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Don Chisciotte

Don Chisciotte
1989
Don Chisciotte
Io ne ho visti bambini nel deserto
(continua)
inviata da Dq82 27/2/2019 - 14:46
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Radio Belgrado

Radio Belgrado
2001
Europa Hotel

"Io sono nato a Trieste da famiglia pugliese e la mia famiglia è tutta gente di mare quindi uno dei temi fondamentali dell’album è il mare. L’altro tema fondamentale è quello dei Balcani. Essendo triestino ho risentito delle influenze prima artistiche e poi drammatiche motivate da quello che bene o male è successo ai nostri cugini jugoslavi qualche tempo fa e della qual cosa ci siamo accorti anche troppo tardi. Il terzo leit-motiv del CD è quello di non volersi arrendere mai, cioè si diventa vecchi quando si vuole invecchiare: ci sono ragazzi di 20 anni che sono vecchi mentre ci sono persone meravigliosa di 80-90 anni che sembrano dei ragazzini".
Il titolo dell'album, "Europa Hotel", deriva da un albergo di Sarajevo, città alla quale D'Eliso è molto legato.

"Ho avuto il primo approccio con Sarajevo nel 1986 quando lavoravo per la Rai. Avevamo fatto un giretto in Serbia... (continua)
Notte chiara sopra i fiumi grandi fiumi sembra che riposino
(continua)
inviata da Dq82 27/2/2019 - 13:23
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I bambini di Sarajevo

I bambini di Sarajevo
2001
Europa Hotel

"Io sono nato a Trieste da famiglia pugliese e la mia famiglia è tutta gente di mare quindi uno dei temi fondamentali dell’album è il mare. L’altro tema fondamentale è quello dei Balcani. Essendo triestino ho risentito delle influenze prima artistiche e poi drammatiche motivate da quello che bene o male è successo ai nostri cugini jugoslavi qualche tempo fa e della qual cosa ci siamo accorti anche troppo tardi. Il terzo leit-motiv del CD è quello di non volersi arrendere mai, cioè si diventa vecchi quando si vuole invecchiare: ci sono ragazzi di 20 anni che sono vecchi mentre ci sono persone meravigliosa di 80-90 anni che sembrano dei ragazzini".
Il titolo dell'album, "Europa Hotel", deriva da un albergo di Sarajevo, città alla quale D'Eliso è molto legato.

"Ho avuto il primo approccio con Sarajevo nel 1986 quando lavoravo per la Rai. Avevamo fatto un giretto in Serbia... (continua)
Sono tuoni o son cannoni lì nei boschi quei fuochi dimmi cos'è
(continua)
inviata da Dq82 27/2/2019 - 12:58
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Belfast

Belfast
1983
Cattivi pensieri
È strano come piova anche d'agosto in questa città
(continua)
inviata da Dq82 27/2/2019 - 12:27
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Livorno non si piega (Labronicamente ribelle)

Livorno non si piega (Labronicamente ribelle)
2016
A colpi di Machete

Con una dedica speciale a Riccardo
Antifà dal 1591, leggi livornine(1) qui nessuno è straniero
(continua)
inviata da Dq82 26/2/2019 - 15:05
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Hunger Strike & Troubles

Hunger Strike & Troubles
2016
A colpi di Machete
Vento ribelle che accarezza l'erba,
(continua)
inviata da Dq82 26/2/2019 - 14:56
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I dannati della terra

I dannati della terra
2018
"Storie tra bottiglie e ciminiere"
feat. Kento
Bruciano ancora quegli occhi insanguinati
(continua)
inviata da Dq82 26/2/2019 - 14:52
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Mille lire al mese

Mille lire al mese
Sergio Endrigo ha prodotto con Mille lire una riflessione poetica sul fenomeno dell'inflazione.
La canzone afferma che negli anni Trenta

mille lire almeno mille lire al mese
era un sogno, il sogno piccolo borghese

ed è probabile che questo assunto derivi da Mille lire al mese, di Carlo Innocenzi e Alessandro Sopranzi, scritta per il film omonimo uscito nel 1939.
Secondo Gianfranco Vené (1988) "Il film è stato del tutto dimenticato, a torto perché il regista austriaco Max Neufeld fu un pioniere della commedia cinematografica e gli attori, Alida Valli, Umberto Melnati e Renato Cialente, erano eccellenti; la canzone, al contrario, è ricordata anche troppo, e troppo spesso viene citata dagli evocatori di quegli anni come parametro utile a definire il valore reale del denaro alla vigilia della seconda guerra mondiale. Mille lire al mese, secondo questa generica interpretazione, indicavano... (continua)
Che disperazione,
(continua)
inviata da Io non sto con Oriana 26/2/2019 - 10:50
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Teorema

