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Percorso La guerra del lavoro: emigrazione, immigrazione, sfruttamento, schiavitù

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Un'altra via d'uscita

Un'altra via d'uscita
Quando fu inserita questa canzone, più di dieci anni fa fu inserita tra gli extra, perchè non rientrava nei criteri per essere considerata un CCG/AWS. Nel frattempo il sito è cresciuto. E questa canzone parla di sfruttamento del lavoro, per cui abbiamo un apposito percorso, e indica uno di quelli che potremmo considerare un piccolo gesto di pace quotidiano che contribuisce un poco a rendere il mondo un po' meno iniquo
CCG/AWS staff 5/2/2018 - 19:38
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Lezione di storia

Lezione di storia
"Bethger: Il lungo dolore" fu pubblicato, per la prima volta, nel 1976, dall'Editrice Sarda Fossataro
Riccardo Massole 24/1/2018 - 16:54
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Pane e Coraggio

Pane e Coraggio
Secondo me, questa canzone/poesia, trasmette un messaggio, cioè: che gli immigrati pensano di venire qui tranquilli, mentre invece tutti si allontanano da loro, li evitano. Secondo me dovremmo dare una possibilità agli immigrati e accoglierli a braccia aperte.
Andrea 19/1/2018 - 15:56
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Bella Ciao

anonimo
Bella Ciao
45. Bella ciao (Versione in lombardo)
45. Bella ciao (Lombard version)


Ripresa da lmo.wikipedia : Bella Ciao. La versione presenta alcune alternative di traduzione.

Reproduced from lmo.wikipedia : Bella Ciao. The version shows a number of translating alternatives.
Ona matinna me son dessedaa,
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 17/1/2018 - 09:21
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För ingenting - för kärleks skull

För ingenting - för kärleks skull
15 gennaio 2018 04:47
PER NIENTE, PERCHÉ VI SI VUOL BENE
(continua)
15/1/2018 - 04:47
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At the Purchaser's Option

At the Purchaser's Option
accetto suggerimenti per migliorarla perché non sono molto sicuro di alcuni passaggi. Anche se evidentemente la ragazza schiava si rivolge al suo padrone/proprietario, nel ritornello ho preferito intendere you come plurale, mi sembrava più forte.
A SCELTA DELL'ACQUIRENTE
(continua)
14/1/2018 - 23:17
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The Green Fields of England

The Green Fields of England
1977
The Transports

This unique project relates the true story of Henry Cabell and Susannah Holmes, convicts transported to Australia on the “First Fleet” in 1787 and the trials and tribulations which culminated in that historic voyage. The tale is presented as a cycle of new compositions in the idiom of traditional English folk song, linked by narrative passages in the style and to the melodies of broadsheet ballads of the time. The orchestral passages and arrangements for the accompanied songs have been conveived in such a way as to underline the overall feeling of “period” and the instruments used are those likely to have been heard in the church bands or “quires” of East Anglian villages in those days. The singers have been chosen from the front rank of the English folk song revival, and the melodies composed to suit their individual style. A detailed account of the historical background... (continua)
Farewell to our lovers and our kind relations,
(continua)
inviata da Dq82 4/1/2018 - 15:16
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Juarez, Mexico

Juarez, Mexico
2013
Thom Chacon

Ciudad Juarez è una città messicana, al confine con gli Stati Uniti, da cui è separata dal Rio Grande (dall'altra parte del fiume vi è El Paso, una volta erano un'unica città), una delle città più malfamate del mondo, per anni con il più alto tasso di omicidi procapite al mondo. I cartelli criminali contrabbandano droga e, ovviamente, clandestini, negli Stati Uniti. Negli ultimi 15 anni, la città ha perso quasi il 20% della popolazione, esasperata dalla violenza del luogo e allettata da un futuro migliore al di là del fiume.
Ciudad Juarez è tristemente nota anche per i numerosissimi femminicidi, particolarmente giovani ragazze, che lavorano nelle maquilladoras che producono beni per gli USA. Jennifer Lopez produsse anche un film, Bordertown (2007), in cui lei interpreta una giornalista che indaga su tutte queste morti.

