Creedence Clearwater Revival

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Creedence Clearwater RevivalCREEDENCE CLEARWATER REVIVAL
La grammatica base del rock
di Tommaso Franci

I californiani Creedence Clearwater Revival sono l'abc del rock, quell minimo comun denominatore a partire dal quale, in un senso o in un altro, se ne possono definire tutti i sottogeneri. Storia e dischi della band guidata da John Fogerty.

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Discografia


Creedence Clearwater Revival (1969)
7,5/10


Bayou Country (1969)
7,5/10


Green River (1969) 8/10


Willy And The Poorboys (1970)
8/10



Cosmo's Factory (1970)
8/10


Pendulum (1970) 7,5/10

Mardi Gras (1971)

Greedence Gold (1973)

More Greedence Gold (1973)

Live In Europe (1974)


Masters Of Rock (1975)


Golliwogs (1975)

Chronicle: The 20 Greatest Hits (1976)


Chooglin' (1976)


Greatest Hits (1979)

Live At Albert Hall [The Concert] (1981) 7/10

The Hits Album (1982)


Chronicle Vol.2 (1986)


The Movie Album (1993)

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I Creedence Clearwater Revival (1967-1972, El Cerrito, CA) sono forse il più importante gruppo rock di tutti i tempi, benché, tra i grandi, siano probabilmente i più mediocri. Mediocri nel senso "neutro" del termine. Nel senso che i Creedence Clearwater Revival sono la base fondamentale del rock, la sua essenza: quel minimo comun denominatore a partire dal quale, in un senso o in un altro, si possono definire tutti i sottogeneri che si vuole. E se in pratica ogni gruppo rock importante è tale perché è un sottogenere a sé, i Creedence Clearwater Revival sono il più importante gruppo rock perché non fanno parte di sottogeneri, ma solo di quell'imprescindibile ed essenziale punto di partenza per tutti loro (né troppo piano come Nick Drake, né troppo forte come i Metallica). Nel proto-rock hanno assunto tale funzione i Kinks e i Byrds; nella new wave i Television e i Replacements, passando prima attraverso certo Lou Reed. Poi (salvo rare eccezioni, come i Dream Syndicate) questa essenza non è stata più ribadita (anche perché non ce n'era più bisogno), ma ci si è specializzati e specializzati sino a quando anche questo non si è rivelato come un ripetersi e un non dire più nulla: è la fine del rock, di quella forma di musica popolare che si faceva con tre strumenti (chitarra, basso e batteria) suonati in modo più sincopato rispetto al blues.

A un estraneo che chiedesse un esempio significativo di rock non potremmo, per onestà, che presentare un brano dei Creedence Clearwater Revival. Se poi costui ci chiedesse se i Creedence Clearwater Revival siano stati la massima espressione del rock, faremmo pure bene a rispondere di no. Ma bisogna imparare la grammatica prima di poter scrivere; e non c'è alcun scrittore che non sappia la grammatica. Quindi, se non conoscete i Creedence Clearwater Revival potete pure ritenere di non conoscere la grammatica del rock, di non sapere cos'è, prima di tutto, il rock: di non sapere come questo suoni.
Quanto sia importante la formalità nell'operazione dei Creedence Clearwater Revival, lo dimostrano le loro molte cover. I Creedence Clearwater Revival facevano canzoni o riprendevano canzoni dal country-rock n'roll di vent'anni prima; il punto è che le suonavano in modo diverso. Ed è questo modo che fa il rock. Questo è un modo che segue un filo rosso qualificabile come l'affrancamento dal blues e rintracciabile dal blues-boogie di Bo Diddley al garage-blues dei Kinks al folk-beat dei Byrds. E i gruppi proto-rock anni 60 facevano cover non solo per "imparare" o perché ancora, all'epoca, non era certo scontato che il compositore e l'esecutore fossero la stessa persona, ma anche e soprattutto perché la loro era un'attività essenzialmente formale: si doveva abbandonare il continuum blues per il sincopato rock, si doveva trovare - conseguenza e mezzo di questo abbandono - la minimale forma chitarra-basso-batteria.