Teorema
[24 febbraio 2019]
Testo di Stefano Andreoli [@blogstark] di Spinoza
Lyrics by Stefano Andreoli [@blogstark] from Spinoza
Paroles de Stefano Andreoli [@blogstark] de Spinoza
Sanat: Stefano Andreoli [@blogstark], Spinozasta
Musica / Music / Musique / Sävel: Marco Ferradini, Teorema (Ferradini / Herbert Pagani), 1981

Luca e Paolo, vale a dire Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu (nipote di un profugo armeno sfuggito al genocidio turco), genovesi, non devono in fondo tenere così tanto alla loro carriera televisiva. Già pressoché eliminati dalla TV “di stato” italiana, tale RAI, e confinati a Quelli che (il calcio), una trasmissione di intrattenimento calcistico sulla RAI2 attualmente diretta dal neosovranista Carlo Freccero, ieri domenica 24 febbraio il duo si è praticamente scavato la fossa con una parodia antisalviniana di Teorema, la famosa canzone del 1981 scritta da Marco Ferradini e... (continua)
Prendi una barca piena di gente,
(continua)
inviata da daniela -k.d.- & R.V. 25/2/2019 - 22:03
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Argentovivo

Argentovivo
[2019]
Parole e musica di Daniele Silvestri
Featuring Rancore e Manuel Agnelli
Singolo poi nell'album "Scusate se non piango"

“Argentovivo” è il brano presentato al Festival di Sanremo 2019 da Daniele Silvestri, in collaborazione con Rancore, Manuel Agnelli e Fabio Rondanini, questi ultimi due rispettivamente frontman e batterista degli Afterhours.
“Argentovivo” si è classificata sesta al Festival di Sanremo 2019 ed ha vinto il Premio della Critica Mia Martini, il Premio Sergio Bardotti per il miglior testo e il Premio Sala stampa Lucio Dalla.
Ho sedici anni
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 23/2/2019 - 21:18
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Collemaggio

Collemaggio
2009
Collemaggio

Il 6 e il 7 aprile 2010 a L’Aquila, Michele Gazich e La Nave dei Folli hanno suonato tre concerti in un giorno e mezzo.
Michele Gazich e La Nave dei Folli (Anna Petracca, Marco Lamberti e Fabrizio Carletto) hanno suonato gratuitamente e gratuito è stato l’ingresso ai concerti.
I concerti si sono svolti presso l’Aula Magna del Liceo Scientifico Bafile e presso la Chiesa-tenda di Gignano.
Nell’ambito dei concerti è stato presentato il CD “Collemaggio”.
Collemaggio è il monumento simbolo de L’Aquila.
Collemaggio è ora anche simbolo del centro de L’Aquila, militarizzato e sottratto ai suoi abitanti.
Collemaggio è anche una canzone composta da Michele Gazich ed eseguita con La Nave dei Folli.
“La canzone è stata scritta – dice Michele – grazie alla conoscenza con Giuseppe Dell’Orso, Professore di Liceo a L’Aquila, che mi ha fatto vedere cosa succedeva nella sua città... (continua)
I cuori dei vivi accanto ai cuori dei morti
(continua)
inviata da Dq82 23/2/2019 - 18:53
Percorsi: Terremoti
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Un tempo la fuga era un'arte

Un tempo la fuga era un'arte
2016
La via del sale

Uno dei brani più belli, sorprendenti e spiazzanti di tutto il disco è “Un tempo la fuga era un’arte”. La codardia tipica dell’epoca moderna ha cancellato anche il saper fuggire nel momento giusto? Che cosa intenti per fuga?

Fuga dal presente faticoso, fuga dalla vita in generale che è faticosa tout court, ma anche fuga da situazioni intollerabili come la guerra. Fuga da una società in cui è rivoluzionario anche solo dire se si preferisce la pasta o il risotto, fuga dalla propaganda, fuga dai matrimoni non scelti “nel buio della notte che unisce / ciò che gli uomini hanno diviso”. Fuga è anche il genere musicale portato alla perfezione da Bach, dal quale cito in apertura di canzone il tema appunto de “L’arte della fuga”, per poi trasformarlo, sporcarlo in una polka ignorante, più adatta a descrivere la nostra fuga caotica di uomini-formiche dal nostro formicaio-Europa…... (continua)
Un tempo la fuga era l'arte dei profeti, degli indovini
(continua)
inviata da Dq82 21/2/2019 - 19:47
Percorsi: Disertori
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Terra di nessuno

Terra di nessuno
"Terra di nessuno" è un brano del 2018, presente nell'album "Nomadi Dentro". La canzone si presta a numerose interpretazioni, data la genericità del testo, ma sicuramente può essere associata a tante situazioni di conflitto nel mondo, dove popoli oppressi occupano terre di nessuno.

