scalinata
la scalinata del pianto
un aiuto così è affronto
un sentimento così una maledizione.
L' Ebreo cade sulla scala
e la scala si arrossa
e tu sbruffone vieni qui
e porta un macigno doppio.
Lo prendo doppio lo prendo triplo
io mi chiamo Adonis
e se sei un uomo vieni qui
sull'aia di marmo*.
Là sulla larga scalinata
la scalinata del pianto
nel profondo Wienergrab
la cava dei lamenti
Ebrei e ribelli camminano
Ebrei e ribelli cadono
un macigno portano sulle spalle
un macigno croce di morte.
Là Adonis la voce
la voce la voce sente
o compagno, o compagno
aiutami a salire la scala.
Ma lì sulla larga scalinata
la scalinata del pianto
un aiuto così è affronto
un sentimento così una maledizione.
L' Ebreo cade sulla scala
e la scala si arrossa
e tu sbruffone vieni qui
e porta un macigno doppio.
Lo prendo doppio lo prendo triplo
io mi chiamo Adonis
e se sei un uomo vieni qui
sull'aia di marmo*.
inviata da Riccardo Venturi - 18/7/2014 - 23:39
Lingua: Inglese
ANTONIS
There on the wide staircase
the staircase of tears
in Willegraben the deep
stone quarry of lamentations
Jews and partisans walk
Jews and partisans fall down
a rock they carry on their back
a rock a cross of death
There Antonis to the voice
the voice, voice he listens
oh camarand, oh camarand
help me to climb the stairs
But there on the wide staircase
that staircase of tears
such a help is an insult
such compassion can be a curse
The Jew falls on the step
and the staircase bleeds crimson
and you young lad come over here
a double rock you’ll carry
I’ll take a double, a triple I’ll take
me, they cal me Antoni
so come and meet me if you are a man
at the threshing circle, the one paved with marble*
There on the wide staircase
the staircase of tears
in Willegraben the deep
stone quarry of lamentations
Jews and partisans walk
Jews and partisans fall down
a rock they carry on their back
a rock a cross of death
There Antonis to the voice
the voice, voice he listens
oh camarand, oh camarand
help me to climb the stairs
But there on the wide staircase
that staircase of tears
such a help is an insult
such compassion can be a curse
The Jew falls on the step
and the staircase bleeds crimson
and you young lad come over here
a double rock you’ll carry
I’ll take a double, a triple I’ll take
me, they cal me Antoni
so come and meet me if you are a man
at the threshing circle, the one paved with marble*
TRANSLATION NOTE
* The marble threshing circle that is paved with marble, το μαρμαρενιο αλωνι: a connection to the heroic epic of Digenis Acritas of the Byzantine Middle ages, where Akritas showing a manly contempt for death, challenges Death himself to a duel on a marble paved threshing circle.
* The marble threshing circle that is paved with marble, το μαρμαρενιο αλωνι: a connection to the heroic epic of Digenis Acritas of the Byzantine Middle ages, where Akritas showing a manly contempt for death, challenges Death himself to a duel on a marble paved threshing circle.
inviata da Riccardo Venturi - 21/1/2006 - 21:25
Lingua: Inglese
Alternative English version
available at this page
available at this page
ANDONIS
There, on the great staircase,
On the staircase of tears.
In the dark sentry of death,
In the quarry of lamentation.
Jews and partisans are marching.
Jews and partisans are falling,
They carry a rock on their backs.
A rock, a cross of death.
It's there that Andonis hears a voice.
The voice
"Oh comrade, oh, comrade.
Help me climb the stairs."
But there, on the great staircase.
On the staircase of tears.
Help is an insult.
Compassion is a curse.
The Jew falls on the stair,
And the staircase turns red
"And you, my boy, you, come this way
Get hold of a second rock."
I lift two rocks.
I lift three rocks.
Me, my name is Andonis.
And if you are a man, well then, come here
On this marble threshing-floor.
There, on the great staircase,
On the staircase of tears.
In the dark sentry of death,
In the quarry of lamentation.
Jews and partisans are marching.
Jews and partisans are falling,
They carry a rock on their backs.
A rock, a cross of death.
It's there that Andonis hears a voice.
The voice
"Oh comrade, oh, comrade.