La storia dei Creedence Clearwater Revival, la storia del rock, è anche la storia di Ellis McDaniel (1928, MS) ossia Bo Diddley. Costui è una delle personalità più importanti della musica pop(olare). Formatosi a Chicago, come il padre del rock n'roll Chuck Berry, è la prova tangibile di come il rock n'roll sia nato dal blues elettrico dei neri di Chicago - qui approdato dal Texas del leggendario Blind Lemon Jefferson - degli anni 40 (Willie Dixon, Howlin' Wolf, Muddy Waters, tutti grandissimi chitarristi e compositori nati a inizio secolo, a cui va aggiunto Sonny Boy Williamson, che suonava l'altro strumento-base del blues, l'armonica a bocca). È importante notare come tutti questi artisti padri del rock n'roll prima e del rock poi siano stati neri; quando tutti i figli loro saranno bianchi. Mentre Chuck Berry (n. 1926) si affrancò dal blues facendo appunto il rock n'roll, Diddley continuò sulla strada del blues aggiungendo ritmo, ma mantenendo un tono medio, sia alla voce che alla chitarra. È quel medio che, dopo la sfuriata rock n'roll, si rivelerà la base del rock a cui non resterà che aggiungervi i due elementi portanti del rock n'roll: l'assolo bruciante alla chitarra e l'urlo iconoclasta. I Creedence Clearwater Revilal, il rock-base, consistono nell'innalzamento degli accordi e volumi di Diddley a quelli di Berry e nel contemporaneo ripiegamento di tutti gli eccessi del secondo a mezzo del tono-medio compassato del primo. In altri termini: Diddley fornì al rock la sezione ritmica; Berry la chitarra. Diddley dette i suoi seminali e numerosi capolavori (almeno una ventina: tra cui impressionanti free-speaking; Dylan a confronto è un epigono) tra il '55 ed il '57. Da questi né gli artisti blues moderni (Rolling Stones, Eric Clapton), né poi i nascenti rocker - ed ecco i Creedence Clearwater Revival - potranno prescindere. Perché Diddley, nel suo medio, era utilizzabile tanto in senso reazionario (blues) quanto progressista (rock).
Nessun loro singolo raggiungerà il n. 1. Due album sì: quelli dell'agosto '69 e del luglio '70. Il quartetto è sempre impeccabile, per arrangiamenti, produzione, esecuzione e composizione.

Dal 1968 al 1970 - in tre anni - i Creedence Clearwater Revival faranno cinque album. Il sesto, nel 1972, può considerarsi anche un album non loro.
Come pochi nella storia, il gruppo manterrà sempre una medesima line-up: il leader e compositore John Fogerty (1945) al canto e alla chitarra solista, gli straordinari comprimari - e coetanei - Doug Clifford (alla batteria) e Stu Cook (al basso) e il fratello di John, Tom, alla chitarra ritmica - il più vecchio di tutti, nel '68 aveva 25 anni.
I Creedence Clearwater Revival sono il gruppo di John Fogerty tra i 22 e i 27 anni.
Nel 1968 in California - che proprio in quest'epoca getta le basi per divenire il centro più ricco, popoloso e moderno del mondo - siamo in piena epoca hippie e psichedelica. San Francisco, con l'acid-rock di Jefferson Airplane e Grateful Dead, è il centro del tutto, non ancora Los Angeles. Musicalmente, per quest'epoca, si parla, parallelamente alla rivoluzione psichedelica, di un reazionario revival. Sia in Inghilterra sia in America. In realtà, si tratta di facce della medesima medaglia. E più che di rottura è meglio parlare di continuità. Se, a certi livelli, i nuovi anni 70 - vedi il cantautorato e l'hard-rock - significheranno un ritorno all'immediatezza musicale dopo gli eccessi di fine 60 (Velvet Underground, Red Crayola, Frank Zappa ecc.), ad altri livelli ciò comporterà un gap in buona misura incolmabile con la nuova musica sofisticata della medesima epoca: l'evoluzione del progressive, dell'elettronica, di Canterbury. Se a fine 60 si hanno ibridi tra rock e non-rock, a inizio 70 è facile distinguere ciò che è rock da ciò che non lo è (come la kosmische musik).Da una parte la semplificazione, dall'altra l'esasperazione. I Creedence Clearwater Revival furono tra coloro che semplificarono: e per questo potettero impartire fondamentali lezioni di rock, che è qualcosa di relativamente semplice o essenziale. Ma - checché pretenda il loro nome - il revival dei Creedence Clearwater Revival, se di revival si tratta - già, perché il folk ed il blues in America non sono mai morti -, è un revival comprensibile solo una volta tenuti presente i Jefferson Airplane e compagnia, ossia quell'articolato e cerebrale rock psichedelico e acido che proseguì il primordiale discorso avviato dal folk-blues.

