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Ηλεκτρικός Θησέας

Yannis Markopoulos / Γιάννης Μαρκόπουλος


Yannis Markopoulos / Γιάννης Μαρκόπουλος

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(Pavlos Sidiropoulos / Παύλος Σιδηρόπουλος)


Στίχοι: Δημήτρης Βάρος

Μουσική: Γιάννης Μαρκόπουλος

Πρώτη εκτέλεση: Παύλος Σιδηρόπουλος & Μαρία Φωτίου
Τολμηρή Επικοινωνία - 1987

Iletrikòs Thissèas
Testo di Dimitris Varos
Musica di Yannis Markopoulos
Prima esecuzione di Pavlos Sidiripoulos con Maria Fotìou
Da "Tolmirì epikinonìa/Liaison dangéreuse" - 1987
Tolmiri epikinonia

Me la passeranno i filelleni di AWS questa mia ovviamente acuta, ma forse troppo ardita osservazione? Che anche i Greci hanno avuto, come noi, gli anni Ottanta, quelli del nulla eretto a immagine fantasmagorica e a tempio dorico di cartapesta. Decennio nel quale la nostra palude fangosa, ma insufflata di profumi chimici e illuminata da proiettori policromi, si completava dopo due decenni, avendo comiciato a formarsi con il miracoloso boom degli anni Sessanta: i Greci dovettero "recuperare" tutto assai in fretta, perché le loro complicate e tragiche vicende interne li avevano fermati. Fu un grande scoppio di gioia quello scorrere di prodotti e di immagini, di pubblicità, di televisione, di utilitarie, e di debiti facili con la sirena Europa. Ci si tuffava nelle luci cangianti e si nuotava in quella medesima fanghiglia che oggi trabocca, e chi la ferma più. Hic et illic.
Dimitris Varos, nato nel 1949, era (ed è) un giornalista che vedeva come si mettevano le cose, perché aveva imparato la sua professione in Inghilterra. Non che fosse ostile alla "modernità" (fu lui che introdusse il primo tabloid nella stampa greca), ma non gli piaceva "quella" modernità. Come non piaceva a K.X. Myris, a Skourtis, a Hronas, a Eleftheriou e agli altri, i cui testi riprese Markopoulos in un disco importante, fatto di pezzi vecchi e nuovi, intitolato "Tolmirì epikinonìa", che in italiano suona più o meno "Comunicazione pericolosa", e che a me rievoca un po', in chiave sociale, la "Liaison" di Laclos. Questi artisti e questi intellettuali, e molti altri nella stessa decade, cercarono di dire un no alla deriva che stava prendendo la società greca. Chi lo fece esprimendo il lutto, chi lo sdegno, chi il rimpianto, e chi lo fece incitando a una sorta di lotta pre (o post?) politica. La canzone di Varos mi sembra appartenere a quest'ultimo tipo di reazione: dipende dalla dose di metafora che sentiamo in quella "strada del fuoco" con cui si conclude la canzone. E la canzone, uscita nel 1987, oggi può ripresentarsi pressoché intatta, con tutta la sua amarezza e tutta la sua rabbia, a rispecchiare gli anni che stiamo vivendo.
Dimitris Varos è anche scrittore, fotografo e poeta interessante. Del suo poetare qualcuno scrisse che procede come una "spada sguainata". Se ne può sapere di più accedendo al suo sito (anche in versione inglese) "Mind Games".
Nota: non aggiungo note, perché i riferimenti mitologici e storici credo siano accessibili a chiunque: Teseo e le sue vele bianche o nere, Arianna abbandonata, Pandora e il suo vaso dei venti, la platonica Atlantide, Leonida e i suoi trecento opliti. "Ta Nea" è il principale quotidiano greco, di area centro-sinistra. Più o meno. Piazza Omonia (Concordia) è snodo cruciale della viabilità ateniese. Vi sorgono gli edifici dei maggiori giornali, e per questo sta "sveglia" tutta la notte. (gpt)
Με κάτασπρο πανί ένα καράβι απ' το πενήντα έχει να φανεί

και συ βιδώθηκες μες στο λιμάνι με ανθοδέσμη που 'χει μαραθεί.

Ηλεκτρικός Θησέας σε πηγάδι κι η Αριάδνη έχει μουγκαθεί

ηλεκτρικός Θησέας σε πηγάδι κι η Αριάδνη έχει μουγκαθεί.



Σε εδίκασαν να σπαταλάς τα χρόνια σε μια ζωή χωρίς προοπτική.

Χάνεσαι σαν τον γλάρο στην Ομόνοια και όταν ψάχνεις λύση στην φυγή,

πληρώνεις όσο-όσο τα διόδια και κομματιάζεσαι στην εθνική.

Ηλεκτρικός Θησέας σε πηγάδι κι Αριάδνη έχει μουγκαθεί.



Ποιος είναι ισοβίτης στο σκοτάδι ποιος αλαφιάζει δίχως πληρωμή;

Ποιος σκύβει στους αφέντες το κεφάλι και ποιος τα βράδια κλαίει σαν παιδί;

Ποιος ονειρεύεται πως κάποιοι άλλοι βγαίνουν και κάνουν πρώτοι την αρχή;
Ηλεκτρικός Θησέας σε πηγάδι κι η Αριάδνη έχει μουγκαθεί.



Ναυάγια ονείρων αρμενίζουν και τα κεφάλια γεμισαν σκουριά.

Στα σούπερ μάρκετ τέλειωσε η ελπίδα και συ κοκάλωσες στη σκαλωσιά.

