Green on Red

Antiwar songs by Green on Red
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Green on RedIl luogo di partenza è Tucson, Arizona 1979. Tre timidi ragazzi di provincia: Dan Stuart (chitarra), Jack Waterson (basso) e Buddy Van Christian (batteria) cui si unirà a breve Chris Cacavas (tastiere) passano il loro tempo sognando di diventare delle rock star. La loro band si chiamava "Serfers" e mossi dalla smania di farsi ascoltare decidono di uscire dalla ristretta scena di Tucson per dirigersi a Los Angeles. Neanche il tempo per rendersi conto dove sbattere il naso, che avviene il primo avvicendamento nella band. Via il batterista Buddy Van Christian, che se ne torna in Arizona (realizzerà in seguito un proprio un mini-ep distribuito dalla Down There con il nome Naked Pray) e dentro il nuovo Alex Mc Nicol (batterista con già qualche esperienza nei 13.13 di Lydia Lunch). Dopo il cambio di nome in Green on Red, nel gennaio dell' '81 i quattro si autoproducono 300 copie di un ep di cinque pezzi dal titolo Two Bibles. L'ep, seppur acerbo e poco curato, piace a Steve Wynn , leader degli emergenti Dream Syndicate che decide di produrre il successivo lavoro della band per conto della sua label personale, la Down There. Nel 1982 esce il disco Green on Red, altro ep costituito da 7 traccie meglio curate e arrangiate dell'esordio. Il lavoro, senza dubbio di buona fattura, rimanda direttamente alle sonorità sixties, ai Velvet Underground, alla psichedelia californiana ed ovviamente ai Doors, merito in particolare del ruolo predominante rivestito dalle tastiere di Cacavas. Entrati a pieno diritto nel nascente movimento Paisley Underground, i Green on Red, grazie a Steve Wynn entrano in contatto con il produttore e musicista nonché tuttofare della scena hard core californiana Chris Desjardins, che li assume alla Slash pubblicando il loro primo lp Gravity Talks nel 1983. L'album oltre ad essere un autentico capolavoro rappresenta anche uno dei dischi più rappresentativi della scena californiana indipendente dei primi anni '80.

A segnare le sorti dei Green on Red sarà però l'ingresso del giovane chitarrista Chuck Prophet IV. Dotato di una raffinata tecnica e con uno stile simile ai guitar-border quali J.J.Cale e Ry Cooder, Prophet contribuirà in maniera decisiva ad indirizzare i suoni della band verso sonorità più mature e "roots". Il primo disco realizzato dalla nuova formazione allargata sarà Gas, Food and Lodging del 1985, uno degli album più belli di rock americano del decennio. Alla psichedelia e ai suoni sixties di Gravity Talks si aggiunge ora quello spirito da fuorilegge, quel mito della fuga, del viaggio che risulterà in seguito il copione predominante nella carriera dei Green on red. La chitarra desertica di Prophet riempe i suoni combinandosi alla perfezione con le tastiere di Cacavas e dando un svolta rock al sound del gruppo. I Green on Red hanno raggiunto il giusto equilibrio tra le varie anime della band, ma i dissidi interni iniziano a farsi sentire. L'ep successivo No free Lunch del 1986 è in realtà un esperimento, tra l'altro ben riuscito, di country music, voluto e diretto dal riottoso Dan Stuart che cova in animo suo il cambio di sceneggiatura, ma la formazione è ai ferri corti. Il primo ad andarsene è Alex Mc Nicol e a breve lo seguiranno anche gli altri. "Il colpo di stato" vero e proprio si manifesta con l'album The Killer Inside Me, in cui Stuart traghetta la band verso orizzonti carichi di storie amare e maledette e dove la psichedelica e i suoni adolescenziali sono completamente dimenticati. Questo è troppo anche per Cacavas e Waterson, che incapaci di convivere con una personalità tanto complessa, lasciano il gruppo.

Quello che sarà dei nuovi Green on Red ridotti ormai ad un duo di fuorilegge non potrà che essere un pugno di stupendi album (Here comes the snakes, This Time Around, Scapegoats) e qualche ballata struggente, dove il vero protagonista sarà il deserto e tutte quelle storie ai margini che ci raccontano di un' America minore fatta di diavoli e polvere. Poco innovativi, senza peli sulla lingua ed a giudizio di alcuni anche poco essenziali, ma probabilmente è anche per questo che ci sono piaciuti tanto: sempre sinceri ed onesti fino alla fine.

http://www.rootshighway.it/folklore/gor.htm