A questo link è possibile trovare il testo con accordi:
Note tra le righe - testi e accordi delle canzoni dei Nomadi
Terra di nessuno
(continua)
inviata da gabriele 20/2/2019 - 13:10

Un domani diranno

Un domani diranno
2015
Memorie ritrovate

Ringraziamo l'autore che ci ha inviato i testi direttamente dal libretto del CD
Un domani diranno che tutto non è mai accaduto
(continua)
inviata da Dq82 + Andrea Sigona 20/2/2019 - 09:52

Stazzema

Stazzema
2015
Memorie ritrovate
Ho visto sudare di sangue nell'ora della pioggia e del fuoco.
(continua)
inviata da Dq82 + Andrea Sigona 20/2/2019 - 09:43
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Come un miracolo

Come un miracolo
Album: Modern Art (2017)


Credo che sia insieme a “1xUnAttimo” ed “Il punto in cui tornare” il punto più alto del mio disco. Per me questa canzone ha una importanza fondamentale, l’ho scritta dopo la strage del Bataclan: la paura crea odio, divide e indebolisce.
intervista su rockol
Lo so lo so che sbaglierò
(continua)
18/2/2019 - 23:32
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1xUnAttimo

1xUnAttimo
Album: Modern Art (2017)

È sicuramente “LA” canzone pacifista. In questi tempi in cui dovremmo essere davvero tutti connessi quindi tutti “1xUnAttimo” usiamo male i social, ce ne freghiamo della gente che muore, eppure lo sappiamo che l’unione fa la forza e che la divisione indebolisce! L’ho scritta dopo uno degli ultimi attentati il cui intento è quello di disseminare paura, al contrario noi dobbiamo avere tanto coraggio e dobbiamo anche indignarci perché credo sia possibile stare bene tutti quanti nel mondo".

rockol


Devo dire che leggendo il testo sembra di una banalità assoluta, ma ascoltandola con la musica non è malissimo...
Ogni volta muoio un po'
(continua)
18/2/2019 - 23:24
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Niente scuse

Niente scuse
2017
Niente scuse

Testo: S.Bonito
Musica:A.Usai-S.Bonito-Wogiagia crew

La band romana, dopo più di 16 anni di attività, non abbandona l’idea che la generò nel lontano 1999: l’importanza di pensare con la propria testa, di non adeguarsi alle ingiustizie e alle disparità sociali e di seguire la propria strada lontano da competizioni sterili, populismi inquietanti, divisioni arbitrarie e convenienze discutibili.
In un’epoca difficile come questa, l’unico modo per resistere è rimanere uniti; è non perdere i propri ideali e il contatto con le proprie radici attraverso l’auto critica costruttiva, la condivisione e la consapevolezza di non essere soltanto dei passeggeri casuali in questo mondo o, peggio, dei bravi e solerti consumatori.
La ballad “Niente scuse”, suonata a 22 mani e arricchita dal flauto traverso di una guest d’eccezione, Francesco Gualerzi (ex Nomadi), è un “manifesto musicale”... (continua)
Aspettando epoche nuove
(continua)
inviata da Dq82 18/2/2019 - 12:53
Percorsi: Disertori
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Gli angeli del Novecento

Gli angeli del Novecento
2013
Angeli del novecento
Fischia il vento infuria la bufera
(continua)
inviata da Dq82 18/2/2019 - 12:45
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Alichino

Alichino
[2019]
Album : Prezioso

Parole e musica di Gianmaria Testa
Gianmaria Testa, voce e chitarra
Non sono il re dei saltimbanchi
(continua)
inviata da adriana 17/2/2019 - 09:51
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Bieda

Bieda
LA MISERIA
(continua)
inviata da Krzysiek Wrona 14/2/2019 - 18:37
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Pieśń niewiary

Pieśń niewiary
IL CANTO DELLA MISCREDENZA
(continua)
inviata da Krzysiek Wrona 13/2/2019 - 01:20
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Soldatenschicksal (O wunderbares Glück)

anonimo
Soldatenschicksal (O wunderbares Glück)
DESTINO DI SOLDATO
(continua)
inviata da Francesco Mazzocchi 12/2/2019 - 20:33
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L'homme fossile

L'homme fossile
Parole e musica Pierre Tisserand

«L’uomo fossile» è un omaggio di Mimmo Mòllica a Pierre Tisserand, cantautore del ventesimo secolo, discreto e bene educato. «L'uomo fossile», canzone qua tradotta da Mòllica, è il momento più alto del pubblico riconoscimento di Pierre Tisserand.