Help me climb the stairs."
But there, on the great staircase.
On the staircase of tears.
Help is an insult.
Compassion is a curse.
The Jew falls on the stair,
And the staircase turns red
"And you, my boy, you, come this way
Get hold of a second rock."
I lift two rocks.
I lift three rocks.
Me, my name is Andonis.
And if you are a man, well then, come here
On this marble threshing-floor.
inviata da Riccardo Venturi - 21/1/2006 - 23:53
Lingua: Francese
Version française de Gérard Pierrat
d'après cette page
d'après cette page
ANDONIS (O ANDONIS)
Là, dans le grand escalier
Dans l'escalier des larmes
Dans le profond sentier de la mort
Dans la carrière des lamentations,
Juifs et partisans marchent,
Juifs et partisans tombent,
Ils portent un rocher sur leur dos
Un rocher, croix de mort!
C'est alors qu'Andonis entend la voix.
La voix:
«Oh! camarade, oh! camarade,
«Aide-moi à monter l'escalier.»
Mais là dans le grand escalier,
L'escalier des larmes,
Toute aide est une insulte,
Toute compassion, une malédiction.
Le juif tombe sur la marche
Et l'escalier devient rouge
«Et toi mon gars, viens par ici
«Prends un deuxième rocher».
J'en prends un, j'en prends deux
Moi je m'appelle Andonis
Et si tu es un homme, viens donc ici
Sur l'aire de marbre.
Là, dans le grand escalier
Dans l'escalier des larmes
Dans le profond sentier de la mort
Dans la carrière des lamentations,
Juifs et partisans marchent,
Juifs et partisans tombent,
Ils portent un rocher sur leur dos
Un rocher, croix de mort!
C'est alors qu'Andonis entend la voix.
La voix:
«Oh! camarade, oh! camarade,
«Aide-moi à monter l'escalier.»
Mais là dans le grand escalier,
L'escalier des larmes,
Toute aide est une insulte,
Toute compassion, une malédiction.
Le juif tombe sur la marche
Et l'escalier devient rouge
«Et toi mon gars, viens par ici
«Prends un deuxième rocher».
J'en prends un, j'en prends deux
Moi je m'appelle Andonis
Et si tu es un homme, viens donc ici
Sur l'aire de marbre.
inviata da Riccardo Venturi - 21/1/2006 - 23:03
Lingua: Tedesco
Versione tedesca di Lipsia
Deutsche Übersetzung von Lipsia
(Da/Aus stixoi.info, 12/10/2012)
Deutsche Übersetzung von Lipsia
(Da/Aus stixoi.info, 12/10/2012)
"Kampfplatz aus Marmor" stellt einen Bezug zum Heldenepos Digenis Akritas aus dem byzantinischen Mittelalter her. Darin fordert der Tod die jungen Ritter auf einem Kampfplatz aus Marmor und Eisen heraus und verschleppt sie, wenn sie geschlagen sind, in die Unterwelt, damit sie ihn in seinem Palast bedienen. Der Held Digenis Akritas fällt mit 33 Jahren, nachdem er den Tod herausgefordert hat. In der neugriechischen Dichtung wird dies wiederholt aufgegriffen, wenn der Heroismus des Volkes im Kampf für Unabhängigkeit und Freiheit gepriesen werden soll.
ADONIS
Dort auf der breiten Treppe
auf der Treppe der Tränen
im tiefen Wiener Graben
der Steinbruch der Wehklagen
Juden und Partisanen gehen
Juden und Partisanen fallen,
Felsen schleppen sie auf dem Rücken
Felsen als Kreuz des Todes.
Dort hört Adonis
die Stimme, die Stimme
oh Kamerad, oh Kamerad
hilf, dass ich die Treppe hochkomme.
Aber dort auf der breiten Treppe
auch Treppe der Tränen genannt
ist solche Hilfe Verrat
solches Herz ein Fluch.
Der Jude fiel auf die Treppe
und die Treppe färbte sich rot
und du, ein ganzer Kerl, komm her
schleppe doppelten Fels.
Ich nehme doppelt, ich nehme dreifach
ich, ich heiße Adonis
und wenn du ein Mann bist, komm her
auf den Kampfplatz aus Marmor.