Nel 1968 i Jefferson Airplane erano al loro quarto album. I losangelesi Byrds al quinto, i loro padri e concittadini Beach Boys oltre il decimo, i lori figli e concittadini Doors al terzo. Dopo che tutti costoro si sono allontanati dal folk-blues (ma restano inspiegabili senza di esso), i Creedence Clearwater Revival vi ritornano, ma restano inspiegabili senza gli eretici del folk-blues degli anni 60. E di revival - blues, folk, neoclassico - sarà forse più il caso di parlare per la Gran Bretagna (John Mayall, Fairport Convention, Moody Blues, Joe Cocker); pur restando vera l'attività in America - e in California - di Janis Joplin, Gram Parsons, The Band. Il fatto è che più di revival si tratta di sofisticate contemplazioni della tradizione rivissute con il distacco del mito e le malizie moderne. I Creedence Clearwater Revival, in questo senso, sono molto più maliziosi che "revival". Stesso dicasi per i Byrds o per i Rolling Stones, che agli esordi furono, con i loro colleghi, davvero un gruppo di revival. Il revival 1963-1965 e quello 1968-1970 sono questioni da riformulare.

Creedence Clearwater Revival (Jul 1968) 8 brani, 33:17. No. 52 Pop Albums.
Saul Zaentz: Producer.
I capolavori sono: "Gloomy" (Fogerty) [3:51], uno dei vertici assoluti dell'acid-rock: le chitarre dei fratelli Fogerty qui danno lezioni a tutti - Young compreso; "Walking on the Water" (Fogerty) [4:40] tra, come oggi si potrebbe dire, Byrds (per certi sibili elettrici) e Springsteen (per la cavalcata progressiva e patetica).
Gli altri brani sono: "The Working Man" (Fogerty) [3:04], che dimostra come Fogerty componga in proprio brani blues - è, anzi, con Richards e Jagger, tra i più grandi blues-man dell'epoca moderna - e riarrangi e suoni in modo rock i blues altrui; "Get Down Woman" (Fogerty) [3:09] tra la "Before You Accuse Me" di Bo Diddley e un Detroit-blues (blues degli emigrati dal Mississippi) alla John Lee Hooker; "Porterville" (Fogerty) [2:24], più vicina al roots-rock intriso di prateria dei Buffalo Springfield e della Band.
Le cover sono: il primo singolo del gruppo (raggiunse il No. 58) "I Put a Spell On You" (Hawkins) [4:33], la - splendida e commovente - genesi del rock dal rhythm and blues (attenzione! questo brano del '56, poi rifatto da altri, dagli Animals a Marilyn Manson, non è del bianco Dale Hawkins di "Suzie Q" nato nel '38, ma del nero Jay Hawkins, nato nel '29); "Suzie Q" (Broadwater/Hawkins/Lewis) [8:37], brano del '58, polpettone già in odore delle jam-session acide dei Grateful Dead (esordienti un anno prima dei Creedence Clearwater Revival); "Ninety-Nine And A Half (Won't Do)" (Cropper/Floyd/Pickett: Wilson Pickett è con Otis Redding e Aretha Franklin il più importante cantante nero di soul degli anni 60 e compose questo brano per il suo album del '66 ) [3:39] il soul-blues più rockeggiante.

