Conosciuto per gli aforismi ("i classici sono quei libri che ti fanno odiare la scuola") e la prosa caustica e ironica, Kurt Tucholsky nasce il 9 gennaio 1890 a Berlino da un'agiata famiglia della borghesia ebraica. A 15 anni resta orfano di padre, il rendimento al Liceo ne risente e il rapporto con la madre non è buono. Vive solo in una pensione, prepara la maturità da privatista. Intanto scrive cose umoristiche sul "Berliner Tageblatt". A Praga incontra Kafka. Nel 1913, inizia l'attività giornalistica sulla "Weltbühne". Dopo la prima guerra mondiale, cui partecipa come amministrativo, diventa radicalmente pacifista. Dal '24 lascia la Germania e si trasferisce a Parigi come corrispondente. Si separa dalla seconda moglie e si stabilisce in Svezia. Il suo romanzo "Il castello di Gripsholm", edito nel '31, ottiene grande successo. L'anno successivo l'amico Ossietzky, direttore della "Weltbühne" è imprigionato per una frase d'un articolo di Tucholsky "I soldati sono assassini". Liberato, dopo l'incendio del Reichstag i nazisti lo arrestano nella retata per liquidare le opposizioni. Il 19 dicembre del '35, Tucholsky si suicida. Le ceneri vengono messe in un'urna nei pressi del castello di Gripsholm. Dei libri di Kurt Tucholsky, in Italia, sono stati pubblicati "Il castello di Gripsholm" (edizioni e/o) e la raccolta di lettere "Non posso scrivere senza mentire" (edizioni Archinto), edizioni pressoché introvabili.