Dort auf der breiten Treppe
auf der Treppe der Tränen
im tiefen Wiener Graben
der Steinbruch der Wehklagen
Juden und Partisanen gehen
Juden und Partisanen fallen,
Felsen schleppen sie auf dem Rücken
Felsen als Kreuz des Todes.
Dort hört Adonis
die Stimme, die Stimme
oh Kamerad, oh Kamerad
hilf, dass ich die Treppe hochkomme.
Aber dort auf der breiten Treppe
auch Treppe der Tränen genannt
ist solche Hilfe Verrat
solches Herz ein Fluch.
Der Jude fiel auf die Treppe
und die Treppe färbte sich rot
und du, ein ganzer Kerl, komm her
schleppe doppelten Fels.
Ich nehme doppelt, ich nehme dreifach
ich, ich heiße Adonis
und wenn du ein Mann bist, komm her
auf den Kampfplatz aus Marmor.
inviata da Riccardo Venturi - 18/7/2014 - 23:47
Lingua: Tedesco
Versione tedesca di Gisela Steineckert
da/aus questa pagina/dieser Seite
Deutsche Fassung von Gisela Steineckert
Την μετάφραση στα γερμανικά έχει κάνει η Gisela Steineckert
da/aus questa pagina/dieser Seite
Deutsche Fassung von Gisela Steineckert
Την μετάφραση στα γερμανικά έχει κάνει η Gisela Steineckert
ANDONIS
Dort auf der breiten Treppe,
Auf der Treppe der Tränen,
Im tiefen “Wiener Graben”,
Im Steinbruch der Klagen.
Dort laufen Juden und Partisanen,
Stürzen Juden und Partisanen,
Schleppen Steine auf dem Rücken,
Steine, Kreuze des Todes.
Dort hört Andonis die Stimme,
Hört die Stimme sagen:
Kamerad, o Kamerad,
Hilf mir die Treppe hinauf!
Doch dort auf der breiten Treppe
Und auf der Treppe der Tränen,
Ist solche Hilfe Schande,
Ist solch ein Mitleid Fluch.
Der Jude stürzt auf der Treppe,
Die Treppe färbt sich rot.
Und du, mein Junge, komm mal her,
Schlepp jetzt einen doppelt so großen Stein.
Ich nehm einen zweimal, dreimal so großen,
Ich heiße Andonis,
Und bist du ein Mann, komm her,
Auf den marmornen Druschplatz.
Dort auf der breiten Treppe,
Auf der Treppe der Tränen,
Im tiefen “Wiener Graben”,
Im Steinbruch der Klagen.
Dort laufen Juden und Partisanen,
Stürzen Juden und Partisanen,
Schleppen Steine auf dem Rücken,
Steine, Kreuze des Todes.
Dort hört Andonis die Stimme,
Hört die Stimme sagen:
Kamerad, o Kamerad,
Hilf mir die Treppe hinauf!
Doch dort auf der breiten Treppe
Und auf der Treppe der Tränen,
Ist solche Hilfe Schande,
Ist solch ein Mitleid Fluch.
Der Jude stürzt auf der Treppe,
Die Treppe färbt sich rot.
Und du, mein Junge, komm mal her,
Schlepp jetzt einen doppelt so großen Stein.
Ich nehm einen zweimal, dreimal so großen,
Ich heiße Andonis,
Und bist du ein Mann, komm her,
Auf den marmornen Druschplatz.
inviata da Riccardo Venturi - 19/11/2014 - 12:39
Lingua: Neerlandese
Versione neerlandese di Lennaert Nijgh
Nederlandse vertaling van Lennaert Nijgh
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Nederlandse vertaling van Lennaert Nijgh
da/uit questa pagina/deze zijde
ANTONIS
Er voert een stenen trap omlaag
Omlaag tussen stenen en doden.
De Wiener Graben wordt het graf
Van Partizanen en Joden.
Ze dragen de stenen op hun rug
De stenen waaraan ze bezwijken.
Uit deze hel keert niemand terug,
De levenden zijn hier al lijken.
Hier hoorde Antonis toen een stem
Waarop niemand antwoord kon geven.
O kameraad, oh kameraad,
Help mij hieruit ik wil leven.