Once I was driving east on Interstate 10 and I went... (continua)
I can see across the border
(continua)
inviata da Dq82 4/1/2018 - 13:09
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Te vengo a cercà

Te vengo a cercà
[2016]

Singolo de La Maschera feat. Laye Ba.

Il video ufficiale è stato realizzato tra Dakar, in Senegal, e Napoli

"Te vengo a cercà” è il mio grido di gioia generato da un abbraccio – racconta Colella – ho scritto i versi “chest’è Napule e nun è Africa” perché ognuno è il Sud di qualcun altro. Perché quelle che ci spacciano per differenze in realtà non sono altro che paure. Perché in qualsiasi parte del mondo, di fronte a un figlio costretto a lasciare sua madreterra, nun se po’ sta fermi a guardare”
Da questa pagina
Nioo booke faniuu diogue
(continua)
inviata da adriana 2/1/2018 - 09:16
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At the Purchaser's Option

At the Purchaser's Option
Ciao Lorenzo, suggerirei di sostituire il testo così come l'autrice lo canta. Inoltre inserirei il brano anche nei percorsi sulla violenza contro le donne e sulla guerra del lavoro:

(B.B.)

Proposta accolta.
1/1/2018 - 17:54
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Piazza Indipendenza

Piazza Indipendenza
[2017]

Singolo:Piazza Indipendenza

A un anno dall’uscita di “Mille Gruppi Avanzano” (nono album), questa canzone apre una nuova stagione di Assalti Frontali... faremo uscire singoli a breve scadenza per i prossimi mesi. Poesia che parla di realtà.

Piazza Indipendenza è una piazza centrale di Roma, vicino alla Stazione Termini. Quest'estate il 24 agosto, sono stati sgomberati con lacrimogeni e idranti un gruppo di migranti, per lo più rifugiati eritrei, che occupavano i giardini sulla piazza dopo essere già stati sgomberati da via Curtatone.
Premetto che per noi nessuno è clandestino, che non esistono differenze tra i cosiddetti migranti economici e i rifugiati. Per noi esistono persone.
Però questo episodio è stato particolarmente grave per diversi motivi: i tempi, si è deciso di sgomberare in pieno agosto quando Roma è semideserta, quasi che così i romani non se ne accorgessero; le... (continua)
Giocavo con mio figlio all’isola del Giglio
(continua)
inviata da adriana & DonQuijote82 25/12/2017 - 09:39
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Uchodźca

Uchodźca
[2017]
Parole e musica di Bardziej
A Józef lampę nieba trzymał w dłoni,
(continua)
inviata da Krzysiek 24/12/2017 - 18:46
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U mari unnavi curpi

U mari unnavi curpi
Mi dispiace mamma, perché la barca è affondata e non sono riuscito a raggiungere l’Europa.
Mi dispiace mamma, perché non riuscirò a saldare i debiti che avevo fatto per pagare il viaggio.
Non ti rattristare se non trovano il mio corpo, cosa potrà mai offrirti,
se non il peso delle spese di rimpatrio e sepoltura?

Mi dispiace mamma,
perché si è scatenata questa guerra ed io, come tanti altri uomini, sono dovuto partire.
Eppure i miei sogni non erano grandi quanto quelli degli altri…
Lo sai, i miei sogni erano grandi quanto le medicine per il tuo colon e le spese per sistemare i tuoi denti…
A proposito… i miei denti sono diventati verdi per le alghe.
Ma nonostante tutto, restano più belli di quelli del dittatore!

