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Autore The Byrds

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Bring 'Em on Home

Bring 'Em on Home
(1969)
Musica un po' copiata da You Ain't Go Nowhere (da The Basement Tapes di Bob Dylan & The Band interpretata anche da The Byrds)



Double-sided Vietnam War single by Chicano soul group Six Pak, released on the Californian label Gordo (# 704), founded by Eddie Davis (a sub-label of his Rampart Records). Both tracks had a Latin Soul feel to it - of course, the label focused on Mexican Americans.

This formed part of the West Coast 'Eastside Sound' music scene. According to the president of Rampart Steven Chavez: "almost 50% of the artists from the East Side Sound era served in combat roles in Viet Nam, losing their innocence to a war in the prime of their youth, and returned to a changed American music scene that pretty much turned their back on them with the advent of new genres like hard rock, heavy metal, punk, disco and the like".

Firstly, the group covered the song "Weep... (continua)
One by one, numbers are called
(continua)
1/6/2020 - 22:25
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My Back Pages

My Back Pages
[1964]
Nell'album "Another Side Of Bob Dylan"
Ripresa nel 1967 da The Byrds
Memorabile la versione al 30th Anniversary Concert con Bob Dylan, Roger McGuinn, Tom Petty, Neil Young, Eric Clapton, George Harrison

Una canzone inevitabile, come la Canzone delle osterie di fuori porta di Guccini o De Gregori era morto di De Gregori stesso o, per altri versi, la Maggie’s Farm di Newport 1965 dello stesso Dylan o, analogalmente, la svolta elettrica di Muddy Waters in "Electric Mud", 1968, una pietra miliare che però venne in seguito sconfessata dal suo stesso autore, forse spaventato dalla sua creatura... Insomma, di quando il cantante di protesta è costretto a protestare contro chi lo vorrebbe sempre devoto ad un programma politico ideologico, o ad una scena musicale... E se ci sono dei conservatori feroci, più fedeli nei secoli dei "Semper Fideles", quelli sono proprio i puristi dell'idea o dello stile.
Crimson flames tied through my ears
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/4/2020 - 14:46
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America’s Great National Pastime

America’s Great National Pastime
[1971]
Scritta da Clyde "Skip" Battin e Kim Vincent Fowley
Nell'album "Farther Along"
Testo da Genius
One of America's great national pastimes is drinkin' a Coke
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 28/1/2020 - 21:53
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Well Come Back Home

Well Come Back Home
‎[1970]‎
Da “(Untitled)”, nono album de The Byrds.‎
Scritta da Skip Battin.‎



Una canzone sul ritorno di un soldato dal Vietnam e sull’imbarazzo, suo e di chi lo accoglie, nel ‎riuscire a parlare, a raccontare l’orrore della guerra… “Se vuoi parlarne, fallo con me. Avrò paura ‎ad ascoltare e tu avrai paura a raccontare ma, per favore, non raccontare nulla a mamma e papà…”‎

‎“Sono stato toccato di persona dalla situazione in Vietnam, e ciò che provavo l’ho trasfuso in questa ‎canzone. Avevo un amico, un compagno di liceo che è morto laggiù e credo che all’epoca il mio ‎pensiero andasse proprio a lui” (Skip Battin, in “The Byrds: Timeless Flight Revisited”, di Johnny ‎Rogan, 1998)‎

La lunghissima suite (il brano più lungo nella produzione de The Byrds) si conclude con Skip ‎Battin che recita il mantra buddista di scuola sino-giapponese 南無妙法蓮華経, Nam myōhō renge ‎kyō.‎
Well come back home, ‎
(continua)
inviata da Bartleby 23/12/2011 - 11:59
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Bells of Rhymney

Bells of Rhymney
[1938]
Scritta dal poeta gallese Idris Davies (1905-1953).
Musica di Pete Seeger dall’album dal vivo “Pete Seeger and Sonny Terry”, 1958.
Celeberrima anche la versione dei Byrds dall’album di debutto “Mr. Tambourine Man” del 1965.