Maar hier in de diepte van de mijn
Mag niemand om menselijkheid vragen.
Want medelijden wordt hier pijn,
Zwaarder dan steen om te dragen.
De Jood is gevallen in de mijn
en lag waar zovelen reeds lagen.
Antonis heeft zijn stem gehoord
En het dubbel gewicht toen gedragen.
Antonis is mijn naam ik draag
De last van degenen die vallen
Als je een man bent, kom omlaag
En draag deze last met ons allen.
Er voert een stenen trap omlaag
Omlaag tussen stenen en doden.
De Wiener Graben wordt het graf
Van Partizanen en Joden.
Ze dragen de stenen op hun rug
De stenen waaraan ze bezwijken.
Uit deze hel keert niemand terug,
De levenden zijn hier al lijken.
Hier hoorde Antonis toen een stem
Waarop niemand antwoord kon geven.
O kameraad, oh kameraad,
Help mij hieruit ik wil leven.
Maar hier in de diepte van de mijn
Mag niemand om menselijkheid vragen.
Want medelijden wordt hier pijn,
Zwaarder dan steen om te dragen.
De Jood is gevallen in de mijn
en lag waar zovelen reeds lagen.
Antonis heeft zijn stem gehoord
En het dubbel gewicht toen gedragen.
Antonis is mijn naam ik draag
De last van degenen die vallen
Als je een man bent, kom omlaag
En draag deze last met ons allen.
inviata da Riccardo Venturi - 22/1/2006 - 00:01
Akrìtas (Διγενής Ακρίτας): eroe dell’epopea bizantina, protagonista dei canti epici detti “acritici” e, soprattutto, del poema epico “Dighenìs Akrìtas”, redatto forse da un monaco del X secolo.
Vassìlis Dighenìs Akrìtas ne è il protagonista. Figlio di un emiro arabo e di una principessa cristiana da lui rapita – e per questo detto Digéne, cioè “di doppia stirpe” - , dopo un’infanzia nella quale si distingue per la forza prodigiosa, si fa cristiano e, passando al servizio dei Cristiani, combatte da invincibile cavaliere le lotte di Bisanzio ai confini (“akra”) dell’ Impero, minacciati dalle invasioni arabe. Rapisce Eudossia, la bellissima donna di cui si è innamorato, e ne sconfigge il padre e i fratelli. Con lei va a vivere in un suo solitario castello dal quale parte per le scorrerie contro gli eterni nemici Apelati. Non sempre Digène si mostra cavaliere senza macchia: un giorno salva dal deserto, dove era stata abbandonata dal suo amante cristiano, la figlia di un emiro, bellissima. La dovrebbe proteggere e ricondurre all’amato, ma strada facendo le fa violenza. E un’altra volta, sconfitta l’amazzone Maximò, che gli si concede, preso dal pentimento per avere così tradito Eudossia, uccide la nuova amante. Dal castello sull’Eufrate continua le sue sfolgoranti imprese: ma arrivato alla fatidica età di 33 anni, Charos, personificazione maschile della Morte , riesce a sconfiggerlo “sull’aia di marmo”, e la moglie ne muore di dolore.
Charos, nero e spietato cavaliere, ama colpire le sue vittime nel mezzo della loro felicità, o sfidare i giovani valorosi in duelli sulle aie di marmo o di ferro per trascinarli nel “kato kosmos”, il mondo di giù. Lì sono trasformati in coppieri della sua mensa, nel fosco palazzo dei morti. Charos, che ha moglie e figli, ha tuttavia una madre che cerca di moderare la sua spietatezza, supplicandolo di non prendere madri con bambini e sposi novelli, avvisando talora le vittime prescelte e giungendo anche a maledire il proprio figlio.
I due personaggi, Digène e Charos sono frequentemente rievocati nella poesia e nella canzone neogreca.
