Ernesto Venzi, nome di battaglia “Nino” (1908-1984), è stato un artigiano marmista di Bologna, militante comunista e partigiano. Nel Partito comunista fin dal 1930, fu quasi subito arrestato dai fascisti, processato da un tribunale speciale e condannato a 9 anni di reclusione. In prigione subì tali e tante sevizie e torture da restare permanentemente invalido. Ciò nonostante, nel 1943 fu tra i fondatori dei primi gruppi di resistenza nel bolognese, poi andò a combattere nel bellunese, nella valle del Vajont, e infine tornò in Emilia a combattere prima nella 36a Brigata Garibaldi "Bianconcini" e quindi nel Gruppo di combattimento "Cremona". Dopo la guerra, Ernesto Venzi fu il custode della memoria dell’eccidio della stazione di San Ruffillo a Bologna dove, il 10 febbraio 1945, i nazisti fucilarono 90 partigiani, uomini e donne (tra di loro i fratelli Moscardini, Tonino, Silvio, Roberto ed Andrea), prelevati dalle prigioni locali. Furono tutti uccisi e sepolti nei crateri provocati dai bombardamenti. (fonte: A.N.P.I.)