Composto nel 1966, «L'homme fossile» rimane uno dei brani più famosi di Pierre Tisserand. La canzone descrive la scoperta dei resti fossili di un uomo che gli studiosi prendono molto seriamente in considerazione come antenato del genere umano e ne studiano a fondo ogni particolare. Ne ricompongono le ossa, scomposte dalla picconata che ne ha tranciato il collo, e provvedono a ripulirne e ricomporre le singole ossa fino a ‘rimetterlo in forma’. L’essere così riscoperto acquista molto presto la celebrità di una ‘vedette’, la stampa ne enfatizza la notizia e i connotati e gli studiosi non mancano di attribuirgli... (continua)
L'UOMO FOSSILE
(continua)
inviata da Mimì 12/2/2019 - 16:08
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Lied für die Pariser Kommune

anonimo
Lied für die Pariser Kommune
CANZONE PER LA COMUNE DI PARIGI
(continua)
inviata da Francesco Mazzocchi 12/2/2019 - 14:26
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Mediterraneo

Mediterraneo
2013
Apologia
Oggi è un giorno speciale: passi, nelle mie gambe c’erano tanti passi da scaricare; due fucili, ed ho avuto mira.
(continua)
inviata da Dq82 11/2/2019 - 22:26

Heut singen wir ein neues Lied (Lied der Alten)

anonimo
Heut singen wir ein neues Lied (Lied der Alten)
Sudetenquell (fonte dei Sudeti), la maggior produttrice di acque minerali in Germania nel periodo nazista, era un’impresa economica delle SS promossa da Himmler non solo per fornire mezzi economici alle SS, ma anche per promuovere un maggior uso dell’acqua in sostituzione degli alcolici
OGGI CANTIAMO UNA NUOVA CANZONE
(continua)
inviata da Francesco Mazzocchi 11/2/2019 - 20:14
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Sempre

Sempre
2016
Evidenti Tracce Di Felicità

Acoustic Guitar – Paolo Bonfanti
Bagpipes, Flute – Simone Lombardo
Drums – Eugenio Merico
Electric Bass – Andrea Cavalieri
Violin – Chiara Giacobbe
Vocals – Anna Maria Stasi
Vocals, Acoustic Guitar, Charango – Paolo E. Archetti Maestri*
Words By, Music By – Paolo E. Archetti Maestri*

L’epilogo è caratterizzato da una frase di Carlo Mazzacurati (che è anche una dedica al regista scomparso), leggermente modificata: “Ogni individuo (persona) che vedi (incontri), sta combattendo una battaglia, di cui non sai nulla. Sii gentile, sempre”.
Una sorta di filastrocca che con il suo epilogo è un vero invito all'incontro e alla conoscenza dell'altro, senza pre-giudizi... al giorno d'oggi ne fa una CCG Doc
Fanciulla ha un dito sulla pancia,
(continua)
inviata da Dq82 11/2/2019 - 19:08
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La storia

La storia
2018
La febbre incendiaria

Liberamente tratto dal romanzo "La Storia" di Elsa Morante
Marco Cantini: voce e chitarra acustica
Francesco "Fry" Moneti (Modena City Ramblers): violino
Riccardo Galardini: chitarre elettrica e acustica
Lorenzo Forti: basso elettrico
Fabrizio Morganti: batteria
Lele Fontana: hammond
Gianfilippo Boni: piano
Claudio Giovagnoli: sax tenore

La Storia con la S maiuscola, da sempre fatta dai potenti, che stritola innumerevoli vite destinate invincibilmente al ruolo di vittime. La stessa Storia che culmina nel “punto di orrore definitivo”, come lo definisce Elsa Morante, rappresentato dal Ventesimo Secolo.
loudvision.it

E poi sui prati lasciammo
(continua)
inviata da Dq82 11/2/2019 - 18:31
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Dell’inizio e la fine

Dell’inizio e la fine
2018
La febbre incendiaria

Liberamente tratto dal romanzo "La Storia" di Elsa Morante
Marco Cantini: voce e chitarra acustica
Francesco "Fry" Moneti (Modena City Ramblers): violino
Riccardo Galardini: chitarre elettrica e acustica
Lorenzo Forti: basso elettrico
Fabrizio Morganti: batteria
Lele Fontana: hammond
Gianfilippo Boni: piano
Claudio Giovagnoli: sax tenore

Il tragico epilogo. Ida trova in casa il piccolo Useppe privo di vita (anche lui, come la madre, affetto da epilessia) e viene sopraffatta dal dolore fino ad impazzire. Nella sua mente ruotano le scene dell’intera Storia umana, che percepisce come le spire di un assassinio interminabile. Il brano è una celebrazione della vita in tutte le sue forme, con la sua mortuarietà contrapposta alla Storia.
loudvision.it

