Apuamater Indiesfolk

Canzoni contro la guerra di Apuamater Indiesfolk
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L’intento primo che anima la compagine degli Apuamater Indiesfolk (poi Cyberfolk) è quello di contribuire a creare un’idea contemporanea di folk apuano, anche in considerazione del fatto che Carrara è priva di una tradizione musicale vera e propria.

Uno dei punti di partenza è sicuramente l’album “Apuamater: un cavatore, un partigiano, un vagabondo, un marinaio” (Sana Rec/Audioglobe 2005), del fisarmonicista carrarese Davide Giromini.
Folk, dunque; apuano, dal momento che i rappresentanti del gruppo vivono dislocati all’ombra dei monti che al territorio danno il nome; d’azzardo, perché con la loro musica gli Apuamater tentano un difficile connubio dei generi più disparati, dal new folk russo ad uno sgangherato pseudo-jazz tutto nostrano. I testi, di Giromini e Rapisarda, sono inquiete riflessioni sull’anima, la solitudine, l’isolamento e la follia dell’uomo.

“Delirio e castigo” è il primo album degli Apuamater Indiesfolk; innumerevoli le citazioni e le interpretazioni personali: da Dostoievskij a Cechov, da Shakespeare a Fenoglio, fino a Fellini, a Gianni Nebbiosi ed al suo brano “E qualcuno poi disse…” (che vede la presenza di Marco Rovelli dei Les Anarchistes), canzone conosciuta grazie all’Amleto in foggiano dell’ attore-regista Gaetano Ventriglia, il tutto a formare un vero e proprio concept album sulla pazzia e la solitaria condizione dell’uomo, con lo sfondo di un nuovo folk, psicologico e psichedelico, pur sempre acustico; insomma, folk apuano d’azzardo.

Formazione

Davide Giromini: voce e fisarmonica
Luca Rapisarda: voce e chitarra
Matteo Procuranti: voce, narrazion
Michele Menconi: violino
Gabriele D’Ascoli: basso
Alessandra D’Aietti: percussioni

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