Rayen Kvyeh è nata in Cile. Costretta all'esilio dalla feroce dittatura di Pinochet, va a vivere in Germania, dove collabora attivamente alle attività politiche e culturali degli esiliati. A metà degli anni Ottanta, realizza un progetto di ricerca in Nicaragua sulla cultura niskita. Negli anni Novanta crea e dirige la “Mapu Ñuke Kimce Wejiñ” (Casa d'Arte, Scienza e Pensiero Mapuche) a Temuko. Dal 1991 al 2003 dirige anche la rivista di cultura mapuche Mapu Ñuke. In questi stessi anni cresce la sua fama internazionale e tiene dei recitals di poesia in tutta Europa. Nel 1995 riceve a Cuba il premio José Maria Eredia. Nel 1998, sempre a Cuba, è nominata Presidente Onorario del Centro Internazionale delle culture Indigene. Nel 2006 esce il suo primo libro tradotto in italiano: Luna dei primi giorni, edizioni Goreé
I Mapuche, "uomini della terra" (in lingua Mapudungun, Mapu Che = appartengono alla terra) sono un popolo antico che ha sempre vissuto tra il Cile e l'Argentina, il loro forte legame con la terra e l'indisponenza ad assecondare i processi di colonizzazione prima e di "modernizzazione" e "progresso" dopo, ha fatto si che siano vittime di una feroce repressione da parte di governi e multinazionali senza scrupoli. La loro colpa è resistere: resistere a governi e multinazionali che li vogliono cacciare dai loro territori per costruire dighe gigantesche, autostrade, fabbriche inquinanti o come la nostra Benetton che pretende di spostare una loro comunità per far posto ai suoi pascoli.