Ora rimpiangi la notte
(continua)
inviata da Dq82 11/2/2019 - 18:25
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Nel rifugio, l'Idea

Nel rifugio, l'Idea
2018
La febbre incendiaria

Liberamente tratto dal romanzo "La Storia" di Elsa Morante
Marco Cantini: voce e chitarra acustica
Francesco "Fry" Moneti (Modena City Ramblers): violino
Riccardo Galardini: chitarre elettrica e acustica
Lorenzo Forti: basso elettrico
Fabrizio Morganti: batteria
Lele Fontana: hammond
Gianfilippo Boni: piano
Claudio Giovagnoli: sax tenore
Stefano Disegni: armonica

Sempre Davide, nello stesso anno, arriva nel rifugio di Pietralata presentandosi con il falso nome di Carlo Vivaldi. Stremato e privo di forze, racconta parte della sua storia: arrestato per la propaganda anarchica, ebreo latitante, rinchiuso nelle “anticamere della morte”, viene caricato in un treno merci di deportati dal quale riesce miracolosamente a fuggire mescolandosi tra i cadaveri. Nel brano si fa riferimento anche alle quattro giornate di Napoli del ’43.
loudvision.it


Ida in... (continua)
A dispetto della bocca impastata dal bere
(continua)
inviata da Dq82 11/2/2019 - 18:21
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Ceteri desunt

Ceteri desunt
2018
La febbre incendiaria

Liberamente tratto dal romanzo "La Storia" di Elsa Morante
Marco Cantini: voce e chitarra acustica
Francesco "Fry" Moneti (Modena City Ramblers): violino
Riccardo Galardini: chitarre elettrica e acustica
Lorenzo Forti: basso elettrico
Fabrizio Morganti: batteria
Lele Fontana: hammond
Gianfilippo Boni: piano
Claudio Giovagnoli: sax tenore

Nell’immediato dopoguerra Davide Segre si reca a Mantova, nella sua casa paterna. Sa che tutta la sua famiglia è stata deportata nel 1943 ad Auschwitz-Birkenau, dove nessuno di loro è sopravvissuto. Trova stanze abbandonate e vuote, dove gli oggetti di famiglia sono rimasti immobili nel tempo.loudvision.it

Ora Davide torna a casa
(continua)
inviata da Dq82 11/2/2019 - 18:15
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Luglio '43

Luglio '43
2018
La febbre incendiaria

Liberamente tratto dal romanzo "La Storia" di Elsa Morante
Marco Cantini: voce e chitarra acustica
Francesco "Fry" Moneti (Modena City Ramblers): violino
Riccardo Galardini: chitarre elettrica e acustica
Lorenzo Forti: basso elettrico
Fabrizio Morganti: batteria
Lele Fontana: hammond
Gianfilippo Boni: piano
Claudio Giovagnoli: sax tenore

Il 10 luglio 1943 gli alleati sbarcano in Sicilia. Una mattina Ida e Useppe vengono sorpresi in strada dal bombardamento che devasta San Lorenzo: un inferno da cui escono miracolosamente illesi, ma nel quale morirà Blitz – il loro primo cane – tra la disperazione di Useppe. Perduta la loro casa sotto le bombe, trovano ricovero insieme a un gruppo di sinistrati, in un caseggiato fatiscente nel quartiere di Pietralata. Il 25 luglio dello stesso anno Mussolini viene deposto e arrestato dal re: cade il fascismo.
loudvision.it


Ida... (continua)
Per Ida la borgata con i suoi abitanti
(continua)
inviata da Dq82 11/2/2019 - 18:06

Noi non ci Sanremo

Noi non ci Sanremo
[10 febbraio 2019]
Sull'aria di Noi non ci saremo


Dopo un lungo silenzio, Riccardo Scocciante torna su queste pagine con una sua canzoncina decisamente apocalittica, cantata sull'aria di un vecchio successo degli Zingari rapitori di bamb dei Nomadi scritto da Guccini e ispirata dalla kermesse canora nazionale del Festival di Sanremo a cui ha assistito tirando sassate al televisore e finendolo con una raffica di Kalašnikov assai interessato. [CCG/AWS Staff]



Vedremo soltanto la Prova del Cuoco...