Bayou Country (Jan 1969) 7 brani, 33:43. No. 7 Pop Albums.
Dopo l'album prevalentemente blues arriva l'album prevalentemente country-folk. Creedence Clearwater Revival, Green River e Cosmo's Factory risultano migliori album degli altri proprio perché fondono i due aspetti dei Creedence Clearwater Revival: il blues e il country-folk; quei due aspetti ai quali, guarda caso, si fa risalire il rock.
Il capolavoro è "Graveyard Train" (Fogerty) [8:37] scurissimo blues con basso e armonica protagonisti, in cui la voce di Fogerty dispiega tutta la sua anima-nera e roca: raggiunge vertici di tensione e ossessione degni del futuro Nick Cave, che d'altra parte si basa sulla fonte alla quale attinge anche Fogerty: il blues di Chicago (e, in misura più indiretta, il folk delle praterie).
Gli altri brani sono: "Born On The Bayou" (Fogerty) [5:16], poderoso soul-blues che raggiunge volumi - e riff - hard-rock; "Bootleg" (Fogerty) [3:02], un tenue boogie (protagonista la chitarra acustica) concepito in un botta e risposta tra gli strumenti come nella migliore tradizione blues; "Penthouse Pauper" (Fogerty) [3:39], l'abc del rock (con chitarra in bella evidenza) ma con voce ancora soul-blues, che pesca da Carl Perkins e nel mezzo copia il vecchio riff di Howlin'Wolf in "I Ain't Superstitous"; "Proud Mary" (Fogerty) [3:08], il primo grande successo di Fogerty (raggiunse il n. 2): questa volta country-rock, non blues, country-rock di cui tra 60 e 70 ci sarà un gigantesco revival (l'America era stanca di decenni di blues-nero e tramite il country-rock può celebrarsi con il cantautorato); "Keep On Chooglin'" (Fogerty) [7:41], esagitato rhythm and blues (con finale hard-rock) che fa di questo l'album più nero dei Creedence Clearwater Revival.
Le cover si riducono a "Good Golly Miss Molly" (del duo Blackwell-Marascalco) [2:44], sfrenato, celebre e zeppo di riff, rock n' roll, portato al successo dal fenomenale Little Richard un decennio prima.

Green River (Aug 1969) 9 brani, 28:47. No. 1 Pop Albums.
Con questo lavoro continua l'affrancamento dal blues. Andando verso il country-folk, però, i Creedence Clearwater Revival incontreranno il rock.
I capolavori sono: "Green River" (Fogerty) [2:36] che dietro un'impalcatura roots-blues getta le basi (vedi il chitarrismo surrealista e l'andamento caracollante) addirittura per la new wave dei Television (il singolo raggiungerà il No. 2); "Commotion" (Fogerty) [2:44], possente blues-rock che potrebbe essere dell'Hendrix più epilettico e hard (il singolo raggiungerà il No. 30); "Sinister Purpose" (Fogerty) [3:22], smagliante e commovente (esistenziale) processione r&b meritevole dello statuto di classico: con un ritmo più esasperato e un tono cupo più enfatico potrebbe essere un brano dei Black Sabbath.
Gli altri brani sono:"Tombstone Shadow" (Fogerty) [3:39], sincopato e grezzo garage-blues ma non in grado di progredire oltre quello degli inglesi Cream e del loro chitarrista Clapton; "Wrote A Song For Everyone" (Fogerty) [4:57], serenata-folk tutta pathos ed epos (senza brani del genere gli Springsteen sarebbero impossibili); "Bad Moon Rising" (Fogerty) [2:21], compatto folk-rock - di chiara ascendenza Woody Guthrie - meno retorico e più realistico (il singolo raggiunse il No. 2); "Lodi" (Fogerty) [3:13], l'ennesimo vocabolario per l'epos operaio e pletorico di Springsteen (il singolo raggiunse il No. 52); "Cross-Tie Walker" (Fogerty) [3:20] con un tono più prossimo alla scuola di Young - vedi i riff del basso e gli squilli della chitarra -, anche se affonda le sue radici in quel secolare grembo country-folk dal quale trova ispirazione lo stesso Young.
Le cover si riducono a "The Night Time Is the Right Time" (Brown/Cadena/Herman) [3:08] un classico del soul (già nel 1958 lo aveva proposto Ray Charles) eseguito con un piglio da Rolling Stones.

