Mocogno Rovers, band di Sassuolo celebre da anni per il suo folkrock irlandese.
Ne hanno fatto parte Luca Giacometti e Davide Dudu Morandi, poi nei Modena City Ramblers.
All'attivo un solo album "La repubblica del folk"
Mocogno Rovers "La Repubblica del Folk"
(Edizioni Estragon)
PRIMA O POI QUALCUNO dovrà cimentarsi nel tentativo di comprendere cosa accomuna la Via Emilia e i sentieri d'Irlanda. L'esordio discografico del numerosissimo combo della provincia modenese (10 elementi!) è infatti abbondantemente innaffiato da lambrusco e Guinness. Per chi bazzica le estive feste dell'Unità è facile richiamare alla memoria questi loschi e simpatici figuri che, abbigliati con l'immancabile kilt, sono soliti chiudere con il classico della TV trash "Obabaluba" infuocati set a base di violini, fisarmoniche e bodhran. Senza nulla togliere al professionismo e alla carica con cui sono riproposti traditionals quali "The Drunken Sailor" (nato sulle navi che nell'800 facevano la spola fra Europa e Stati Uniti) o "Sì Bheag Sì Moir", e non penalizzando le melodie gucciniane delle storie narrate in "La Cimice" o "Il mostro di Metanopoli", è la voglia di divertirsi e di divertire a spiccare fra le tracce del gruppo di Sassuolo. I Rovers propongono un folk venato di suoni esotici e ambientazioni sonore degne delle migliori avventure colorate da Hugo Pratt, non lesinando certo riferimenti ad avventure amorose e sbornie colossali, ma senza mai smarrire una doverosa e salutare dose di autoironia.
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