Andrea SattaAndrea nasce e cresce in una famiglia numerosa, soprattutto di sorelle. Una delle case della sua infanzia affaccia sul deposito dei tram.

Il padre, sardo e scampato al campo di concentramento tedesco, fa il professore di francese e sceglie come sede la provincia Est di Roma, luogo dal dopoguerra in transito tra campagna e periferia. La mamma gli legge come favola della buonanotte “I promessi sposi”.

Sin da piccolo appassionato di musica, Andrea viene selezionato per partecipare allo Zecchino d’Oro, ma la sobrietà familiare fa naufragare il progetto. Ripiega dunque sulla passione per il ciclismo, ascoltando il Giro d’Italia alla radio e riproponendo la corsa in casa con dei pezzettini di carta - personalizzati con i colori delle squadre - che sposta soffiandoci sopra, e su uno studio autistico della geografia. Rimane a tutt’oggi imbattibile in sfide quali “capitali del mondo” o “provincie e capoluoghi italiani” per non parlare di “altezze di montagne” e “lunghezze di fiumi”, spesso proposte nelle lunghe trasferte dei Têtes in furgone o utilizzate come colpi di teatro nei momenti di crisi.

Nel frattempo matura una grande passione per i poeti e gli chansonnier francesi, in particolare per Leo Ferré, studia canto e si iscrive a Medicina. Durante le estati dell’Università spolvera velivoli d’epoca in Belgio e dorme in campeggi deserti sotto la pioggia inglese.

In quegli stessi anni conosce Angelo Pelini. Tra gli altri esperimenti del periodo, insieme accettano un ingaggio come duo di liscio a Capodanno e rischiano di essere lapidati dalla folla a causa della loro precaria conoscenza delle basi dell’hully gully e della differenza intrinseca tra el Tiburon e il Meneito.



Nel 1992 fonda con Angelo, Carlo e Luca i Têtes de Bois e intreccia inevitabilmente le proprie vicende con quelle del gruppo.

Oltre che voce e autore dei testi della band, è ideatore e direttore artistico dei molti festival e progetti portati avanti dai Têtes in questi anni (“Stradarolo”, “Sotto il cielo di Roma e Berlino”, “Ferrovia dell’Allume”, “Avanti Pop”, “41° Parallelo”, “Festival della Bicicletta”, “Palco a Pedali” ecc.) e fa il pediatra nella periferia romana.

Poeta e scrittore, ha all’attivo due libri “I riciclisti” (Ediciclo, 2009) e “Ci sarà una volta – favole e mamme in ambulatorio” (Infinito Edizioni, 2011). E’ stato inviato al Giro d’Italia e al Tour de France per il Manifesto e L’Unità (su quest’ultima testata con il vignettista Sergio Staino) e, sempre su L’Unità, ha una rubrica settimanale, “Dio è morto”.

Ha partecipato come co-protagonista e co-sceneggiatore al film “Passannante” di Sergio Colabona, oltre che come autore delle musiche insieme ai Têtes de Bois.