Mi dispiace amore mio,
perché sono riuscito a costruirti solo una casa fatta di fantasia:
una bella capanna di legno, come quella che vedevamo nei film… una casa povera,
ma... (continua)
daniela -k.d.- 24/12/2017 - 18:06
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Aquitania

Aquitania
Canzone stupenda. Molto poetica.
24/12/2017 - 16:47
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The Female Transport

anonimo
The Female Transport
[prima metà 800]
Una canzone presente tra le Broadside Ballads from the Bodleian Libraries, ripresa da Frankie Armstrong nel suo album “...Out of Love, Hope and Suffering” del 1973
Testo trovato su Mainly Norfolk: English Folk and Other Good Music e su Mudcat Café

Sono parecchie, anche sulle CCG/AWS, le canzoni che raccontano di condannati alla deportazione in colonie penali. Dopo la perdita delle colonie in America, la classe dirigente britannica volse la sua attenzione all’Australia. Per la colonizzazione (e la predazione) di quell’immenso territorio era necessaria un bel po’ di manodopera a basso costo e l’idea geniale fu quella di liberarsi di criminali comuni e di detenuti politici, che affollavano inutilmente e costosamente le regie galere, per spedirli a lavorare nelle fattorie prigioni e nelle colonie penali australiane, la prima delle quali fu allestita a Botany Bay nel 1786.... (continua)
Come all you young girls both far and near and listen unto me,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 14/12/2017 - 14:50
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Leila and Majnun

Leila and Majnun
[2017]

Album: Ballad of a Wobbly
When Leila met Majnun it was at a traffic light
(continua)
12/12/2017 - 14:32
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Ballad of a Wobbly

Ballad of a Wobbly
[2017]

Album: Ballad of a Wobbly
When I came to this country, left Scotland far behind
(continua)
inviata da adriana 12/12/2017 - 14:20
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American Soul

American Soul
[2017]
Scritta da Paul David Hewson, in arte Bono
Musica degli U2
Nell’album “Songs of Experience”, il 14° album della band di Dublino, uscito lo scorso 1 dicembre
Blessed are the bullies
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 11/12/2017 - 08:17
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Income Tax Blues

Income Tax Blues
[1951]
Parole e musica di Ralph Willis (1910-1957), bluesman noto anche con gli pseudonimi di Alabama Slim, Washboard Pete e Sleepy Joe
Esiste una canzone dallo stesso titolo attribuita a Champion Jack Dupree, ma è di parecchi anni successiva.
Nel disco di Ralph Willis con Brownie McGhee e Sonny Terry ‎intitolato “Carolina Blues” (196?)
Testo trovato su Lyrics Playground

A proposito della riforma fiscale “meno tasse per tutti per i ricchi” che Donald Trump sta introducendo in questi giorni negli USA…
I got my income tax this mornin'
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 7/12/2017 - 09:08
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Meat and Bread Blues (or Relief Blues)

Meat and Bread Blues (<Em>or</Em> Relief Blues)
[1935]
Parole e musica di Blind Teddy Darby (1906-1975), chitarrista blues reso cieco a 20 anni per un glaucoma. Attivo a St. Louis tra la fine degli anni 20 ed il 1937, quando lasciò il Blues per Dio, essendo ordinato diacono di non so quale chiesa.
Nella raccolta “Blind Teddy Darby, 1929-1937 (St. Louis Country Blues)”, pubblicata nel 1984 dall’austriaca Earl Archives / Document Records
Testo trovato su Weeniepedia, il bel sito di Weenie Campbell dedicato al blues

Blues della miseria disperata. “Se il Soccorso non mi aiuta con qualcosa da mettere sotto ai denti, perderò anche la mia donna… Possibile che lo Zio Sam vada per il mondo ad aiutare un sacco di gente e non aiuti un poveraccio come me?… E se non mi aiuteranno loro, allora mi aiuterò da solo con le mie .32-20 e .41 ma, se mi spingeranno a tanto, allora sarà troppo tardi per chiamare la polizia...”
Now, my meat is gone, no more flour in my barrels
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 6/12/2017 - 14:52
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Welfare Blues