Willy and the Poor Boys (Nov 1969), 10 brani, 34:31, No. 3 in Pop Albums.
Tre album in un anno: pochissimi nel rock si sono potuti permettere di farne tanti e di tale livello in così poco tempo. È uno dei migliori album dei Creedence Clearwater Revival (con Green River e Cosmo's Factory e superiore al Creedence Clearwater Revival che conclude la tetralogia dei capolavori). Qui il gruppo raggiunge la perfezione formale. L'esecuzione è sempre impeccabile e originale. Ed è l'esecuzione del gruppo al tempo stesso la più "revival" o tradizionale e la più avveniristica di sempre. Un tono naif - talora persino dark - è infine la predominante.
Il capolavoro assoluto è "Effigy" (Fogerty) [- 6:31], un melodramma tra l'acustico e l'elettronico capace di far accapponare la pelle a Neil Young e ricchissimo d'effetti efficacissimi: regina la chitarra a cuore aperto del leader.
Notevoli: "Fortunate Son" (Fogerty) [- 2:21] (No. 14 Pop Albums), assalto frontale a ritmo e piglio hard-rock, chitarra irrefrenabile, voce rabbiosa - eccolo l'abc del rock; "Side O' the Road" (Fogerty) [- 3:26], strumentale (blues acido: tra Grateful Dead e Clapton: scuola per Steve Ray Vaughan) pensato per l'on the road. Non abbastanza si è sottolineata l'abilità al contempo classica e inventiva di John Fogerty alla chitarra; né quella del gruppo che, come un metronomo, lo accompagna.
Completano: "Down On The Corner" (Fogerty) [- 2:47] - No. 3 Pop Albums, quintessenza del country-rock tra lo scanzonato, il nostalgico e il cupo dei Creedence Clearwater Revival; "It Came Out Of The Sky" (Fogerty) [- 2:56] che sebbene nell'approccio della voce risenta di Bob Dylan, vanta una chitarra velenosissima e granitica (ponte ideale tra Chuck Berry e la new wave di fine 70); "Feelin' Blue" (Fogerty) [- 5:05] esercizio d'alta scuola tra il country - la base musicale - e il soul - il canto vertiginoso -; "Don't Look Now" (Fogerty) [- 2:12] impeccabile (e artificioso o surrealista?) country-folk.
Due sole le cover: "Cotton Fields" [- 2:54] di Leadbelly (1888-1849), il compagno di strada di Blind Lemon Jefferson e il padre di Woody Guthrie, Pete Seger e di tutti gli artisti folk-blues -; "The Midnight Special" (Traditional) [- 4:14] che una volta di più dimostra come l'unica rivoluzione di Bruce Springsteen sia stata quella di fare folk-blues a inizio anni 80, ossia di essere inattuale.

Cosmo's Factory (Jul. 1970) 11 brani, 42:28. N. 1 in Pop Albums.
Sebbene il 1969 avesse visto ben tre album e sette singoli dei Creedence Clearwater Revival in classifica, è il 1970 il loro anno, con due album e sei singoli nella top 5 (tutti da Cosmo's Factory: Pendulum uscì a dicembre).
I capolavori: "Ramble Tamble" (Fogerty) [7:10], l'abc del rock, cavalcata di ritmo e distorsioni che riparte da Bo Diddley abbandonandone tutti i retaggi afro: nel mezzo, un riff hard-rock che accappona la pelle; "Run Through The Jungle" (Fogerty) [3:10] - n. 4 in classifica - un rock-blues rifinito da effetti sintetizzati alla Byrds; "Who'll Stop the Rain" (Fogerty) [2:29] - n. 2 in classifica - il vertice melodico ed esistenziale, classico meritatamente famoso.
Gli altri brani sono: "Travelin' Band" (Fogerty) [2:07] - n. 2 in classifica - un puro rock n' roll, in pratica un plagio di Little Richard (con tanto di urla selvagge, ritmo proto-punk e fiati al controcanto); "Lookin' Out My Back Door" (Fogerty) [2:35] - n. 2 in classifica - che copia senza la malizia di un Neil Young il secolare country ritmico americano: dal maestro dell'honky tonk Hank Williams (1923-1953) a Johnny Cash (1932-2003); "Up Around The Bend" (Fogerty) [2:42] - n. 4 in classifica - la quintessenza del country-rock americano, sulla medesima linea che anni prima avevano perseguito i Buffalo Springfield, ma con in più una chitarra velenosa a cui dovrà molto ancora una volta la new wave dei Television; "Long As I Can See the Light" (Fogerty) [3:33] - n. 2 in classifica - un retorico e compiaciuto soul-blues tra Platters (doo wop) e Fats Domino (New Orleans R&B), più da Broadway che da prateria.
Ben quattro le cover: una doverosa, ma scontata "Before You Accuse Me" (McDaniels) [3:27]; "Ooby Dooby" (Moore/Penner) [2:07], portata al successo da Roy Orbison nel 1956 e poi ripresa da Jerry Lee Lewis; "My Baby Left Me" (Crudup) [2:19], country-boogie, già una delle primissime interpretazioni di Elvis Presley (1954); "I Heard It Through the Grapevine" (Strong/Whitfield) [11:07], mastodontico blues che fa l'effetto di un Eric Clapton spogliato di ogni antipatia edonistica e dedito solo al lato oscuro, dark della musica.

