Costa Volpara

Canzoni contro la guerra di Costa Volpara
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Costa VolparaOgnuno lega la musica a qualcosa di significativo o a un attimo particolare della propria vita.

Una sera d'autunno del 1996, un gruppo di giovani musicisti gettò le basi del proprio progetto, che quella stessa sera trovò un nome, ufficializzato qualche tempo dopo.

Antonello Giovanni Budano, il leader della band, uscì fuori dalla sala prove, il seminterrato di una casa di campagna in strada Costa Volpara, mentre gli altri, all’interno, continuavano a far vibrare i propri strumenti. La notte era umida e l’aria carica di elettricità; la terra rilasciava il calore del giorno liberando un vapore visibile solo grazie alla velata luce della luna che filtrava dalle nuvole. Fu in quel momento che ad Antonello il suono sembrò trasudare dalla terra. "Costa Volpara suona", sussurrò.

Da quella sera la band prese il nome di "Costa Volpara" e "Volpara" divenne lo pseudonimo del suo leader. Le sue canzoni non erano altro che il sussurro del mondo, avrebbe dovuto solo farsi trovare pronto, penna e chitarra in mano, per tradurre il segnale che il mondo stesso gli aveva concesso di captare.

Inizia così il percorso della Costa Volpara, un viaggio intrapreso per raccontare la realtà, ciò che vi accade, le sue dinamiche, e quindi anche le sofferenze e le gioie che l'accompagnano.

Scosse di assestamento

Negli anni Novanta le suggestioni del rock targato Litfiba, dello ska e del punk si fanno sentire. La Costa Volpara è influenzata da queste tendenze musicali.

La serie di entrate e di uscite dei suoi componenti che li ha portati fino alla formazione attuale è molto travagliata, ma al tempo stesso fonte di importante esperienza e crescita musicale per la band.

Il pubblico inizia ad amarli da subito, creando quel legame fondamentale tra l'artista e il suo ascoltatore, ogni concerto era un dialogo costante tra pubblico e la band.

I concerti della Costa Volpara richiamano sempre più persone, di tutte le età. La cerchia dei fan continua ad allargarsi, attratta dalla carica vitale degli artisti, che sul palco smuovono le coscienze raccontando se stessi e la società che li circonda e della quale sono protagonisti.

Nel 2003 esce il primo disco: Forse già sai.

La morte del Gitano

Forti della popolarità conquistata e di un periodo in cui le canzoni nascevano quotidianamente, nel 2007 la Costa Volpara deve affrontare e superare la prova più dura.

Marco Regni, il bassista e co-arrangiatore del gruppo, si ammala di leucemia.Tutto si congela, anche il respiro.

A dare forza alla band è proprio Marco, che sebbene entri ed esca dall'ospedale non vuole che la giostra si fermi. Va in sala prove con le mani spellate dalla chemio e imbraccia a fatica il basso.

Un guerriero.

Lotta contro la malattia sino all'11 gennaio 2009, per ironia della sorte proprio nello stesso giorno di Fabrizio De André, uno dei suoi cantautori preferiti, Marco si mise un promemoria nel telefono per ricordargli dello speciale su Faber che sarebbe andato in onda quella sera. Quando il cellulare vibrò loro erano già insieme.

La carica vitale subisce una battuta d'arresto. "Che facciamo?".

Si continua, ed è Marco a dirigere l'orchestra.

E così si continua

Nell'estate del 2009 la canzone Ventiquattro Dicembre viene selezionata dal "MEI – Meeting degli Indipendenti" per la compilation Aie D'Italia, edita da Galletti Boston, nella quale sono presenti importanti artisti quali Davide Van De Sfross, Teresa De Sio, Mau Mau, Zibba.

Nella primavera del 2010 esce il disco Un Altro Giorno, un live registrato in presa diretta e dedicato a Marco Regni.

Nel corso degli anni qualcuno parte e qualcun altro arriva, e nel 2014 esce in formato digitale l'EP Le favole Importanti, che raccoglie anche i due brani più famosi del gruppo, La favola Importante e La favola degli otto nani.

Nel 2015 esce un nuovo EP, sempre in formato digitale, Dona gli anni al vento buono, recensito su "Rockit.it" da Mario Boccuni.

Nel gennaio 2016 esce su supporto rigido l'antologia degli EP precedenti Ultimo Raccolto Antologia, con l'aggiunta dell’inedito La bolla di sapone.