Salvini vestito da uomo di Neanderthal (ma voleva vestirsi da Pippo Baudo)
Vedremo soltanto la Prova del Cuoco,
(continua)
inviata da CCG/AWS Staff 10/2/2019 - 20:22
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Die bange Nacht

anonimo
Die bange Nacht
LA NOTTE PAUROSA
(continua)
inviata da Francesco Mazzocchi 10/2/2019 - 18:45

Das Lied vom Heiligen Caracho

anonimo
Das Lied vom Heiligen Caracho
LA CANZONE DI SAN CARACHO
(continua)
inviata da Francesco Mazzocchi 10/2/2019 - 17:54
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Wo soll ich mich hinwenden (Arm Und Reich)‎

anonimo
Wo soll ich mich hinwenden (Arm Und Reich)‎
DOVE DEVO RIVOLGERMI
(continua)
inviata da Francesco Mazzocchi 10/2/2019 - 15:13
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Mamele, Mamele, gib mir Brot

anonimo
MAMMINA, MAMMINA, DAMMI PANE
(continua)
inviata da Francesco Mazzocchi 10/2/2019 - 11:04

Ich verkauf mein Gut und Häuslein (Auswandererlied)‎

anonimo
Ich verkauf mein Gut und Häuslein (Auswandererlied)‎
IO VENDO I MIEI BENI E LA CASETTA
(continua)
inviata da Francesco Mazzocchi 10/2/2019 - 09:48

Die Große Hungersnot (Wir haben im Felde gestanden)‎

anonimo
Die Große Hungersnot (Wir haben im Felde gestanden)‎
LA GRANDE CARESTIA
(continua)
inviata da Francesco Mazzocchi 9/2/2019 - 20:30

Esterwegenlied

anonimo
CANZONE DI ESTERWEGEN
(continua)
inviata da Francesco Mazzocchi 9/2/2019 - 19:51
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Wenn alles grünt und blüht auf dieser Erde

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QUANDO TUTTO VERDEGGIA E FIORISCE SU QUESTA TERRA
(continua)
inviata da Francesco Mazzocchi 9/2/2019 - 15:19
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Kleine weiße Friedenstaube

Kleine weiße Friedenstaube
PICCOLA BIANCA COLOMBA DELLA PACE
(continua)
inviata da Francesco Mazzocchi 9/2/2019 - 08:30
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Dov'è l'Italia

Dov'è l'Italia
Sanremo 2019
Nella serata dei duetti interpretata con Nada

Motta ha detto che si tratta in un certo senso di una canzone d'amore, ma anche di una canzone politica. Abbiamo letto il testo di Dov'è l'Italia e le dichiarazioni di Motta per capire i riferimenti e intendere a fondo le parole che il cantante ha deciso di dedicare a chi rischia la vita in mare nella speranza di salvarsi.

Il testo di Dov'è l'Italia, pur non essendo una classica canzone di denuncia, riesce con parole poetiche a suggerire una riflessione sui migranti, le loro storie e il loro smarrimento nella disperata ricerca di un porto sicuro.

Motta nelle interviste ci ha tenuto a specificare che Dov'è l'Italia non è una canzone politica, ma sociale. Non si tratta quindi di un J'accuse contro i governanti dell'oggi, ma di un richiamo per tutti i cittadini di questo paese, invitati a chiedersi dove siamo adesso, come ci poniamo... (continua)
Perché nascosto sono stato quasi sempre
(continua)
inviata da Dq82 8/2/2019 - 12:48
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Das Blutgericht

anonimo
Das Blutgericht
Blutgericht, cioè tribunale del sangue, chiamato anche in altri modi, era nel Sacro Romano Impero il tribunale penale con la competenza sui reati considerati più gravi, che poteva infliggere le pene cosiddette di sangue, cioè mutilazioni e morte.
Femen (anche Vehmegericht, Fehmgericht, Freigericht, cioè tribunale libero) è uno dei nomi della corte vehmica, o vehme, o vema, tetro sistema giudiziario, che i Freischöffen (giudici liberi) gestivano in segreto negli Stillgerichte (tribunali silenziosi), così come in segreto eliminavano i condannati
Hungertuch è il panno d’altare durante la quaresima, letteralmente il verso si traduce a rosicchiare al panno dell’altare

I cognomi citati nella canzone, Zwanziger, Dierig, Fellmann, Hofrichter, Cammlott, sono di industriali cotonieri slesiani; in particolare il primo si riferisce ai fratelli Ernst e August Zwanziger, di Peterswaldau (oggi Pieszyce,... (continua)
IL TRIBUNALE DEL SANGUE
(continua)
inviata da Francesco Mazzocchi 8/2/2019 - 11:16
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Iron Hand

Iron Hand
LA MANO DI FERRO
(continua)
inviata da Franzatec 7/2/2019 - 15:21
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Anche per te

Anche per te
[1969]
Mogol/Battisti
Cover: Enrico Ruggeri, Renato Zero, Francesco De Gregori






Una canzone con valore metaforico.
Uma canção com valor metafórico.
Une chanson à la valeur métaphorique.




