La Band del Pian Cavallone

Chansons contre la Guerre de La Band del Pian Cavallone
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-La musica è da sempre la voce dei territori, agevola il dialogo fra la capacità dell’arte di parlare il linguaggio dell’universo e il bisogno costante di espressione di storie, persone, di verità artistiche di carne e di sangue, di risate e di lacrime e sudore. Quando la musica riesce a far breccia si cominciano a temere anche le canzoni apparentemente più semplici se il contesto è quello giusto.
-Quest’opera nasce dall’esigenza di dare testimonianza di un percorso di ricerca e di esperienze storico musicali vissute per soddisfare il bisogno di ‘fare memoria’, con l’intento di mantenere vivi i principi ed i valori che hanno animato e animano ancor oggi i ‘resistenti’ cercando di attualizzarli attraverso un linguaggio musicale contemporaneo.
-Nel selezionare e riarrangiare i brani composti da grandi musicisti storici, da partigiani e da giovani autori nostrani, abbiamo fatto riferimento a generi, ritmi ed esperienze che ci hanno accompagnato nella nostra intera vita professionale; l’impronta dominante appartiene al jazz e allo swing, per sconfinare poi nella bossa nova e nel pop/rock anni ’60.
-Nella ricostruzione storico-musicale si parte dagli anni ‘30 quando il jazz era considerato dai nazisti ‘musica proibita’ fatta da sovversivi ‘ musica degenerata’. Lo swing non solo si diffuse nella Germania nazista alla vigilia della guerra, ma diede vita ad un vero e proprio movimento giovanile, I giovani swing boys non solo amavano il jazz e si ritrovavano nelle sale da ballo che suonavano lo swing, ma avevano dato vita ad uno stile di vita antagonista a quello della gioventù hitleriana. Come non ricordare l’impegno etico e antifascista di Arturo Toscanini e il gesto altamente simbolico di dirigere la Palestine Orchestra a conclusione di un periodo di profondo impegno contro le persecuzioni razziali, che lo portò a autoesiliarsi in America per protesta contro i soprusi del regime fascista e a rifiutare la prestigiosa conduzione del Festival di Bayreuth nel 1933.
Nonostante il divieto anche alcuni musicisti italiani, tra i quali Natalino Otto e Gorni Kramer, sfidavano il divieto proponendo il sound americano che raccoglieva un costante e crescente successo.
La parte più corposa di questa nostra proposta è dedicata ai canti che riguardano le vicende partigiane appartenenti a Piemonte nord orientale e a Lombardia nord occidentale, attorno al bacino del Lago Maggiore, alle Prealpi e alle Alpi, le montagne che furono teatro della lotta di liberazione.
Si conclude poi col dopo guerra e con una riflessione e un interrogativo che spesso i partigiani superstiti si fanno: ‘ Era per questa Italia che noi lottavamo e abbiamo dato la vita?’
Tra gli autori illustri: Ella Fitzgerald, Dario Fo, Gianni Rodari, Sergio Liberovici, Sergio Endrigo, Trilussa