Welfare Blues
[1948-52]
Parole e musica di John Lee Hooker (ma credo che si basino su di uno standard precedente, risalente agli anni della Grande Depressione)
Nella raccolta “Coast to Coast Blues Band - Any Where, Any Time, Any Place – His Original Recordings 1948-52 ”, pubblicato nel 1971
You know I'm goin' to the welfare
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 6/12/2017 - 11:03
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R.F.C. Blues

R.F.C. Blues
[1933]
Scritta da Jack Kelly, oscuro bluesman degli anni 30, leader di una delle tante “jug band” di Memphis, Tennessee, composta anche da D.M. Higgs, Dan Sane e Will Batts
Nella raccolta “Complete Recorded Works In Chronological Order (1933-1939)” pubblicata nel 1990 dall’austriaca Rst Records
Testo trovato su Weeniepedia, il bel sito di Weenie Campbell dedicato al blues

L’acronimo R.F.C. sta per “Reconstruction Finance Corporation”, il nome di un’agenzia federale americana che contribuì al progressivo risanamento delle banche statali nella fase di risposta alla grande crisi del 1929. Istituita da Hoover nel 1932, con Roosevelt la RFC attuò grandi programmi di investimento e di occupazione. Moltissimi sottoproletari americani, bianchi e neri, per anni non ebbero altre occupazioni se non quelle offerte dai programmi federali come il RFC.

Le “jug band” erano blues band di strada che usavano spesso strumenti improvvisati, a percussione come a corda.
That R.F.C. sure is not envied to many men
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 6/12/2017 - 10:15
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Coal Miner's Blues

Coal Miner's Blues
[1938]
Raccolta da Alvin Pleasant Delaney Carter (1891-1960), membro fondatore della Carter Family, da un vecchio minatore del villaggio di St. Charles, Lee County, Virginia. Registrata da Alvin Pleasant con Sara e Maybelle Carter (voci e chitarra) nel 1938 a New York, disco Decca.
Testo trovato su Folkarchive
Some blues are just blues, mine are the miner's blues.
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 5/12/2017 - 13:58
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Coal Mountain Blues

Coal Mountain Blues
[1933]
Scritta da Sonny Scott, oscuro bluesman che – al pari di Fred McMullen – registrò solo un pugno di canzoni nel luglio del 1933, per poi scomparire nel nulla.
Questa si trova sul lato B di un 10” a 78 giri dell’etichetta Vocalion.

Un blues veramente blue
Un uomo disoccupato, ridotto alla disperazione, chiede di essere assunto in una miniera di carbone ma non lo prendono perché è malato di tubercolosi. Allora lascia le montagne per la costa e s’imbarca come marinaio. Ma la malattia ormai l’ha sconfitto e l’uomo decide di suicidarsi gettandosi in mare. Unico testimone, un gabbiano...
Oh, I went on Coal Mountain, saw the men pullin' coals from the mine
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 5/12/2017 - 13:43

Miss-Meal Cramp Blues

Miss-Meal Cramp Blues
[1928]
Scritta Spencer Williams (1889-1969), importante compositore, pianista e cantante jazz
Interpretata da tal Alec Johnson, oscuro bluesman, che nel 1928 incise un pugno di titoli per la Columbia Records
In varie raccolte, a partire da “Next Week Sometime (A Compilation Of 'Pre-War' Blues 1927-1940)”, pubblicata dall’australiana Nugrape Records nel 1977

Non era nemmeno ancora il 1929 ma la Grande Crisi, partita dagli USA e poi estesa al mondo, spiegava i suoi effetti nefasti. Qui il nostro protagonista è letteralmente divorato dalla fame, impazzirebbe per una braciola, si mangerebbe un canguro, si sgranocchierebbe anche soltanto zampe di gallina e così via, fino al furto ed addirittura al cannibalismo estremo (un’intera vagonata di barboni!).

