Cantautorato postindustriale e nichilista. Le luci della centrale elettrica sono Vasco Brondi, ventanni da Ferrara: lui scrive i testi, lui suona la chitarra, lui fa tutto, arrabbiato e disilluso, di quella rabbia e disillusione che ti fanno vergognare, ti fanno sentire in colpa. Si è chiuso nella sua camera per due anni, scrivendo di giorno, lavorando di sera: dieci canzoni che sono il miglior esordio del 2007, un demo rabbioso e crudo scritto guardando quel mondo di provincia fatto di luci al neon, di strade statali e di case popolari, di discariche straripanti.
Un demo di bassa qualità che Vasco Brondi, con pudore, consegna un giorno nelle mani di Moltheni, incontrato in una libreria di Bologna: Le luci della centrale elettrica non sono mai saliti su un palco, ma due giorni dopo Moltheni chiama Vasco e gli chiede se vuole aprire i suoi concerti. Intanto il nome de Le Luci Della Centrale Elettrica comincia a girare in Rete, su myspace e su un blog, sostanza e forma dell'intero progetto, laboratorio di poesia abrasiva e contemporanea: è così che Le Luci cominciano ad aprire i concerti anche di Ardecore, Franklin Delano, Bugo, Dente, Tre Allegri Ragazzi Morti, Zen Circus e Giorgio Canali.
L'ex CSI è al lavoro per "Tutti Contro Tutti" e rimane folgorato dai testi di Vasco Brondi, lo cerca, lo vuole conoscere e Vasco timidamente gli chiede se vuole registrargli il disco: non ha un soldo, nemmeno un etichetta ma non è un problema, tra il Natural Head Quarter di Ferrara e casa di Canali prende vita l'album di esordio, dieci brani con solo chitarra, voce e distorsore vocale: cosa racconteremo di questi anni Duemila?
Nel 2008 arriva l'album del debutto, "Canzoni da Spiaggia Deturpata". Il 9 novembre 2010 esce, invece, il secondo disco "Per Ora Noi La Chiameremo Felicità", anticipato dal singolo "Cara Catastrofe".