Vassìlis Dighenìs Akrìtas ne è il protagonista. Figlio di un emiro arabo e di una principessa cristiana da lui rapita – e per questo detto Digéne, cioè “di doppia stirpe” - , dopo un’infanzia nella quale si distingue per la forza prodigiosa, si fa cristiano e, passando al servizio dei Cristiani, combatte da invincibile cavaliere le lotte di Bisanzio ai confini (“akra”) dell’ Impero, minacciati dalle invasioni arabe. Rapisce Eudossia, la bellissima donna di cui si è innamorato, e ne sconfigge il padre e i fratelli. Con lei va a vivere in un suo solitario castello dal quale parte per le scorrerie contro gli eterni nemici Apelati. Non sempre Digène si mostra cavaliere senza macchia: un giorno salva dal deserto, dove era stata abbandonata dal suo amante cristiano, la figlia di un emiro, bellissima. La dovrebbe proteggere e ricondurre all’amato, ma strada facendo le fa violenza. E un’altra volta, sconfitta l’amazzone Maximò, che gli si concede, preso dal pentimento per avere così tradito Eudossia, uccide la nuova amante. Dal castello sull’Eufrate continua le sue sfolgoranti imprese: ma arrivato alla fatidica età di 33 anni, Charos, personificazione maschile della Morte , riesce a sconfiggerlo “sull’aia di marmo”, e la moglie ne muore di dolore.
Charos, nero e spietato cavaliere, ama colpire le sue vittime nel mezzo della loro felicità, o sfidare i giovani valorosi in duelli sulle aie di marmo o di ferro per trascinarli nel “kato kosmos”, il mondo di giù. Lì sono trasformati in coppieri della sua mensa, nel fosco palazzo dei morti. Charos, che ha moglie e figli, ha tuttavia una madre che cerca di moderare la sua spietatezza, supplicandolo di non prendere madri con bambini e sposi novelli, avvisando talora le vittime prescelte e giungendo anche a maledire il proprio figlio.
I due personaggi, Digène e Charos sono frequentemente rievocati nella poesia e nella canzone neogreca.
Gian Piero Testa - 27/10/2009 - 09:49
Lingua: Tedesco
Traduzione tedesca di Elena Strubakis (2013)
ANDONIS
Dort auf der breiten Treppe,
auf der Treppe der Tränen,
im tiefen "Wiener Graben",
im Steinbruch der Klagen.
Dort laufen Juden und Partisanen,
stürzen Juden und Partisanen,
schleppen Steine auf dem Rücken,
Steine, Zeichen des Todes.
Dort hört Andonis die Stimme,
hört die Stimme sagen:
Kamerad, oh Kamerad,
hilf mir die Treppe hinauf!
Doch dort auf der breiten Treppe,
auf der Treppe der Tränen,
ist solche Hilfe Sünde,
ist solch ein Mitleid Fluch.
Der Jude stürzt auf der Treppe,
die Treppe färbt sich rot.
Und du, mein Junge, du komm her,
schlepp jetzt einen doppelt so großen Stein
Ich nehme einen doppelt - ja dreimal so großen.
Mich, mich nennt man Andonis,
und bist du ein Mann - komm her,
auf den marmornen Dreschplatz.
Dort auf der breiten Treppe,
auf der Treppe der Tränen,
im tiefen "Wiener Graben",
im Steinbruch der Klagen.
Dort laufen Juden und Partisanen,
stürzen Juden und Partisanen,
schleppen Steine auf dem Rücken,
Steine, Zeichen des Todes.
Dort hört Andonis die Stimme,
hört die Stimme sagen:
Kamerad, oh Kamerad,
hilf mir die Treppe hinauf!
Doch dort auf der breiten Treppe,
auf der Treppe der Tränen,
ist solche Hilfe Sünde,
ist solch ein Mitleid Fluch.
Der Jude stürzt auf der Treppe,
die Treppe färbt sich rot.
Und du, mein Junge, du komm her,
schlepp jetzt einen doppelt so großen Stein
Ich nehme einen doppelt - ja dreimal so großen.
