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GiannY sYmbolo nasce in un paesino dell'alta Val di Sugna intorno alla metà del secolo scorso. Si avvicina giovanissimo alla musica, su incoraggiamento del padre, un suonatore di esraj con una pronunciata balbuzie. Il suo primo strumento - e qui si nota già la sua tendenza anticonformista - è la pialla armonica, sorta di derivato afono della più nota sega elaborato dal famoso maestro Brembeschi. Per 5 anni si dedica indefessamente allo studio dello strumento, poi, realizzando che non è possibile trarne alcun suono, passa al più tradizionale scaldabagno. E' tuttavia solo all'inizio degli anni '60 che la sua natura avventurosa e girovaga inizia a manifestarsi. Si trasferisce nella vicina città, ove inizia a frequentare assiduamente la biblioteca e a leggere i classici. Scrive anche su alcune riviste, ma la bibliotecaria, accortasene, gli ritira la tessera. Gira l'Europa, assorbendo varie tendenze culturali in voga all'epoca come il supponentismo e la dottrina del trapezoide. E'in questa fase che intorno a lui si riuniscono i primi "discepoli", artisti stanchi di seguire mode ondivaghe e sedicenti rabbini delle arti. La prima performance dell'ensemble (composto in questa fase da Seppio Lamola al talco mentolato, Gusto Turabuchi al passavivande e giannY sYmbolo al citofono) si svolge in un piccolo centro della Galizia. Il successo è fulminante, e due anni più tardi il gruppo (che adesso si fa chiamare giannY sYmbolo e i Mangiasugo) è già al festival di Re Nudo. Qui si consuma l'episodio più noto della carriera di giannY; presentandosi sul palco con una motozappa diesel, giannY dà infatti vita a quella "svolta a motore" che tante critiche (ma anche tanti encomi) gli porterà. Il periodo successivo è intensissimo: mostre, happening, concerti. Fortissimo anche il suo impegno sul fronte politico, come nel caso del famoso WC-in, una settimana trascorsa sul water in segno di protesta contro il caro petrolio (ma qualcuno dice che potrebbe essersi trattato degli effetti d'una pepata di cozze consumata in una trattoria di Trastevere). Innumerevoli le sue cooperazioni (spesso sotto pseudonimo) con artisti del calibro di Osvaldo Bighi (vulgo Acetone), Marino Gettone e Sapido Marinetti. All'improvviso tuttavia, proprio all'apice d'una carriera che sembra inarrestabile, giannY si ritira a vivere col cane autistico del fu Arturo Edimondo Binzeschi, Bino, in una piccola capanna di frasche sopra il Passo della Pogna. E' tornato alla ribalta con un nuovo progetto (e nuovi compagni di viaggio) nel 2009. **** Aggiungiamo la seguente precisazione, fatta pervenire dal sempre solerte Dr. Prassitele Lamentula, autore di "Dalla Y alla Y: giannY sYmbolo per aspiranti parrucchieri". "Ritengo che sia far torto alla storia non citare, del periodo conosciuto come il "pionierismo del sYmbolo", quando cioè il nostro si lanciava in azioni artisticamente irrilevanti e fisicamente rischiose ma "altamente remunerative dal punto di vista esperienziale se è vero come è vero che historia magistra vitae" (ipse dixit), almeno l'episodio in cui, picchiata a sangue tal Utera Dragoni (86enne gestrice del dancing "L'ultima spiaggia" ove il nostro si sarebbe esibito la sera sera stessa) la derubava dell'incasso di 24 euro, di due casse di cedrata Tassoni e di un pacco famiglia di sacchi ricambio per cateteri "Nopiss" e, salito su un pedalò del Bagno Tafano di Chioggia tentava di risalire il fiume Adige per arrivare in Sudtirol con l'intento di trovare sistemazione in un CPT (centro protezione tirolesi) e da lì farsi beffe della polizia italiana strafogandosi di speck. Purtroppo la signora Dragoni, ved. Balilla, lo raggiunse a nuoto nei pressi di Legnago mettendo fine all'audace impresa e recuperando il maltolto. L'episodio viene ricordato nel libro "Memorie di una stronza - la vera autobiografia di U. Dragoni" edito da Sventrapapere nel 1978. " http://giannysymbolo.podbean.com/