Tre donne, tre storie, tre ultime.
Una suora, una prostituta, una ragazza madre.
Tre recluse nelle galere del mondo.


Per te, che è ancora notte e già prepari il tuo caffè,
(continua)
inviata da L'Anonimo Toscano del XXI secolo 6/2/2019 - 23:54
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Sangue di drago

Sangue di drago
(2018)

Album Musica per bambini
Testo tratto da Genius

[La canzone] è una metafora del potere, che spesso inventa dei capri espiatori per distruggerli e ottenere ancora più vantaggi. Per farlo usa dei trucchi, come un mago che trasforma il principe azzurro in un drago, che verrà poi ucciso da un principe malvagio. E il principe malvagio, dopo essersi liberato del drago, sposerà la principessa e diventerà re, come in tutte le favole. Solo che non è un lieto fine, non è il trionfo dei buoni. In “Sangue di Drago” mostro il backstage della favola, gli attori senza i loro costumi, usandoli per spiegare qualcosa anche del mondo che ci circonda.
intervista a Rancore


Dei capri espiatori, ovvero dei nemici immaginari creati dal potere. Grazie alla paura di questi nemici il potere giustifica le proprie guerre. Grazie a queste guerre i potenti con l'inganno acquisiscono ancora più potere...
Sai che principeggiare è un'arte
(continua)
6/2/2019 - 23:02
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Dongo

Dongo
2018
Oltre il Po
Dodici sono i ragazzi dell'Oltrepo
(continua)
inviata da Dq82 5/2/2019 - 15:28
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Mein Michel

anonimo
Francesco Mazzocchi

Nel lessico germanico Michel è già dal ‘7-800 un po’ come in Italia il Pierino delle barzellette (nelle varie regioni può avere altri nomi - nel Bresciano, dove sono io, è il Bortolo): il tipo ignorante, bonaccione, balordo; ma dopo il 1848 ha assunto un significato più preciso: il tedesco fuori dal mondo, apolitico, addormentato, che non s’accorge di quello che succede e crede alle menzogne del potere; anche il termine der deutsche Michel, che indica collettivamente il popolo tedesco, lo indica in questo senso, come il popolo succube, il popolo bue.
Junker indica precisamente il proprietario fondiario prussiano, e quindi non ho tradotto nel generico signorotto.
Kohlrübe, il navone, o colza, rapa da foraggio, Brassica napus napobrassica, ha dato origine al termine Kohlrübenwinter (inverno dei navoni) per l’inverno della fame 1917/1918.
MIO CARO MICHELE
(continua)
inviata da Francesco Mazzocchi 5/2/2019 - 13:18

Ich singe ein zweckloses Lied (Das Lied vom Kind das der Mutter sein letztes Brot geschenkt hat)

anonimo
Ich singe ein zweckloses Lied (Das Lied vom Kind das der Mutter sein letztes Brot geschenkt hat)
condivisa l'idea di riportare il testo in questo modo, penso che il modo migliore di tradurlo sia ancora quello strettamente letterale, quello che secondo me rende meglio la relazione tra l'espressione dell'emozione e la struttura della lingua originale, che la condiziona; ho quindi lasciato più che potevo la sequenza delle parole, non ho integrato punteggiatura; non dubito però che qualcuno possa rendere tutto in un italiano migliore, fermo restando che comunque, come ha detto non ricordo chi, tradurre è tradire
IO CANTO UNA CANZONE INUTILE (LA CANZONE DEL BAMBINO CHE HA LASCIATO ALLA MAMMA IL SUO ULTIMO PANE)
(continua)
inviata da Francesco Mazzocchi 4/2/2019 - 21:11
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I ragazzi stanno bene

I ragazzi stanno bene
Sanremo 2019
I Ragazzi Stanno bene 1994-2019
Nella serata con gli ospiti interpretata con Enrico Ruggeri e alla tromba Roy Paci