Mich, mich nennt man Andonis,
und bist du ein Mann - komm her,
auf den marmornen Dreschplatz.
inviata da Dq82 - 23/10/2017 - 11:08
×
O Andónis
[1965]
Στίχοι: Ιάκωβος Καμπανέλλης
Μουσική: Mikis Theodorakis
'Αλμπουμ: Η μπαλάντα του Μαουτχάουζεν - Κύκλος Φαραντούρη (1966)
Πρώτη εκτέλεση: Μαρία Φαραντούρη
'Αλλες ερμηνεἰες:
Γιώργος Ζωγράφος
Testo: Ιάκωβος Καμπανέλλης
Musica: Mikis Theodorakis
Album: Η μπαλάντα του Μαουτχάουζεν / The Ballad of Mauthausen - Six Songs (1966)
Prima interprete: Maria Farandouri
Altri interpreti: Giorgos Zografos
Lyrics: Ιάκωβος Καμπανέλλης
Music: Mikis Theodorakis
Album: Η μπαλάντα του Μαουτχάουζεν / La ballata di Mauthausen - Ciclo Farandouri (1966)
First recording: Maria Farandouri
Other performers: Yorgos Zografos
Η μπαλάντα του Μαουτχάουζεν - Κύκλος Φαραντούρη / The Ballad of Mauthausen - Six Songs (Farandouri Cycle) (1966)
Ιάκωβος Καμπανέλλης / Iakovos Kambanellis
Δημήτρης Χριστοδούλου / Dimitris Christodoulou
Γεράσιμος Σταύρου / Gerasimos Stavrou
Τάσος Λειβαδίτης / Tasos Livaditis
Νίκος Γκάτσος / Nikos Gatsos
Μαρία Φαραντούρη / Maria Farandouri
La ballata di Mauthausen è una storica composizione di Mikis Theodorakis (affidata nella registrazione originale del 1966 alla voce di Maria Farandouri comprendente, tra le altre cose, quattro celeberrimi testi di Iakovos Kambanellis. Si tratta dei quattro fondamentali testi tratti dalla “Tριλογία για Μαουτχάουζεν” (Trilogia di Mauthausen) del poeta e drammaturgo greco, musicati da Mikis Theodorakis, più altri sei testi di Nikos Gatsos, Gerasimos Stavrou, Dimitris Christoudoulou e Tasos Livaditis, già compresi nel "Ciclo Farandouri" inciso dalla cantante nel 1964. Senza nessun timore di esagerazione, la Ballata di Mauthausen contiene non solo tra le più celebri e toccanti canzoni in lingua greca (si pensi solo a Άσμα ασμάτων), ma anche tra quelle dedicate ai campi di sterminio a livello internazionale. Un album rimasto per sempre legato alla figura e alla voce di Maria Farandouri e un progetto importantissimo. che vede finalmente una luce definitiva in questo sito, dopo anni in cui è rimasto colpevolmente sparso tra vari autori e scollegato. Una sola cosa non può cambiare: la dedica che, a suo tempo, feci a mio nonno paterno, Bruno Venturi (1898-1978), che fu prigioniero e superstite di Mauthausen, la “Casa della dogana”. [RV]
1.Mαουτχάουζεν (The Ballad of Mauthausen) ονομάστηκε ο κύκλος τραγουδιών του Μίκη Θεοδωράκη, τα οποία αποτελούν μελοποίηση -κατά κύριο λόγο- του αφηγηματικού έργου Μαουτχάουζεν του Ιάκωβου Καμπανέλλη, στο οποίο περιγράφεται ο έρωτας δύο κρατουμένων στο ομώνυμο στρατόπεδο συγκέντρωσης. Κατά τη διάρκεια του Β' Παγκοσμίου Πολέμου ο ποιητής Ιάκωβος Καμπανέλλης φυλακίστηκε στο στρατόπεδο συγκέντρωσης του Μαουτχάουζεν. Το 1965 έγραψε τέσσερα ποιήματα που αφορούσαν εκείνη την περίοδο και ζήτησε από τον καλό του φίλο και συνθέτη Μίκη Θεοδωράκη να τα μελοποιήσει. Ο Θεοδωράκης, ο οποίος είχε φυλακιστεί και ο ίδιος κατή τη διάρκεια της Γερμανικής κατοχής σε γερμανικές και ιταλικές φυλακές, δημιούργησε όμορφες και αξέχαστες μελωδίες που αναδεικνύουν τα συγκινητικά ποιήματα του Καμπανέλλη. Εκείνα τα ποιήματα έγιναν έκτοτε παγκοσμίως γνωστά ως η τριλογία του Μαουτχάουζεν. Η συμβολή της τραγουδίστριας Μαρίας Φαραντούρη ήταν καθοριστική. Στην αρχική ελληνική έκδοση του έργου, που ηχογραφήθηκε το 1966, περιλαμβάνονται τέσσερα μελοποιημένα ποιήματα του Καμπανέλλη («Άσμα ασμάτων», «Ο Αντώνης», «Ο δραπέτης» και «Όταν τελειώσει ο πόλεμος») καθώς και άλλων ποιητών («Κουράστηκα να σε κρατώ» του Δημήτρη Χριστοδούλου, «Ο ίσκιος έπεσε βαρύς» του Γεράσιμου Σταύρου, «Πήρα τους δρόμους του ουρανού» του Τάσου Λειβαδίτη, και «Στου κόσμου την ανηφοριά», «Το εκκρεμές» και «Τ' όνειρο καπνός» του Νίκου Γκάτσου). Τραγουδάει η Μαρία Φαραντούρη.