Nella penultima strofa si fa riferimento alla National Biscuit Company (NBC Uneeda, oggi Nabisco), che con gli Uneeda (You Need A...) Biscuits, gli Uneeda Bakers, gli Uneeda Burgers, gli Uneeda Crackers, etc. etc. tappezzava di cartelli ed affreschi pubblicitari i muri delle città americane.
Lord, I'm broke and hungry, and my money's all gone
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 5/12/2017 - 11:33
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Bad Time Blues

Bad Time Blues
[1928]
Parole e musica di Robert “Barbecue Bob” Hicks
Nelle raccolte “Complete Recorded Works In Chronological Order: Volume 2 (21 April 1928 To 3 November 1929)” della Document Records (1991) e “Ain't Times Hard: Political & Social Comment In The Blues” della JSP Records (2008)

Ancora blues dalla Grande Depressione.
Come suggerisce il suo soprannome, Robert “Barbecue Bob” Hicks (1902-1931) lavorava come cuoco in un grill restaurant ad Atlanta, Georgia, e infatti nelle rare foto che lo ritraggono compare spesso in divisa da lavoro.
Il nostro Barbecue Bob doveva essere un profeta perché in “Bad Time Blues” descrisse il “Wall Street Panic” del 1929 un anno prima del suo verificarsi. Quello che invece il cuoco canterino non riuscì a prevedere è che la Grande Depressione l’avrebbe ammazzato: morì infatti nel 1931 a soli 29 anni di tubercolosi e polmonite.
Bad time are fallin' me, tell the world the panic is on
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 5/12/2017 - 10:47
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Bad Depression Blues

Bad Depression Blues
[1932-33]
Parole e musica di Josh White, all’inizio della sua carriera, quando ancora era noto col suo nome per intero, Joshua.
Nella raccolta “First Recording Session 1932-1933”, pubblicata nel 1982 dall’austriaca “Earl Archives” (poi in due volumi dalla tedesca Disc De Luxe / Document)
Testo trovato su Weeniepedia, il bel sito di Weenie Campbell dedicato al blues

La depressione in questione non è ovviamente la malattia mentale, ma la Grande Depressione che colpì gli USA e il mondo alla fine degli anni 20 e che si protrasse per tutti i 30.
Solo per dare un’idea, i disoccupati salirono del +607% in USA; +129% in Gran Bretagna; +214% in Francia; +232% in Germania…
E sapete cosa ci volle per porre fine ad una crisi del genere: una bella guerra mondiale! Proprio come era successo già nella seconda metà dell’800, quando la crisi venne superata col colonialismo di rapina...
E così a fare... (continua)
Says, folks, I'm gonna tell you what depression has done to me
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 4/12/2017 - 14:22

The Old Workman

The Old Workman
Versi del poeta inglese Thomas Hardy (1840-1928), nella raccolta “Late Lyrics and Earlier with Many Other Verses” pubblicata nel 1922
Trovo la poesia – ma forse solo in lettura musicale - nel IX° volume nella poderosa raccolta di poesia e musica folk inglese intitolata “Poetry and Song” (14 LP), pubblicata nel 1967.

Mi viene bene contribuire questa poesia in questi giorni in cui gente che non ha mai lavorato – almeno nell’accezione del lavoro prima di tutto come fatica fisica – discute sui cosiddetti “lavori usuranti” che consentirebbero a poche decine di migliaia di lavoratori – spesso stranieri, spesso sfruttati e malpagati, spesso già morti, caduti da qualche impalcatura, in qualche pozzo, in qualche cisterna - di andare in quiescenza (preferisco questo termine prettamente botanico/zoologico all’orrido pensione, che evoca un alberghetto lurido di quint’ordine) qualche mese prima di essere comunque raggiunti da morte naturale per “raggiunti limiti d’età”…
"Why are you so bent down before your time,
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 30/11/2017 - 13:06




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