Πού πήγαν οι τριακόσιοι του Λεωνίδα και τι θα πούμε τώρα στα παιδιά;

Ηλεκτρικός Θησέας; Και τα λοιπά.



Φοβάσαι ότι θα 'ρθει καταιγίδα και θα μας πνίξει όξινη βροχή,

βάλε σε γυάλα μέσα την πατρίδα και κρύψε την καλά μέσα στη γη.

Μήπως την ψάχνουν σαν την Ατλαντίδα αφού η Πανδώρα ανοίγει το κουτί;

Ηλεκτρικός Θησέας σε πηγάδι κι η Αριάδνη έχει μπερδευτεί.



Ψηφοθηρία, λόγοι κι εμβατήρια ποτέ δεν έφεραν την αλλαγή

για αυτό και χάθηκες στα σφαιριστήρια και μες στα γήπεδα την Κυριακή.

Τώρα καθώς κοιτάς τα διυλιστήρια ρωτάς ποιοι σ' έχουν βάλει στο κλουβί.

Ηλεκτρικός Θησέας σε πηγάδι κι η Αριάδνη έχει τρελαθεί.



Να κλείσεις θες πληγή θανατηφόρα και μες στα "Νέα" ψάχνεις για δουλειά.

Τα δάκρυα σου γίνονται μαστίγια και τον λαιμό σου σφίγγουν σα θηλιά.

Όσα τα κέρδισες με τα μαρτύρια τα παζαρεύουν πάλι στα χαρτιά,

τρέχεις να ψάξεις μες στα καταφύγια και βρίσκεις μιαν αιχμάλωτη γενιά.



Μια πλαστική ανέμισες σημαία, πίστεψες σ' έναν άγνωστο θεό

κρέμασες το μυαλό σε μια κεραία ειδήσεις σίριαλ και τσίχλα ροκ.

Και πώς θα ξημερώσει άλλη μέρα όταν τα λάθη κλέβουν τον καιρό;

Και πώς θα ξημερώσει άλλη μέρα όταν το ψέμα σέρνει τον χορό;



Ζωγράφισε έναν ήλιο στο ταβάνι, μίλησε με τ' αγέρι της νυχτιάς

και χόρεψε μαζί με τη σκιά σου στους ήχους μιας αδύναμης καρδιάς.

Πάρε τηλέφωνο την μοναξιά σου ή βγες ξανά στον δρόμο της φωτιάς

πάρε τηλέφωνο την μοναξιά σου ή βγες ξανά στον δρόμο της φωτιάς.

inviata da Gian Piero Testa - 1/8/2011 - 18:29



Lingua: Italiano

Versione italiana di Gian Piero Testa
UN TESEO ELETTRICO

Con bianca velatura una nave ha da apparire fin dal Cinquanta
e tu ti sei avvinghiato al porto con una ghirlanda di fiori appassiti.
Un Téseo elettrico in un pozzo e Arianna ha dato in muggiti
un Téseo elettrico in un pozzo e Arianna ha dato in muggiti.

Ti hanno condannato a sprecare gli anni lungo una vita senza prospettive.
Ti perdi come un gabbiano in piazza Omonia e quando cerchi una soluzione in una partenza,
paghi un tot per il pedaggio e ti vai a sfasciare sulla nazionale.
Un Téseo elettrico in un pozzo e Arianna ha dato in muggiti.

Chi è l'ergastolano nella tenebra, chi trema di paura senza ricompensa?
Chi piega la testa ai padroni e chi piange alla sera come un bambino?
Chi sogna che qualcuno la sfanghi e dia il via per primo?
Un Téseo elettrico in un pozzo e Arianna ha dato in muggiti.

Relitti di sogni alla deriva e le teste sono riempite di ruggine.
Nei supermarket è finita la speranza e ti sei ossificato sull'impalcatura.
Dove sono andati i trecento di Leonida e cosa racconteremo ai bambini?
Un Téseo elettrico? E quello che segue.

Tu hai paura che arrivi un temporale e che una pioggia acida ti anneghi.
Metti la patria dentro una boccia e nascondila sotto la terra.
Chissà che non la cerchino come un'Atlantide quando Pandora apre il suo vaso.
Un Téseo elettrico in un pozzo e Arianna ha dato in muggiti.

Voto di scambio, discorsi e cortei non portarono mai il cambiamento
anche per questo le domeniche ti sei perduto nei palasport e negli stadi.
Ora quando guardi le raffinerie domandi chi ti ha ficcato dentro la gabbia.
Un Téseo elettrico in un pozzo e Arianna ha dato in muggiti.

Vuoi rimarginare la piaga mortale e cerchi su "Ta Nea" le offerte di lavoro.
Le tue lacrime diventano staffili e ti stringono il collo come cappi.
Tutto quanto hai guadagnato te lo rimettono nel gioco delle carte
corri a frugare dentro i rifugi e trovi una generazione imprigionata.

Hai sventolato una bandiera di plastica, hai creduto in un dio ignoto
hai appeso il cervello a una antenna, notizie, serial e rock-gomma da masticare.
E come può spuntare un altro giorno quando gli errori rubano il tempo?
E come può spuntare un altro giorno, quando la menzogna mena la danza?

Dipingi un sole sopra il tetto, parla con la brezza della notte
e danza con la tua ombra al suono di un cuore infiacchito.
Fa' una telefonata alla tua solitudine o esci di nuovo sulla strada del fuoco.
Fa' una telefonata alla tua solitudine o esci di nuovo sulla strada del fuoco.

inviata da Gian Piero Testa - 1/8/2011 - 18:34




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