Pendulum (Dec 1970), 10 brani, 40:56, No. 5 in Pop Albums.
È l'unico album dei Creedence Clearwater Revival senza cover: è un album del cantautorato di Fogerty. Nonostante tali buone intenzioni, l'album è l'inizio della fine per il gruppo. Tom Fogerty se ne andrà al termine delle registrazioni. La vena del fratello si dimostrerà subito dopo prosciugata. Per l'intanto l'opera, svalutata dalla critica ma apprezzata dal pubblico, è al di sopra della media di quelle rock, se non altro per la perfezione formale e per l'abilità nell'esecuzione delle varie pose o stili - tanto varie che finiscono per mettere in discussione il caposaldo stesso dei Creedence Clearwater Revival: il rock. Se la precedente "medietà" del gruppo era il rock, adesso è il pop (inteso come sottogenere della musica popolare).
I capolavori sono: il country-pop di "Have You Ever Seen the Rain?" (Fogerty) [- 2:40] (No. 8 Pop Albums), vertice della desolazione (che incupisce "Who'll Stop the Rain"), successivamente a vario titolo plagiato da Springsteen -; "(Wish I Could) Hideaway" (Fogerty) [- 3:47] più barocca, con le tastiere anni 70,ma non meno riuscita, né meno tragica, prova pop di Fogerty (che qui si dedica più che a una gran chitarra a una gran voce); "Rude Awakening, No. 2" (Fogerty) [- 6:22], strumentale progressivo coi fiocchi: i primi due minuti sono inusitati, raffinatissimi, coinvolgenti, melanconici, e valgono il resto, che si perde più o meno in esperimenti para-elettronici più o meno gratuiti e spaziali.
Gli altri brani, tutti e a vario titolo pesantemente influenzati dal soul-blues di Joe Cocker, sono: "Pagan Baby" (Fogerty) [- 6:25] - il solo brano hard - che non riesce (come aveva invece fatto "Effigy") a finalizzare la propria orchestrazione, dove primeggia una chitarra molto "roots" -; "Sailor's Lament" (Fogerty) [- 3:49] che anticipa di oltre 15 anni l'etno-pop di Paul Simon ("Graceland"); "Chameleon" (Fogerty) [- 3:21] che pare rubato a Mad Dogs & Englishmen; "Born to Move" (Fogerty) [- 5:40] che, non contento del soul, ricerca anche James Brown e il funk (vedi la tromba), il tutto peraltro magistralmente interpretato; "Hey Tonight" (Fogerty) [- 2:45] (No. 8 Pop Albums), scivolone spiazzante con ritornello ossessivo e compiaciuto, degno del peggior Merseybeat; "It's Just A Thought" (Fogerty) [- 3:56] che ha gli stessi riff - alle tastiere - e lo stesso ritmo addirittura di "Je T'Aime... Moi Non Plus" di Serge Gainsbourg (brano del '69); "Molina" (Fogerty) [- 2:44], dove rimane solo la forma del roots-rock, peraltro diluita con sassofono e ritmi esotici.

Mardi Gras (Apr 1972), 10 brani, 28:04, No. 12 in Pop Albums.
E' il primo album e ultimo dei Creedence Clearwater Revival senza Tom Fogerty. E' il primo album e ultimo dei Creedence Clearwater Revival (nel senso che per la prima volta anche Clifford e Cook danno loro canzoni). E' il primo album e ultimo dei Creedence Clearwater Revival che non sia dei Creedence Clearwater Revival (nel senso che fino a qui i Creedence Clearwater Revival si erano identificati con John Fogerty).

I Creedence Clearwater Revival non inventarono niente. Ed è per questo che inventarono la grammatica-base del rock.

http://www.ondarock.it/Creedence.html