Idris Davies scrisse “Bells of Rhymney” sul modello della canzone infantile settecentesca "Oranges and Lemons" ma il tema trattatovi non era per nulla leggero.
Nel 1926 i minatori inglesi entrarono in sciopero contro le riduzioni salariali preannunciate dalla compagnie come risposta alla crisi che aveva investito il settore, causata dai contraccolpi e dagli assestamenti del mercato successivi alla iperproduzione del periodo bellico. Il governo conservatore guidato da Stanley Baldwin sembrò in un primo momento voler intervenire in favore dei lavoratori ma in realtà i temporanei sussidi erogati servirono soltanto a far prendere tempo alle compagnie. Sebbene... (continua)
Oh what will you give me?
(continua)
inviata da Bartleby 7/2/2011 - 09:37
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Chimes Of Freedom

Chimes Of Freedom
[1964]
Lyrics and music by Bob Dylan
Testo e musica di Bob Dylan
Da/from "Another side of Bob Dylan"

"Chimes of Freedom" è la canzone della transizione di Dylan. Dalle canzoni più tipicamente di protesta e politiche, che a ben vedere sono quasi tutte contenute negli album "The Freewheelin' Bob Dylan" e "The times they are a-changin'" a una nuova forma di scrittura molto più visionaria, per un inno alla libertà che non poteva certo restare fuori dalle Canzoni Contro la Guerra.

La canzone è stata cantata anche dai Byrds e da Bruce Springsteen (famosa la versione a Berlino est nel 1988).


Chimes of freedom - poesia di Redenzione?
di Michele Murino
tratto da Maggie's farm, sito italiano su Bob Dylan.

I semi di una nuova forma di canzone - le catene di fulminee immagini che, una volte legate assieme, avrebbero dato vita a Chimes of freedom e, in seguito, a Mr. Tambourine man,... (continua)
Far between sundown's finish an' midnight's broken toll
(continua)
13/12/2005 - 14:41
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Turn! Turn! Turn! (To Everything There Is A Season)

Turn! Turn! Turn! (To Everything There Is A Season)
[1954]
Lyrics Pete Seeger, Ecclesiastes 3,1-8, King James' Version
Music by Pete Seeger
Album: The Bitter and the Sweet [1962]
Byrds' Recording: 1965
Testo: Pete Seeger, Ecclesiaste (Qohelet) 3,1-8
Album: The Bitter and the Sweet [1962]
Incisione dei Byrds: 1965

Questa canzone di Pete Seeger fu portata al successo dai Byrds nel 1965.
Il testo è tratto dal libro biblico dell'Ecclesiaste, 3:1-8 ("Per ogni cosa c'è il suo momento, c'è il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo...").
In realtà il testo non esclude la dolorosa constatazione che in alcuni casi la violenza e la guerra possano essere l'unica risposta, tuttavia il messaggio di Seeger è chiaramente pacifista, come indica la scelta di chiudere la canzone sull'ultimo verso (l'unico in cui Seeger si discosta dal testo biblico) "A time for peace, I swear it's not too late". Se è vero che c'è un tempo per ogni cosa, un tempo... (continua)
To everything (turn, turn, turn)
(continua)
22/8/2005 - 21:56
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I Come and Stand at Every Door

I Come and Stand at Every Door
[1962]
Da una poesia di Nâzım Hikmet
traduzione inglese di Jeannette Turner
Musica di James Waters (1954)
(adattata alla ballata tradizionale delle Isole Orcadi The Great Silkie Of Sule Skerrie (Child #113)

From a poem by Nâzım Hikmet
English translation by Jeannette Turner
Music by James Waters (1954)
(fitted to the Orkney folk ballad The Great Silkie Of Sule Skerrie (Child #113)


Questa straordinaria poesia di Hikmet ebbe il genio di metterla in musica (non a caso!) Pete Seeger, nel 1962; la versione più conosciuta è quella registrata quattro anni dopo dai Byrds di Roger McGuinn nell'album "5th Dimension"... non credo mi metta i brividi solo perché penso a cinque anni fa nelle Marche, a Joyce Lussu, a persone care e perdute; credo che abbia una forza e una bellezza da sciogliere trent'anni di banchisa...
(Alex Agus dalla mailing list "Fabrizio")

Ran's poem Kız Çocuğu (The Girl... (continua)
I come and stand at every door
(continua)




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