"'I Ragazzi stanno bene' è un rifiuto. È la non accettazione di certe storture che la società contemporanea ci regala e ci impone ogni giorno. A questa età, poter urlare: 'Non mi va!', diventa un fatto altamente liberatorio e alla fine, per chi vede le cose come noi, anche incoraggiante. Poterlo poi urlare davanti a milioni di italiani ogni sera, per almeno quattro sere, è il top", racconta la band formata da Pau, Drigo e Mac.
Tengo il passo sul mio tempo concentrato come un pugile
(continua)
inviata da Dq82 4/2/2019 - 15:03
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Der kleine Trompeter

anonimo
Der kleine Trompeter
Il 13 marzo 1925 Ernst Thälmann venne per un comizio elettorale a Halle. Un reparto di polizia gli impedì di parlare agli 8000 convenuti. La polizia fece fuoco sulla folla. Tra i 9 morti c’era il 27enne Fritz Weineck, trombettiere della banda del Rote Frontkämpferbund (Lega dei combattenti del fronte rosso, organizzazione paramilitare nata nel luglio 1924, della quale Thälmann era il primo leader, in funzione di difesa militare del Partito Comunista Tedesco). Ai funerali delle vittime della strage poliziesca decine di migliaia seguirono i feretri.
IL PICCOLO TROMBETTIERE
(continua)
inviata da Francesco Mazzocchi 4/2/2019 - 14:42
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Continuate a uccidere il poeta

Continuate a uccidere il poeta
2018
Nuovo Cantacronache 4

L’urgenza di un Nuovo Cantacronache in questi tempi così svuotati di senso e bellezza è un fatto scontato.

Dal gruppo torinese che si proponeva di “evadere dall’evasione”, Igor Lampis raccoglie il testimone del rigore programmatico, del taglio narrativo, della versificazione incalzante in rima baciata, dell’osservazione acuta che si fa invettiva, tra sberleffo e dramma, declinando il tutto con un’attitudine punk che schiaffeggia in maniera provocatoria il belcanto, le buone maniere e qualsiasi deriva estetizzante per dire con schiettezza vino al vino e pane al pane.

Lampis narra con il piglio del cantastorie l’epopea sommersa della gente comune, quella che se la passa male, quella che si arrangia di lavoro in lavoro, vessata dall’opprimente assenza dello Stato. La sua è la voce del guastafeste che canta fuori dal coro: la voce di chi rifiuta l’omologazione,... (continua)
Continuate a uccidere il poeta,
(continua)
inviata da Dq82 4/2/2019 - 13:29
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Ballata per i centri antiviolenza

Ballata per i centri antiviolenza
2018
Nuovo Cantacronache 4

L’urgenza di un Nuovo Cantacronache in questi tempi così svuotati di senso e bellezza è un fatto scontato.

Dal gruppo torinese che si proponeva di “evadere dall’evasione”, Igor Lampis raccoglie il testimone del rigore programmatico, del taglio narrativo, della versificazione incalzante in rima baciata, dell’osservazione acuta che si fa invettiva, tra sberleffo e dramma, declinando il tutto con un’attitudine punk che schiaffeggia in maniera provocatoria il belcanto, le buone maniere e qualsiasi deriva estetizzante per dire con schiettezza vino al vino e pane al pane.

Lampis narra con il piglio del cantastorie l’epopea sommersa della gente comune, quella che se la passa male, quella che si arrangia di lavoro in lavoro, vessata dall’opprimente assenza dello Stato. La sua è la voce del guastafeste che canta fuori dal coro: la voce di chi rifiuta l’omologazione,... (continua)
Come ti senti, bambina,
(continua)
inviata da Dq82 4/2/2019 - 13:25
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Inutile emigrare

Inutile emigrare
2018
Nuovo Cantacronache 4

L’urgenza di un Nuovo Cantacronache in questi tempi così svuotati di senso e bellezza è un fatto scontato.

Dal gruppo torinese che si proponeva di “evadere dall’evasione”, Igor Lampis raccoglie il testimone del rigore programmatico, del taglio narrativo, della versificazione incalzante in rima baciata, dell’osservazione acuta che si fa invettiva, tra sberleffo e dramma, declinando il tutto con un’attitudine punk che schiaffeggia in maniera provocatoria il belcanto, le buone maniere e qualsiasi deriva estetizzante per dire con schiettezza vino al vino e pane al pane.

Lampis narra con il piglio del cantastorie l’epopea sommersa della gente comune, quella che se la passa male, quella che si arrangia di lavoro in lavoro, vessata dall’opprimente assenza dello Stato. La sua è la voce del guastafeste che canta fuori dal coro: la voce di chi rifiuta l’omologazione,... (continua)
Statevene a casa noi non vi vogliamo
(continua)
inviata da Dq82 4/2/2019 - 13:18
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Modena City Ramblers: Quacet putèin

Modena City Ramblers: Quacet putèin
Nanin Pupin dei Viulan
NANIN PUPIN
(continua)
inviata da Dq82 3/2/2019 - 20:04

Wir sind die schwarzen Rebellen

anonimo
Wir sind die schwarzen Rebellen
NOI SIAMO I RIBELLI NERI
(continua)
inviata da Francesco Mazzocchi 3/2/2019 - 19:09
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White Man

White Man
UOMO BIANCO
(continua)
3/2/2019 - 01:15




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