Una singolarissima figura, quella del professor Gianni Nebbiosi. Romano, medico psichiatra e psicoanalista di fama (è attualmente presidente dell'ISIPSE), negli anni '60 e '70 il suo discorso di lotta per una psichiatria democratica (che si inserì nel movimento che portò alla legge Basaglia) lo portò anche a...imbracciare nella chitarra come arma, in quel vasto movimento della canzone politica e militante attivo in quel periodo. Compose e cantò così alcune (stupende) canzoni che parlavano delle disumane condizione del malato mentale in Italia, raccolte nell'album "E ti chiamaron matta" (1972), contenente anche "E qualcuno poi disse", senz'altro la canzone di Nebbiosi più famosa. Due anni dopo Nebbiosi pubblicò un altro album, "Mentre la gente se crede che vola", contenente stavolta canzoni di argomento più generale; con questo termina l'attività musicale di Gianni Nebbiosi, che da allora torna a esercitare esclusivamente la sua professione; ma restano una quindicina di canzoni molte delle quali talmente indimenticabili, da essere state purtroppo (quasi) completamente dimenticate.
Riccardo Venturi.