2.Κατά τη διάρκεια του Β' Παγκοσμίου Πολέμου ο ποιητής Ιάκωβος Καμπανέλλης φυλακίστηκε στο στρατόπεδο συγκέντρωσης του Μαουτχάουζεν. Το 1965 έγραψε τέσσερα ποιήματα που αφορούσαν εκείνη την περίοδο και ζήτησε από τον καλό του φίλο και συνθέτη Μίκη Θεοδωράκη να τα μελοποιήσει. Ο Θεοδωράκης, ο οποίος είχε φυλακιστεί και ο ίδιος κατή τη διάρκεια της Γερμανικής κατοχής σε γερμανικές και ιταλικές φυλακές, δημιούργησε όμορφες και αξέχαστες μελωδίες που αναδεικνύουν τα συγκινητικά ποιήματα του Καμπανέλλη. Εκείνα τα ποιήματα έγιναν έκτοτε παγκοσμίως γνωστά ως η τριλογία του Μαουτχάουζεν. Η συμβολή της τραγουδίστριας Μαρίας Φαραντούρη ήταν καθοριστική. Στην αρχική ελληνική έκδοση του έργου, που ηχογραφήθηκε το 1966, περιλαμβάνονται τέσσερα μελοποιημένα ποιήματα του Καμπανέλλη («Άσμα ασμάτων», Ο Αντώνης, Ο δραπέτης και 'Αμα τελειώσει ο πόλεμος) καθώς και άλλων ποιητών (Κουράστηκα να σε κρατώ του Δημήτρη Χριστοδούλου, «Ο ίσκιος έπεσε βαρύς» του Γεράσιμου Σταύρου, Πήρα τους δρόμους τ’ ουρανού του Τάσου Λειβαδίτη, και Στου κόσμου την ανηφοριά, Το εκκρεμές και Τ’όνειρο καπνός του Νίκου Γκάτσου). Τραγουδάει η Μαρία Φαραντούρη.
The Ballad of Mauthausen is an historical composition by Mikis Theodorakis (originally recorded 1966 by Maria Farandouri including, four celebrated poems by the Greek poet and playwright Iakovos Kambanellis, drawn from his “Tριλογία για Μαουτχάουζεν” (Mauthausen Trilogy), and other six poems by Nikos Gatsos, Gerasimos Stavrou, Dimitris Christoudoulou and Tasos Livaditis, already recorded 1964 in the so-called "Farandouri Cycle". The Ballad of Mauthausen includes, with no fear of exaggeration, not only some among the most famous and touching songs in the Greek language, but also among those dedicated to the extermination camps in any language. This album, indissolubly associated with Maria Farandouri's figure and voice, is a most important project of our website, now totally reshaped and restructured after years during which its songs have been scattered among various authors. One thing cannot change, however: the dedication I made to my grandfather, Bruno Venturi (1898-1978), who was a prisoner in and a survivor of Mauthausen, the “Customs House”. [RV]
'Αμα τελειώσει ο πόλεμος
Άσμα ασμάτων
Ο Αντώνης
Ο δραπέτης
b. Κύκλος Φαραντούρη / Six Songs (Farandouri Cycle)
Κουράστηκα να σε κρατώ
Ο ίσκιος έπεσε βαρύς
Πήρα τους δρόμους τ’ ουρανού
Στου κόσμου την ανηφοριά
Τ’όνειρο καπνός
Το εκκρεμές